Giap#3, VIIIa serie - (Alzati che si sta alzando) la cultura popolare - 12 ottobre 2006

Terzo e ultimo estratto dal DVD "Piermario Ciani. Oltre la fotografia", realizzato da Walter Criscuoli nel dicembre 2005, pochi mesi prima della morte di Pier. Qui parla della cultura popolare (rock, fumetti e soprattutto televisione) come suo vero "maestro" e forma di ispirazione.
I precedenti estratti sono qui: uno - due
Se non sai chi era Pier, leggi qui.
Tutti i video da noi proposti o consigliati sono visibili in un unico colpo d'occhio qui.

0. Preambolo. Tre cose: finito Manituana; un parere su Giap; eBay per Genova
1. Di come "Colpo secco" ispirò una rivoluzione culturale. Henry Jenkins intervista Wu Ming
2. Chi sono i maestri di Piermario Ciani? A proposito di cultura popolare, un frammento video
3. La narrazione come mitopoiesi secondo Wu Ming, di Marco Amici
4. Partigiano Carlo Venturi, nome di battaglia "Ming"
5. Supremazia del rumore nero - dal 16 ottobre in edicola
6. Feedback: San Dima; iPod & Linux.





TRE COSE


La prima è che, dopo tre anni, abbiamo finito la stesura di Manituana.
Adesso, un mese di rilettura collettiva e revisione.
Ieri WM2 e WM3 l'hanno presentato ufficialmente agli agenti Einaudi, a Milano.
L'ora si avvicina.

La seconda: i numeri di questa nuova serie di Giap sono belli corposi, densi di testi, news, rimandi, link, multimedia etc. A lettura lenta e meditata, insomma. Ne stiamo spedendo uno ogni tre settimane circa, il tempo di accumulare, selezionare e sistemare il materiale, però ci è venuto un dubbio: preferisci riceverli "strong" a intervalli dilatati (come adesso, insomma) o a lettura più veloce e intervalli più ristretti? Se hai mezzo minuto di tempo e vuoi mandarci una mail...

La terza cosa, molto importante. Tre mesi dopo il quinto anniversario e la fiammata di interesse che accompagna le ricorrenze, c'è il rischio che ci dimentichiamo dei processi per i fatti del G8, dell'insabbiamento della morte di Carlo Giuliani e del significato di quelle giornate per un'intera generazione. E invece c'è ancora tanto da fare, da gridare, da esigere.
Ventotto tra funzionari, dirigenti e agenti di polizia sono ancora sotto processo per l'irruzione alla Diaz.
Quarantacinque tra ufficiali e agenti di polizia penitenziaria, PS, CC e personale sanitario sono ancora sotto processo per le torture di Bolzaneto.
Venticinque manifestanti sono ancora sotto processo con le accuse di devastazione e saccheggio.
L'ex numero due della Digos di Genova Alessandro Perugini è ancora sotto processo per il celebre episodio dei calci in faccia a un manifestante minorenne.
Sulla morte di Carlo è calata la lapide di una "verità di stato" che non sta in piedi nemmeno a puntellarla con tutta la malafede del mondo, e dobbiamo batterci perché il caso venga riaperto.
Perché diciamo tutto questo? Perché c'è bisogno di mettersi una mano sulla coscienza e una sul portafogli. Chi si batte per verità e giustizia sui fatti del G8 (Comitato Piazza Carlo Giuliani, Supporto Legale etc.) ha bisogno di donazioni.
Noi ci siamo fatti venire un'idea. Usare eBay + alcuni oggetti rari di cui siamo in possesso.
Pochi ricordano il primissimo libro sul Luther Blissett Project. Si intitolava Luther Blissett. L'impossibilità di possedere la creatura una e multipla. Pubblicato nell'aprile 1995 (a ridosso della famosa beffa a "Chi l'ha visto"), arrivò in anticipo di parecchi mesi sul più celebre Mind Invaders. Edito dalla piccola casa editrice bolognese Synergon, che poco dopo fallì, ebbe una prima tiratura di ottocento esemplari in tutto. Da una scatola sottratta al macero, scomparsa per anni in un dedalo di traslochi e appena ritrovata, ne sono riemerse dieci copie. Con tutta probabilità, sono le ultime esistenti. L'autore era il poeta Gilberto Centi, che però non riuscì a finire l'opera per motivi di salute. Gilberto è morto nel 2000, a lui è dedicato il nostro 54. L'appendice è un cut-up di testi a cura dei futuri Wu Ming 1 e Wu Ming 4. L'opera ha un indubbio valore di testimonianza storica, in quanto documenta gli inizi del Luther Blissett Project e racconta nei dettagli la beffa proto-blissettiana detta "dell'orrorismo". Inutile dire che è un libro rarissimo, introvabile.
Il libro di Gilberto Centi su Luther BlissettLo abbiamo messo all'asta su eBay.
Una copia l'ha già comprata un inglese.
Una seconda inserzione, nel momento in cui stiamo scrivendo, ha ancora trenta ore di vita e un'offerta di 103 euro.
Una nuova inserzione è on line da poche ore.
L'inserzione sarà rinnovata sino ad esaurimento copie. Ogni volta alzeremo di cinque euro il prezzo di partenza.
Metà dei proventi (l'obiettivo minimo è ottocento euro) andrà al Comitato Piazza Carlo Giuliani e al Supporto Legale per Genova. L'altra metà andrà nella nostra cassa comune, da cui attingiamo per anticipare i soldi delle nostre trasferte (a marzo riprende il tour di presentazioni).

Ah, c'è pure una quarta cosa : appena puoi, firma questa petizione. Ci provano sempre. Vanifichiamo i loro sforzi.


DI COME "COLPO SECCO" ISPIRO' UNA RIVOLUZIONE CULTURALE. HENRY JENKINS INTERVISTA WU MING


Una scena dal film Colpo secco (Slapshot)[WM1:] L'intervista che segue è tradotta dall'inglese. Viene pubblicata in due parti perché così è apparso il testo originale, la settimana scorsa, sul blog ufficiale del professor Henry Jenkins. Jenkins è tra i massimi esperti americani di popular culture(*). E' direttore del Comparative Media Studies Program al Massachussets Institute of Technology, nonché autore di testi molto importanti sul modo in cui i fans ricombinano e riutilizzano la cultura che amano, trasformandola in qualcosa di nuovo e inaspettato, si tratti di cartoons o videogames, di serie televisive o fumetti. Tra i suoi libri vanno citati Textual Poachers: Television Fans and Participatory Culture (1992), From Barbie to Mortal Kombat: Gender and Computer Games (2000), Fans, Bloggers and Gamers: Exploring Participatory Culture (2006) e il fondamentale, monumentale Convergence Culture: Where Old and New Media Collide (2006).
Dopo aver letto quest'ultimo (**), su suggerimento di WM2 (entusiasta quanto me) mi sono messo in contatto con Jenkins, che raramente ha scritto di popular culture europea. Gli ho spiegato un po' di cose e spedito materiale. Metodico, il prof ha seguito link, salvato testi, approfondito, rimuginato per una quindicina di giorni, poi ci ha spedito alcune domande, a cui abbiamo risposto in due. La cosa che più lo incuriosiva della nostra - e non soltanto nostra - prassi era il superamento della barriera che separa "avanguardia" e "popolare", cosa che nella fan culture americana si verifica più di rado.
Il blog di Jenkins è a metà tra un quaderno di appunti e un tavolo pieno di provette, alambicchi, serpentine, bacinelle piene di liquidi fumiganti. Dentro quel caos prendono forma i discorsi che finiranno sui prossimi libri.
L'intervista, come dicevo, è apparsa in due puntate qualche giorno fa. Credevamo di aver detto cose che suonavano risapute, qui da noi, almeno alle orecchie di chi conosce il nostro percorso, e invece pare di no. Quando racconti qualcosa da capo, soprattutto se lo fai dopo tanto tempo e dopo aver maturato un certo distacco, finisce che getti nuova luce sugli eventi. Infatti, tra gli amici che hanno letto l'intervista, diverse persone ci hanno chiesto se/dove/quando avremmo messo in rete la versione italiana... che però non esisteva.
Adesso esiste, ed è su Carmillaonline. Prima parte - Seconda parte

*Sui motivi per cui l'espressione italiana "cultura popolare" non traduce in modo adeguato l'inglese "popular culture", vedere la discussione qui.
**Recensiremo Convergence Culture sul prossimo numero di Nandropausa


A PROPOSITO DI CULTURA POP: CHI SONO I MAESTRI DI PIERMARIO CIANI?

Terzo e ultimo estratto dal DVD "Piermario Ciani. Oltre la fotografia", realizzato da Walter Criscuoli nel dicembre 2005, pochi mesi prima della morte di Pier. Qui parla della cultura popolare (rock, fumetti e soprattutto televisione) come suo vero "maestro" e forma di ispirazione.
I precedenti estratti sono qui: uno - due
Se non sai chi era Pier, leggi qui.
Tutti i video da noi proposti o consigliati sono visibili in un unico colpo d'occhio qui.


LA NARRAZIONE COME MITOPOIESI SECONDO WU MING


Nello scorso numero di Giap abbiamo segnalato un eccellente saggio su di noi scritto da Marco Amici, apparso sull'ultimo numero del Bollettino di italianistica, rivista diretta da Alberto Asor Rosa, pubblicata da Carocci Editore. Come abbiamo detto, si tratta di una delle cose più approfondite mai scritte sul nostro conto. Si concentra sul periodo 1999-2000 (da Q ad Asce di guerra 1.0). E' una cosa rara che la critica "seria" si occupi di noialtri, molto rara, e per giunta con questo spessore argomentativo. Leggendolo ci veniva da dire: "Urca, sembrano in gamba 'sti Wu Ming, ma chi cazzo sono?" (grazie allo Yoga, uno riesce pure a leccarsi il culo da solo :-)
Poiché il suddetto Bollettino circola soltanto tra gli addetti ai lavori dell'accademia letteraria, abbiamo preso il saggio (intitolato "La narrazione come mitopoiesi secondo Wu Ming") e - specificandone il copyright e linkando ogni pagina alla pagina ufficiale - ne abbiamo fatto un pdf scaricabile dal nostro sito, anche per rendere nota l'esistenza della rivista in contesti più allargati.
Qualora l'editore e/o la redazione (l'autore ha già risposto con un "Bene!") riscontrassero gli estremi di una violazione, possono mettersi in contatto con noi.
Ci si può abbonare al Bollettino o acquistarne singole copie sul sito dell'editore, qui.
Il PDF invece è qui.


PARTIGIANO CARLO VENTURI, NOME DI BATTAGLIA "MING"


Leonardo da Vinci, Uomo vitruviano, 1490 circa- Tartarotti è stato il più crudele dei torturatori fascisti. Una bestia. Aveva una squadra, una ventina di ragazzi della Brigata Nera, specializzati in confessioni. Legavano i partigiani a un tavolaccio e poi via, gliene facevano di tutti i colori: frustate sulla pianta dei piedi, sigarette sui testicoli e altre porcate. Allora, quando gli hanno fatto il processo, la gente che voleva assistere era tanta, ma tanta, che hanno dovuto trasmetterlo in piazza.
- E alla fine?
- Alla fine l'hanno condannato a morte.
Mirco sogghigna: - Raccontagli pur tutto.
- Tutto! - Ming alza le spalle e si schernisce: - Si fa presto: io ero nel plotone d'esecuzione. Ho fatto il mio dovere, punto e basta.
- No, no - fa Mirco - Non credere di cavartela così. A questo giovane piacciono le storie, e dopo ce ne deve raccontare una incredibile. Fai la tua parte, allora, dì tutto per bene.
- Beh, guarda, la guerra era appena finita. Trovare lavoro non era facile. Io ero stato in montagna, avevo imparato a sparare e mi arruolai nella polizia partigiana, che dava una mano a quella di Stato. Un giorno di ottobre vado al Comando, in via Cartolerie, a prendere lo stipendio. C'è una gran confusione, servono dei volontari per fucilare un fascista, il plotone dev'essere misto, metà partigiani e metà poliziotti, ma molti dei nostri hanno paura di ritorsioni, perché quello da eliminare è uno importante. Chiedo di chi si tratta. Tartarotti. - Si batte una mano sul petto: - Pronti! Ecco il volontario, - gli faccio.
Esita un attimo, incerto se fermarsi qui, senza scendere nei particolari. Lo invito a proseguire: - E dopo com'è andata?
- Ah, è andata che ci hanno caricati su un camion e ci hanno portato in via Agucchi, al poligono. Tartarotti era già lì, di spalle, legato a una sedia. Ci fecero mettere su due file: in piedi e in ginocchio. Quelli in piedi come me dovevano sparare alla testa, gli altri al corpo. Però mi sa tanto che abbiamo mirato alla testa tutti quanti, perché alla fine gli è saltata via.
- E gli altri che stavano con lui? Dove sono finiti?
Sospira: - Se la sono cavata. Sono scappati e poi hanno avuto l'amnistia, credo, perché uno ha fatto pure un sacco di soldi, con le assicurazioni. Sì, uno famoso, che fa sempre la pubblicità con quell'omarino, aiutami Mirco, come si chiama...
- Aspetta, aspetta... Trentani, no?
- Trentani, proprio lui.
Lo sapevo che dovevo portarmi il registratore, cazzo! - Grazie del racconto, Ming. Posso chiederti come ti chiami davvero?
- Venturi Carlo.
- E perché un soprannome cinese?
- La Cina non c'entra. E' un personaggio dei fumetti. Hai presente Gordon?
- Flash Gordon?
- Sì, ai miei tempi andava un sacco, io avevo una gran passione e leggevo sempre l'Avventuroso, che pubblicava i fumetti. Allora quando ho dovuto scegliere il soprannome, un mio amico ha appeso il fumetto a un albero. Sulla copertina c'erano Gordon e Ming. Ha detto: se colpisco Gordon ti chiameremo così, se no ti chiamiamo "Ming". Ha lanciato il coltello e ha preso Ming.
(Vitaliano Ravagli e Wu Ming, Asce di guerra, cap. 59)

A distanza di sei-sette anni dalla nostra prima conversazione, seguitiamo a ritenere Carlo Venturi uno dei personaggi più empatici e trascinanti incontrati durante il lavoro per Asce di guerra. Tant'è che, annoiati/orripilati dal pansa che torna a battere sul solito chiodo, abbiamo messo le mani sul DVD di Germano Maccioni "Carlo è scappato da casa", un'intervista a "Ming" realizzata a Casalecchio di Reno nel 2005 (in un'azzurra e affilata giornata di primavera, si direbbe dalle riprese). Ne abbiamo preso due spezzoni e li abbiamo messi qui, con una breve premessa e alcune note.


SUPREMAZIA DEL RUMORE NERO

Chubby CheckerOvvero: "Note e digressioni sulla presunta 'bianchitudine' del punk e le origini afro del corpo rock". Titolo e sottotitolo del saggio di Wu Ming 1 scritto per il n.23 del trimestrale rock "Il Mucchio Extra" (rivista d'approfondimento musicale diretta da Federico Guglielmi, da non confondersi con il mensile "Il Mucchio", rivista diretta da Max Stèfani). "Extra" arriverà nelle edicole tra il 16 e il 20 ottobre. Oltre alle dieci pagine fitte di saggio su punk e musica nera, il numero conterrà articoli su Lucio Battisti, Beach Boys, Tom Verlaine, George Clinton e la rassegna dei 100 album fondamentali di country rock. Qui sotto, i primi due capoversi di "Supremazia del rumore nero":

Lo rivelò il Guardian alla fine del decennio scorso: gruppi neo-fascisti di diversi paesi avevano comprato Los Pedriches, villaggio spagnolo abbandonato a una novantina di chilometri da Valencia. Intendevano trasformarlo in insediamento "utopico", rifugio per latitanti, sede di convegni e colonie estive dove sperimentare il lifestyle di un futuro "nuovo ordine". C'era e c'è lo zampino - anzi, trattandosi di maiali, lo zampone - di una nota formazione di ultradestra con un piede a Roma e uno a Londra.
Nei dépliants che si ebbe modo di vedere, si invitavano i giovani d'Europa a trasferirsi a Los Pedriches e sottoporsi a una severa disciplina, per smetterla di "parlare, muoversi, agire come dei negri" (corsivo mio). Un chiaro riferimento all'influenza dell'hip-hop: andatura dondolona, gestualità esagerata, braghe col cavallo infimo, slang appropriato alla bisogna. Antropologia da incubo, per un nazi.
Wiggers Beware! è la minaccia che appare sui siti di klanisti, miliziani e nazi americani. "State attenti, negri bianchi!"

1967. Nel suo libro d'esordio Soul On Ice, scritto in carcere, il futuro leader delle Pantere nere Eldridge Cleaver dice alcune cose sul twist:
"La missione di Chubby Checker fu insegnare di nuovo ai bianchi, che nel corso della loro storia l'avevano scordato, come si dimena il culo. E' un'abilità che un tempo possedevano, ma che avevano abbandonato, spinti dal sogno puritano di rifuggire la corruzione della carne, lasciando ai neri i pericoli del Corpo [...] Il twist fu un missile teleguidato lanciato dal ghetto nel cuore dei sobborghi. Il twist riuscì dove politica, religione e leggi avevano fallito, e scrisse nei cuori e nelle anime ciò che la Corte Suprema poteva scrivere soltanto sui libri."


FEEDBACK

Pastora valdese balla il flamenco a Palermo leggendo Guerra agli Umani
Caro Anonimo 2, sono una delle tante bestie rare che immagino vi contattino. La mia rarità consiste nell'essere una pastora femmina della chiesa Valdese [...]. Vivo a Palermo da due anni ampi, dove faccio la pastora protestante in mezzo ad italiani coraggiosi e africani di varie sorte, tra clandestini, ragazze in fuga dal traffico di persone e chi più ne ha più ne metta. Per assimilare tutto questo, ho scoperto il flamenco di cui faccio grandi indigestioni appena posso.
Ho letto tra montagne e treni Guerra agli umani, e il giorno stesso in cui ho finito 'sto gran romanzo mi sono trovata a passare con papà e mammà in una chiesina sperduta in mezzo alla valle di Briga e Tenda. A Notre Dame des Fontaines, guarda cosa ho trovato... Dima accompagna Gesù a tirar via dall'inferno i vari morti "santi", in castigo solo per essere nati e morti prima dell'avvento di JC... e non potevo non pensare a te!
Ecco alcune immagini degli affreschi splendidi che decorano tutta la chiesina [Nota del 20 giugno 2007: abbiamo dovuto rimuovere le immagini linkate, per una questione di copyright, dopo segnalazione dei titolari. Erano immagini tratte dall'inserto iconografico allegato al fascicolo di Padre Benoit Avena, "Simbolica, storia e sapienza degli affreschi della cappella di Notre Dame des Fontaines", tipolitografia Martini - Borgo San Dalmazzo, 0171266249], fatti peraltro da un mio antico concittadino (che non mi stupirebbe scoprire un po' più valdese di quanto non raccontasse), Canavesio di Pinerolo, nell'anno di disgrazia 1492.
Così, tanto per dare un contributo..
Aspettiamo le prossime puntate..
Buon lavoro,
Elisabetta - 3 ottobre 2006

***

Leggere i libri di Wu Ming sull'iPod: può rovinarsi la vista anche chi ha Linux
[Con riferimento alle istruzioni fornite nello scorso numero di Giap] Non so se considerare la lettura di un libro sul mio iPod nano una follia oppure una sfida. L'unica cosa che so è che i miei occhi miopi sembrano propendere per la prima.
In ogni caso, per completezza di informazione: lo stesso giochino si può fare anche con Linux, semplicemente copiando i file estratti nella cartella Notes, senza l'ambaradan dell' "Abilita utilizzo come disco". Magari può interessare a qualcuno.
Il procedimento è molto semplice. Si collega l'iPod al computer, che lo dovrebbe montare automaticamente. In caso contrario (dipende dalla
distribuzione usata) è necessario eseguire l'opzione manualmente. A questo punto basta scaricare i file .zip dal sito e scompattarli con un
qualunque gestore di archivi, ad esempio file-roller, nella cartella Notes dell'iPod. Linux riconosce già l'iPod come disco esterno, quindi
non è necessario alcun comando supplementare. Finita la copia dei file, smontate il vostro iPod e siete pronti per leggervi i Wu Ming sul vostro
lettore mp3 (ci avreste mai pensato?).
Marco - 29 settembre 2006

[WM:] Grazie! Sì, sull'iPod Nano è una follia, si può fare solo di giorno, in condizioni di luce ottimali, e soltanto con testi brevi.