/Giap/#19 - Satana, il reggae, la Cina... - 10 ottobre 2000

Indice:

1 - spiegazioni tecnico-sataniche
2 - "Asce di guerra": uscita e prima presentazione pubblica
3 - Aggiornamenti sulla censura ad AvaNa e The Thing
4 - Considerazioni sul work in progress di "Habana Glam"
5 - Sulla Cina e sul capitalismo: Tianxia Diyu
6 -  Commento di Anna Luisa su /Giap/ # 17

1.

Se negli ultimi giorni vi è risultato difficile collegarvi al sito, era un problema di lavori in corso. Sono ancora in corso, a dire il vero, ma quasi tutti i problemi sono risolti.
Abbiamo trasferito domain e sito su un altro server, cnchost.com. Quello di prima si era dimostrato poco affidabile. Abbiamo anche fatto un salto di livello, siamo un sito di categoria ch2, con 200 Mb a disposizione, 30 caselle e-mail e la possibilità di ospitare a nostra volta altri dominii. Inoltre cnchost non gira su Windows NT bensì su un sistema Linux, il che è preferibile anche ideologicamente.
L'inconveniente più strano: quanti abbiano cercato di visitare il sito nella notte tra il 9 e il 10 ottobre si sono visti comparire davanti la homepage di www.bambinidisatana.com, con tanto di musica eroica, animazione flash, caproni, simboli antichi, testi che condannano l'evangelizzazione cristiana come "crimine contro l'umanità" etc.
La spiegazione è semplice: Marco Dimitri, presidente della suddetta associazione di cultura esoterica e spiritualità "neo-pagana", è anche il webmaster di wumingfoundation.com, unico dipendente della nostra azienda, ovviamente... in nero :-) La sua busta-paga (poco più che simbolica) consiste in un rimborso spese + i 60 dollari mensili necessari per mantenere on line il sito dei BdS, proprio su cnchost.com.
Quando abbiamo deciso di lasciare il nostro server, abbiamo semplicemente spostato il nostro sito al medesimo DNS già occupato dai BdS. Ora wumingfoundation.com e bambinidisatana.com sono l'alias uno dell'altro, anche se i rispettivi siti stanno in due cartelle distinte.
Se qualcuno si scompone perché il sito lo gestisce un satanista, informiamo che Marco sta lavorando anche alle pagine dei Democratici di Sinistra bolognesi e di numerose associazioni culturali e politiche in città. E' un bravo web designer, ed è doveroso dargli qualunque possibilità di lavorare ed esprimersi dopo le campagne diffamatorie a mezzo stampa, la persecuzione giudiziaria e l'ingiusta detenzione a cui è stato sottoposto su pressione della Curia locale, Curia guidata dal cardinale Giacomo Biffi. Forse e' proprio perché gli andò male con la caccia alle streghe, che ora ci riprova con le Crociate contro i mussulmani.
Da oggi Wuming Liang è raggiungibile all'indirizzo cattabriga@wumingfoundation.com, Wuming Si' all'indirizzo guglielmi@wumingfoundation.com. Per Wuming Yi va ancora bene l'e-mail di /Giap/ (almeno finché lo smisterà lui). Wuming San e Wuming Wu scontano un temporaneo problema di hardware.
------------------------------------------------------

2.

Confermata la data d'uscita di Asce di guerra: 18 ottobre.
Da fine mese, sul sito la sezione speciale con galleria d'immagini relative al libro (personaggi, luoghi, situazioni).
Prima presentazione pubblica:

20 OTTOBRE 2000 h. 20.30
(146esimo anniversario della nascita di Arthur Rimbaud, poeta e negriero; 113esimo anniversario della nascita di John Reed, rivoluzionario americano, autore de I dieci giorni che sconvolsero il mondo)
BOLOGNA - Teatro Polivalente Occupato (nuova sede, ex-Euraquarium, viale Lenin 3  - esattamente sull'incrocio con via Emilia Levante)
con:
Wu Ming
Vitaliano Ravagli “Gap”
Graziano Zappi “Mirco” (36a Brigata Garibaldi)
Carlo Venturi “Ming” (Brigata Stella Rossa)
Vittorio Caffeo “Drago” (2a Brigata “Paolo”)

Ci sono altre 7 date confermate. Aspettiamo di averne almeno una quindicina poi dirameremo il calendario.
-------------------------------------------

3.

Abbiamo spiegato questo caso usando l'indirizzario di /Giap/, anche se fuori dalla numerazione della newsletter.
Si stanno raccogliendo firme in calce all'appello contro la censura dei siti di AvANa e The Thing da parte del Comune di Roma. Tra i firmatari, oltre alle sigle dell'associazionismo libertario e dell'antagonismo digitale, figurano Carlo Lucarelli, Antonio Caronia, Centro Fumetto Andrea Pazienza, svariati/e giornalisti/e (c'e' un barlume di speranza anche per la loro categoria), critici d'arte, operatori culturali etc.
Nel frattempo si e' verificato il terzo episodio di censura (segue breve comunicato di The Thing). E' di oggi (10 ottobre) un lancio ANSA su tutto il caso, nel giro di poche ore l'intera storia potrebbe detonare sulla stampa. Speriamo in una reazione alla vandea e in uno sputtanamento di quel pretonzolo di Trinacria che passa tutte le sue giornate esaminando foto pedofile (la cosa non vi induce nessun sospetto?).

Roma, 9 - 10 - 2000

Dopo la pubblicazione del libro Lasciate che i Bimbi
THE THING ROMA CENSURATA ANCORA
In serata l'associazione abbandonerà gli spazi della Rete Civica Romana

E sono due. Dopo la rimozione della pagina, avvenuta in data 2 ottobre:
http://www.romacivica.net/thething/reviews/dollyoko.html
relativa alle immagini e al testo dell'intervista pubblicata con l'artista australiana Francesca da Rimini, il Comune di Roma ha rimosso oggi anche i documenti relativi ai capitoli (eccetto il secondo, che The Thing aveva linkato esternamente) del libro Lasciate che i Bimbi (Luther Blissett, Castelvecchi) che il sito aveva pubblicato in solidarietà con la chiusura degli spazi concessi all'associazione Avana e, più in generale, in polemica con il clima emergenziale che si sta creando strumentalmente attorno alla question pedofilia (vedi anche la chiusura degli spazi concessi alla rivista Namir).
Oggi pomeriggio The Thing Roma ha ricevuto la lettera di contestazione formale da parte dell'amministrazione comunale, relativa all'oscuramento della pagina contenente l'intervista a Francesca Da Rimini (contestazione pervenuta solo dopo che l'associazione aveva fatto notare pubblicamente l'inadempienza del regolamento comunale) e delle pagine relative al libro Lasciate che i Bimbi.
La stessa lettera, firmata in calce dal Vice Direttore Generale del Comune di Roma, Mariella Gramaglia, recita tra l'altro:
"... l'amministrazione comunale ritiene che ciò che è stato messo in rete sia lesivo e possa considerarsi offensivo per il pudore, la morale comune ed il buon costume".
Si rispolverano dunque gli articoli da codice Rocco, gli stessi articoli che hanno messo al bando i film di Pasolini, di Bernardo Bertolucci, di Ciprì e Maresco, i libri di Aldo Busi, le performance di Dario Fo.
Entartekunst, la mostra sull'arte degenerata inaugurata dai nazisti nel 1937, mostrava al popolo tedesco tedesco "esempi di arte moderna" che non avrebbero mai dovuto vedere.
Anche noi pensiamo che non dobbiate vedere, ascoltare, e soprattutto che non dobbiate pensare con la vostra testa. Potreste accorgervi che i nostri governanti hanno paura e che nel momento in cui vengono messi di fronte alle loro responsabilità, sanno usare solo la forza, mostrando così il vero volto del Potere.
Cordiali saluti a tutti,

The Thing Roma
--------------------------------------

4.

wmy: Devo dire che, pur conoscendo l'autore da anni e pur avendo dato un modesto contributo al brainstorm preliminare, sono sinceramente sbigottito per l'alta qualità di Habana Glam. Riccardo è solo a 3/4 di stesura, ma il testo ha già una tenuta e un respiro invidiabili. Lo stile ha poco a che vedere con quello del romanzo precedente: se Libera Baku Ora sembrava svolgersi nella criosfera, opprimente e disperato, volutamente chiuso nella futuribile involuzione di una realtà locale (paradigmatica, allegorica, ma pur sempre locale), Habana Glam è giroscopico, ha torsioni di trama inopinabili. Per chi conosce la storia del reggae e dello ska, l'intervento di personaggi come Bunny Wailer o Leslie Kong è esilarante, per non dire di tutti quei dettagli sul voodoo giamaicano... Tutto questo per dire che, alla sezione "Anticipazioni" del sito, è disponibile una nuova scheda di presentazione + due nuovi capitoli in anteprima (rtf + zip).
----------------------------------------

5.

Diverse persone ci hanno scritto chiedendo consigli di lettura sulla Cina. A parte la categoria "sempreverdi", come i libri di Tiziano Terzani (che scrive da viaggiatore anziché da testa d'uovo o da legato d'affari), la sinologia contemporanea offre poco di davvero interessante.
Da una parte ci sono i commentatori liberali/liberisti, secondo cui i problemi della Cina (autoritarismo, classismo, patriarcato, inquinamento) sarebbero ancora strascichi della cattiva organizzazione sociale comunista, ed è ormai questione di tempo prima che la "mano invisibile" del mercato (grazie anche all'entrata della Cina nel WTO) spazzi via la burocrazia e inauguri un nuovo corso democratico, in nome della Statua della Libertà che gli studenti issarono in piazza Tian An Men. Nel frattempo la scelta migliore è continuare a fare affari col boia.
Dall'altra parte ci sono gli apocalittici, quelli che denunciano il nuovo "pericolo giallo", l'invasione prossima ventura, farneticano di soluzioni malthusiane e, anche se usano altri toni, non dissentono del tutto dalle "analisi" ("Si usano parole grosse qui, eh?") di Bossi sulle lobbies mondialiste/massoniche che tramite la fecondazione eterologa vogliono costringere le donne bianche a partorire cinesini.
Secondo noi (e secondo gente che ne sa più di noi) il capitalismo ha aggravato a dismisura tutti i problemi pre-esistenti, e la "mano invisibile" è in tutto e per tutto complice della mano insanguinata del regime.
La presunta antinomia tra "dirigismo" e "liberismo" è contraddetta dal dato di fatto che il liberismo è un sistema altamente dirigista, a livello mondiale e non solo. Di fatto, sopravvive grazie alle prescrizioni e imposizioni di enti come quel FMI che abbiamo contestato a Praga.
L'ideologia liberista si basa sul darwinismo sociale e sull'ipocrisia: si demolisce il welfare state in nome del taglio della spesa pubblica, poi si impone un "warfare state" altrettanto dispendioso (i soldi dei contribuenti vanno quasi tutti in polizia); si colpiscono le "ammortizzazioni" che tutelano i meno abbienti (pensioni, mutua, sussidi)  ma si cerca di imporne altre che tutelino le multinazionali, addirittura si tenta di far gravare sulla collettività il rimborso per eventuali flop, vedi l'abortito Accordo Multilaterale sugli Investimenti. (La vecchia linea FIAT diventa il trend mondiale: "Privatizzare i profitti, socializzare le perdite"). Si blatera di libero mercato poi si fanno le grandi concentrazioni, gli oligopolii, gli accordi di cartello. I più sfrenati nel parlare di "libero mercato" sono proprio quelli che, con le loro politiche di rapina e imposizione, ne dimostrano l'inesistenza (vedi Bill Gates).
L'unica libertà effettiva portata dal "liberismo" è quella di sfruttare, mettendosi d'accordo coi regimi più schifosi. Dallo sviluppo del "libero mercato" nell'ex-Impero Celeste c'è da attendersi poco di buono.
Un punto di vista sulla Cina che sia al contempo anticapitalista e antistalinista è qualcosa di molto raro, per questo consigliamo questo libro:
Charles Reeve - Xi Xuanwu,  Tianxia Diyu (L'inferno sulla terra). Sottotitolo: "Burocrazia (celeste), lavoro forzato e business in Cina".
Una visione della Cina che "contrasta con la compiacenza ruffiana della sinologia ufficiale e dei giornalisti nei confronti della burocrazia celeste. Essa prende le distanze anche dai 'democratici' cinesi e dai loro ammiratori occidentali, costretti loro malgrado a constatare che la liberta' di commercio non comporta necessariamente la liberta' delle opinioni o dei costumi, soprattutto quand'e' decretata a colpi di manganello. Non saranno i letterati ne' i nuovi imprenditori a liberare la Cina dal suo antico dispotismo, ma piuttosto i proletari "migranti", quei milioni di pezzenti che gli sconvolgimenti economici hanno gettato sulle strade e reso piu' che mai sfruttabili e tiranneggiabili a piacimento... ma che non vi si rassegneranno in eterno."
Per informazioni su come reperire il libro: <nav0243@iperbole.bologna.it>
--------------------------------------------------------------

6.

Anna Luisa:
Come mai il finale di Q è stato letto ancora una volta  in chiave disfattista? Perché interpretare la frase con cui si chiude il romanzo come una rinuncia da parte del protagonista ad agire?
Cito da Totò Peppino e..: "la Fine che finisce iniziando e, divenendo un Principio.." (L.B.)
Dopotutto lo stesso INCIPIT di Q non è altro che la descrizione della FINE della battaglia di Frankenhausen,...perché allora non considerare il finale del romanzo come un probabile nuovo inizio?
Più precisamente l'inizio, nella vita del protagonista, di una nuova stagione in cui lottare può essere ancora possibile ( magari secondo strategie differenti - rispetto a quelle del passato -considerata l'età dei sopravvissuti).
Mi piace pensare a Q come ad un romanzo a struttura circolare (che è poi anche un espediente molto cinematografico) con infiniti rimandi [...] Quelli che invece hanno interpretato il finale di Q come un banale happy end a base di sauna e canne collettive si meritano solo una metaforica ( ma mica poi tanto ) rasoiata sui garretti [...]
 

                Hit Counter                                                                                                                                     logosmall.gif (1149 byte)