/Giap/#bis - Dibattito su Praga - 29/30 settembre 2000
 

Date: Fri, 29 Sep 2000 10:48:33 +0000
From: Giovanni <mqnfr@libero.it>
Reply-To: mqnfr@libero.it
X-Mailer: Mozilla 4.5 (Macintosh; I; PPC)
X-Accept-Language: en
To: GIAP <giap@wumingfoundation.com>
Subject: Re: /Giap/ # 18 - "Carri armati a Praga"  di Wuming Si'

Siamo sicuri che quella di Praga sia stata una vittoria? E che tipo di vittoria? E una vittoria per chi? Una vittoria per chi c'era, probabilmente, quello sì, ed è già qualcosa, effettivamente, ma chi era a casa? Chi cercava una vittoria "politica", e non una "battaglia"? Visto da qui, dalla mia solitudine padana, non riesco a togliermi completamente di dosso l'impressione
della trasferta degli ultrà: si va, ci si stravolge, ci si dà una man di botte con la polizia e poi si torna a casa, raccontandocela. E tutto questo, alla fine, fa il gioco del potere. Dite che l'informazione stavolta è stata "meno scadente del solito nel riportare gli eventi". Mah. Il manifesto di mercoledì non faceva nessuna distinzione tra i vari cortei, parlava solo di spezzoni di cortei che si erano staccati da quello principale, scatenando la reazione della polizia. Dubito che molte altre fonti siano state più precise. Siete sicuri di non confondere quantità e qualità? Se ne è parlato tanto, questo sì. Ma di cosa si è parlato? Di "guerriglia urbana", le stesse parole che Biscardi ha usato per parlare degli scontri tra ultras della fiorentina e polizia, ieri sera. Perché eravate lì? Boh. Che differenza c'è tra voi e il Collettivo autonomo viola? Nessuna, stando all'informazione: giovani col passamontagna che fanno i disordini. Trovo il vostro resoconto un po' troppo utocelebrativo (mi stupisco, ma capisco, so cosa vuol dire partecipare a uno scontro di piazza, quale e quanta energia scatena, per giorni e giorni; solo il confronto con la guerra civile spagnola mi sembra proprio troppo), e soprattutto
autoreferenziale: si parla della manifestazione soprattutto alla gente che c'era, e che ci sarà, e di che cosa farà: io non credo che il problema sia coinvolgere il resto del corteo, ma di superare il corteo. Da Seattle in poi si ha sempre più l'impressione di una grande recita: loro fanno finta di riunirsi, così voi vi sfogate, fate casino, qualcuno si fa anche arrestare,
intanto vi schedano, vi guardano, vi filmano (non si sa mai...). Non ha più senso, se non per chi vi partecipa che, etimologicamente parlando, si diverte (lo scontro con la polizia esiste in se, prescinde completamente dalle ragioni
più o meno ideali o più o meno pretestuose che lo scatenano, ed è diventato ormai costitutivo delle manifestazioni anti-glob: se non ci fossero stati i disordini voi non parlereste di vittoria, i media non avrebbero parlato di Praga). Non potete non comprendere la mia paura che siate contenti perché "vi hano fatto vedere". Vi hanno fatto vedere, ma non vi hanno fatto parlare.
L'analisi di wu-ming è infatti abbastanza lucida nell'intuire la mancanza della circolazione delle idee e dei contenuti: "Credo che il problema che sara' necessario porsi da adesso in avanti sia proprio quello di come far passare messaggi radicali e “sostanziali” in occasione dei futuri happening". Giusto, ma non pensate sia meglio lasciar stare gli "happening"? Già il
termine mi sembra negativamente significativo, e poi è qui e adesso, che bisogna fare. Ma vi rendete conto che il massimo del "dibattito" che siete riusciti ad aprire in Italia verte su Bertinotti che prima dice che chi distrugge i macdonald ha le sue ragioni (il cerchio), poi capisce che gli fanno il culo e quindi dichiara che "noi" preferiamo la dieta mediterranea (la
botte). Folena si preoccupa delle famiglie che sono solite mangiare nei fast-food, Letta parla dei posti di lavoro procurati da macdonald. Ma vi rendete conto di dove siamo? di che cosa è la realtà? So che è molto meno interessante che tirare di scherma con la polizia, ma i messaggi radicali e sostanziali devono partire da qui (o da qualche altra parte, intendo dire da
qualcosa che politicamente esiste): bisogna mettere le mani nella merda, e si può fare, c'è chi lo ha fatto: ha fatto molto più casino, e svelato molti più altarini chi due anni fa ha mandato il finto panettone di tutti i cortei degli ultimi mesi; e ricordatevi che i verdi, al vostro fianco nel corteo, allora, nel momento della verità, erano di fianco a quelli della Nestlé, condannando un gesto che era, quello sì, veramente geniale. Solo così si può parlare a chi non vuole o non può andare ai cortei a picchiarsi con la polizia, a chi ha quarant'anni, o cinquanta. Si vince solo in tanti e, almeno per il momento,
votando: non si può fare politica rifiutando la politica, non si migliora la società rifiutandola ed estraniandosene. E' l'atteggiamento che mi sembra di intuire che mi spaventa, l'appiattimento sull'happening, appunto, dove ormai
vengono un po' tutti ("Praga, poi, splendida città.... ", questa è vera), tutti quelli che poi magari guardano con sussiegoso disprezzo la vita politica italiana, dicendo che tanto quello che conta è l'internazionalismo. Comodo: e facendo così siamo arrivati a dover scegliere tra due destre.

Spero di avere torto.

Giovanni Francesio


Risposta di Wu ming Yi:

Per ora ti rispondo io, Wu ming Yi, anche se non ero a Praga, anzi, proprio perche' non c'ero e potrei avere, ma non ho, una percezione simile alla tua.
In Italia lo "strascico" di Praga e' ridiventato il merdaio gruppettaro di sempre, con le divisioni tra "estremisti provocatori" e "socialtraditori", cose che questo movimento sperava di lasciarsi alle spalle e invece... Al di la' dell' evidente ambiguita' di Verdi e compagnia, mi interessa parlare dell'effetto psicologico avuto sulla controparte, cioe' su FMI e World Bank... Se ci rifletti e' stata una vittoria politica senza precedenti, per la prima volta l'FMI e' stato costretto a *giustificare* la propria esistenza e da piu' parti si e' parlato di una necessita' di rimettere in discussione questi organismi sovranazionali. Cazzo, non  e' mica poco! Fino a un anno fa era addirittura impensabile, ti ricordi che si parlava di "pensiero unico"? Quanto all'informazione italiana, io vengo da 15 anni di attivita' tra movimenti studenteschi, Autonomia, centri sociali, Luther Blissett Project etc. e se qualche tempo fa mi avessero detto che La Repubblica avrebbe descritto un modus operandi come quello del Blue Block *senza* demonizzarlo ne' adottare toni scandalizzati... Rileggiti i pezzi di Ravello e confrontalo con qualunque articolo post-scontri dal 1977 a oggi.
Questo non e' per fare i mediacentrici, pero' e' indicativo di quanta credibilita' si e' conquistata in poco tempo il movimento anti-liberista, perche' i temi agitati sono sentiti - anche se confusamente - da molta piu' gente di quella che fa le "battaglie". Abbiamo una forza contrattuale simbolica che, questo si', e' necessario non sprecare. Al di la' dei reportages nostrani, la descrizione perfetta di come stanno le cose all'indomani di Praga la fornisce "El Pais" di pochi giorni fa (traduzione redazione di "Carta", www.carta.org):
<<"La pressione di migliaia di manifestanti nelle strade e le critiche devastanti incassate in questa settimana si sono sommate in un acrisi del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, che ieri hanno deciso di anticipare di un giorno la cerimonia di chiusura… Quando la decisione è stata annunciata, la desolazione è scesa nella sala delle assemblee plenarie, semivuota, dato che erano stati pochi i delegati che, dopo i tumulti di martedì, avevano voluto correre il rischio di essere presi a pietrate all'uscita degli hotel o di restare chiusi di nuovo nella sede dell'assemblea… Commosse per gli avvenimenti di
martedì, le autortità di ambedue gli organismi hanno deciso che la pressione era insostenibile, in una riunione d'urgenza convocata ieri la mattina presto, secondo le nostre fonti… si è deciso di metter fine al calvario in cui si stava trasformando la riunione. Le file degli oppositori hanno immediatamente gridato al successo, e Alice Dvorska, una delle portavoci di Inpeg… si è mostrata felice dell'esito finale della riunione e del danno inflitto alla élite del capitalismo: "Non so se questo sia conseguenza diretta della nostra vittoria di ieri - ha detto - ma sicuramente abbiamo contribuito". Il movimento mondiale contro la globalizzazione annota così, dopo Seattle e Washington, un altro trionfo. Una vittoria seria, anche, perché le proteste non solo sono riuscite a interrompere l'assemblea. Funzionari della Banca e delegati hanno ammesso in privato che i costi e la tensione di questo tipo di riunioni internazionali cominciano ad essere troppo alti. La capacità di pressione e organizzazione dei manifestanti anticapitalisti presuppone, di più, una tensione aumentata che impedisce di tenere normalmente una assemblea, sotto posta al fuoco incrociato di uova e insulti. "Forse dobbiamo riunirci ogni due anni", rifletteva un alto funzionario che chiede l'anonimato... Perfino le Ong accreditate come interlocutori del Fmi e della Bm hanno espresso critiche di tale ferocia, da ferire l'animo dei funzionari. Ieri, in una riunione con Jubilee 2000 - una delle
Ong più serie in favore del condono del debito ai paesi più poveri - Koehler e Wolfensohn hanno ricevuto a sorpresa delle croci come simbolo dei 19 mila bambino che ogni anno muoiono e che potrebbero essere salvati con i soldi del debito che l'Occidente rifiuta di annullare.>> (Javier Moreno, 28 settembre 2000).
Comunque, la cosa che ci preme di piu' al momento e' far qualcosa per i cechi che stanno subendo una rappresaglia terribile, condita di ricatti morali quali: "Avete visto? I vostri compagni sono venuti a fare il casino poi se ne sono andati lasciandovi nella merda. Ne e' valsa la pena?".
Dobbiamo far si' che sia valsa.

R.


Risposta di Wu Ming Sì:
 

 Caro Giovanni,

come ti scrive il mio socio, fino a poco tempo fa (cioe' fino a Seattle) ogni manifestazione di protesta - si trattasse di riot o di disobbedienza civile con imbottiture - era uniformemente classificata dai media italiani come exploit dei soliti fantomatici "autonomi". Oggi non e' piu' cosi', e questo e' un fatto (l'articolo di Ravelli su Repubblica era un buon pezzo,  anche se puo' scocciare ammetterlo: faceva le dovute distinzioni tra i differenti "stili" messi in campo e effettivamente rendeva conto di una vittoria dei manifestanti). Caso mai ci sarebbe da riflettere sul fatto che un giornale che pretende di essere vicino ai movimenti come il Manifesto, ha riportato gli eventi di Praga in maniera piu' sciatta de La Repubblica, giornale vicino alla Confindustria. Miseria della stampa di sinistra? Direi proprio di si'. Aggiungo che nessuno dei media sinistrorsi nostrani ha parlato delle rappresaglie messe in atto dalla polizia ceca. E questo e' ancora piu' triste.
Tu scrivi: "Da Seattle in poi si ha sempre più l'impressione di una grande recita: loro fanno finta di riunirsi, così voi vi sfogate, fate casino, qualcuno si fa anche arrestare, intanto vi schedano, vi guardano, vi filmano (non si sa mai...). Non ha piu' senso, se non per chi vi partecipa che, etimologicamente parlando, si diverte (lo scontro con la polizia esiste in se, prescinde completamente dalle ragioni più o meno ideali o piu' o meno pretestuose che lo scatenano, ed e' diventato ormai costitutivo delle manifestazioni anti-glob: se non ci fossero stati i disordini voi non parlereste di vittoria, i media non avrebbero parlato di Praga)".
E' vero, proprio di recita si tratta. Si mette in scena il conflitto (la strategia delle tute bianche e' di fatto una simulazione dello scontro di strada) per poter parlare del conflitto reale planetario. Infatti resto convinto che il problema non sia se partecipare o no ai raduni anti-globalizzazione, quanto come riempire di contenuti la protesta. Se la manifestazione serve ad avere i riflettori puntati, allora e' immediato che si debba sfruttare quei momenti per esprimere le proprie ragioni.
Altrimenti si lascera' sempre adito al paragone (un po' cinico a dir la verita') con gli ultras calcistici.
Mi spiego meglio: WTO, FMI, BM, G8, ecc. non sono la stessa cosa. E' chiaro che sono tutti organismi non elettivi attraverso i quali i cosiddetti "potenti della terra" (definizione troppo cristiana per i miei gusti) esercitano il loro dominio. Ma non e' possibile accontentarsi di un'analisi cosi' grezza e manichea. Occorre approfondire il discorso, portare alla luce le contraddizioni interne (che sono tante) a questi organismi, le contraddizioni interne al capitale, che e' tutt'altro che un' entita' astratta e compatta. Anche per questo le dichiarazioni a cui sono stati costretti i capi dell'FMI non sono cosa da nulla, bensi' una parziale vittoria.
Solo l'analisi e una riflessione seria su come comunicarla e diffonderla puo ' sventare il rischio che i raduni anti-globalizzazione diventino delle "gite in gommone" in cui ci si "diverte" a fare gli scontri (veri o simulati) con la polizia. Non condivido il tuo pessimismo sul presente, ma vedo benissimo il rischio per il prossimo futuro.
Per il resto non mi preoccuperei troppo di cosa dicono Folena, Letta o Fassino: sono dei morti viventi, completamente avulsi dalla realta'. Non andare a votare per loro non e' un gesto di snobistico disinteresse per la merda italiana in nome dell'internazionalizzazione del conflitto. Il fatto e' che il conflitto E' internazionale, e' appunto "globale", e gli unici
che non lo capiscono sono proprio i politici nostrani, che fanno politica bisticciando su McDonald's che da' posti di lavoro e aggrega le famiglie (quando entrambi sappiamo bene che sfrutta a dismisura il lavoro precario e, casomai, avvelena le famiglie, oltre a disboscare il pianeta per ridurlo a pascolo per turbomucche). Non c'e' da meravigliarsi che sempre meno gente vada a votare per codesti signori. "E' qui e adesso che bisogna fare", appunto. Costoro non fanno un cazzo e soprattutto non "servono" piu' a un cazzo.
Aggiungo un'ultima cosa. Come avrai intuito dalle mie riflessioni post-Praga, sono ben lontano dal voler esaltare indiscriminatamente questo movimento. Ma occorre essere obiettivi e riconoscere che erano almeno vent'anni che non esisteva piu' una rete di contatti internazionali in grado di mobilitare le persone e metterle in contatto tra loro. Per quanto diversificato, contraddittorio, forse anche ambiguo (condivido in pieno la tua riflessione sui Verdi), oggi abbiamo di nuovo un ambito di discussione internazionale: basta farsi un giro nelle chat e nei siti che fanno riferimento a quanto e' accaduto da Seattle in poi. Bastava essere a Praga per rendersene conto. Non mi sento proprio di sputare sopra una novita' del genere. Questo si' sarebbe un bell'esempio di snobismo.

Spero di non avere torto,

Wu Ming Si



Hit Counter                                                                                                                                                    logosmall.gif (1149 byte)