Giap   05 - Parla Wu Ming Wu & News - 12 aprile 2000

 

Un intervento di Riccardo Pedrini (Wu Ming Wu) sul proprio romanzo Libera Baku Ora, preceduto da una recensione dello stesso apparsa su Rumore (aprile 2000, rubrica “Letture”).

 

 

Riccardo Pedrini, Libera Baku Ora (DeriveApprodi)

 

A raccontarci uno dei molti futuri possibili ci ha gia’ pensato Roberto Perego nel recente e antillusorio Milano 2019: linea di confine. L’ex Nabat Riccardo Pedrini si muove sulla stessa scia demistificante; sposta l’azione un paio d’anni in avanti, nel 2021, e immagina Bologna motore economico e politico di un’Italia avvinta da un regime di maoismo empatico, che spaccia misticismo buddista e felicita’ chimica, e intrattiene ambigui rapporti d’alleanza con i temibili States, prevedibili signori di un mondo alla McDonald’s che inneggia con inconsapevole equanimita’ tanto alla forza sbiancata del KKK quanto alle candidature di Henry Rollins e Stewart Home al Nobel per la letteratura. In mezzo a questa annichilente commistione chomskiana di assolutismo e dissenso scorrono le vicende (tragiche, come tradizione fantascientifica vuole) di Jalal, ragazzo di strada recuperato alla dura vita militare e infognato in una sporca guerra sul Mar Caspio, e Marco, suo tormentato “empata” di riferimento; di Anna, dolente sorella del primo e amorevole compagna del secondo, e dell’amica Maria, segreta seguace e disillusa martire della causa “contrarista” insieme all’amante Rashid. Dall’Apocalisse finale risorgeranno i medesimi volti del potere, appena restaurati da un tempestivo lifting ideologico, a testimonianza del nostro imperituro gattopardismo e di un provincialismo che resiste a qualunque tentativo di cyber-redenzione.    CLAUDIA BUONADONNA

 

 

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Ah, poco importa all'operaio

Quanto vicino a Dio il suo lavoro l'esalti

 L'Operaio amoroso nel tempo e nello spazio.

 

                                                                       Walt Whitman, Canto dell'Esposizione

 

 

 

Libera Baku Ora e’ un romanzo di fantascienza che parla della fine del mondo. Apocalisse etimologica, disvelamento, sottrarsi alla mistificazione: aderire all unica esistenza che ci e’ concessa, e che collettivamente e incessantemente costruiamo.

Ho scritto Libera Baku Ora perche’ funzionasse come una macchina da guerra contro il minimalismo generazionale (questo della letteratura e’ il mio piccolo business) e contro l'ipercapitalismo e il suo corteo di infami mistificazioni (questo della sopravvivenza del pianeta e della Specie e’ un business alquanto piu’ vasto). La sproporzione tra i contendenti non mi preoccupava allorche’ mi accinsi a stendere la prima riga, e non mi preoccupa ora. Lo Stile e’ la cosa piu’ importante nella vita di un uomo, e il nome comune di Stile rimanda immediatamente a una sfera etica: in questa fase della contesa la vittoria eventuale e’ meno importante della sonorita’ della sfida.

E' un libro fuori dal mondo della letteratura. E' piu’ simile a un sasso, a un elemento architettonico, all'erba che cresce tra le traversine dei binari o tra le crepe dei mattoni. Certo ha ben poco a che fare con il mondo dell'arte, degli artisti, degli autori.

A situarmi fuori da quel mondo e’ una singolare mancanza. Non ho la vocazione a che tutto il concerto dell'esistente ripeta il mio nome, e non voglio leggere il mio volto in tutto quello che affronto o che osservo. Vorrei che tramite me si scrivesse un libro in cui ogni singolo gesto fosse straordinario e in cui fosse assente ogni autobiografismo.

I libri, in larga misura, si scrivono da soli. I libri come Libera Baku Ora, intendo. Per quanto riguarda libri intimisti, minimalisti, innovativi & sperimentali, non so bene. A Platone ripugnava ammettere che esistessero idee, lassu’ in cielo, anche per le cose infime di quaggiu’. La melma, la putredine, la mmerda, lo scherzo di natura. Pero’ anche quei libri, forse, promanano dalla stessa fonte, anch'essi sono scritti collettivamente dalla Gemeinwesen attraverso nodi reattivi, catalizzatori... autori. Forse anche guardandosi l'ombelico non e’ mai solo il proprio se’ a parlare e a organizzare i periodi, le pagine. Non nutro comunque alcuna indulgenza per gli artisti.

 

 

 

Riccardo Pedrini, Wu Mingwu, nato ad Ankara nel settembre 1964. Istruttore di Muay Thai (boxe thailandese). I libri che hanno cambiato la sua vita sono Sunzi Bingfa (l'Arte della Guerra del mastro Sun) e i Grundrisse (K.Marx). I libri che ha scritto non sono importanti.

Quelli che scrivera’, si’.