dall'esecrando ilnuovo.it, 26 maggio 2002:

 

La scrittura come un grido a più voci


Dopo il western Q e Asce di guerra, Wu Ming, il collettivo di Bologna, ha firmato 54 per Einaudi, un pastone di storie che accadde nel 1954.


di Filippo Poletti

MILANO - C'erano una volta lo scrittore, l'editor e l'idea della casa editrice come scuderia. Anni fa il poeta americano Ezra Pound disse: "Come una formica solitaria da un formicaio spaccato, ego scriptor". Oggi, in Italia, c'è chi ha gettato nel cestino il proprio io. Sono i 5 giovani scrittori, comunisti doc, che dal '99 stanno creando un terremoto editoriale.

Dopo infatti il western Q, dopo Asce di guerra, Wu Ming - questo il nome del collettivo originario di Bologna (in cinese la parola significa anonimo) - ha firmato 54 per Einaudi, un pastone di personaggi e storie vere ma soprattutto il frutto di tanto studio su quanto accadde nel 1954, così impegnativo da richiedere appunto la necessità di unire le forze.

Dei magnifici 5 si conosce poco o nulla. Si conoscono i loro nomi di battaglia: Wu Ming 1, Wu Ming 2, Wu Ming 3, Wu Ming 4, Wu Ming 5. Si conosce poi la loro newsletter gratuita Giap,  (piena di spunti quella su Biagi e la Palestina). Punto e basta.

"La letteratura - ci dice Wu Ming 5 - è un fatto collettivo. Non crediamo nella letteratura minimalista prodotta tra i quattro muri della stanza". Wu Ming 5 preferisce non rilevare il suo nome di battesimo, perché è un idealista anti-idealista, uno insomma che va contro "il modo romantico di intendere la letteratura".
La prima pietra di paragone, che viene in mente, è la musica. Chi scrive i testi di una canzone ha di solito bisogno di chi butta giù le note, e chi compone le note di chi arrangi il tutto. Poi - non ultimi - vengono la produzione, la post produzione e tante altre diavolerie tali per cui, con un click o schiacciando il pulsante di un lettore cd, si può godere della musica. La differenza è che in letteratura - ovviamente non stiamo parlando di quella tramandata oralmente - a emergere è uno solo, il 'divin scrittore': "Non crediate - sbotta uno dei ragazzi - che i libri siano opera di un solo cervello".
Bella è questa. Bella e vera: i finali sospesi di Raymond Carver si vocifera fossero il risultato delle cesoie dell'editor. "Ci accusano di essere l'esempio di una letteratura artificiale? Artificiali o freddi sono i suggerimenti degli editor. Lo spunto di un amico all'osteria, questo sì che è naturale. Di una cosa siamo consapevoli: e cioè del fatto che nessuno di noi sarebbe in grado di scrivere da solo un romanzo complesso come 54 . Ciò che abbiamo fatto è di portare alla luce del sole un processo editoriale collaudato nel tempo". Insomma, tutti per uno. Peccato solo che i diritti d'autore - sottolinea Wu Ming 5 - "vadano divisi equamente per 5".
Impresa autorale contro impresa editoriale, questa è l'idea vincente dei 5 scrittori: non rilasciano interviste alla tv, nessuno dichiara (tranne che alla dogana) il proprio nome di battesimo, contrattano con Einaudi senza esigere lezioni di paternalismo e di cordialità: "Abbiamo deciso di mantenere i ruoli distinti. Noi tiriamo fuori cose decenti, l'editore le pubblica". A quando - però - l'ingresso di una lei Mu Ming nel collettivo? Va bene che nessuno dei 5 è una prima donna, ma perché nel gruppetto manca una signora penna? "Non lo sappiamo. Qualora, per qualcuno di noi, dovesse diventare stretto questo progetto, gli consiglieremo di trovare spazio per il proprio ego al di fuori di Wu Ming". Insomma, Wu Ming docet: scrivere è un'azione che non deriva unicamente dall'ego. Ma anche leggere o vivere. O, ancora, mettere il mondo a soqquadro.

(26 aprile 2002, ore 12,45)