Nonostante il divieto, il 30 agosto Wolf Bukowski sarà in piazza a #Monfalcone

La locandina dell’evento, che si terrà comunque.

Il comune di Monfalcone ha negato al coordinamento Monfalcone Meticcia il permesso di occupazione di suolo pubblico – un tavolino e qualche panca – per presentare il libro di Wolf Bukowski La buona educazione degli oppressi. Il locale commissariato di polizia, di fronte alla comunicazione ricevuta, non aveva avuto nulla da eccepire. Il comune invece sì. Qui la comunicazione del diniego.

Il permesso di occupazione era stato chiesto con nove giorni di anticipo, e in occasione della richiesta non era stata segnalata l’iniziativa «concomitante» che improvvisamente diventa la prima motivazione del diniego. Al momento in cui scriviamo, la ricerca su Google non restituisce altri eventi in piazzetta Montes per il 30 agosto. Il motore di ricerca interno di Facebook ci informa invece che a Monfalcone, quel giorno, ci sono la presentazione del libro, una «serata di divertimento con ottima musica» presso l’American Bar e una mangiata di pesce e tartine in un’enoteca.

La seconda motivazione del diniego – abbondandis in abbondandum! – è che l’occupazione di suolo pubblico, in base a una delibera dello stesso comune, deve essere richiesta almeno 90 (novanta!) giorni prima. Ovviamente un anticipo di questo tipo taglia fuori programmaticamente ogni iniziativa che sia legata ad avvenimenti dell’attualità, oppure che sia promossa da realtà di base, che non hanno concretamente la possibilità di una programmazione così a lungo termine, non hanno impiegati addetti alle pratiche burocratiche, eccetera.

La sindaca di Monfalcone Anna Cisint accanto a un politico nazionale come appariva prima dell’attacco psichico di agosto.

Va detto che questa non è in assoluto una bizzarria del comune guidato da Anna Cisint, che prolunga però enormemente i tempi tipicamente richiesti (30 o 45 giorni). Va anche detto che in concreto, nella vita reale, l’agibilità democratica di una città si realizza quando le regole sono applicate con elasticità oppure, meglio ancora, sono applicate solo nei casi vistosi in cui servono a tutelare un interesse collettivo. Che un concerto per cui si prevedono migliaia di spettatori, i camion del service, un palco ingombrante, debba essere in qualche modo autorizzato con largo anticipo può avere senso; per qualche panca e il pubblico non oceanico della presentazione di un libro non ci dovrebbe essere alcuna formalità necessaria.

Si dimostra qui in modo manifesto che l’ossessione legalitaria è una forma dell’oppressione, la legge – e il regolamento, e la burocrazia che la applica – non è neutra, ma colpisce i soggetti autorganizzati dal basso e i più deboli.

Si sarebbe potuto evitare di chiedere il permesso, potrebbe dire qualcuno. Vero: ma a Monfalcone il controllo del comune sul territorio è totalitario, e per esercitarlo la sindaca ha a disposizione tre corpi di polizia: quella municipale e due privati. Quindi il cerchio si chiude: il controllo assoluto ti obbliga a chiedere il permesso, e il permesso ti viene negato.

Nondimeno, come ha comunicato Monfalcone Meticcia, la presentazione si farà. Senza panche e tavolo, ma di certo non in ginocchio.

Una delle tante iniziative della sindaca leghista di Monfalcone.

Poi c’è un altro aspetto della questione. Anche se non vogliamo parlare di censura a un’iniziativa – che è dichiaratamente contro l’ideologia del «decoro cittadino» –, visto che il comune si trincera dietro i regolamenti, possiamo però tranquillamente dire che regolamenti di questo tipo sono già di per sé censori, per quanto esposto sopra. E si integrano perfettamente nel paesaggio politico della città guidata da Cisint, come dimostrano uscite e provvedimenti recenti, quali:

la crociata contro «gli insegnanti di sinistra»;

■ i controlli persecutori negli appartamenti «sovraffollati», che chiaramente colpiscono soprattutto bengalesi poveri;

■ il progetto di far chiudere alle 17 i negozi di “money transfer”, usati prevalentemente da operai bengalesi del cantiere navale, che staccano dal lavoro alle 18;

■ la multa ad alcuni operai del cantiere navale che mangiavano un panino per strada durante la pausa pranzo;

■ il daspo e la multa di 2500 euro a un sessantanovenne che vendeva «abusivamente» cime di zucchina;

■ altre multe e l’atroce sequestro della «questua» – 25 e 30 euro! – a due mendicanti;

■ il «tetto massimo» all’accettazione di bimbi stranieri nelle scuole materne, provvedimento che quest’anno ha lasciato fuori 76 bimbi, tutti di genitori bengalesi;

più un’infinità di altre vessazioni contro la parte più debole della società, che vi invitiamo ad aggiungere qui nei commenti.

Il corpo del reato eroicamente sequestrato dai tutori dell’ordine monfalconese.

Ribadiamo: la presentazione a Monfalcone è confermata per domani, 30 agosto, alle 18:30 in piazzetta Montes.

Questa sera, invece, La buona educazione degli oppressi sarà a Trieste al festival Lunatico, con Wu Ming 1 e Andrea Olivieri.

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5 commenti su “Nonostante il divieto, il 30 agosto Wolf Bukowski sarà in piazza a #Monfalcone

  1. Altri exploit e gravi provvedimenti della sindaca Cisint:

    ■ il recentissimo tentativo di escludere, applicando il famigerato «modello Lodi», i residenti extracomunitari dal bonus comunale di calmieramento degli affitti. Ci sono state proteste e minacce di azioni legali, e la giunta ha dovuto fare un passo indietro.

    ■ La rimozione dell’Avvenire e del Manifesto – unici giornali colpiti dal provvedimento, guardacaso – dall’emeroteca della biblioteca comunale.

  2. #Monfalcone, in piazza Montes contro il Daspo. Negate sedie e tavoli all’evento – di Elena Placitelli, sul quotidiano «Il Piccolo» di oggi.

  3. Ma si è saputo poi qual era la fantomatica manifestazione/evento cui già era stata data l’autorizzazione?

  4. […] La presentazione de La buona educazione degli oppressi si è fatta. Più di un centinaio di persone hanno risposto alla chiamata di Monfalcone Meticcia. Visto che mancavano le panche, abbiamo dato vita a una sorta di sit-in, ovvero a quello che amministratori decorosi chiamano «bivacco». E già questo possiamo considerarlo un successo. […]