Speciale Proletkult: recensioni a UFO, interviste, incontri ravvicinati, una stroncatura sui generis… e un film di Tarkovskij


Ecco un nuovo speciale su Proletkult, forse il più inatteso e variegato che abbiamo composto da quand’è uscito il libro. È infatti, come vedrete qualcosa di più di una semplice rassegna di recensioni e interviste.

Cominciamo con quella che – senza nulla togliere alle altre – ci sembra la riflessione più acuta e convincente su quel che abbiamo tentato di fare con questo romanzo. L’ha scritta per La Balena Bianca Paolo Saporitouna sua nota bio-bibliografica è qui. Più che una recensione, è un vero e proprio saggio.

Ritorno al futuro. Prospettive postumane in Proletkult di Wu Ming

«In fondo, Bogdanov non è la solita figura marginale dalla cui posizione si guarda agli eventi rivoluzionari, come il dottor D’Amblanc o Marie Nozière ne L’armata dei sonnambuli? Non esattamente. Il rapporto tra Bogdanov e il processo rivoluzionario è più complesso […] L’analisi del processo rivoluzionario è quindi più sofferta e riportata ad una dimensione anche individuale, che spinge all’auto-analisi, all’esame di coscienza, ma al tempo stesso cerca il confronto con l’altro. La critica dell’individualismo, su cui anche il pensiero di Bogdanov si fonda, rimane un pilastro dell’attivismo wuminghiano, ma al tempo stesso gli autori sembrano particolarmente interessati ad indagare il modo in cui il singolo metabolizza l’incontro con l’altro nel processo di costruzione collettiva di un’alternativa futura […]

Il punto di vista di Denni quindi segna un ritorno marcato allo sguardo obliquo non antropocentrico, ibrido, e al suo incontro con l’umano. Il punto di vista di Denni spiazza perché non sa chiamare la fame o una certa bevanda o un oggetto con il nome comunemente usato dalle figure umane. La prospettiva aliena costringe Bogdanov e chi legge a mettersi in discussione, a spostarsi, a fare i conti non con il verosimile, come in un romanzo storico, ma con l’immaginario, il possibile e le sue potenzialità. Il romanzo incarna formalmente il senso del Proletkult, il movimento culturale che “era il divenire, lo spostamento del punto di vista, il movimento che cambia il modo di organizzare l’esperienza del mondo”.

Ma questo è un Proletkult wuminghiano […] »

→ Leggi l’intero saggio qui.

Delegati alla prima conferenza nazionale del Proletkult, Mosca, 15-20 settembre 1918.

L’amico e collega scrittore Franco Foschi ci ha inviato le sue riflessioni su Proletkult, che ci hanno fatto molto piacere, soprattutto per quel che Franco dice della lingua, dello stile che abbiamo scelto per il romanzo. Azzeccata anche la riflessione sul perché abbiamo scelto di “disertare” il centenario dell’Ottobre e uscire l’anno dopo.

Nel sangue della rivoluzione

«[La scrittura del collettivo] col tempo sta diventando sempre più cristallina, elegante e sorvegliata nello stesso tempo, […] non cede mai al facile ma si esalta nella perfezione adamantina del semplice, una delle cose più difficili da ottenere, per chi scrive. Non c’è una riga che non sia perfettamente intelligibile, così come non c’è una riga che non sia
perfettamente cesellata. Il libro insomma ha una musica interna ritmica, con una vena
costante, che può avere qualche adagio malinconico ma subito dopo si solleva in un
andante con moto di grida, tra sussurri ambigui una volta e discussioni animate
subito dopo. Si può dire che la scrittura sia tradizionale e moderna nello stesso
tempo, regalando sia calore che coscienza.»

→ Leggi l’intera recensione qui (pdf)

Poi c’è una curiosa recensione “negativa”… che di Proletkult parla quasi solo bene. Non solo bene, ma con acume. Se le stroncature sono queste, procediamo a baciarci i gomiti.

Facciamo notare che la parziale “delusione” del recensore, Flavio Del Prete, è la delusione di un’aspettativa sul romanzo che non gli abbiamo creato noi bensì altri (non dice chi). A noi non è mai venuto in mente di presentare Proletkult come «un romanzo di fantascienza classica», tipo una space opera tutta azione. Semmai l’andamento che potrebbe venire in mente è quello di Solaris, intendendo il film di Tarkovskij. L’andamento, sia chiaro, non la trama. Per quanto…

[A proposito, Solaris è legalmente disponibile su YouTube, sul canale ufficiale della Mosfilm, la casa di produzione cinematografica più importante e longeva della storia sovietica e poi russa. Il film, diviso in due parti, è in lingua originale con sottotitoli in 11 lingue compreso l’italiano (bisogna cliccare sull’icona che riportiamo qui a destra e poi, per eventualmente cambiare lingua, sull’icona delle impostazioni). Parte 1 – Parte 2 ]

Durante la presentazione al festival Contrattacco di Bologna – l’audio è qui – abbiamo posto la domanda: «Proletkult è un romanzo di fantascienza o un romanzo sulla fantascienza?» e abbiamo avvisato: dipende. Dipende principalmente – ma non solo – da quale interpretazione si sceglie del personaggio di Denni. Ci sembra che quest’aspetto Del Prete lo abbia colto molto bene, in un passaggio-chiave della sua recensione, paradossalmente proprio quello in cui si dice deluso del libro.

Stecca rossa

«Ancora una volta i Wu Ming danno un saggio della loro maestria nel creare una storia che è attendibile e allo stesso tempo incredibile. Quello che è sempre stato il loro pallino aveva trovato la sua sublimazione ne L’Invisibile Ovunque, dove i fatti inventati contribuivano assieme a quelli reali a creare una verità perfettamente credibile. In Proletkult proseguono sulla stessa strada dove da un lato troviamo il “reale”, documentato e testimoniato, e dall’altro il romanzato, la fiction, l’arte dei cantastorie. Il potenziale di questa scrittura sta tutto nel riuscire a trasportare il lettore all’interno di episodi che sono accaduti realmente, ma che per diverse ragioni sono scivolati ai margini della memoria storica, come la suddetta scena della partita a scacchi, – che, come apprendiamo dai titoli di coda, non è andata esattamente così.»

→ Leggi l’intera recensione qui. 

A proposito del festival Contrattacco: in quegli stessi giorni si svolgeva a Bologna un convegno organizzato dal Centro Italiano Studi Ufologici (CISU), con rivisitazioni e analisi, a quarant’anni di distanza, della vera e propria «mania degli UFO» che investì l’Italia nel 1978. Quell’anno si batté ogni record, ci fu una vera e propria ondata di avvistamenti che percorse la penisola da sud e nord.

Coincidenza vuole che Proletkult sia nato da una costola di un altro progetto, un romanzo “ufologico” ambientato proprio durante la «grande ondata», più precisamente nei giorni del sequestro Moro. E a Contrattacco lo abbiamo raccontato.

Doppia coincidenza: nel libro di Wu Ming 1 Un viaggio che non promettiamo breve veniva nominato il CISU e si alludeva a prossimi lavori influenzati dall’ufologia.

Tripla coincidenza: il tramite tra Wu Ming e il CISU è stato – e ancora è – Mariano Tomatis. Il quale è venuto a Bologna per seguire sia Contrattacco sia il convegno sulla «grande ondata», e con la sua doppia cronaca su Twitter ha messo esplicitamente in collegamento i due eventi.

Il primo risultato di queste convergenze è → un bellissimo reportage di Stefano Dalla Casa apparso su Il Tascabile, la rivista on line della Treccani.

Chiudiamo con un’intervista su Proletkult rilasciata da Wu Ming 4 a Radio Colonia, trasmissione in lingua italiana in onda alle h.18 tutti i giorni dal lunedì al venerdì su COSMO, canale radiofonico tedesco rivolto a un pubblico internazionale e multiculturale. L’intervistatrice è Cristina Giordano.

→ Buon ascolto.

 

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4 commenti su “Speciale Proletkult: recensioni a UFO, interviste, incontri ravvicinati, una stroncatura sui generis… e un film di Tarkovskij

  1. Segnalo che i sottotitoli italiani di Solaris purtroppo sono fuori sincrono, quando lo vidi mesi fa usai i sottotitoli inglesi.

    • Grazie dell’informazione, che permetterà a molti di risparmiare tempo. Quando lo abbiamo visto noi i sottotitoli italiani non c’erano ancora, quindi non li avevamo “testati”.

      • In effetti, di solito non linkiamo cose “a scatola chiusa”… Prima e ultima volta :-)

  2. A meno che, ovviamente, non sia un’idea di Tarkovskij inserire i sottotitoli fuori sincrono per “Solaris”.