L'ANNOSA QUESTIONE: PUBBLICARE CON [il gruppo] MONDADORI
Uno scambio di messaggi tra Valerio Evangelisti, Wu Ming 1 e il Papa - 5 febbraio 2003


In attesa del primo /Giap/ del 2003, vale la pena rendere noto un curioso fall-out dell'intervista a Valerio Evangelisti e Wu Ming 1 sul Mucchio selvaggio n. 513.
La solita, annosa questione del "pubblicare per Mondadori". Questione già affrontata [due volte] su Giap
[ 1 - 2 ].
In molti si sentono in diritto di venire a farci i conti in tasca, fingono di pesare col bilancino i nostri ideali (in realtà non sanno niente di noi), sparano giudizi senza informarsi prima.
Pubblichiamo "per Berlusconi", punto.
Non c'è bisogno di argomentare altro.
Sentenza di condanna che abbiamo in comune con Evangelisti, Dazieri e molti altri.
Si potrebbe quasi dire che il peggior prodotto del berlusconismo sia certo "antiberlusconismo" piatto, senza sfumature, monodimensionalmente pessimista e sconfittista, il cui interminabile refrain è: "Berlusconi è onnipotente, onnipresente, onnisciente, e noi siamo degli sfigati, che schifo, nessuno fa niente, dove andremo a finire?".
Atteggiamento retrivo e da piccolo-borghesi, che equivale a mettersi il paraocchi per non vedere la realtà del conflitto (e quindi essere costretto a prendervi parte; è certo più comodo gettare anatemi dall'alto del pulpito) e finisce per fare il gioco proprio di Berlusconi.
Lo scambio di lettere riportato qui sotto è più volte emblematico: dell'ignoranza in materia di rapporti tra movimenti e industria culturale che impera tra i moralisti a gettone, dell'arroganza di costoro, dell'intolleranza nei confronti della complessità del reale e di chi cerca di farsene carico.
Meglio le rappresentazioni manichee che permettono di non pensare, meglio dividere la lavagna in due, con un bella riga a contrapporre i "buoni" (Giorgio Bocca e lo stesso D** P***) e i "cattivi" (tutti gli altri, a cominciare da Valerio Evangelisti).
Per noi è una grossa delusione vedere uno come D** P***, in passato autore di bei reportages e interviste appassionate e ben condotte, illividirsi e inaridirsi in questo modo, lasciandosi divorare dalla grettezza.
Pazienza. Il movimento reale procede anche perché si lascia alle spalle i maestrini dalla penna rossa.
Quanto a noi, approfittiamo dell'ennesima occasione per spiegare la nostra posizione. Non ci stancheremo mai di farlo, contro i tagli con l'accetta dei vari aspiranti Savonarola.

_____________


[Valerio Evangelisti dalla lista Eymerich, 5 gennaio 2002]


Cari amici,
sul n. 515 del Mucchio Selvaggio (una rivista verso la quale ho un grande debito di gratitudine) un collaboratore, Massimo D** P***, se la prende con il sottoscritto.
Il suo articolo (pag. 56) è in gran parte dedicato alla crisi Fiat, interpretata (forse sulla scorta delle prime dichiarazioni di Fassino) come un tentativo di Berlusconi di impadronirsi del gruppo torinese per poi potere, attraverso questo, controllare due testate come La Stampa e Il Corriere della Sera.
Questa parte la sorvolo, pur non potendo fare a meno di notare che i due giornali citati sono già filo-governativi (forse Massimo D** P*** non se ne è accorto), e che la prima offerta di Colaninno, appoggiata da due grossi gruppi bancari, risale al giugno 2002; per cui, se la dietrologia fa sempre bene, può darsi che questa volta conduca in una direzione diversa da quella che D** P*** ipotizza (Colaninno non è precisamente un protetto di Berlusconi, così come la Fiat non è la preda innocente dello squalo che ci governa).
Mi limito alle righe che mi riguardano:

"Eppure siamo pieni di amici del giaguaro che ancora la menano con la trovata di volergli fare 'la guerra dall'interno'.
Buon ultimo, proprio su queste pagine, lo scrittore Evangelisti il cui discorso è uguale a quello di D'Alema, un discorso che s'avvita: pubblico con Mondadori perché sono i più bravi, i più forti, hanno più spazi e più penetrazione. Nessuna questione politica!
Ma se poi Mondadori impone, come Evangelisti sa benissimo, una sorta di manomorta sulle librerie, se le riempie di titoli proprio delle sua affiliate a scapito delle etichette più piccole, è o non è una questione di democrazia e pluralismo, dunque politica?
Non parliamo per favore sempre di politica con la 'p' di partito. Smettiamola di metterci in pace la coscienza guardandoci il pisello.
Certo, non tutti possono camminare sulle proprie gambe come Bocca, per molti stare con Mondadori è più una necessità che un lusso e anche per questi 'non è nulla di personale: sono affari'.
Ma a forza di non farne una faccenda personale, si dimentica che la faccenda è terribilmente collettiva e come tale leggermente intollerabile essendo Mondadori, prima realtà editoriale del Paese, di proprietà di un presidente del Consiglio, per di più autoritario, che rischia a
[sic] controllare la pressoché totalità della comunicazione e dell'informazione. Ogni firma con Mondadori, Medusa o Mediaset rafforza questo stato di cose, ed è un sorso d'aria in meno per tutti gli altri. Ma d'aria non ce n'è più."

Ecco un'argomentazione a cui non so cosa rispondere (e infatti non rispondo, se non in questa lista). Non posso che chinare il capo, umiliato.
Quando vinsi il premio Urania avrei dovuto rifiutarlo, visto che Urania Mondadori apparteneva già a Berlusconi. E Urania imponeva la propria manomorta sulle edicole, sfornando tanti titoli da costringere gli editori minori alla marginalità.
Passato alle edizioni rilegate, avrei dovuto avere un soprassalto di dignità. Infatti Mondadori pubblica un libro dietro l'altro, e così, per ragioni di spazio, toglie aria alla piccola editoria (è o non è questione di democrazia e pluralismo, dunque politica?).
Magari avrei dovuto seguire l'esempio di Bocca, passato alla Feltrinelli; la quale Feltrinelli è, notoriamente, estranea alla gestione delle librerie. O invece scegliere la Rizzoli, limpido esempio di verginità in campo mass-mediatico...
Invito quanti, in questa lista, hanno o hanno avuto a che fare con Mondadori a unirsi al mio atto di contrizione.
Primo fra tutti quel merdone fascista di Sandrone Dazieri, che presso Mondadori non solo pubblica, ma lavora.
Poi scriverò a Cesare Battisti, costretto all'esilio a Parigi per la sua militanza negli anni Settanta, e da Mondadori ed Einaudi (stesso padrone) pubblicato. Gli dirò che deve smettere di servire Berlusconi, perché altrimenti Massimo D** P***, dall'alto della sua intransigenza rivoluzionaria (non ne so nulla, però ho diritto di presumerla), lo bolla a fuoco.
Idem per Massimo Carlotto (i Gialli hanno appena pubblicato un suo romanzo), berlusconiano dei più schifosi.
Idem per i Wu Ming (Einaudi).
Idem, per... cazzo, la lista dei venduti è lunghissima!
Obietto solo che non ho mai parlato di una "lotta dall'interno" in Mondadori. Ciò non mi permette certo di "mettermi in pace la coscienza guardandomi il pisello". Ma forse impedisce che D** P*** guardi il mio, di pisello.
Gli sono grato - assieme agli altri comp... pardon, volevo dire camerati - che ho citato di avermi fatto capire di essere una puttana. Ma se la puttana è colpevole, il cliente è innocente? Cosa compra e legge di solito D** P***?
Solo edizioni La Fiaccola di Catania?
Se così non fosse, io sarò una puttana, ma D** P*** è mio figlio.
Ciao!

Valerio


***

[La risposta stizzita di D** P***]

Caro amico del giaguaro,

troppe , troppe, troppe parole uno scrittore dovrebbe imparare a farne economia, specie quando, per sua diretta ammissione, "non risponde".
Mi spiace, ma dalle prime righe trovo le solite argomentazioni che non argomentano un emerito cazzo anzi, pisello. Caro Evangelisti, sai benissimo che non è importante l'elenco del telefono di chi lavora dove, ma chi se la tira da antagonista e però firma serenamente contratti col regime (e il fatto che "la lista sia lunghissima" è un mal comune, ma, almeno per me, non un mezzo gaudio).
Questo in effetti è l'unico motivo per cui hai avuto l'onore di una breve attenzione da parte mia, quindi non allargarti sei solo un esempio, non sapevo neanche che esistessi prima di quell'intervista.
Dopodiché, ognuno se la gioca col suo specchio, se ancora non l'ha rotto, e con l'allegra brigata di ex-contestatori sotto contratto col cavaliere.
Non sono tuo figlio, grazie a Dio, anche se, parlando in senso cristologico, tu sei Evangelisti e io D** P***; non sono rivoluzionario (Dio scampi) né particolarmente intransigente, solo affezionato a una vecchia cosa desueta che si chiama coerenza, e allergico al paraculismo imperante.
Ma capisco che per molti sia questione di vita o di morte (editoriale). in ogni modo, quando avrai trovato di che spiegare a te stesso, più che a me, che non rinuncio al sonno per i casi tuoi, come fare ad andar d'accordo col giaguaro (ma forse ci riesci ottimamente: il guaio è che le tue facili contorsioni vanno bene per gli ingenui, ma non tutti sono ingenui), se proprio tu volessi insistere, cerca almeno di essere sintetico.
Una frase, un rigo appena; e sì che hai nel cognome l'insegnamento evangelico: il vostro parlare sia sì-sì, no-no. tutto il resto viene dal berlusca.
Ma ti pregherei accoratamente di non insistere per quanto mi riguarda, ci siamo già capiti fin troppo bene.

mdp

p.s. il parallelo con le altre case, da Feltrinelli a Rizzoli, è davvero patetico, non essendo le medesime possedute dal presidente del consiglio che ha tutte le tv e il 90% della carta stampata, in attesa di metter le mani sul poco che ne resta fuori.
Non posso credere che uno scrittore non sia consapevole di questo, e ragioni come un ginnasiale, se non prendendo atto, una volta di più, che anche nella narrativa la pubblicità (e la distribuzione) è tutto (e la profondità del pensiero, sic stantibus rebus, è nulla o quasi).



***

[Il tentativo di Wu Ming 1 di spiegare la situazione]


Caro D** P***,

Da che pulpito viene la predica a Valerio di "usare troppe parole". Se c'è uno che è diventato prolisso, quello sei tu. I tuoi sfoghi sono sempre più lunghi, ripetitivi, monocordi; ti leggo con sempre maggiore difficoltà.
Ad ogni modo tempo fa hanno discusso proprio di questi problemi (Mondadori etc.) su Indymedia, indico il thread perché contiene botte e risposte interessanti:
http//www.italia.indymedia.org/news/2002/12/138770.php
Giustamente qualcuno tirava in ballo Chomsky. Nell'era della globalizzazione, non vale il pretesto "Che c'entra, lui è straniero!"
Forse, prima di emettere le sentenze di condanna, il tuo personale Tribunale del Popolo dovrebbe informarsi sui percorsi individuali di chi processa.
Non depone a tuo favore affermare che non avevi mai sentito nominare Evangelisti prima dell'intervista sul Mucchio.
Perché così disinneschi la carica della tua critica, e passi da disinformato e superficiale.
Quanto a noi - non ci menzioni ma alludi - se uno non vuole (indirettamente) dare soldi all'azionista di maggioranza del gruppo Mondadori, ha la possibilità di scaricare gratis i nostri libri dalla rete, dato che li abbiamo liberati dal copyright.
Certo che non ci entusiasma che Einaudi per salvarsi il culo sia entrata nel gruppo Mondadori: guardiamo con speranza a un futuro in cui il Berlusca vada in malora, in esilio o entrambe le cose, e i suoi artigli siano costretti a mollare certe prese, se non tutte. Daremo ogni possibile contributo perché questo accada. Nel frattempo, è comunque troppo facile e semplicistica l'equazione "pubblicare per il gruppo Mondadori" = "lavorare per Berlusconi". Perché allora si arriva a dire che chi compra il fumo per strada è un mafioso quanto Totò Riina.
La struttura aziendale del gruppo è complessa, per nostra esperienza il Berlusca non esercita alcun controllo nemmeno indiretto, e' un'entità piuttosto remota che per fortuna ha ben altri grattacapi, ed Einaudi continua a tenere in catalogo e pubblicare materiali radicali, "scomodi", non omologati (da Marx a Benjamin, da Vittorio Foa a Mario Tronti, da Adorno a Polanyi, da Asor Rosa a Herzen, da Stiglitz a Evangelisti).
Ma il punto è forse un altro: prima di rispondere con furore a Valerio e cominciare a compilare "liste nere" secondo i princìpi di un maccartismo rovesciato, dovresti - da bravo giornalista - raccogliere qualche informazione sui protagonisti del "malcostume" che attacchi:
informazioni sull'impegno quotidiano (mentale e fisico) nei movimenti, sull'appoggio completo e appassionato alle dinamiche di autogestione e autoproduzione e all'editoria indipendente (grazie a una quarta di copertina Einaudi abbiamo dato visibilità e spazi a Derive Approdi) e last but not least sulle magagne degli altri gruppi ditoriali/multimediali.
Mondadori inonda le librerie? Ma le librerie di chi? Come giustamente faceva notare qualcuno su Indy, un certo gruppo "di sinistra" sta avanzando nelle città a mo' di schiacciasassi, imponendo una pax romana nel settore distribuzione e vendita, soffocando le piccole librerie, impadronendosi di tutto e imponendo un regime di monopolio non meno pernicioso di quello sulle tv...
. ..con la differenza che quest'ultimo è molto più facilmente aggirabile, dal momento che tale situazione non ha impedito (anzi!) che negli ultimi due anni in Italia ci fosse un'escalation di conflitti, conflitti che si sono espressi in forme originali, viaggiando sulle ali dell'esempio contagioso, nutrendosi di autonomia, con la creazione o la riscoperta di reti che per comunicare non hanno bisogno dei media ufficiali.
La CGIL è stata costantemente oscurata/bistrattata/demonizzata, eppure ha portato milionate di persone in piazza e per la prima volta si radica anche nell'atipico, vedi le lotte dei dipendenti TIM e OMNITEL, le vertenze coi portali Internet etc.
Forse, ammantato nel tuo pessimismo un po' snob, impegnato nello stracciarti le vesti, non ti sei accorto di questo risveglio delle lotte che non ha pari in nessun altro paese europeo.
Risveglio che unisce sinistra, estrema sinistra e cattolici di base e che sta esercitando una forte pressione dal basso, con risultante calo verticale della popolarità del premier, lento sfaldamento della maggioranza, Vaticano colto alla sprovvista e costretto alla schizofrenia (rimuovono don Vitaliano e al contempo alzano i toni del loro "anticapitalismo" di maniera), con conseguente imbarazzo dei cattolici della maggioranza (l'UDC costretta a dichiararsi contraria alla guerra in Iraq), settori della Confindustria che si smarcano perché questo governo è oramai disfunzionale anche dal punto di vista capitalistico: provoca troppi conflitti, destabilizza.
Caro D** P***, la mia visione forse appare meno immediata e "naturale" della tua (perché corrisponde meno al senso comune, come la fisica non-euclidea rispetto a quella tradizionale), ma sono uno a cui piace viaggiare, e ho constatato che in molti paesi gli attivisti e le forze di sinistra "invidiano" la vitalita', la capacità di sedimentazione delle esperienze, l'intensa originalità dei movimenti italiani e la multiformità delle culture di sinistra, multiformità che data almeno da Gramsci.
Tutto questo nonostante l'imperio di Berlusconi e il suo monopolio sulla informazione ufficiale.
La situazione non è così orribilmente nera come la descrivi.
Certo, servono anche le descrizioni apocalittiche, servono a non illudersi, ma occorre anche contrappuntarle con qualcos'altro. E invece a te manca il contrappunto, hai una visione della situazione italiana puramente "sconfittista", quindi ti dedichi a dipingere l'avversario persino un po' più forte di quel che è e i movimenti moooolto più deboli di quel che sono, e ormai ti interessa solo "farla pagare" a chi, nella tua visione distorta, con la sua supposta "incoerenza" aiuta Big Brother. Da qui il tuo desiderio di liste di proscrizione.
Lo scorso anno abbiamo scritto un pezzo intitolato "Gli astronauti di chi?". Ti dedico lo stralcio che incollo qui sotto.
Va da sé che se sul Mucchio e su Extra non sono graditi i miei articoli in quanto "servo di Berlusconi" non avete che da dirmelo.
Con immutata stima,

Wu Ming 1


***

[La risposta con cui D** P*** si rivela per quel che è]

Sentite, chi minchia o ming siete? un collettivo di anonimi, senza il coraggio di firmarvi? di sicuro siete paranoicamente prolissi. Non pretenderete mica che legga tutte queste puttanate qua sotto. vedete di non rompermi più le palle.

mdp



***

IL DIBATTITO
>Pareri, commenti, dubbi su questo scambio epistolare da parte di lettori e lettrici di Wu Ming ed Evangelisti...>

>...con qualche saccente risposta di Wu Ming + messaggi e contributi di colleghi scrittori>

[La conclusione di Wu Ming 1. Da notare che il nome e cognome anagrafici di WM1 compaiono nel suo indirizzo e-mail, quello da cui ha spedito la lettera a D** P***. D** P*** non li ha visti perché utilizza Microsoft Outlook Express, che occulta gli indirizzi dall'intestazione dei messaggi ricevuti. Se vogliamo fare il (puerile) gioco incrociato dei boicottaggi, meglio Bill Gates o Berlusconi?]

I nostri nomi sono noti a tutti, sono nella prima pagina del nostro sito. Con questa ti sei qualificato come il demente che tutti sospettavano fossi. Diffonderemo questo rivelatore scambio di mail su tutti i canali necessari.

 





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