Vo Nguyen GiapQuasi Giap - Futuro di Giap, Saviano, eBay, video - 23 ottobre 2006


A Gabriele Torsello


1. Il destino di Giap. Risultati della consultazione
2. Roberto Saviano e "Roberto Saviano"
3. L'asta su eBay è partita rombando. E continua...
4. The Disney Trap. Un video di Monica Mazzitelli
5. Yo Yo Mundi, "Tema di 54". Un video di Ivano "Ant" Antonazzo



IL DESTINO DI GIAP

Nel numero #3 (VIIIa serie) della newsletter abbiamo avviato una consultazione su cadenza, lunghezza e densità dei prossimi numeri di Giap.
Molt* giapsters hanno trovato il "mezzo minuto" per comunicarci le loro preferenze.
Abbiamo letto con attenzione e ne abbiamo discusso.
Semplificando, il 50% delle risposte è a favore dell'attuale tendenza (numeri "corposi" ogni tre settimane), il 40%  è a favore di numeri più brevi e a cadenza ravvicinata (es. settimanale), il 10%  è della linea "Va bene comunque".
Un 40% trasversale afferma di leggere (o comunque di ricevere e aprire) Giap sul lavoro. Stiamo contribuendo a deprimere la produttività delle aziende italiane!
In  questo novero di iscritti, le modalità di lettura si equivalgono: metà legge su schermo (e quindi vorrebbe numeri più brevi e rapidamente assimilabili), l'altra metà stampa e legge con calma, durante le pause o dopo l'orario di lavoro.
In generale, abbiamo l'impressione che la maggioranza degli iscritti attivi (esistono anche quelli passivi, che si iscrivono e ricevono ma non leggono mai) stampi e legga su carta, trattando Giap come una vera e propria rivista (un quasi-mensile).


Strong

In ordine di ricezione, i migliori argomenti a favore di numeri lunghi e lettura meditata:
- "Se mi arrivassero piu' mail penso dovrei buttarne o mi esaspererei. Poi cosi almeno il materiale mi arriva gia' processato (selezionato, ragionato e ponderato)." (Paola)
- "I numeri più rari e corposi si perdono meno nei meandri degli archivi di posta, ci si ritorna più volte assimilandoli lentamente e poi danno più soddisfazione: alcune cose possono interessare di più altre meno, a seconda dei gusti del giapster, ma in un numero corposo ciscuno troverà sempre quella parte che fa sì che ci ritorni su più volte e magari finisca con l'approfondire tutte le notizie/info" (Diego)
- "E' bello ritagliarsi quei 15-20 minuti per leggervi tutti di un fiato e da lì partire a seguire le bricioline dei millemila sentieri che lasciate" (Andrea 1)
- "Se arriva troppo spesso con poche cose c'è il rischio che, se per due o tre volte di seguito non trovo argomenti che mi interessino direttamente, in seguito io tenda ad ignorare gli arrivi" (Francesco 1)
- "A lampi isolati preferisco un bel temporale" (Antonio)
- "Il mordi e fuggi ci sta uccidendo" (Mic)
- "Non controllo la mail tanto spesso, se lo spediste più di frequente finirei per trovarne più numeri alla volta e alla fine non li leggerei." (Marcello 1)
- "Ricevere vostre notizie è sempre un piacere e un po' di aspettativa aumenta la partecipazione." (Miriam)
- "Volete mettere la ricerca del quarto d'ora di pace per leggersi con calma tutta la newsletter?" (Salvatore)
- "Spessissimo attacco con qualche gioiellino di Giap e finisco su una perla di Carmilla, che nel marasma mi sarei perso; ovvero scopro altri canali che mi salvo e vado a rivedere ogni tanto. Con una pubblicazione settimanale, anche se ridotta, ho paura di non riuscire a metabolizzare, rielaborare, digerire... è che invecchio, e divento lento, leeento, leeeeeento..." (Marcello 2)
- "In generale credo che spedire versioni leggere ad intervalli ristretti, inevitabilmente, anche se uno si registra per riceverlo, farebbe confondere Giap con le migliaia di mail di vario genere che tutti ricevono regolarmente. Sarebbe meno individuabile ed identificabile...se ti arriva ogni due giorni smetti di aspettarlo; se le mail si accumulano smetti di leggerle o, quantomeno, qualcuna la salti: se oggi non ho tempo e domani neanche e ogni due giorni mi arriva un aggiornamento qualcuno, magari anche inavvertitamente, lo salterò. Inoltre secondo me in versione light correrebbe il serio rischio di diventare semplice strumento di marketing con il quale informate i lettori e li interessate a discorsi che a voi interessano, ora invece Giap non è (solo) questo." (Michele)
- "Ricevo, stampo, porto a casa e ci dedico un dopocena bello gioioso." (Gianluca)
- "Per minor probabilità di cestinatura involontaria nella sporta con le varie pomate rinvigorenti, ecc. consiglio meno e più toste." (Andrea 2)


Light


Sempre in ordine di ricezione, ecco invece i migliori argomenti a favore di numeri brevi e lettura rapida:
- "Mi è più facile trovare cinque minuti una volta a settimana piuttosto che venti minuti una volta al mese." (Roberto)
- "Quando guardo la casella di posta elettronica, molto spesso ho poco tempo (però la guardo più di una volta al giorno), quindi leggere due paginette invece che dieci mi risulta più facile e soddisfacente." (Sempro)
- "Lo leggo al lavoro e, pur non avendo nessun tipo di controllo in tal senso se non un senso del dovere che opera da peggior autocontrollo, un numero corposo per essere ben assimilato richiede del tempo. Sì, potrei lasciarlo lì, leggerlo un po' per volta, ma alla fine il tempo... se lo porta via." (Ruben)
- "Giap mi piace e vorrei riceverla più spesso, anche se più striminzita." (Mirella)
- "Se non riesco a divorarlo nel suo insieme (tutto e subito), il rischio di non farcela a riprendere la lettura." (Simona)
- "Leggere a video è una tale fatica che diluirla mi è assai comodo, ma quando accantono qualcosa finisce che il più delle volte cade nell'oblio, così se lo sforzo di frammentarmi la lettura lo fate voi..." (Walter)
- "Ora che sto per espatriare, mi conforterebbe l'idea di ricevere settimanalmente una vostra scheggia." (Tati)
- "Già faccio fatica a leggere riviste e giornali, figuriamoci spalmare su piu' giorni la lettura di giap. Per me, aumentando la densita', diminuisce l'assorbimento." (Tommaso)
- "Meglio un Giap leggero alla settimana, che rende rapidi i nostri movimenti, piuttosto che uno zaino da 20 chili al mese. Nella jungla bisogna viaggiare leggeri e cambiare spesso libri." (Luca 1)


Altre opzioni

Alcune riflessioni di iscritti "equidistanti":
- "Perchè regolare troppo la newsletter? dovrebbe poter essere modulata a seconda delle esigenze... Seguire le onde..." (Roberta)
- "La cosa migliore sarebbe un sistema ibrido di Giap corposi a cadenza più o meno mensile intervallati da dei quasi-giap in cui ci informate di uscite ed iniziative (ho scoperto del gioco di ruolo a Perugia leggendo la vostra intervista con HJ3...)" (Paolo)
- "Io preferisco numeri meno ricchi di ipertesto, il testo può essere pure un centinaio di pagine (semplicemente non lo finirò al cesso, come succedeva con i numeri di un paio d'anni fa). Forse però vi è utile sapere anche che preferisco così perché sono otto ore al giorno davanti al pc, quindi so dove trovarvi in rete, voi e
tutti l'amici vostri... :-D Magari chi non ha contenitori appositi per la carta, o accesso alle stampanti, non la pensa come me." (Francesco 2)
- "Per me, l'importante delle newsletter é che il loro contenuto abbia un filo conduttore che viene riassunto nell'Oggetto della mail. Visto che l'archiviazione delle mail é facile, é bello poter risalire facilmente ai vostri pensieri in caso che si voglia approfondire un dato argomento. La giap di oggi potrebbe interessarmi magari solo fra qualche mese." (Luca 2)
- "Via di mezzo? Giap-mediometraggio? Uno-due scritti sostanziosi + informazioni brevi?" (V.)
- "La newsletter a volte è effettivamente un po' densa, magari aumentando il numero di uscite si potrebbe snellirla un po' senza sacrificare i contenuti, ma penso anche che se ci state coi tempi possiate farlo senza 'deciderlo a tavolino', semplicemente questo mese vi viene così e via! Non so se mi spiego bene [la mia maestra elementare diceva sempre 'non so se mi sono capito', che fa il paio col tipo che intercalava con 'mi correggo', invece che con 'mi spiego'." (Fabrizio)
- "Io preferisco la versione 'cicciotta' di Giap, da leggere con calma. A patto che, quando ci sia qualcosa di tempestivo da comunicare, non vi facciate scrupoli a lanciare il messaggio - come per ora, del resto, è sempre accaduto." (Andrea 3)


Punti fermi e conclusioni

1. I link. Se il numero è lungo e denso, non dobbiamo esagerare coi collegamenti ipertestuali, perchè la maggior parte degli iscritti stampa e legge su carta. E' frustrante cominciare a leggere un testo su carta, poi vedere che prosegue su web e tocca tornare al computer per cliccare sul link, soprattutto se stai leggendo seduto sul water. La scelta dei link l'avevamo fatta proprio per non appesantire i numeri (una roba come la mega-intervista a Jenkins non potevamo certo riproporla integrale nel corpo della mail), ma rischiamo di abusarne, dobbiamo capire come regolarci.
2. L'RSS come uovo di Colombo. Tra tutte quelle che ci hanno scritto, una sola persona ha fatto riferimento all'RSS, il che conferma quanto questo modo di distribuire e ricevere contenuti - forse il più comodo esistente - sia ancora poco conosciuto e utilizzato. Eppure sarebbe l'ideale, per chi ha poco tempo e vorrebbe da noi aggiornamenti più frequenti e meno corposi: ogni volta che aggiungiamo qualcosa al sito o a Carmilla, lo segnaliamo via RSS, e magari mancano ancora due settimane al prossimo numero di Giap.
Che cos'è l'RSS? E' una tecnologia che ti permette di ricevere, aggregare e vedere tutti insieme titoli e sommari dei nuovi post sui tuoi blog e siti preferiti, senza bisogno di visitarli direttamente. Queste segnalazioni puoi vederle su un'unica pagina web (se decidi di utilizzare aggregatori on line come Bloglines o Google Reader), nella finestra di un software ad hoc (se decidi di installare programmi come Feedreader) o direttamente nei segnalibri del browser (se usi Firefox basta cliccare sul quadratino arancione che compare a destra dell'indirizzo, poi le segnalazioni ti appariranno "a tendina" accanto al bookmark del sito). Ormai quasi ogni sito o blog ha un "feed" RSS (un nastro di telescrivente immateriale) a cui ci si può iscrivere. Con l'RSS si risparmia tempo e si è in grado di fare e leggere molte più cose.
Le istruzioni più semplici in assoluto sono quelle che fornisce Repubblica on line qui.
3. La carta. Sul luogo di lavoro la fornitura non dipende da voi, ma se vi stampate la newsletter a casa, perché non comprare risme di carta riciclata? Se non le trovi in cartoleria, puoi trovarle e ordinarle in rete (cerca su Google "risme carta riciclata a4").
4. La partecipazione. Il calore che circonda questa newsletter - e il progetto di cui è espressione - è senz'altro la cosa più importante. Faremo di tutto, di tutto, per non deluderti. Ci galvanizza l'idea che, seduta sulla tazza del cesso, la gente pensi a noi :-)


ROBERTO SAVIANO E "ROBERTO SAVIANO"

Clicca per ordinare GomorraDiverse persone ci hanno scritto e chiesto di trasmettere la loro solidarietà a Roberto Saviano, per le minacce e le pressioni subite, per gli eventi che hanno impresso una nuova direzione alla sua vita. Alcuni ci hanno chiesto di diffondere appelli, mandare comunicati di solidarietà, dedicare a Saviano un numero di Giap.
In realtà nei giorni scorsi, seguendo la vicenda e il modo in cui i media la riportavano, noi - e non soltanto noi, ma anche singoli e gruppi più vicini a Saviano - abbiamo maturato una posizione particolare, fortemente solidale ma eterodossa rispetto al culto ufficiale della solidarietà. WM1 e WM3 l'hanno espressa in alcuni commenti sul blog Lipperatura, altri le hanno articolate in testi meno estemporanei o in mail private. Qui riproponiamo alcuni frammenti di discussione, e in calce segnaliamo alcuni interventi più coesi e ponderati.

FRAMMENTO 1, WM1 su Lipperatura, 14/10/06, h.21:09:
Quando ho letto l'articolo de "L'Espresso", mi è corso un brivido lungo la schiena. Quando ho visto il disgraziato servizio del TG1, ho provato terrore.
Perché? Perché ritengo che ogni ulteriore "spettacolarizzazione" di Saviano come personaggio sia pericolosissima.
Ho già detto come la penso: la cosa non sarebbe dovuta uscire in questo modo, perché il clamore fa più male che bene.
Più si puntano i riflettori e si indica Saviano come candidato al martirio, più aumenta il rischio [...] in questi casi "la solidarietà dell'opinione pubblica democratica" non è un deterrente, viene espressa su un livello non comunicante con la cultura di strada che Gomorra descrive. Questa cultura è impermeabile ad appelli, petizioni e cose del genere, mentre è molto suscettibile alle sfide. Saviano che viene intervistato per strada al TG1 è una sfida. Le cose possono andare fuori controllo in qualunque momento, e spero di essermi fatto capire: rileggiamo le parti di Gomorra sulla normalità della morte e gli occhi vuoti dei ragazzi di Sistema.
Per questo, vedo il rischio che le buone intenzioni lastrichino la via dell'irreparabile, si traducano in un "Saviano muori per noi", e qualcuno si muova - dal basso - per esaudire questo desiderio.
Credo che, mai come in questo momento, sia imprescindibile porre l'opera dinnanzi all'autore. Credo che sia - letteralmente - vitale spostare l'attenzione dal personaggio al libro.

FRAMMENTO 2, WM1 su Lipperatura, 16/10/06, h.17.14
Il problema è che si continua a non parlare di camorra, di quel che Gomorra descrive, di chi ancora si oppone a quei poteri. Si parla troppo di Roberto Saviano (anzi: di "Roberto Saviano"). Non capendo (ma per fortuna qualcuno che lo capisce c'è) che il modo migliore per tutelare il Saviano reale e in carne-ed-ossa (e non la sua statua in cera prematuramente esposta al museo dei Grandi Autori) sarebbe far vedere che lui non è solo su quel territorio, che non c'è soltanto lui.
La lettura di Gomorra dovrebbe spronare ad andare oltre, a interessarsi di quel che succede in quel mondo, a leggere (per fare un nome) "La voce della Campania", a fare il possibile per diffondere certe voci.
Sottolineare le peculiarità di Gomorra è stato importante, ma adesso bisognerebbe porre l'accento su quel che Gomorra ha in comune con tutto quello che si muove, con fatica, in situazioni difficilissime.
Che almeno i problemi di Saviano siano lo stimolo a conoscere, ad approfondire, a essere coinvolti.
Liberare Roberto Saviano da "Roberto Saviano". Desavianizzare Gomorra.

[N.d.WM1: il verbo "desavianizzare" è apparso per la prima volta in uno scambio di mail tra gli animatori del blog Nazione Indiana. L'espressione utilizzata era "desavianizziamo Saviano". Mi è parso che il concetto si potesse esprimete meglio cambiando l'oggetto, perché l'azione deve avvenire sul libro.]

FRAMMENTO 3, WM1 su Lipperatura, 16/10/06, h.21.45
Sul servizio del TG1 dell'altro giorno. Bisognava vederlo, per capire cosa intende dire chi ne è rimasto turbato (e il commento di Saverio Fattori nel thread di ieri mi ha confermato che non aveva turbato solo me).
Le riprese erano all'aperto e autore e giornalista sembravano andare a passeggio per le vie l'uno accanto all'altra, quasi a cazzeggio. Immagine molto stridente con le parole che venivano dette: di solito i servizi su uno che rischia la vita si girano al chiuso, o comunque con maggiore attenzione ai messaggi che possono dare i corpi e i visi.
Il montaggio delle frasi di Roberto era approssimativo, non c'era alcuna coerenza del messaggio, non si capiva se la volontà era amplificare o minimizzare. [In questo rifletteva la comprensibilissima confusione di Roberto stesso, e vorrei vedere chiunque al posto suo.]
Il tutto dava un'impressione desolante e al tempo stesso spaventosa. Roberto appariva solo come un cane di strada e, soprattutto, appariva *allo scoperto* (mancava soltanto la famosa maglietta punk "Please kill me").
La giornalista, invece, appariva non troppo partecipe, quasi "spensierata".
Insomma, era una cosa all'incrocio tra lo scegliere il voyeurismo morboso ("Venghino a guardare il minacciato di morte!"), la sfida ai clan ("Visto? Gira per strada come niente fosse!") e il prendere sottogamba la situazione ("In fondo cos'è successo? Siamo qui a passeggiare").
Non dico mica che fosse intenzionale, è un problema di sintassi del mezzo televisivo.
Sui giorni a venire. Io credo esistano tanti mondi nella vastissima "terra di mezzo" tra anonimato e spettacolarizzazione dell'autore, tra invisibilità e culto della personalità, e all'interno di ciascuno di questi mondi vi sia spazio per mille strategie comunicative, e all'interno di ciascuna di queste strategie vi sia spazio per mille tattiche. Non si può pretendere né che di queste cose si faccia carico Roberto, né tantomeno che le uove strapazzate possano tornare crude e rientrare in un guscio nuovamente integro.
Ma almeno evitiamo l'evitabile, cerchiamo di non diffondere ulteriormente il virus concettuale, il "meme" di Roberto-Saviano-nostro-candidato-al-martirio. E attenzione, è un meme che precede queste minacce, era già in circolazione da tempo, solo che gli ultimi eventi hanno ulteriormente abbassato le difese immunitarie del discorso pubblico.

Testi meno estemporanei sulla "desavianizzazione":
Marco Alderano Rovelli, "Una modesta proposta"
(in apparenza non c'entra, ma c'entra: Rovelli è autore di un libro sui CPT che si chiama Lager italiani, BUR Rizzoli, 2006. Consigliamo di leggerlo)
Nicolò La Rocca, "Ritorno a Gomorra"
Paolo S., riflessione spedita a Lipperatura

L'ASTA SU EBAY PER SOSTENERE CHI SI SBATTE

Clicca per andare all'inserzioneCome ricorderai, stiamo mettendo all'asta su eBay dieci copie di un libro molto raro, "Luther Blissett. L'impossibilità di possedere la creatura una e multipla", di Gilberto Centi, Synergon 1995. Il 50% delle entrate lo doneremo al Comitato Piazza Carlo Giuliani e al Supporto Legale per Genova. Il 10% della nostra metà lo devolveremo a Carmilla per spese di server e uscite varie.
Beh, meglio di così non poteva partire, grazie a tutti quelli che stanno partecipando!
Qui diamo le informazioni-base, poi su Carmilla c'è un pezzo più lungo, questo.
Tre giorni fa abbiamo versato i primi 350 euro sul conto corrente del Comitato Piazza Carlo Giuliani.
Questo grazie al fatto che, soltanto con le prime tre copie vendute, abbiamo ricavato 687 euro, che diviso due fa 343,5. Il resto lo abbiamo aggiunto per fare cifra tonda.
L'asta continua, adesso è on line un'inserzione che scadrà alle 13 di giovedì, eccola.
Per rintracciare le prossime inserzioni, è sufficiente visitare la homepage del nostro sito e cliccare sulla copertina del libro, oppure mettere nei segnalibri la pagina di Carmilla linkata qui sopra, oppure mettere nel tuo aggregatore l'apposito feed RSS, che trovi sempre nella nostra homepage, in basso a sinistra.



THE DISNEY TRAP

Monica Mazzitelli, capo-infermiera del manicomo de iQuindici, ha realizzato (e presentato a un convegno a Stoccolma) un gran bel video sugli inghippi del copyright. A parlare (anzi, a chattare on line) è Molly Bloom, il personaggio joyciano. Il tizio che chatta con lei è un grandissimo. Undici minuti e mezzo, in inglese, sottotitolato in italiano, qui:
http://youtube.com/watch?v=MqySp7Nq5j0
NOTA. Ricordiamo che tutti i video che carichiamo sono visibili in un unico colpo d'occhio qui.




YO YO MUNDI, "TEMA DI 54"

Altro video caricato su YouTube (finché Google non deciderà di imbottirlo di spot e pubblicità, resta l'ambiente più divertente dove vedere e commentare video: sembra la Piazza Maggiore dei tempi d'oro, piena di vocianti capannelli): Ivano Antonazzo detto "Ant" è un collaboratore storico degli Yo Yo Mundi. In particolare, è l'autore dei video proiettati alle spalle della band durante gli spettacoli. Questo è il video finale di "54", la sintesi in immagini del lavoro fatto intorno al progetto (da noi, da Stefano Tassinari che ebbe l'idea, da Dario Berveglieri che scovò le vecchie foto, dalla band, da Antonazzo medesimo). Qui:
http://www.youtube.com/watch?v=SHEvLLl9Beg



The Disney Trap: How Copyright Steals Our Stories
(11'32", Italy 2006)

Yo Yo Mundi - Tema di 54
(03'26", Italy 2006)