Giap #4, Va serie - Guerra agli umani - 3 marzo 2004

1 - Vinta la battaglia della carta. Guerra agli umani, in libreria dal 6 aprile
2 - Speciale "Guerra agli umani"
3 - Biblioteche fuorilegge - di Wu Ming 2
4 - Per Dario Berveglieri - on line la galleria di immagini 54
5 - Cesare Battisti in libertà provvisoria
6 - Q negli Stati Uniti e gli "anacronismi" - di Wu Ming 1
7 - "La potenza di Eymerich": aggiornamento
8 - Citazioni di fronte al pericolo - a cura di Wu Ming 1

 

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"Noi editori consumiamo una grande quantità di carta. Possiamo fare una grande differenza, lavorando coi nostri fornitori per sviluppare carta dall'impatto ambientale il più basso possibile."
Allan MacDougall, Presidente della Raincoast Books, Canada.

Abbiamo vinto la battaglia della carta.
Il primo romanzo solista di Wu Ming 2 uscirà il 6 aprile, stampato su carta CyclusOffset della cartiera danese Dalum Papir A/S, riciclata al 100% e sbiancata senza cloro. Potenza del ju-jitsu, siamo tornati alla prima proposta di titolo, Guerra agli umani. La collana sarà Einaudi Stile Libero Big, il prezzo di copertina 14 euro.
Tra tutti gli scrittori che mesi fa firmarono l'Appello per le foreste siamo i primi a ottenere il risultato, per vari motivi:
1) siamo persone amabili ma siamo anche dei gran spaccamaroni;
2) il nostro nuovo romanzo usciva prima dei nuovi romanzi degli altri;
3) gli altri autori Einaudi si sono mossi per appoggiarci, perché la vittoria di uno è la vittoria di tutti;
4) il Programma Foreste di Greenpeace si è mosso per appoggiarci;
5) dentro la casa editrice abbiamo trovato, nei punti-chiave, persone sensibili al problema.
Ringraziamo di nuovo la direzione della collana Stile Libero, Angela Tranfo e l'Ufficio tecnico Einaudi.
In pratica abbiamo fatto la "risultante". Per dirla col grande Antonio Pennacchi subito dopo il G8 di Genova:
"Davanti ci si mette in due o tre al massimo e tutti gli altri dietro, a testuggine, come il pacchetto di mischia nel rugby. Quelli davanti non debbono fare niente, nemmeno la faccia truce, anzi, debbono pure fare la faccia mite, del tipo: 'Che c'entro io? Sono quelli di dietro', tante volte quello abboccasse. Al massimo tiri calci da sotto. Fanno tutto quelli dietro. Spingono. La spinta di ognuno si aggiunge a quella degli altri. Magari, da dietro, l'ultimo si crede che non sta facendo niente, tiene solo la mano sopra la spalla di quello che sta davanti. Ma una mano lava l'altra. E tutte insieme, davanti, diventano una spinta colossale: butti giù i muri, butti giù le case. Lo spiegano pure in fisica: è una 'risultante' ".
Noi abbiamo tirato calci da sotto, e abbiamo pure fatto la faccia mite (o almeno non troppo truce). I vari Ammaniti, De Cataldo, De Michele e tutti gli altri hanno spinto. La prossima volta, i ruoli saranno invertiti.
Bisogna ancora combattere, da una casa editrice all'altra, da un'uscita stagionale all'altra, di ufficio tecnico in ufficio tecnico, perché - per quanto assurdo possa sembrare - in Italia la maggiore disinformazione e arretratezza di vedute è diffusa tra gli addetti ai lavori (dagli editori ai tipografi). L'idea di carta riciclata che alberga in molte teste è vecchia di vent'anni, si crede ancora che sia per forza di qualità inferiore (falso), che sia ottenuta con procedimenti "più inquinanti degli altri" (falso) e altre fesserie. Intanto, ogni minuto che passa si porta via ettari ed ettari di foreste primarie, con danni irreparabili al clima, alla biodiversità e alla qualità dell'aria che respiriamo.
Per dirla sempre con Pennacchi, occorre trovare il "punto di facile cedimento". Noi crediamo di averlo individuato: devono farsi sentire i lettori, in massa.
Devono essere i lettori a fare il pacchetto di mischia, a tenere le mani sulle spalle degli scrittori, i quali potranno dire: "Mica sono io, sono quelli di dietro!".
I lettori, ogni volta che vedono l'indirizzo web di un editore, devono usarlo per scrivergli: "Come la mettiamo con 'sta storia della carta?", e se vogliono possono snocciolare dati, citare i precedenti in Italia e all'estero ("Come mai l'Einaudi lo sta facendo e voialtri no?") etc. Spaccare i maroni semper. Scrivere petizioni, telefonare agli editori che parlano in diretta alla radio, intervenire alle presentazioni pubbliche.
E' l'ecoterrorismo dal volto umano.
Anzi, dalla faccia mite (ma tira calci da sotto).


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A parte la carta su cui è stampato, è tempo di cominciare a parlarvi di Guerra agli umani anche e soprattutto per quello che c'è scritto sopra.
Sul sito c'è già una sezione speciale con diversi materiali. Come sempre, la sezione si arricchirà dopo l'uscita, l'aggiorneremo con la rassegna stampa, i commenti dei lettori, testi e link correlati etc.
Al momento ci trovate: uno scritto di WM2 sul "making" del libro, l'elenco dei personaggi in ordine di apparizione, e QUATTRO CAPITOLI IN ANTEPRIMA (oltre alla copertina scaricabile a una definizione passabilmente alta).

http://www.wumingfoundation.com/italiano/guerra_agli_umani/sezione_gau.html


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Sabato 20 febbraio, WM1 e WM2 sono intervenuti alla giornata di mobilitazione contro il prestito bibliotecario a pagamento, organizzata dalla biblioteca comunale di Cologno Monzese (Mi). Su questo tema c'è una grossa mobilitazione, on line ci sono appelli e petizioni da firmare. Il sito di riferimento è: http://www.nopago.org
Infaticabile, WM2 ha scritto un pezzo intitolato "Biblioteche fuorilegge", illustrato nel modo che vedrete:

http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/biblioteche_wm2.html


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L'avevamo detto, l'abbiamo fatto. Ecco la galleria delle immagini che Dario Berveglieri (peace be unto him) aveva scelto e trattato per la lettura scenica di "54".

http://www.wumingfoundation.com/italiano/54/galleria54/galleria_dario.html


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Alle 14.00 del 3 marzo 2003 il Tribunale di Parigi ha accolto l'istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati di Cesare Battisti.
Cesare è a piede libero, in attesa della decisione sull'estradizione, che verrà presa agli inizi di aprile.
In queste tre settimane la mobilitazione in Francia a sostegno di Cesare è stata massiccia, e ha colto alla sprovvista i nostri media, che hanno reagito con irritazione, tipo: "Son cazzi nostri come trattiamo i terroristi!". Alla faccia dell'UE, dell'europeismo, della Convenzione Europea e della Corte di Strasburgo.
Detta come va detta, i giornali italiani hanno scritto quasi solo fregnacce e falsità. Sulla vicenda giudiziaria e umana di Cesare - tanto a destra quanto a "sinistra" - sono state date informazioni grossolane, inesatte, diffamatorie. Nessun cenno a come fu condotta l'istruttoria del delitto Torregiani, alla concomitanza temporale degli omicidi Torregiani e Sabbadin, al ruolo dei "pentiti", alla prassi italica in materia di contumacia.
Inoltre: Cesare è stato unanimemente descritto come "il leader dei Proletari Armati per il Comunismo", cosa non vera, ma è necessario ingigantire il suo ruolo per poter presentare la sua estradizione come una "brillante operazione" e un "grande successo" del governo. Di questo passo, tra qualche tempo si arriverà a definirlo "il "Bin Laden italiano". Qualcuno dirà di averlo visto ieri a Qarbalah subito prima della strage. Come dite? Era in prigione a Parigi? Ma non lo sapete che Cesare Battisti è ubiquo?
Infine: carriolate di volgarità sul suo esilio presuntamente "dorato" (come se fare il portinaio di uno stabile, e arrotondare scrivendo romanzi, potesse essere considerato nuotare nell'oro!) e sui "pranzi a base di ostriche all'ombra della Torre Eiffel" (evidentemente questa gente ha un'immagine della Francia presa dalla collezione Harmony). Vergognoso.
Vanno poi fatte notare alcune "sviste" che ai più maliziosi sono sembrate messaggi in codice: l'11 febbraio scorso "Il Giornale" pubblicava una foto del Battisti giovane, sul banco degl imputati di un qualche processo, e la didascalia lo identificava come "Valerio Evangelisti".
Per cercare di riportare i fatti nel loro contesto storico, alcune persone stanno preparando un dossier, in cui si ripercorrono le tappe dell'istruttoria Torregiani, del processo e della condanna definitiva in contumacia (contraria alla Convenzione Europea dei diritti umani).
Come sempre, su questo sito: http://www.carmillaonline.com troverete tutti i materiali sulla campagna per Cesare, e resoconti della mobilitazione aggiornati ogni dì.
Chi legge il tedesco può anche dare un'occhiata all'intervista rilasciata da WM1 alla rivista berlinese "Jungle World":
http://www.jungle-world.com/seiten/2004/10/2695.php

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Alla buon'ora, Q sta per uscire negli Stati Uniti.
Quivi, gran parte della promozione di un libro dipende dai tiramenti di chiappa di una casta parassitaria di "mediatori", vale a dire le agenzie che ricevono dagli editori le bozze rilegate e forniscono pre-recensioni ai vari Amazon, Barnes & Noble, Borders etc.
Nella maggior parte dei casi, costoro sfogliano svogliatamente e, in cinque minuti cinque, buttano giù qualche striminzita riga (apologetica o stroncatoria a seconda di come ci si è alzati la mattina), che poi finirà sul web a orientare le scelte dei lettori.
Non si capisce perché dei non-lettori stipendiati debbano avere la possibilità di influenzare l'opinione di lettori forti disposti a spendere di tasca propria.
Per dare un'idea della superficialità, chi visitasse le pagine di Amazon e di Barnes & Noble dedicate a Q, s'imbatterebbe in una "recensione" di Publishers' Weekly in cui il protagonista del romanzo viene chiamato "Gustav Metzger" (nome temporaneamente adottato a pag. 25, tanto per far capire quant'è andato avanti il tizio nella lettura) e ci si lamenta del linguaggio "anacronistico". In che senso? Nel senso che ci sono le parolacce! Stessa critica nella recensione di Kirkus Reviews.
A noialtri questa storia del linguaggio "anacronistico" ci ha un po' traforato i cosiddetti. Quattro anni fa WM1 rispose a simili critiche col pezzo "Fili de le pute traite!". Oggi ha ripreso quel pezzo, l'ha riveduto, ampliato, praticamente riscritto, fino a ottenere una breve dissertazione in inglese, destinata al mercato anglosassone:

http://www.wumingfoundation.com/english/giap/giapdigest25.html


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E' partito bene il progetto narrativo "La potenza di Eymerich", a cura del collettivo Kai Zen, con la collaborazione di Wu Ming 5 e la supervisione di Valerio Evangelisti. E' on line il secondo capitolo, lo trovate qui: http://www.xaiel.it/scripta


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Citazioni di fronte al pericolo (a cura di Wu Ming 1)
Contro una dicotomia imposta dall'alto. Dedicato a chi in questi giorni viene processato per essersi difeso.


"Credo che nel caso in cui l'unica scelta possibile fosse quella tra la codardia e la violenza, io consiglierei la violenza. Ad esempio quando mio figlio maggiore mi chiese quello che avrebbe dovuto fare se fosse stato presente quando nel 1908 fui aggredito e quasi ucciso, se avrebbe dovuto fuggire e vedermi uccidere oppure usare la sua forza fisica, come avrebbe potuto e voluto, e difendermi, io gli risposi che sarebbe stato suo diritto difendermi anche facendo ricorso alla violenza. In base a questo stesso principio ho partecipato alla guerra contro i boeri, alla cosiddetta ribellione degli zulù e all'ultima guerra. E sempre per questo stesso principio mi sono dichiarato favorevole all'addestramento militare di coloro che credono nel metodo della violenza. Preferirei che l'India ricorresse alle armi per difendere il suo onore piuttosto che, in modo codardo, divenisse o rimanesse testimone impotente del proprio disonore.
Tuttavia sono convinto che la non-violenza è infinitamente superiore alla violenza, che il perdono è cosa più virile della punizione. La clemenza nobilita il soldato. Ma si ha vera clemenza soltanto quando esiste il potere di punire; essa è priva di senso quando proviene da una creatura impotente.
E' difficile che un topo perdoni un gatto mentre viene fatto a pezzi da questo."

M.T.Ghandi, Teoria e pratica della non violenza, Einaudi, Torino, 1973, pp.18-19

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"La violenza non può mai essere lecita nel senso che io intendo, ossia non rispetto alla legge fatta dall'uomo ma rispetto alla legge fatta dalla natura per l'uomo. Tuttavia, sebbene la violenza non sia lecita, quando viene usata per autodifesa o a protezione degli indifesi essa è un atto di coraggio, di gran lunga migliore della codarda sottomissione. Quest'ultima non reca beneficio a nessun uomo e nessuna donna. Nella violenza esistono molti gradi e varietà di coraggio. Ciascun uomo deve saperli giudicare da solo. Nessuno può farlo o ha il diritto di farlo al suo posto."

M.K. Gandhi, ibidem, pag.22

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Stokely Carmichael
(Kwame Ture, 1941-1998),
in una foto del 1964.

"Parlando di non-violenza, cosa c'è da discutere? Non è negoziabile: noi siamo non-violenti, punto. Sì, ma cosa significa? Lo siamo sempre e comunque? La notte scorsa ero a casa del signor Steptoe. Quando è calata la notte, la famiglia ha tirato fuori i fucili. Mi hanno chiesto se ne volevo uno anch'io. Qual è la posizione dello Student Non-violent Coordinating Committee? Cosa dovevo fare? Cosa si aspetta l'organizzazione?
Conclusione: lo SNCC è ufficialmente non-violento. Quest'organizzazione non comprerà, conserverà né distribuirà armi. Ma una cosa è certa: non possiamo chiedere un disarmo unilaterale alla gente che vive sotto la minaccia del Ku Klux Klan. C'è qualcuno che vuole assumersi la responsabilità di chiedere alle persone di non difendersi? Non possiamo."

Stokely Carmichael (Kwame Ture), Ready For Revolution: The Life and Struggles of Stokely Carmichael, Scribner, New York 2003, p. 303

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"Il dr. King era causa dei miei peggiori mal di testa. Il Klan aveva giurato che non lo avrebbe fatto uscire vivo dal Mississippi. Avevo sentito che i suoi collaboratori non volevano che venisse. 'Lo SNCC non può proteggerti", gli dicevano. 'Lo SNCC ti farà ammazzare'. Quindi mi presi la responsabilità diretta della sua protezione nel Delta. Era una questione d'onore.
Arrivò con una scorta federale. Gli dissi: 'Dottor King, so che Lei è non-violento, ma non si preoccupi... Non c'è problema, la sua macchina sta in mezzo e voi potete essere non-violenti. Ma vede le macchine davanti e dietro? Quelli sono i nostri uomini, dr. King, e siamo pronti a tutto'. Non ebbe nulla da ridire. Gli restammo vicini per tutto il tempo. Per arrivare a lui dovevano passare su molti cadaveri, e lo avrebbero fatto a caro prezzo. Il dottor King fu tranquillo, parlò della necessità di costruire il partito e se ne andò senza incidenti. Del Klan nemmeno l'ombra. E' una cosa di cui vado ancora orgoglioso".

Stokely Carmichael (Kwame Ture), ibidem, p. 395

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"La Southern Christian Leadership Conference era decisamente non-violenta, e Martin era personalmente e spiritualmente devoto alla non-violenza. Ma faceva una distinzione pratica ed etica tra l'autodifesa, cioè una violenza difensiva, e la rappresaglia. La sua linea era che non si può biasimare un uomo per aver difeso la propria vita, la propria casa, la propria famiglia. Diceva spesso che lui non sarebbe mai ricorso alla violenza, nemmeno per salvarsi la vita, ma non avrebbe mai e poi mai richiesto che altri si comportassero allo stesso modo. Era un impegno con Dio nell'intimità della propria coscienza, ciascuno doveva farci i conti da solo. Vedeva i Deacons [for Self-Defense and Justice, organizzazione armata afroamericana in difesa degli attivisti dei diritti civili, N.d.R.] come una presenza difensiva, non a scopo di rappresaglia."

Andrew Young, collaboratore di Martin Luther King, ibidem, p. 497



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Non ho mai rivolto a Dio altro che una preghiera, molto breve: "Dio, rendi ridicoli i miei nemici". E Dio l'ha esaudita.
Voltaire, "Lettera a Damilaville"

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In data 3 marzo 2004, dopo la cancellazione di vari indirizzi "rimbalzerecci" (perché inattivi o mai controllati), Giap conta 4993 iscritt*