Indice di /Giap/ #31 - Stiff Little Fingers! - 6 marzo 2001

1. "Stiff Little Fingers!" - un nuovo simbolo dal & per il movimento
2. Integrazioni e modifiche al calendario delle presentazioni di AdG
3. Dibattito su Vitaliano Ravagli, la violenza, etc. - Gli ultimi fuochi
4. ...and Then We Take Paris: e' passato il no-copyright!
 
 

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Trieste, 3 marzo 2001


"Il mignolo, il dito piu' debole della mano, rappresenta noi stessi: da soli siamo deboli,
ma non abbiamo paura di mostrarci  e mettere in gioco i nostri corpi perche' sappiamo
di essere parte del pugno, che e' una moltitudine..."
(Cantieri Aperti, Trieste, 5 marzo 2001)

Centinaia di persone mostrano pugno chiuso e mignolo alzato ai cordoni di polizia e carabinieri, il 3 marzo a Trieste (in 4000 contro la farsa del G8 sull'ambiente: "Otto grandi non valgono una moltitudine") e 24 ore piu' tardi a Gorizia/Nova Gorica, contro Schengen e le frontiere ("Siamo tutti clandestini").
Sbirri s'innervosiscono. La Digos, perplessa, chiede ai portavoce: "Ma cos'e'? Che significa?".
Dal camion del sound system, una delle possibili spiegazioni.
E' contagio festoso, "Stiff Little Fingers" (come il glorioso gruppo street punk).
A ridosso dell'alta recinzione che divide Italia e Slovenia, due cortei si congiungono senza potersi toccare. Dalla parte italiana, corpi s'arrampicano sui cellulari degli sbirri, ci saltano e ballano sopra, anfibi graffiano e ammaccano lamiere. Si mostra il mignolo a chi sta dall'altra parte, che sorride e si lascia infettare. Pochi minuti, e dal corteo sloveno s'alza un bastone, infilato nel mignolo di un guanto nero.
Tutti alzano quel dito.
Il giorno dopo, *La Stampa* immortala il nuovo gesto. Seconda pagina, tuta bianca fotografata di spalle, schieramento di sbirri, mignolo come gesto di sfida.
Flashback. Trieste, le tute bianche stanno per partire. Un compagno ha il mignolo sinistro fratturato e steccato. Fa il pugno chiuso e qualcuno scherza, "Cos'e', te l'hanno rotto gli sbirri?". Parte come una presa per il culo, diventa gioco di massa, sfida al monopolio statale della violenza armata, tipo: "Dai, rompetelo anche a noi!".
Che ci vuole a rompere un mignolo? Basta afferrarlo. Mignoli a poche decine di centimetri dai tutori dell'ordine, sguardi stolidi, divise blu, gli stessi manganelli rovesciati che ieri a Brescia hanno gonfiato facce, aperto teste... Siamo qui per metterci a repentaglio. Siamo quel corpo che vorreste, potreste ma forse oggi non potrete massacrare.
Sempre piu' convinti, in alto i mignoli. Fotoreporters si incuriosiscono, ogni nostro gesto, anche minimo, puo' assumere valenza e potenza simbolica.
Spiegazione nasce spontanea: siamo mignolo *e* pugno. Mignolo fa parte di pugno. Siamo singoli e moltitudine. Moltitudine non e' solo massa.
L'indomani, e' consacrazione. Saluto che spiazza, confonde, rallegra. Lo si usa ironicamente: una tuta bianca perde il ritmo, si distrae, rimane qualche metro indietro, dal cordone gli/le si grida: "Oh!", e si mostra il mignolo, come per dire: "Poco cazzeggiare!", ma poi ti scappa da ridere. E' tornato uno scherzo. Ma e' lo scherzo di chi fa sul serio.
Stiff Little Fingers. 

wmy & wml
 
 

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[Per il calendario delle date primaverili cfr. /Giap/#29]

14 marzo 2001, ore 20.30 - FORLI'
Cena + presentazione (lit.35.000 libro incluso)
presso L'Ocantina, via Torelli 3 (Palazzo Guarini)
per prenotarsi: 0543/30411

23 marzo 2001, ore 15.30 - PERUGIA
aula 6 della Facoltà di Scienze Politiche
via Pascoli
Info: <luca_ceccarelli@katamail.com>
 

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[Sbancor:]
<<eh no, non mi sfidate sul nihilismo e la violenza. Sbancor ha fatto e vissuto molte cose, di alcune si vergogna, di altre meno. Sappiate però che sparare non da emozione, se non quelle della mira. giusta o sbagliata. quello importa. Io miravo alle gambe, perche mi sembrava esagerato ammazzare qualcuno negli scontri del '77. Esagerato e politicamente inutile. Non moralmente inaccettabile. La morale te la cavi di tasca con lo stesso gesto con cui impugni la pistola. E le vittime non ci sono. I bambini di Dresda e di Lipsia erano vittime? e quelli di Hiroshima? e i piccoli ebrei delle stragi del '48? No bellini. Nel XX secolo non ci sono vittime.il concetto di vittima presuppone un concetto di innocenza. Nel tritacarne c'e' solo sfiga. I bambini di ieri saranno i mostri di domani.... Ci sono solo tre eserciti. Uno vuole affermare la propria "razza" e una civilta' di guerrrieri, un altro il sole dell'avvenire, che purtroppo, come dice giustamente Revelli e' il sole che illumina il lavoro salariato, l'epica del lavoro. Il terzo sole e' nero:  voleva un nuovo Impero nel segno del $ e ha vinto. Anche in Vietnam. Dove non mi risulta che il socialismo sia diverso da quello praticato a Taiwan....un po' piu' povero.

Fraternità.>>

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<<Ciao,

ho letto con interesse le opinioni di chi ha letto AdG. Devo dire di essere d'accordo a grandi linee con R.G. quando parla di un certo modo di essere "sinistra", diffuso in molti ambienti. Esempio tipico l'universita', dove la presenza di Comunione e Liberazione ammorba l'atmosfera politica da anni, e cercare di fare un discorso serio a una matricola e' come scopare il mare. A proposito degli zapatisti, sono un po' critico nei confronti di quelli della mia citta', e faro' degli esempi piu' avanti.
Per il Chiapas: si puo' solo stare dalla loro parte, per quanto mi riguarda. E chi dice "io sto con loro, però sono contrario alla violenza, pero' sono contrario alle armi, pero' sono democratico, pero' devo ricaricare la scheda omnitel", mi fa schifo e ribrezzo e per quanto mi riguarda mi riservo il diritto ad essere antidemocratico nei suoi confronti. Questo e' quanto. L'errore piu' grave, a mio avviso, e' quello di giudicare esperienze "aliene" con schemi mentali nostrani, fare i democratici all'italiana e' molto semplice, perche' molti di noi (mi ci metto per primo) non dico che non sappiano cosa sia la lotta armata, la sopraffazione, la negazione dei diritti universalmente riconosciuti, l'impossibilita' di vivere degnamente, ma forse non sanno nemmeno cosa sia  una boscaglia, per dire, o un mondo senza comodita' che noi diamo per scontate. Io non so nemmeno come sia fatto un mitra, e preferirei non saperlo, ma non posso avere la presunzione etnocentrica e filoimperialista di dire "chi usa le armi sbaglia comunque" e che "la violenza e' comunque sbagliata".
Spieghino, costoro, se l'uccisione di un soldato in guerra da parte degli oppressi puo' essere paragonata all'uccisione di un civile da parte del militare oppressore. Naturalmente non ne sarebbero capaci.
Una parentesi su A.d.G. Il libro e' ottimo per riflettere, spingere in direzione di una ricerca anche "revisionista", naturalmente non nella direzione indicata da pseudo-studiosi tipo quelli di holywar.com, ma nella direzione di una "spiegazione" di quello che e' stata la resistenza, di cosa ne e' rimasto, di come e' stata ridotta. E anche di come le potenze imperialiste che hanno vinto la loro "guerra contro i totalitarismi" si siano poste nei confronti di altri popoli.
Zapata a Cagliari. Durante un collettivo ai tempi delle bombe in Serbia e Kossovo, il loro "leader" (del gruppo cagliaritano e basta, ovviamente) disse "non si puo' parlare di genocidio per quel che riguarda i kossovari perchè i morti sono meno di tremila". Per quella frase gli sarei saltato al collo, perche' ritengo che simili posizioni siano decisamente funzionali alla propaganda ufficiale. In generale le loro posizioni più filo-milosevic che contro-le-bombe mi stanno sulle palle, ma magari sbagliero' io. E comunque queste posizioni imbarazzanti sono popolari in ambito extraparlamentare. Pensate che quelli di SR (non so se da voi la piaga di Socialismo Rivoluzionario sia diffusa come da noi), nei giorni della presa del potere da parte di Kostunica, giravano apostrofandoci con frasi tipo: "Voi siete qui a volantinare mentre a Belgrado c'e' la rivoluzione". Inutile descrivervi le nostre risate.
In generale penso che l'attacco NATO in jugoslavia sia stato un ottimo "test", perdonate il cinismo, per saggiare la bonta' di alcuni gruppi e posizioni buone tra un sms e l'altro, con un occhio alla casa del Grande Fratello e la puntata di Friends che aspetta buona buona il suo turno.
Ciao e grazie per l'attenzione.

F.D.>>

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[Il Sofista Tirseno:]
<<Caro Wu Ming, chiedo la possibilita' di rispondere alla filippica sul nostro tempo di tale Saburo Sakai, apparsa su /Giap/#30ter.
Sono venuto a sapere che l'Italia, per limitarmi alla nostra realta', e' ormai completamente pacificata, che nessuno spara piu', che il problema più gravoso degli italiani sia il rimorchiare o no in chat. Come se non ci fossero i dati sulla criminalita', micro, macro, organizzata, scrausa, a smentire una tale stronzata. Per fortuna, pero', che 60 anni fa ci si ammazzava sul serio,  e che i dieci milioni di morti della seconda guerra gioiscono, dovunque essi siano, perche' potevano prendere in mano una pistola e ammazzare e essere ammazzati. Se il nostro caro Saburo Sakai ha tanta voglia di ammazzare fassisti, alla Ravagli, puo' andare in usa, comprarsi una pistola e fare fuori adolescenti all'uscita di una scuola, considerando un noto stato del mondo occidentale. E non mi mettero' a elencare tutte le guerre che ci sono in giro per il mondo, dove quei poveracci si divertono da matti a farsi fuori e morire di fame per comprarsi le beneamate pistole. Prima era "normale" uccidersi, ora invece c'e' solo qualche ragazzina pazza che con il ragazzo trivella di coltellate la madre e il fratellino. E' proprio una noia il nostro tempo! Non puoi ammazzare nessuno. Invece 60 anni fa gli piaceva pensare che ammazzarsi fosse un diversivo per passare il tempo, come se la speranza fosse l'uccidersi perpetuo. Interessante del nostro Saburo anche la "seconda affermazione", quella del si stava meglio una volta, qaundo si stava peggio. Mi ricordo "uno" che una volta se ne uscì con la favola della scomparsa delle lucciole... poi dovette ravvedersi, perche' c'erano ancora.
Credo che il senso della mia controlettera sia abbastanza chiaro, quindi non staro' qui a dilungarmi commentando tutte le singole affermazioni astruse del vostro corrispondente saburo. Chiedo solo un po' piu' di riflessione su quello che pubblicate, che molto spesso non vi date cura di commentare.
Caro Saburo, "... se non scansi la merda che ti soffoca il cervello."

Saluti revisionisti!

FCL>>

[wmy:]
Anche a te, un bel "no comment" non te lo leva proprio nessuno.
 

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<<Se e' comunemente accettato che i soldati italiani che combatterono e morirono in Russia, Grecia e Nordafrica, furono impotenti vittime dell' imperialismo fascista e della vanagloria sabauda, non vedo perché una considerazione simile non possa essere goduta anche dai soldati americani vittime dell' imperialismo a stelle e strisce, anche se uccisi materialmente dal piombo vietcong.
Che lo stesso ragazzo che si commuove al pensiero degli alpini assiderati sul fronte del Don, sorrida a quello di un marine agonizzante per i morsi dei serpenti nella giungla Laotiana, mi sembra molto incoerente. Se questo ragazzo avesse combattuto in uno dei due teatri di guerra lo potrei capire, altrimenti no.

Athanasios Kirillov>>

[Risposta di Wu Ming Yi:]
I paragoni non calzano.
A Cefalonia l'esercito regio si rifiuto' di obbedire ai tedeschi, per questo fu massacrato e per questo la popolazione locale aiuto' i superstiti e molti di questi ultimi si unirono alla resistenza.
L'Armir era un vaso di coccio scagliato contro tre grossi vasi di ferro: il generale Inverno; la nazione piu' grande del mondo; l'esercito piu' incazzato e disperato del mondo (l'Armata Rossa).
In entrambi i casi il discrimine e' l'8 settembre: anche molti soldati italiani che alle cazzate del Duce ci avevano creduto, si resero conto della situazione e si comportarono di conseguenza: ritirandosi od opponendosi - fisicamente & eticamente - alle imposizioni dell'ex-Alleato.
E' questo a condizionare il giudizio storico, e' la scelta, non la condizione di vittime ne' i patimenti. Molte vittime erano anche complici (il famoso "doppio vincolo"), e anche i tedeschi patirono, ma mica devo farmi carico io delle loro sofferenze. Difatti, non dovrebbe esserci comprensione alcuna per chi invece accetto' di farsi inquadrare nelle SS o nella Wermacht.
In Vietnam, invece, l'esercito americano era un immenso vaso di ferro che rotolava tritando persone e villaggi. Mille vasi di coccio formarono un gradino e lo fecero sbandare. E' assurdo biasimare chi si rallegra per questo evento.
Non c'e' stato nessun "8 settembre vietnamita", e nella giungla era impossibile la fraternizzazione col nemico. Pero' nelle storie della guerra d'Indocina (come dimostra la storia di Derino Zecchini narrata in AdG) ci sono diversi esempi di disertori occidentali portati in palmo di mano.
 

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We did it!
L'edizione francese di *Q* (cfr. /Giap/#30) uscira' con la seguente dicitura:

"Les auteurs et l'éditeur autorisent la reproduction, partielle ou totale, de l'oeuvre et sa diffusion par voie télématique, pour l'usage personnel des lecteurs et non dans un but commercial."

Gaudeamus igitur!
 
 

/Giap/subscribers 5 marzo 2001: 807