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Ventimiglia

#Ventimiglia in ogni città! La solidarietà senza confini è già opposizione alla guerra futura

Manifestazione alla frontiera italo-francese di Ventimiglia. Foto di Michele Lapini. Clicca per ingrandire.

Manifestazione alla frontiera italo-francese di Ventimiglia. Foto di Michele Lapini. Clicca per ingrandire.

[Dopo il racconto del primo mese al presidio di Ventimiglia, ecco un testo collettivo che aggiorna sulla situazione al confine con la Francia, allarga la prospettiva all’Europa intera ed evidenzia il rapporto tra le ondate di «emergenze profughi» e le nuove guerre che l’Occidente, Italia compresa, sta preparando. Su Giap ci occuperemo presto, in modo più approfondito, di una delle situazioni narrate qui sotto, quella romana del Baobab. Più avanti parleremo anche di quel che accade a Lampedusa, oltre e contro le descrizioni allarmistiche o pelose che vanno forte sui media mainstream. Buona lettura.]

Testo scritto da plv, in collaborazione con Martina Bernabai, pannychisviii, Rosa M.  Valerio Muscella e altre losche individualità che hanno preferito non essere citate.
Foto di Michele Lapini, Valerio Muscella, José Palazón e Francesco Pistilli.

«Molti crimini sono migliori di questa legalità.»
Luca Rastello, I buoni

1. Resistenza
2. Ventimiglia in ogni città
> Melilla
> Lesvos
> Passaggio tra i Balcani
> Ungheria
> Calais
> Lampedusa
> Parigi
> Roma
> Bologna
3. Guerra. E le sue retoriche

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«We Are Strong if You Are Here»: un mese di presidio a #Ventimiglia

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[Dalle scogliere sul confine nordorientale a quelle del confine nordoccidentale. Da Trieste a Ventimiglia, due storie di migrazione, fantasmi e razzismo. Ma in questo caso, anche di lotta e solidarietà. Buona lettura. WM]

Testo di plv, foto di Michele Lapini.

(Si ringraziano Diletta, Francesca, Gionna e Ste per la collaborazione.)

Questo post era inizialmente pensato per “bucare” l’informazione: dopo la massiccia presenza di mass media a documentare la situazione, nessuno si era più interessato a quanto stava avvenendo a Ventimiglia. Tuttavia, a un mese dall’inizio dal blocco della frontiera francese, i media sono tornati e gli articoli hanno cominciato a riapparire. Non c’è più quindi uno schermo da bucare, ma al più una controstoria da ricostruire, anche se non è facile: per quanto chi scrive possa impegnarsi, il colore della sua pelle rimane inesorabilmente bianco. Raccontare una controstoria può quindi valere fino a un certo punto anche se ci si proverà fino in fondo. Tuttavia, se un articolo ha senso, in questo momento, in questo blog, è soprattutto perché si possa riflettere sul “che fare” in una situazione che è del tutto fluida e in continua evoluzione. Se qualcuno quindi avesse idee, opinioni o altro, questa è un’occasione buona per esprimersi. Se invece qualcuno volesse sbraitare a caso sull’emergenza immigrazione, lo faccia solo dopo aver letto questo articolo. Prosegui la lettura ›