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Tomaso Montanari

Nascita della foibologia. Come una fantasia di complotto antipartigiana è divenuta verità di Stato

Tomaso Montanari

Tomaso Montanari

In questi giorni gli attacchi delle destre a Tomaso Montanari – che ha tutta la nostra solidarietà – hanno riportato in auge (per una volta fuori stagione, cioè lontani dal 10 febbraio ) la querelle sulle foibe. In rete molte persone hanno linkato le inchieste e ricerche apparse su Giap nel corso degli anni, soprattutto a opera del gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki.

A lungo siamo stati davvero in pochi a contrastare – sfidando l’assurda accusa di «negazionismo»* – la narrazione “foibologica”. Narrazione risalente alla propaganda dell’occupante nazista in Istria, poi ripresa e rifinita negli atelier del neofascismo postbellico e divenuta storia di Stato a metà degli anni Zero del XXI secolo, con l’istituzione del Giorno del Ricordo.

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Fuori dalle secche. Il teatrino politico-mediatico e l’autonomia della lotta #notav – di Wu Ming 1

Clicca sull’immagine per vedere e ascoltare la presentazione di Wu Ming 1 «Fuori dalle secche». Il video mostra l’intero incontro «La fabbrica del consenso», con tutta la sequenza di interventi – De Masi, Bertok, Pepino, WM1 e Montanari – per un totale di due ore e quarantasette minuti. Il link porta direttamente all’inizio dell’intervento di WM1, che dura una quarantina di minuti, ma ovviamente esortiamo a vedere anche gli altri, tutti molto puntuali e incisivi. L’intera giornata ha fornito una sintesi rara e preziosa su un contesto di mala informazione sistematica, pregiudizialmente a favore della grande opera e contro la lotta No Tav.

Non nascondiamocelo: il movimento No Tav ha passato un «brutto quarto d’ora» lungo un anno. Ne sta uscendo, non senza fatica ma con una nuova consapevolezza.

Domenica 31 marzo 2019, al Cinema Massimo di Torino si è svolto l’incontro «La fabbrica del consenso», organizzato dal Controsservatorio Valsusa. Sottotitolo: «Realtà/reality, vero/falso nella rappresentazione mediatica della Nuova Linea ferroviaria Torino-Lione (TAV)». Quasi tre ore di impietoso smontaggio del muro di disinformazione eretto da TV e giornali nell’autunno 2018, prima, durante e dopo la manifestazione sìTav delle cosiddette «Madamin». Un periodo di Totale Mobilmachung, di vera e propria militarizzazione dei media, di bombardamento a difesa della Grande Opera come da tempo non si vedeva. Prosegui la lettura ›

Vedi alla lettera Q. Il trasversale viaggio di Un viaggio che non promettiamo breve #WM1viaggioNoTav

Cantiere in Val Clarea, 5 settembre 2015. Poliziotti allibiti di fronte a Turi Vaccaro. Episodio raccontato nella quinta parte di Un viaggio che non promettiamo breve, intitolata «Serenata per un satellite (2012 – 2016)». Foto di Michele Lapini.

A quanto ricordiamo, non era mai accaduto che un nostro libro venisse citato e mostrato da un deputato in Parlamento.

È accaduto per la prima volta il 20 dicembre scorso, durante il dibattito sulla ratifica dell’ennesimo «storico accordo» tra Italia e Francia sul Tav – il solito dopo il quale «non si torna più indietro» ecc. ecc. – quando Giorgio Airaudo ha sventolato una copia di Un viaggio che non promettiamo breve.
Il video dell’intervento è incorporato in calce a questo post. Il libro appare al minuto 8’28”.

A dirla tutta, il giorno prima il libro era stato recensito live al Senato, benché non in aula. È avvenuto durante un convegno nella Sala ISMA, grazie allo storico Tomaso Montanari. Ne parliamo qui sotto.

Del resto, non era nemmeno mai accaduto che un nostro libro fosse recensito (o reticensito) dal più famoso magistrato italiano

Insomma, attorno a Un viaggio che non promettiamo breve stanno succedendo varie e strane cose. Come minimo, il libro fa discutere. Sono anche arrivate – per canali privati – minacce di querela, e vedremo se si concretizzeranno. Nel caso, ci sarà parecchio da divertirsi.

Nel frattempo, vi offriamo una nuova rassegna di recensioni, interviste e pareri sul libro. La prima del 2017. Buona lettura. Prosegui la lettura ›

UGO, l’Unica Grande Opera. Costruiamo insieme l’#8D2015

Terrorista è chi devasta i territori

Tra un anno esatto, una grande giornata di mobilitazione.

Capita che qualcuno usi le parole giuste per esprimere quello che avevi in testa e ti accingevi a scrivere tu stesso. In questo caso, a farlo sono stati Salvatore Settis e Tomaso Montanari, addirittura su un quotidiano mainstream come La Repubblica. La sintesi dei loro articoli coincide con quanto dicono da tempo comitati di cittadini e movimenti di base: esiste Una Grande Opera, una sola di cui l’Italia abbia concreto bisogno, ed è salvare il territorio, metterlo in sicurezza, risanarlo. Salvarlo dal dissesto idrogeologico che fa allagare le città e franare le montagne ogni volta che piove un po’ più forte; ma anche liberarlo dalla cementificazione e dal peso che insiste sulla sua superficie; dall’inquinamento e dall’immondizia. E non ultimo, aggiungeremmo noi, dalla militarizzazione, vero e proprio scippo di suolo pubblico a fini bellici.
Insomma, tutto il contrario di quello che si accinge a fare lo «Sblocca Italia», decreto che ha per nome un’antifrasi, dato che il fine reale è congestionare il Paese. Prosegui la lettura ›