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Selene Pascarella

Speciale La Q di Qomplotto | On the road, interviste, recensioni, torri misteriose e La Q di Podqast 3 (Streghe)

Q di Podqast■ Dopo l’esaltante tappa in Valsusa, che ha segnato il nostro ritorno alle presentazioni, ecco altre due date: quella definitiva al centro sociale Cantiere di Milano – 13 maggio, e non 7 come annunciato in precedenza – e quella all’Arena Orfeonica di Bologna (via Broccaindosso 148), 15 maggio. Altri dettagli seguiranno. Ancora “orbitanti” le date di giugno e settembre (WM1 non è disponibile a luglio e agosto). Ribadiamo: per vari motivi non sarà possibile farne molte, anzi, saranno davvero poche, ma intanto si è riaperto il sentiero.

■ È on line la terza puntata de La Q di Podqast, intitolata «Streghe». Stavolta il tema è il ruolo delle donne nelle fantasie di complotto e nelle tribù del cospirazionismo, partendo da QAnon e andando a ritroso nella genealogia. Wu Ming 1 prova a scansare il rischio del mansplaining – ma in qualche modo ci casca uomospiegando il suddetto rischio, non se ne esce 🙄 – “limitandosi” a introdurre un importante intervento di Selene Pascarella, giornalista e criminologa, autrice dei libri Tabloid Inferno e Pozzi, entrambi editi da Alegre, e dell’inchiesta in tre puntate «I satanisti ammazzano al sabato».
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L’amore è fortissimo, il corpo no. 2009 – 2019, dieci anni di esplorazioni tra Giap e Twitter / 2a puntata (di 2)

Spedizione tra i ghiacci

«I versi che seguono furono sollecitati dalla relazione di una delle spedizioni antartiche […]: vi si riferiva che il gruppo degli esploratori, allo stremo, aveva costantemente l’illusione che ci fosse una persona in più di quelle che in realtà si potevano contare.» (T.S. Eliot, nota a The Waste Land, 359-365)

«Chi è il terzo che ti cammina sempre accanto? / Quando conto, ci siamo solo io e te insieme / Ma quando guardo avanti, lungo la strada bianca / C’è sempre un altro che cammina accanto a te / Scivola, avvolto in un bruno mantello, incappucciato / Non so se uomo o donna / – Ma chi è quello dall’altra parte di te?» (T.S. Eliot, The Waste Land, 359-365, traduzione nostra)

Ed eccoci al dunque. Per scrivere questo testo abbiamo lavorato tre mesi. È una parte di storia del collettivo, il racconto di come abbiamo usato la rete per tutto il decennio che ora sta finendo. È la spiegazione del perché nel 2009 decidemmo di usare Twitter e nel 2019 decidemmo di non usarlo più. È anche una riflessione sulla rete e la strada. Infine, è l’annuncio di come ci muoveremo a partire dal 2020. Rinnoviamo l’invito a leggere con lentezza, respirando a fondo. Lo spazio dei commenti è già aperto, chiediamo solo di usarlo senza fretta, dopo aver letto tutto, fino alla fine. Grazie della fiducia e della pazienza.

INDICE DELLA SECONDA PUNTATA
[La prima è qui.]
3. Stare su Twitter: il perché e il percome
3a. Perché Twitter?
3b. Twitter, Giap e la Wu Ming Foundation
3c. Alcune regole della nostra netiquette su Twitter
4. Campagne, esperimenti, performances
4a. «nervi #saldi» in Val Clarea 
4b. #Guerrieri contro Enel
4c. #TifiamoAsteroide
4d. #Renziscappa
4e. Inchieste: #LaparolaconlaF e «CasaP(oun)D»
5. Stare su Twitter? La lunga crisi
5a. Twitter cambia a colpi di default power
5b. La fine del circolo virtuoso tra Twitter e Giap
5c. L’ultima performance: attacco psichico!
6. Per una cartografia della nostra presenza in rete / 2
6a. La rivoluzione innanzitutto e sempre
6b. Uno spazio di calma dentro l’urgenza

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Bologna, 15-16-17 novembre 2019: ritorna il festival Contrattacco!

Tre giorni, dal 15 al 17 novembre, per parlare di libertà, razzismo e antifascismo, di punk e transfemminismo, del diavolo e altre cose innominabili; di sinistra, destra, sovranismo e populismo, decoro e gentrificazione; di apocalisse, di clima e di ambiente, di rivolta e libri; del pane e delle rose.

Passeranno al Contrattacco: Marie Moïse, Marta Panighel, Mujeres Libres, Sabrina Marchetti, Antar Mohamed Marincola, Filo Sottile, Selene Pascarella, Girolamo De Michele, Wu Ming 1, Mauro Vanetti, Wolf Bukowski, Sarah Gainsforth, Valerio Monteventi, Dj Ilic, Jacobin Italia, Giulio Calella, Gaia Benzi, Lorenzo Zamponi, Andrea Ghelfi, Marta Sottoriva, Maysa Moroni, Giuliano Santoro, Cox18, Cande Marzinotto.

Al Vag61, via Paolo Fabbri 110, rione Cirenaica, Bologna.

Venerdì 15 novembre

Donne fasciste.

h. 18
Presentazione in anteprima del libro di Sara Farris
Femonazionalismo. Il razzismo nel nome delle donne
(Alegre, in libreria dal 28 novembre)

Intervengono:

Marie Moïse (traduttrice)

Marta Panighel (traduttrice)

Collettivo Mujeres Libres, Bologna

Sabrina Marchetti (sociologa femminista) Prosegui la lettura ›

#Pozzi. Il diavolo a Bitonto. Con il secondo U.N.O. di Selene Pascarella torna la collana #QuintoTipo diretta da Wu Ming 1

Clicca per aprire la copertina completa di Pozzi, con quarta e bandelle (pdf).

Recuperare un «fattaccio» di cronaca nera, un cold case davvero molto cold, blocco di ghiaccio nascosto sottoterra, che a toccarlo raggela le dita.
Ritessere una storia sfilacciata dal tempo, una saga perduta di bambini uccisi chissà come e colpevoli a buon mercato, ambientata all’estremo margine di un lembo di provincia italiana, nel decennio più maudit del secolo scorso: gli anni Settanta.
Raccontare una storia che giunge a noi trasfigurata in un film, un classico del thriller all’italiana, Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci. Partire da lì e andare a ritroso. Prosegui la lettura ›

I Satanisti ammazzano al sabato – di Selene Pascarella, 2a puntata (di 3)

Il sogno del PM e la suadente melodia della pista satanico-esoterica.
[Louis-Léopold Boilly, «Il sogno di Tartini», incisione, 1840.]

[Dopo la prima puntata, pubblicata giovedì scorso, l’inchiesta di Selene Pascarella entra nel vivo della cronaca nera e giudiziaria italiana degli ultimi decenni, fino a prendere di petto la più celebre tra le «piste esoteriche» e/o «sataniche»: quella relativa al «Mostro di Firenze», una teoria del complotto contestata da gran parte degli addetti ai lavori ma divenuta verità giudiziaria con le condanne dei cosiddetti «compagni di merende». Verità giudiziaria alla quale si è arrivati seguendo le «dritte» di alcuni «esperti del mondo occulto» e indossando particolari “occhiali”, e che si ferma alle soglie di un mai rinvenuto «secondo livello», quello dei mandanti. È solo l’inizio della ricognizione, che proseguirà nella terza e ultima puntata. Buona lettura. WM]

di Selene Pascarella *

INDICE DELLA SECONDA PUNTATA

1. Gli orecchini del diavolo

2. Caccia alle streghe a Bitonto


3. Sbatti Lucifero in prima pagina


4. La bufala della Trinità


5. Occultisti, acidi e satanisti con la F


6. Sulla scena del crimine (satanico)


7. Occultisti vs. acidi, lotta generazionale all’inferno


8. Il Mostro e la pista esoterica


9. Tritolo & Beretta, una pista esoterica di copertura

10. Cerchi magici e piramidi tronche


11. Il metodo dei cacciatori di streghe

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I Satanisti ammazzano al sabato – di Selene Pascarella, 1a puntata (di 3)

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[Dopo l’inchiesta di Wu Ming 1 dell’ottobre scorso, che a sua volta aggiornava un lavoro avviato più di vent’anni fa quando ci chiamavamo Luther Blissett, riprendiamo il discorso sulle teorie del complotto e su come affrontarle, ospitando su Giap una miniserie in tre puntate scritta da Selene Pascarella.
Cosa succede quando, in un corto circuito tra informazione e indagini, gli inquirenti credono a una teoria del complotto a tema esoterico/satanico e la trasformano in una «pista» e poi in un teorema giudiziario?
Si vedrà, leggendo, che non siamo molto distanti da quel che Arthur Miller scrisse nel suo dramma Il crogiuolo, ambientato a Salem, Massachusetts, nel 1692. E si vedrà che, anche in Italia, la ricezione acritica di un certo complottismo ha condizionato alcune tra le più note istruttorie – e i relativi dibattimenti – della storia giudiziaria recente. Buona lettura.]

di Selene Pascarella *

INDICE DELLA PRIMA PUNTATA

1. Satana S.p.A e la sua «ombra»
2. Col favore delle tenebre, il (presunto) modus operandi satanista
3. I numeri della bestia
4. Di esperti senza titoli e database fantasma
5. Lucifero e le storie «sghembate»
6. Il satanista che fece incazzare Mussolini

«Chi sono, allora, i satanisti, e quali sono le loro credenze?
La loro è la setta di cui si parla di più in questo paese, la più attaccata, la più bestiale e, tuttavia, la meno capita fino a oggi»
– Peter Haining, I fatti del satanismo moderno, 1969)

Scolarette che pianificano di sterminare quindici compagni di classe con un tagliapizza, strage di gatti neri con l’unica colpa di andare in giro la notte di Halloween, minori vittime di abusi sessuali in un crescendo di disperate richieste di aiuto (quindici al giorno, cinquemila all’anno!) rivolte agli specialisti della lotta al demonio. Un giro superficiale sui motori di ricerca fotografa un’Italia atterrita dal maligno. Prosegui la lettura ›

Toh, i fascisti! Tra allarmi tardivi e inviti all’ammucchiata, con le elezioni dietro l’angolo

Liberals, can we riot now?

Ben svegliata, «opinione pubblica democratica»! Ammesso e non concesso che il vostro sia un risveglio e non un semplice passaggio da uno stato di ipnosi all’altro.

Ben svegliati, giornalisti «democratici»! Con poche, lodevoli eccezioni, dobbiamo dire che sinora avevate fatto schifo.

Da anni, su Twitter, vi si sfotte amaramente con l’hashtag . La parola con la F è la più semplice ed esatta, eppure non la usavate mai.
Amedeo Mancini? Un «ultrà della Fermana».
Gianluca Casseri? Un matto solitario.
Casapound? Giovani fichi e colorati.
Le uccisioni? Opera di «balordi», «tifosi», «movida violenta».
I tentativi di pogrom contro migranti e profughi? Azioni di «cittadini esasperati».
Le spedizioni punitive, le aggressioni? Semplici «risse».
E così via.

L’hashtag fu lanciato proprio per segnalare e raccogliere gli eufemismi, gli espedienti, le perifrasi usate per non chiamare mai «fascisti» i fascisti.

Ben svegliati, opinionisti e politici «democratici»! Voi dicevate che l’antifascismo è old, che bisognava superare certe divisioni perché «sveglia, è il 2011!», «sveglia, è il 2013!», «Sveglia, è il 20XX!». La sindrome del «current year», come dicono negli USA. E per far vedere quant’eravate avanti, coi fascisti ci dialogavate, li ospitavate e loro vi ospitavano nelle loro sedi. Citavate una frase «di Voltaire» che Voltaire non ha mai scritto: «Non sono d’accordo con le tue idee ma darei la vita ecc.»
[Va da sé che nessuno di voi «darebbe la vita» per un bel nulla. Nessuno di noi lo pretende, ma allora non atteggiatevi, su.]

Nel mentre, arrivavano bollettini di guerra, e voi rispondevate con uno «pfui».

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