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Dal dirupo di Sabbiuno, 25 aprile 2020. Come e per cosa lottare nelle fasi 2 e 3 dell’emergenza coronavirus

Monte Sabbiuno (BO), 21 aprile 2021, h. 19:30. Monumento ai caduti della strage nazifascista del dicembre 1944.

di Wu Ming

1. Monte Sabbiuno
2. Un reading itinerante in pieno lockdown
2b. L’apparizione della C.
3. In base a cosa hanno recluso in casa i nostri bambini?
4. L’epidemia più duratura e letale
5. Pensiero reazionario e pensiero della liberazione
6. Il «nulla più come prima»: un’iperbole antistorica e un alibi ideologico
7. Dieci punti fermi per il futuro
8. Ritorno da Sabbiuno

Il 21 aprile 2020, poco prima delle sette di sera, abbiamo preso l’autobus 52 in Piazza Cavour e siamo saliti in collina, a Monte Sabbiuno. Andandoci, non siamo usciti dai confini del comune di Bologna (il burrone col monumento ai caduti è proprio al limite), ma siamo usciti dai limiti delle norme: lontani da casa, tipologia di spostamento non prevista dal modulo di autocertificazione. Ma eravamo certi di essere nel giusto, perfino sotto l’aspetto legale. Prosegui la lettura ›

Surgelati. Un racconto a suon di fumetti, scritto a 14 mani e prodotto da lettrici e lettori.

Il 15 dicembre del 2013, al Teatro Comunale di Servigliano (FM) andava in scena per la prima volta Surgelati. Opera a dieci mani per scrittore e rock band, uno spettacolo scritto, declamato e suonato da Wu Ming 2 e dalla Contradamerla, gruppo musicale marchigiano-salentino, con base in una cascina sulle colline di Recanati.

«La storia – scrivemmo su Giap cinque anni fa – è quella di un ragazzo curdo che arriva in Italia dentro un camion frigorifero e per questo si ritrova con la faccia surgelata, incapace di qualsiasi espressione. È il tentativo di raccontare la migrazione uscendo dalla forma classica del resoconto diretto sui “viaggi della speranza”, e lavorando invece su un’ipotesi fantastica. È davvero surgelato il volto di Behram? E cosa mai potrà scongelarlo?»

In particolare, lo spunto narrativo nasceva da un episodio reale e dall’esperienza di Giampaolo Paticchio, della Contradamerla, come responsabile di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Da quella premessa, il testo prendeva una piega surreale, inverosimile ma sensata, per esplorare la terra promessa (o la prigione) dell’identità personale e collettiva. Prosegui la lettura ›

La terapia del fulmine. Un reading concerto del Wu Ming Contingent su elettroshock e follia.

Poco meno di ottant’anni fa, nell’aprile 1938, anno XVI dell’Era Fascista, il dottor Ugo Cerletti lanciava una corrente a 110 volt attraverso il cervello di un essere umano. Nasceva così l’elettroshock – o elettrourto, come l’avrebbero ribattezzato in tempi d’autarchia. La cavia era “un uomo sulla quarantina, fermato alla stazione ferroviaria mentre s’aggirava sui treni senza biglietto”. Per via del suo “comportamento enigmatico” e del suo “strano linguaggio”, la polizia fascista lo aveva condotto in clinica, dove lo avevano schedato come schizofrenico. Prosegui la lettura ›

Road Credibility | Gli appuntamenti di Wu Ming, ottobre 2016

Chi ha detto che il Nord sul planisfero debba essere in alto?

In attesa che Giap torni a pieno regime, con alcuni post-inchiesta e il lancio delle prossime uscite (vedi sotto), ecco il calendario dei nostri appuntamenti d’ottobre.

1 ottobre 2016 
FERRARA
h.16, cinema Apollo, ricordo di Luca Rastello.
Proiezione della videointervista
Una stanza di casa mia: Val di Susa e dintorni
condotta e girata da Daniele Gaglianone.
Al termine, dibattito con Gaglianone e Wu Ming 1.
Nell’ambito del Festival di Internazionale.

1 ottobre 2016
SUSEGANA (TREVISO)
h 18:15, Cantina Collalto
Wu Ming 2 presenta Il sentiero luminoso
Nell’ambito di Libri in Cantina. Prosegui la lettura ›

Fabrizio Puglisi & Wu Ming 1, «We Insist! (For Emmanuel Chidi Namdi)», Live at #Festlet in #Mantova

lifteveryvoice

[WM1:] Nel primo pomeriggio dell’11 settembre 2016, mentre l’America commemorava il quindicesimo anniversario dell’attacco terroristico alle Twin Towers (un’immane strage di civili, di proletari), io e il pianista e polistrumentista Fabrizio Puglisi siamo saliti sul palco dell’Auditorium Monteverdi, la sala concerti del conservatorio «Lucio Campiani» di Mantova, e abbiamo improvvisato insieme.
Tutt’intorno, e anche tra quelle pareti, c’era la ventesima edizione del Festivaletteratura.

Voce, pianoforte, pianoforte preparato… e il «rombo», uno strumento semplice e antico, pervenutoci dalla Magna Grecia. Non avevamo fatto prove, ma sapevamo di essere in sintonia. Ho letto il cap. 2 del mio vecchio romanzo New Thing (Einaudi, 2004), intitolato Non puoi odiare le radici senza odiare l’albero; Fabrizio ha cucito rumori e lacerti di Thelonious Monk, Cecil Taylor, Otis Spann e variazioni su Lift Every Voice and Sing, l’inno nazionale afroamericano. Prosegui la lettura ›