Archives for 

Libia

«Non ho altra malattia». Un poema anticoloniale scritto in Libia nel 1931, musicato dal Bhutan Clan e letto da Wu Ming 1

Illustrazione di Alberto Merlin, realizzata ad hoc per il Bhutan Clan e Giap. Clicca per ascoltare il Canto del campo di el-Aqila.

El-‘Aqila – pronunciato in dialetto «el-‘Aghila», in arabo standard «al-‘Uqaylah» – è una piccola città affacciata sul Golfo di Sirte. Nel suo entroterra, nel 1930, il governatore della Libia Pietro Badoglio e il vicegovernatore della Cirenaica Rodolfo Graziani fecero costruire un campo di concentramento in cui furono rinchiusi, nei due anni successivi, circa trentamila cirenaici, in gran parte donne e bambini. Molti uomini furono messi – e sovente fatti morire – ai lavori forzati, per costruire le mitiche strade con le quali ancora ce la menano gli apologeti del nostro colonialismo: «In Africa abbiamo fatto le strade!».

L’autore del poema che stiamo per farvi leggere e ascoltare, Rajab Hamad Bu-Huwayish al-Minifi, aveva combattuto da partigiano contro l’occupazione fascista. Proveniva dalla regione di al-Butnan, a cavallo tra gli attuali Egitto e Libia, con la città di Tobruq come capoluogo. La distanza tra queste zone e il campo di concentramento era di circa 500 chilometri, che i deportati furono costretti a percorrere a piedi, a tappe forzate. Prosegui la lettura ›

#Bologna, 13/10, ritorna Resistenze in Cirenaica. Serata sulla #Libia con Amedeo Ricucci, Wu Ming, Michele Pompei, Bhutan Clan

Clicca per aprire l’evento FB.

Durante l’estate e nei primi giorni dell’autunno il «collettivo di collettivi» Resistenze in Cirenaica si è mosso soprattutto dentro la lotta contro il nuovo supermercato Lidl in via Libia.

RIC ha partecipato alla costituzione del comitato B.E.C.C.O. (Bologna Est contro il Cemento e per l’Ossigeno), che ha avuto il suo battesimo del fuoco la sera del 28 settembre, durante una tumultuosa seduta del consiglio di quartiere San Donato/San Vitale.

La seduta era aperta alla cittadinanza, grazie a una petizione con oltre duecento firme. Di fronte a una sala gremita di gente determinata e poco propensa ai giri di parole, gli amministratori e i tecnici presenti hanno fatto – si può dire senza remore – una figura da chiodi. Ma andranno avanti per la loro strada, perché il capitalismo e la cementificazione vivono di automatismi, e i loro algoritmi esautorano la politica, che spesso è ben contenta di farsi esautorare. Perciò, la lotta va avanti, e RIC ci sarà. Prosegui la lettura ›

Torna in libreria #PointLenana, nuova edizione con 7 cartine geografiche

Point Lenana nell'edizione Super ET

Clicca per aprire la copertina completa (pdf).

Da domani, 29 marzo 2016, troverete in libreria la nuova edizione di Point Lenana nei Tascabili Einaudi, arricchita da 7 mappe: il confine orientale d’Italia e l’Alto Adriatico prima e dopo la Grande Guerra; il Territorio Libero di Trieste dal 1947 al 1954; la Libia; l’Africa Orientale Italiana e, infine, l’area del Monte Kenya.

Dopo le due edizioni nella collana Stile Libero Big, questo è il terzo ritorno di un libro che, nel vaticinio de Il Giornale, «viste le recensioni (quasi nulle) e le vendite (a occhio, bassine)» non poteva che avere «scarso successo editoriale». Grazie a tutte e tutti. Prosegui la lettura ›

Resistenze in Cirenaica. Audio e foto della serata del 26/02, con Igiaba Scego e altr*

Bologna, Vag61, 26 febbraio 2016.

Bologna, Vag61, 26 febbraio 2016.

Sul sito del Vag61, l’audio della presentazione di Roma Negata  – con Wu Ming 1, Wu Ming 2 e l’autrice Igiaba Scego – e quello del reading Un chiodo per Mussolini.

Un chiodo per Mussolini è un racconto anticolonialista dello scrittore libico Ali Mustafa Al-Misrati, tradotto dall’arabo da Federico Pozzoli, adattato e letto da Wu Ming 1 con musiche del Bhutan Clan. A proposito di quello che la ministra Pinotti, in questa vigilia di guerra, chiama «il nostro speciale rapporto con la Libia».

Purtroppo, per problemi tecnici, non siamo riusciti a registrare lo splendido spettacolo della Compagnia Fantasma Carmine Iorio, beduino salernitano. Faremo di tutto per costruire una nuova occasione!

Il prossimo appuntamento con Resistenze in Cirenaica sarà il 21 aprile, anniversario della Liberazione di Bologna. Tra le altre cose, presenteremo – con gli autori Carlo Costa e Lorenzo Teodonio – la nuova edizione di Razza partigiana. Storia di Giorgio Marincola.

Buon ascolto, e buona visione delle foto.

Nessuno tocchi il Pinochet d’Egitto, ovvero: fuffa e depistaggi sulla morte di Giulio Regeni

Vignetta di Carlos Latuff sul caso Regeni

di Lorenzo Declich (*)

Apriamo e chiudiamo, definitivamente, il discorso delle ipotesi fatte attorno alla morte di Giulio Regeni e alle sue cause.
Lo apriamo e lo chiudiamo perché:

1. Abbiamo già tutte le informazioni sufficienti per definirlo un assassinio di Stato: chiunque voglia riaprire questa partita, dopo l’autopsia, lo farà per alzare polveroni, confondere le acque. L’unica cosa che ancora non sappiamo, perché ancora non sono arrivate le analisi che stabiliranno più o meno l’ora del decesso, è quanto lunga sia stata l’agonia di Regeni (l’unica cosa che avvalorerebbe le ultime tesi egiziane è una morte avvenuta quasi subito). Laddove, e qui contano anche i testimoni oculari, più fonti dicono che Regeni fu ucciso dopo una lunga agonia. Si sono fatte delle ipotesi sul fatto che la morte possa essere avvenuta fra il 27 e il 30 gennaio, ossia dai due ai cinque giorni dalla scomparsa di Regeni.

In questa brevissima analisi sono molto importanti i tempi. I prima e i dopo. L’asse diacronico è determinante in molti sensi, perché individuare il punto in cui è successa o non è successa una cosa fa chiarezza su cosa sia fondato e cosa meramente dietrologico, e sul punto dell’asse del tempo in cui è bene concentrarsi.

2. A pochi giorni dalla morte di Regeni la ridda di congetture – depistanti o meno, volontariamente o involontariamente depistanti – sui motivi per cui Regeni è stato ucciso sono più o meno tutte sul tappeto. In altre parole: ne hanno già dette di tutti i colori, compresi i complotti planetari. E gli amanti di Le Carré, cioè di un mondo scomparso, hanno già dato il meglio. Prosegui la lettura ›

Il colonialismo è un chiodo nel culo d’Italia! Bologna, 26 febbraio, ritorna «Resistenze in Cirenaica»

Locandina Resistenze in Cirenaica 26 febbraio 2016

Dopo il pienone di gennaio, la seconda serata 2016 di Resistenze in Cirenaica sarà interamente dedicata alla scomoda, acuminata, troppe volte occultata eredità del colonialismo italiano e alle resistenze dei popoli aggrediti.

Al Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna.

h. 18
La scrittrice afroitaliana Igiaba Scego presenta il libro
Roma negata (Ediesse, Roma 2014)
del quale è coautrice insieme al fotogiornalista Rino Bianchi.
Con Igiaba dialogheranno Wu Ming 1 e Wu Ming 2. Prosegui la lettura ›

Verso una nuova guerra dell’Italia in #Libia? Ricordiamo cosa abbiamo fatto in quel paese.

Un cartello di via Libia

Uno dei quindici cartelli “ritoccati” nottetempo in via Libia, Bologna. Foto di Michele Lapini.

Due sere fa, poco prima di mezzanotte, ignoti ci riferivano che anonimi, muovendosi lesti per il rione Cirenaica di Bologna, avevano approfittato delle tenebre per affiggere alle targhe di via Libia la dicitura «LUOGO DI CRIMINI DEL COLONIALISMO ITALIANO». Siamo andati a vedere e, sì, era proprio così.

Nel settembre scorso la medesima via, l’ultima del quartiere a mantenere un nome coloniale, era stata reintitolata alla partigiana croato-Bolognese Vinka Kitarovic.

Qualche anno fa, un altro commando notturno aveva intitolato al criminale di guerra fascista Rodolfo Graziani gli ultimi sette vespasiani rimasti in città.

Non si tratta “solo” di memoria storica: quest’ultima azione simbolica non potrebbe essere più puntuale. Il tempismo è tutto. Stando alle ultime dichiarazioni della ministra Roberta Pinotti, è molto probabile che l’Italia prenda parte a un nuovo intervento militare in Libia. Prosegui la lettura ›