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Jose Antonio

Monte Manfrei. Un “crimine partigiano” inventato di sana pianta. Prima puntata (di 2)

Monte Manfrei - Croce e bruttura

Come annunciato esattamente un anno fa, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki sta conducendo estese ricerche d’archivio sul caso Giuseppina Ghersi. I risultati di tali ricerche verranno diffusi quando sarà tempo, ma ci sono risultati “collaterali” già pubblicabili. La fabulazione neofascista sulla morte di Giuseppina Ghersi è infatti legata ad altre narrazioni ricorrenti in quegli ambienti. Una volta sottoposte anche solo alle più elementari verifiche, tali narrazioni si sono rivelate nient’altro che bufale. Le smonteremo una dopo l’altra. Cominciamo oggi, dal mai avvenuto «Eccidio di Monte Manfrei». [WM]

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE DELLA PRIMA PUNTATA

1. Introduzione
2. Cosa intendono i neofascisti per «Eccidio di Monte Manfrei»?
3. È andata così. Anzi, no: così. Anche se…
4. I peli ma non i vizi: foto fake e scorribande su Wikipedia

«Vedi, i morti possono essere molto utili. A me, personalmente, hanno risolto situazioni difficili più di una volta. Primo perché non parlano. Secondo, perché, se aggiustati bene, possono sembrare vivi. E terzo, anche se gli spari non succede niente perché al massimo dovrebbero morire, ma sono già morti.».
(Sergio Leone, Per un pugno di dollari) Prosegui la lettura ›

«Boia chi molla!» Mitologie, tradizioni inventate e fandonie sul più celebre motto neofascista

Roberto Mieville (1919 – 1955), vero coniatore del motto «Boia chi molla!»

di Nicoletta Bourbaki *

«Da “Boia chi molla” a “Dux”, registrati al Mise i marchi del Ventennio.»
Titolo ADN Kronos, 17 luglio 2017

«E a Santa Fè, al tubercolosario erano stati avviati parecchi dei soldati costretti ai lavori nelle fonderie. E nel campo 6 da quaranta giorni, all’aperto, trecento sottufficiali vivevano a pane e acqua e non mollavano. E nel campo ufficiali era la medesima cosa: Boia chi molla!»
Roberto Mieville, Fascists’ Criminal Camp, Roma 1947.

«”Boia chi molla!” Sfatiamo un mito! e la disinformazione mediatica! Si tratta di un’espressione diventata famosa come un motto fascista; tuttavia fu coniata da Eleonora Pimentel Fonseca durante le barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e utilizzata anche nelle Cinque giornate di Milano del 1848. Stampa e tv giocano sempre sporco!»
Angelo Tofalo, deputato M5S, 29 gennaio 2014

L’11 aprile 2015 sul Secolo d’Italia, ex-organo ufficiale del Movimento Sociale Italiano da tempo ridotto all’ombra di ciò che era (che pure non era granché), appare un articolo dal titolo: «60 anni fa moriva Roberto Mieville, inventò il motto “Boia chi molla!”».

Nel pezzo si legge: Prosegui la lettura ›

La strategia del ratto, 2a parte. Il caso «Jose Antonio» su Wikipedia: un crescendo di fonti manipolate e falsi storici

Fascisti su Wikipedia: Jose Antonio

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE

[La prima puntata di quest’inchiesta (paragrafi 1-4) si trova qui]

5. Nazifascismo, Resistenza e dopoguerra: diffamare, diffamare, diffamare

5a. Franco Basaglia
5b. Nuto Revelli
5c. Massimo Mila
5d. Anna Frank

6. Un limite strutturale del progetto Wikipedia

7. Prima di tutto, un nome: José Antonio Primo de Rivera

Post Scriptum 1. Diffidate delle imitazioni!

Post Scriptum 2. A proposito, che fine ha fatto Presbite?

Post Scriptum 3. Sulle nostre inchieste, dalla rivista storica «Passato e Presente»
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La strategia del ratto. Manomissioni, fandonie e propaganda fascista su Wikipedia: il caso «Jose Antonio». Prima parte

«Le ratlines non funzionano solo in uscita, consentono pure di rientrare nelle stive della nave, a rosicchiarne subdolamente le scorte…»

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE

Prima parte

1. Introduzione

2. La livella della violenza
2a. I fatti di Sarzana
2b. Giancarlo Puecher Passavalli
2c. Enrico Adami Rossi, l’incensamento

3. Negare sempre! ovvero: la mossa del cavillo

4. Viva la muerte!
4a. Robert Brasillach
4b. Giuseppe Solaro
4c. Piero Calamandrei Prosegui la lettura ›