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Girolamo De Michele

«Padrone di niente, servo di nessuno». A proposito di Valerio Minnella e Se vi va bene bene se no seghe

Palermo, 16 giugno 2023, Valerio Minnella presenta Se vi va bene bene se no seghe al circolo Arci Porco Rosso.

Palermo, 16 giugno 2023, Valerio Minnella presenta Se vi va bene bene se no seghe al circolo Arci Porco Rosso.

Su Doppiozero Girolamo De Michele recensisce Se vi va bene bene se no seghe. Dall’antimilitarismo a Radio Alice e ancora più in là, ripercorre le res gestae di Valerio Minnella, registra i numerosi echi tra quelle lotte e il presente, traccia e passa in rassegna i motivi per cui il libro è – forse controintuitivamente – più attuale che mai. Tanto per fare un esempio:

«In un passaggio molto intenso, Minnella sembra quasi polemizzare con l’appellativo di “angelo del fango” […] Di nuovo l’attualità ricade su parole riferite, in apparenza, a eventi lontani: quella retorica del volontariato, delle popolazioni che si rimboccano le maniche perché “è nella loro natura” (sottintendendo che nella natura di altre, invece…) Valerio, invece, con lo spirito di quelle parole ha attraversato, sempre da “volontario”, cioè mai comandato da alcuno – padrone di niente, servo di nessuno, si potrebbe dire – tutta la sua vita. Non è una semplice sprezzatura: perché a che serve fare il volontario […] se poi torni alla tua quotidianità nella quale contribuisci con la tua ignavia, o in modo consapevole, a reiterare quel mondo nel quale accadono per causa umana quelle catastrofi nelle quali vai poi a salvarti la coscienza con una settimana di volontariato?»

Buona lettura.

Cogliamo l’occasione per annunciare che da settembre e per tutto l’autunno-inverno Valerio sarà impegnato in un lungo tour di presentazioni del libro. Tra le date fissate e quelle “orbitanti” – sono tutte qui – si contano già oltre venti appuntamenti, e il calendario è aperto. Valerio è in pensione, tempo di girare ne ha, chiunque abbia interesse a organizzare un evento si faccia avanti.

Collegamenti

Se vi va bene bene se no seghe sul sito delle edizioni Alegre

Valerio intervistato da Alessandro Canella su Radio Città Fujiko

Recensione sulle pagine bolognesi del Corriere della Sera, a firma di Fernando Pellerano

A Taranto nemmeno i morti sono al sicuro. Su Ilva/AlcelorMittal e lo pseudo-dibattito in corso

Teschio di fumo a Taranto

Un beffardo teschio di fumo s’innalza dall’Ilva/AlcelorMittal. Foto di Maria Rosaria Suma.

di Girolamo De Michele *

1. Archeologia del presente

Ci sono tre testi che tutti quelli che parlano di Ilva-Mittal dovrebbero conoscere, e per la più parte dicono di averli letti: le inchieste di Antonio Cederna del 1972 e di Walter Tobagi del 1979, e il romanzo La dismissione di Ermanno Rea.

Cederna, con due lunghi articoli sul Corriere della sera [«Taranto in balia dell’Italsider», 13 aprile 1972; «Taranto strangolata dal “boom”», 18 aprile 1972], evidenziava il nesso fra l’insediamento industriale attuato senza alcun rispetto per gli equilibri ambientali, la devastazione del territorio, e un’urbanistica impazzita:

«Una città disastrata, una Manhattan del sottosviluppo e dell’abuso edilizio, tale appare Taranto allo sbalordito visitatore. Stretta nella morsa della speculazione privata e di un processo di industrializzazione che si realizza al di fuori di qualsiasi piano di interesse generale, essa può ben essere presa a simbolo degli errori della politica fin qui seguita per il Mezzogiorno».

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«Boia chi molla!» Mitologie, tradizioni inventate e fandonie sul più celebre motto neofascista

Roberto Mieville (1919 – 1955), vero coniatore del motto «Boia chi molla!»

di Nicoletta Bourbaki *

«Da “Boia chi molla” a “Dux”, registrati al Mise i marchi del Ventennio.»
Titolo ADN Kronos, 17 luglio 2017

«E a Santa Fè, al tubercolosario erano stati avviati parecchi dei soldati costretti ai lavori nelle fonderie. E nel campo 6 da quaranta giorni, all’aperto, trecento sottufficiali vivevano a pane e acqua e non mollavano. E nel campo ufficiali era la medesima cosa: Boia chi molla!»
Roberto Mieville, Fascists’ Criminal Camp, Roma 1947.

«”Boia chi molla!” Sfatiamo un mito! e la disinformazione mediatica! Si tratta di un’espressione diventata famosa come un motto fascista; tuttavia fu coniata da Eleonora Pimentel Fonseca durante le barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e utilizzata anche nelle Cinque giornate di Milano del 1848. Stampa e tv giocano sempre sporco!»
Angelo Tofalo, deputato M5S, 29 gennaio 2014

L’11 aprile 2015 sul Secolo d’Italia, ex-organo ufficiale del Movimento Sociale Italiano da tempo ridotto all’ombra di ciò che era (che pure non era granché), appare un articolo dal titolo: «60 anni fa moriva Roberto Mieville, inventò il motto “Boia chi molla!”».

Nel pezzo si legge: Prosegui la lettura ›

«Non cedere all’adesso». Un viaggio che non promettiamo breve prosegue il suo viaggio #WM1viaggioNoTav

Un viaggio che non promettiamo breve

Si avvicina la terza edizione di Un viaggio che non promettiamo breve. Clicca sull’immagine per aprire la copertina completa con un nuovo testo sull’aletta (PDF).

Mentre Un viaggio che non promettiamo breve procede verso la nuova ristampa, ecco un nuovo speciale, lungo il filo delle recensioni apparse e delle riflessioni fatte, pescate, condivise in quest’inizio di 2017.

Il tour di presentazione oggi a Bolzano tocca la ventiduesima data e domani a Trento la ventitreesima, e la strada è ancora lunga e impegnativa.

L’immagine del libro che ci consegnano i primi tre mesi on the road sembra proprio quella – oltremodo foucaultiana – della «boite à outils», la cassetta degli attrezzi. Questa l’espressione usata più volte durante la presentazione al centro sociale Sisma di Macerata. In quella serata si è usato il libro per illustrare il rapporto tra il sistema delle grandi opere e la «strategia dell’abbandono» che stanno subendo le zone montane del centro-est colpite dal terremoto.

Quasi a ogni tappa del tour, la presentazione di Un viaggio che non promettiamo breve è diventata l’occasione per ragionare sui conflitti locali e il futuro dei movimenti contro le grandi opere e/o per il «diritto alla città». Nelle ultime settimane è successo a Vicenza – qui l’audio della serata, con introduzione di Nicoletta Dosio – e a Firenze; in questi giorni accadrà nel Trentino-Alto Adige dove si lotta contro il Tunnel di base del Brennero (BBT); la prossima settimana avverrà a Verona, dove va crescendo un movimento No Tav, poi a GenovaArquata Scrivia, nelle terre dei No Tav Terzo Valico.

Più in generale, presentare il libro diventa l’occasione per fare il punto sulla centralità della cementificazione nella fase attuale del capitalismo italiano, com’è avvenuto in quest’intervista rilasciata a Ernesto Milanesi in quel di Padova. Prosegui la lettura ›

La favola della scuola. Gli insegnanti, gli studenti, le lotte (e il Partito della Nazione)

Vietati i don Chisciotte

di Carmelo Palladino e Girolamo De Michele, feat. Mauro Presini e molti insegnanti e studenti e bidelli (*)

«Fischiate quanto volete, noi andiamo avanti.»
(Matteo Renzi agli insegnanti liguri, 25.05.2015)

«Matteo, fermati: fermati prima che uno dei due, tu o la scuola pubblica, vada a sbattere.»
(l’insegnante Giovanni Cocchi a Matteo Renzi, 16.05.2015)

1. C’era una volta…

C’era una volta una SCUOLA: tutti la conoscevano, tutti sapevano dove stava, tutti sapevano che lavoro faceva, tutti la rispettavano. Era una buona scuola!
Un brutto giorno però arrivarono degli esperti di sottrazioni e cominciarono a dire che bisognava risparmiare perché c’era la crisi.
Dissero che nella parola SCUOLA c’erano troppe vocali e troppe consonanti e che bisognava semplificare ed essenzializzare.
Così tolsero la C di “Capire” per regalarla a chi vendeva computer e software per le Classi 2.0.
Con la sottrazione della C, la scuola stava diventando una SUOLA e molti sentivano di poterla mettere sotto i piedi.
Subito dopo arrivarono anche i nostalgici del passato che le presero la U di “Uguaglianza delle opportunità” perché alle elementari volevano reintrodurre il maestro Unico.
La scuola ora si sentiva più SOLA e molti cominciavano a non capire bene a cosa potesse servire. Prosegui la lettura ›

Torna in libreria «Amianto» di Alberto Prunetti

Copertina Amianto

La nuova edizione di Amianto. Clicca per ordinarla all’editore con il 15% di sconto e senza spese di spedizione. Oppure ordinala alla tua libreria di fiducia, meglio se indipendente.

Le Edizioni Alegre prendono il testimone dai leggendari compagni di Agenzia X e riportano in libreria un titolo davvero importante: Amianto. Una storia operaia di Alberto Prunetti. La nuova edizione ha un capitolo in più e… un’appendice giapster, perché il libro si conclude con la conversazione a tre De Michele – Prunetti – Wu Ming 1 apparsa su questo blog il 3 febbraio 2013. Prosegui la lettura ›

Con i lavoratori della #logistica | Resistere a #Granarolo e ai padroni «buoni»

Ultima scena del film Lo squalo

Ne abbiamo scritto su Internazionale ormai svariati mesi fa; da allora la lotta dei facchini della logistica e, di conseguenza, la repressione si sono fatte ancora più intense e radicali. Soprattutto a Bologna e soprattutto alla Granarolo, ma anche in altre parti d’Italia. L’episodio recente che ha spinto il direttore della rivista Giovanni De Mauro a scrivere dell’argomento in prima persona è infatti accaduto a Milano: il pestaggio del sindacalista Fabio Zerbini da parte di una squadraccia padronale, o mafiosa, o entrambe le cose. Prosegui la lettura ›