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Guido Bertolaso

Cosplayers e cose tolkieniane, ovvero: Paura e delirio a Lucca Comics

Sabato 29 ottobre, al Lucca Comics & Games, in una città presa d’assalto dai cosplayers, Wu Ming 4 e Roberto Arduini (presidente dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani) hanno tenuto una breve conferenza dal titolo: “Percorsi narrativi e itinerari tematici nel fandom e nella fanfiction tolkieniana”.
All’ultimo momento ci si è accorti che il tempo a disposizione era stato ridotto dagli organizzatori del festival a 40 minuti (question time incluso). Di conseguenza gli interventi hanno dovuto essere accorciati e il dibattito pressoché abolito, sotto la pressione di un turnover incalzante. Nel frattempo la fiera si stipava di gente travestita (perfino da se stessa) e per la città impazzavano parrucche, abiti sgargianti o succinti, spadoni, mitraglie, pugnali, tette elfiche, muscoli veri e finti, e chi più ne ha più ne metta. Il Paese delle Meraviglie.
A conti fatti abbiamo deciso di pubblicare gli appunti di Wu Ming 4 in versione scritta, con l’aggiunta di un paragrafo (il quarto). Prosegui la lettura ›

L’Aquila città chiusa

Per colmare lo scarto tra l’archivio e la strada: una giornata sui luoghi del terremoto del 6 aprile 2009
di Wu Ming 2


Lunedì 12 aprile siamo stati a L’Aquila per presentare Altai. L’incontro si doveva tenere nel tendone di Piazza Duomo, ma il freddo e la neve ci hanno dato lo sfratto. La giornata è partita così all’insegna del trasloco e dell’incertezza: un minuscolo assaggio di quanto gli aquilani vivono da mesi. Abbiamo trovato rifugio alle Casematte, nel grande complesso dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio. Un’area molto vasta, in gran parte inutilizzata, a fortissimo rischio di speculazione edilizia. Dopo il terremoto del 6 aprile, la rete sociale 3e32 ha occupato proprio qui un piccolo stabile, con bar e saletta concerti. Subito a fianco, una casetta di legno fai-da-te ospita il media center e lo spazio riunioni. Ci stipiamo lì dentro e tocca a me iniziare, con uno strano imbarazzo:
– Siamo venuti qui, a raccontarvi una storia, e adesso mi rendo conto che vorrei solo stare zitto e che le parti dovrebbero essere invertite: voi che raccontate e noi che ascoltiamo in silenzio.
Poi rifletto e penso che Enrico ci ha invitato anche per questo: trovarsi un pomeriggio a parlare di un romanzo, per stare insieme e riflettere oltre il terremoto, le macerie e il piano C.a.s.e.
Allora mi dico che Altai è stato spesso un punto di partenza, un’allegoria per discutere di sogni, identità, rivolta e potere. Dunque, anche di questa città e del desiderio di ricostruirla, senza ridurre tutto a una questione edilizia.
Così comincio, parto verso Venezia e Istanbul, anno di grazia 1569, sperando che la macchina del tempo funzioni anche stavolta, e che ci sia abbastanza benzina per un ritorno al futuro. Prosegui la lettura ›