Gli incontrollati fantasy su Norma Cossetto, 4a parte | Miti e bugie intorno a una laurea

Concetto Marchesi (1878 – 1957), latinista, rettore antifascista dell’Università di Padova durante l’occupazione tedesca, deputato del Pci, membro della Costituente. Un’ossessiva diceria lo descrive come mentore di Norma Cossetto e promotore della sua laurea ad honorem postuma. Il collettivo Nicoletta Bourbaki – come avrebbe dovuto fare chiunque abbia scritto di questa vicenda – ha consultato i documenti d’archivio dell’Università di Padova, per vedere se le cose andarono davvero così. La risposta è stata un secco no. Ma quel no era solo l’inizio di una catena di ulteriori scoperte. Perciò, a distanza di cinque anni dalle prime tre puntate di quest’inchiesta, abbiamo deciso di pubblicarne altre due. Buona lettura.

di Nicoletta Bourbaki (*)

INDICE
0. Antefatto
1. La versione di Canfora: problemi di metodo
2. La versione di Sessi: quando «problemi di metodo» è un eufemismo
3. Allargando l’inquadratura tutto cambia
4. L’origine della leggenda (1983)
5. L’uovo di Colombo: leggere i documenti
6. La versione di Canfora (Slight Return)

Nel 2019 abbiamo pubblicato un trittico di articoli su Norma Cossetto.
Il primo era un’analisi critica storiografica e politica del film Rosso Istria, cofinanziato dalla Regione Veneto.
Il secondo una ricostruzione della genesi della narrazione “consolidata” su Norma Cossetto, una narrazione basata poco sulle fonti e molto su fantasie per niente innocenti. Il terzo era una recensione del fumetto neofascista Foiba rossa e soprattutto del libro di Frediano Sessi Foibe rosse, per il quale abbiamo proposto la definizione di «oggetto narrativo male identificato». Due opere d’ingegno in teoria distanti sul piano culturale e politico, in realtà più simili tra loro di quanto si potrebbe immaginare.

L’anno successivo, intorno al 10 febbraio, Luca Casarotti – che, oltre a essere uno studioso di diritto romano e un musicista, fa parte del nostro gruppo di lavoro ed è il presidente dell’ANPI di Pavia – è stato attaccato dal giornalista Gian Micalessin per aver criticato la distribuzione istituzionale nelle scuole del fumetto Foiba Rossa. Ne abbiamo parlato su Medium, nella nota I veleni del Giorno del Ricordo (nei media e nella scuola).

Micalessin, prevedibile come può esserlo un giornalista che scrive per un giornale che si chiama «il Giornale», ha utilizzato contro l’Anpi quella che i cossettologi considerano l’arma fine di mondo: la storia della laurea ad honorem concessa a Norma Cossetto  dall’Università di Padova nel 1949, per volontà, così dice la vulgata, del prof. Concetto Marchesi, latinista di fama, personalità di spicco dell’antifascismo padovano durante l’occupazione tedesca, e padre costituente nelle file del Partito comunista italiano.

Questa storia – in alcune varianti Marchesi è anche indicato come relatore di tesi di Norma Cossetto – ci è sempre sembrata molto strana, così abbiamo deciso di approfondirla. Prosegui la lettura ›

Dal parco Don Bosco al Festival di Letteratura Working Class, il nemico si sfoga, sabota, massacra

Stanotte, nei pressi del parco don Bosco di Bologna, un attivista diciannovenne, studente del liceo Da Vinci, è stato inseguito, bloccato e pestato da un folto gruppo di carabinieri. Su di lui si sono accaniti non soltanto col manganello, ma anche con taser e spray al peperoncino. Gli è stato rotto un polso. È stato portato via in stato di incoscienza. Ha trascorso diverse ore nella caserma di via Agucchi e mentre scriviamo è in corso il processo per direttissima. Davanti al tribunale c’è una folla di giovani solidali. Non c’è chi non abbia pensato a una vendetta delle forze dell’ordine per lo smacco di due giorni fa.

Proprio ieri il sindaco Matteo Lepore si era lanciato in una lunga, ossessiva esortazione a «isolare i violenti». Prosegui la lettura ›

La vera storia della banda Hood: ecco il booktrailer

Quella di Robin Hood è senz’altro una delle leggende più longeve di ogni tempo. È intramontabile, perché la sua figura richiama subito la riparazione dei torti sociali, la vendetta di classe, la ridistribuzione della ricchezza, la reazione dei poveracci al dominio dei potenti, la creazione di una microsocietà autarchica, basata su regole proprie.

Robin Hood non è un eroe aristocratico come quelli dei poemi classici (Achille, Odisseo, Enea, ecc.), e non è nemmeno un cavaliere come i paladini di Francia della Chanson de Geste o i cavalieri della Tavola Rotonda nel ciclo arturiano. Tant’è che la tradizione moderna, dal Rinascimento in poi, ha voluto recuperare e ripulire la sua figura, facendone un nobile decaduto, il celeberrimo Robin di Locksley conte di Huntington, ripresa poi da romanzieri come Scott e Dumas e in tanti film. Ma nelle ballate medievali non c’è niente di tutto questo: Robin Hood è un uomo del popolo, uno yeoman, la cui arma prediletta è l’arco, un’arma leggera, da fantaccino. Ed è un bandito assai poco gentiluomo, che non si fa scrupolo di taglieggiare o uccidere i rappresentanti del potere costituito, anche con una certa spietatezza. Prosegui la lettura ›

Tumor Valley, un video prodotto dall’intelligenza collettiva delle lotte in Emilia-Romagna

Un fotogramma del video Tumor Valley, la versione sensata dello spot La terra dei motori. Clicca per vederlo su Vimeo.

In val Padana si respira la peggiore aria dell’Europa occidentale. In tutte le mappe dell’inquinamento nel continente, questa zona è nera pece in un mare di giallino e arancione pallido. Ci sono lunghi periodi dell’anno in cui la regione in cui viviamo, l’Emilia-Romagna, è una gigantesca camera a gas. Nel discorso pubblico – quello degli amministratori e dei media – si dice che è «perché non piove». 

Nei primi due mesi del 2024 non si poteva respirare. Sindaci e tecnici Arpae dicevano di non fare attività all’aria aperta. In quelle settimane ci tornava in mente un passaggio del recente video istituzionale La terra dei motori: 

«È la ricerca del divertimento a farci vedere  un traguardo in fondo ad ogni rettilineo, a trasformare ogni curva in un circuito da percorrere a tutto gas.»

Il video è stato più volte citato come esempio di horror involontario nel recente convegno «La crisi del modello neoliberista, tra disastri ambientali e criticità economico-sociali: il caso dell’Emilia-Romagna», organizzato a Bologna da RECA, Rete per l’emergenza climatica e ambientale in Emilia–Romagna.  Prosegui la lettura ›

Calendario della Wu Ming Foundation, Marzo–Aprile 2024

L’Uomo Calamita, spettacolo della compagnia El Grito con Wu Ming 2; La morte, la fanciulla e l’orco rosso, controinchiesta del collettivo Nicoletta Bourbaki sul “caso Ghersi”, odiosa fandonia antipartigiana; Se vi va bene bene se no seghe, l’autobiografia di Valerio Minnella scritta con Wu Ming 1 e Filo Sottile; Dynamite! di Louis Adamic, prima edizione integrale e critica in lingua italiana, a cura di Andrea Olivieri; La vera storia della banda Hood, il nuovo romanzo di Wu Ming 4.

Da oggi torniamo a una prassi che era in auge su Giap diversi anni fa: la pubblicazione del calendario bimestrale degli appuntamenti.

Come già scritto, per noi il 2024 sarà molto meno gironzolevole degli anni precedenti. Le trasferte sono ridotte ai minimi termini, per via di scritture in corso che richiedono il massimo della concentrazione.

Continuano però a girare libri e progetti a cui teniamo, a cui abbiamo partecipato in vari modi, che sono parte della costellazione soprannominata Wu Ming Foundation. Inoltre, come scrivevamo qui:

«le tempistiche con cui torneremo on the road sono differenziate: il nuovo romanzo di WM4 uscirà già a primavera; quello di WM1 in autunno; quello di WM2 nel 2025.»

La vera storia della banda Hood esce il 3 aprile 2024, e da quella data in avanti Wu Ming 4 sarà disponibile per presentazioni. Prosegui la lettura ›

Il parco don Bosco che si difende, la Bologna soffocante che non vogliamo. Sabato 9 marzo, la manifestazione

Sabato 9 marzo, alle 14:30, saremo anche noi in piazza XX Settembre, a Bologna, punto di raduno per la manifestazione convocata dalla «gang del don Bosco». 

Il parco don Bosco è da settimane un festoso presidio popolare, con tanto di casette sugli alberi. Una piccola ZAD, zone à defendre. Da difendere, perché minacciata dall’ennesimo progetto che abbatte alberi e consuma suolo, ne abbiamo parlato qui.

Ci saremo, per ribadire che siamo contro la follia cementizia. Contro lo scempio urbanistico. Contro la Bologna distopica di Lepore, Clancy, Laudani, Borsari, Fondazione Innovazione Urbana.

A Bologna non passa quasi giorno senza che venga annunciata una nuova colata. Solo nell’ultima settimana dodicimila metri quadri per un nazional-patriottico «Museo della cultura italiana» (!) in via Carracci, più una nuova struttura da settanta appartamenti in via Michelino (con tanto di notizia falsa su un voto a favore da parte dei Verdi). Decisioni che seguono di poco altre riguardanti l’area ex-FICO e la zona Fiera.

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