Ma chi è questa Donazzan che vuole il #rogodilibri? Andiamo a vedere?

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Chi è la tizia che dichiara i nostri libri “diseducativi”, pontifica sul “bisogno di buoni esempi, non di cattivi maestri” e chiede ai dirigenti delle scuole del Veneto di mettere al bando centinaia di titoli e – soprattutto – i loro autori? Chi è costei? Fuori dal Veneto, si sa solo che è l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione, e che è del PdL. Ma a parte questo, che è l’involucro, chi è Elena Donazzan?
Beh, per fare un esempio, è quella dentro il cerchio:

BUONI ESEMPI

Valdobbiadene (TV). Commemorazione dei “marò” del Battaglione N.P. della X Mas. Foto senza data né didascalia, tratta da “Littorio”, periodico della Federazione R.S.I. di Treviso, n.7, luglio-settembre 2010.

Anche nel trevigiano la X Mas fu responsabile di rastrellamenti, torture ed esecuzioni di partigiani, persino dopo la Liberazione. L’episodio più noto è l’eccidio di Crocetta del Montello, 28 aprile 1945. Prima di essere uccisi, i partigiani catturati,

«nudi fino alla cintola, uno alla volta, venivano posti con la schiena su di un piccolo sgabello e il loro corpo gettato all’indietro, finché il capo non sfiorasse il terreno e fino ad assumere la posizione a bilancia. Poi costoro, sempre a torso nudo. venivano frustati con un nerbo e poi venivano portate delle latte di benzina per sottoporli alla tortura del fuoco. Gli interrogatori cominciavano alle ore venti e continuavano ininterrottamente fino alle tre del mattino ed io sentivo le grida di coloro che venivano interrogati, unite a colpi di pistola.» (deposizione di Adriano Calabretto al processo contro Junio Valerio Borghese e altri, febbraio 1948).

Eh, già. L’assessore Donazzan viene da un certo ambientino, e se lo porta dietro. La rete è piena di interessanti immagini, bizzarri resoconti, roboanti dichiarazioni, curiosi aneddoti. Molti la conoscono per l’intenzione di regalare copie della Bibbia a tutti gli scolari del Veneto (e paga Pantalone!), ma non è che uno degli episodi. Qui possiamo comporre solo un breve florilegio (grazie a Lello Voce per gli input). Invitiamo altri a cercare / raccontare.
Non veniteci a dire che “sono solo provocazioni, non bisogna caderci”, “sono boutades, non dobbiamo darci peso”, “le state solo facendo pubblicità” etc. etc. Costei non ha affatto bisogno della nostra “pubblicità”: non è chi ci legge a interessarle. Lei ha il suo mondo, la sua base, i suoi referenti, e tutto il resto è Nemico Assoluto. Grazie a chi, in questi anni, ha continuato a sottovalutare e fare il “superiore”, ci ritroviamo tutti nel letame a testa in giù. E se ora non ci diamo una svegliata, se permettiamo al nemico di stabilire tutti i precedenti che vuole, non avremo più metafore per descrivere l’incubo. Come ha scritto qualcuno su Tumblr, “il Veneto è avanti di sei mesi” (ovvio: corre in discesa!), e se vi sembrava già troppo la camerata Santanché, aspettate che alla ribalta nazionale giunga costei.

«Non è leader di un partito ben specifico»

Pochi click, ed ecco una sviolinante apologia della tizia scritta da suoi, ehm, fans. E dànno l’impressione di farlo gratis! Il melenso elzeviro sta sul blog di Alternativa Sociale di Schio, sobriamente intitolato: “Elena Donazzan, patrimonio d’Italia”:

«Elena Donazzan, sempre più raggiante, bella, felice, una volta di più in questo evento dove incontrava la gente che le vuol davvero bene e che l’ha sostenuta nella durissima, recente campagna elettorale […] Lei, la protagonista, la festeggiata, colei che “amando il Veneto” è diventata la figlia di un intero territorio, la predestinata, siamo pronti a scommetterci, al ruolo di Presidente della Regione. Quello che viene prodotto è un discorso pieno d’affetto e di gratitudine, per tutti gli elettori, gli amici, i suoi sostenitori, tra tutti Sergio Berlato, i cacciatori, per i quali  si è sempre battuta e che la riconoscono come riferimento politico incontrastato […] La conclusione, degna cornice  a parole capolavoro dette con il sostegno del cuore e dell’anima, è stato l’Inno Nazionale, che lei ha voluto regalare agli astanti e si è voluta regalare inneggiando all’amor patrio, che rende italiani ed orgogliosi di esserlo, cantato con sollenità [sic], con la mano sul cuore da alcuni, a squarciagola, sopra ogni dubbio sulla voglia di unità di un popolo che non vuole perdere l’identità nel nome di ragioni irragionevoli.
Grandi applausi alla fine, tutti che corrono ad abbracciarla, con una sola certezza: Elena Donazzan non è un leader di un partito ben specifico, perchè [sic] una tessera o una bandiera, che non sia quella tricolore, non possono circoscrivere i perchè [sic] di cotanta persona, di così profonda umanità ed umiltà. Elena Donazzan è patrimonio d’Italia: auguri principessa di Pove, il futuro è nelle tue mani!»

Praticamente Fascisti su Marte.
Però non è Marte.

Biagi e D’Antona uccisi per colpa dell’antifascismo

Il 24 novembre 2010, il consiglio regionale del Veneto si accingeva a votare le Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della Resistenza. A un certo punto, la principessa di Pove si è lanciata in una confusionale filippica, cercando in tutti i modi di “buttarla in vacca”. Ne è nata una gazzarra. Ecco come descrive la scena l’inviato del “Corriere del Veneto”:

«…in un crescendo che l’ha vista partire dai ricordi di uno zio fascista in Russia per arrivare fino alle contestazioni durante la presentazione dei libri di Pansa, la Donazzan ha attaccato: “Sotto la bandiera dell’antifascismo militante sono caduti Marco Biagi e Sergio D’Antona…”. In aula è scoppiata la bagarre, ma la Donazzan ha continuato imperterrita: “Arrivo anche alla costituzione… “. Urla e strepiti dai banchi dell’opposizione. “In nome dell’antifascismo militante…”. Non si sentiva più nulla: “Questa è la tolleranza che è dovuta… “. Il presidente del consiglio regionale, sempre più forte: “Scusate, scusate, scusate…” Donazzan: “Questa è censura… censura profonda”»

La principessa di Pove sfoggia il sempiterno vittimismo dei neofascisti: strilla alla censura cercando di far tacere gli altri, e si atteggia da perseguitata dall’alto della propria costosa (per i contribuenti) cadrega.
Pochi mesi dopo, eccola chiedere la messa al bando di scrittori che non la pensano come lei (forse perché hanno avuto l’eleganza di nascere e crescere in tutt’altri ambienti).
Curiosità: i nostri amici di Militant si saranno certamente riconosciuti nella frase sulle “contestazioni durante le presentazioni ai libri di Pansa”. Questa menzione è una vera e propria medaglia al valore. Animo, compagni: se va a finir male, vi rivaluteranno tra settant’anni, com’è successo agli Arditi del Popolo.
Degna di rilievo anche la descrizione, da parte di Donazzan, di un ipotetico “nuovo 25 Aprile”:

«Sogno e ritengo di lavorare per un 25 aprile in cui tutti i combattenti che si affrontarono lealmente, chi in nome della Libertà, chi in nome dell’Onore d’Italia, ma sempre sotto il tricolore, si riappropino [sic] di questa giornata e marcino insieme, come già avviene da anni nelle adunate degli alpini, dei bersaglieri, dei granatieri, dei paracadutisti: un 25 aprile che sia di vera riconciliazione e che sia davvero di tutti.»

Sentendo prospettare una siffatta “marcia”, ci è venuta in mente Waiting For The Worms dei Pink Floyd, da The Wall. Prendetevi un paio di minuti, godiamocela insieme.


L’ora di religione e la Bibbia

Già un paio di anni fa la principessa aveva proposto che l’ora di religione tornasse obbligatoria. Obbligatoria per tutti, anche per i figli di genitori non cattolici. Portentosa l’argomentazione:

«Perché in Italia non si ruba e non si uccide, perché abbiamo questo senso della famiglia, perché il rapporto deve essere imperniato sul rispetto e sul perdono? Questi sono i principi comportamentali di chi vive in Italia, derivano da un approccio culturale alla religione cattolica, non derivano da altre religioni, in Italia da sempre anche se non lo vogliamo riconoscere questi principi non derivano dal giusnaturalismo, ma dalla religione cristiana.»

In Italia non si ruba e non si uccide. In Italia il rapporto è “imperniato sul perdono”. Niente furti né omicidi né sentimenti di vendetta. Ed è merito dei preti. E’ proprio il caso di dirlo: In Italia si sta da Dio. Invece nei paesi non cristiani si ruba e si uccide e non si perdona mai nessuno. Perché sono giusnaturalisti. No, aspettate… Ci siamo persi.
E l’intervista conteneva altre chicche.
Più di recente, poco prima di avere l’idea di proibire molti libri, Donazzan si è messa in testa di imporne uno solo. La Regione Veneto, coi soldi delle tasse di tutti i contribuenti (anche atei, agnostici e di altre confessioni), dovrebbe regalare una copia della Bibbia a ogni alunno delle elementari. Non è questione se la Bibbia si debba leggere o meno: non ci piove che sia una pietra angolare della nostra storia. Ma il gesto annunciato da Donazzan puzza di fondamentalismo e oltraggia la laicità dell’istituzione pubblica, oltre a prefigurare un monumentale sperpero di denari e risorse. A occhio e croce, parliamo di una tiratura ad hoc che nemmeno Dan Brown e Stephen King messi insieme. Interi boschi abbattuti in chissà quale parte del mondo, fondi sottratti alle emergenze sociali, tutto per la hybris di una Pulzella che, se non erriamo, milita nello stesso partito del bunga-bunga, della Minetti e dell’ingurgito di Cialis. Nel nome di Papi, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Citiamo dalla Tribuna, quotidiano di Treviso:

«”Mi piacerebbe sapere se Donazzan, che dice di essere attenta ai valori cristiani, ha mandato una copia della Bibbia anche al presidente Berlusconi, perché se non l’ha ancora fatto sarebbe bene lo facesse al più presto”. Commenta sarcasticamente l’onorevole Simonetta Rubinato (Pd) la decisione della Regione Veneto di regalare una bibbia ai bambini delle scuole.
”Credo che la Regione – ha aggiunto Rubinato – farebbe bene ad occuparsi dei problemi dei cittadini, lasciando alla Chiesa il compito di educare i giovani alla fede cristiana”. ”Vorrei capire quanto costa questa iniziativa – conclude – e se essa verrà replicata anche in futuro. Penso che i cittadini abbiano diritto di sapere, perche’ non ci sono risorse per le scuole materne o per i centri di ascolto per adolescenti per la prevenzione delle dipendenze. Invece ci sono per fare propaganda attraverso l’uso strumentale della Bibbia”.»

Ma a parte quel libro, quali altri libri vanno bene per le scuole?

Per esempio, 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro, volume che Donazzan ha fatto scrivere e pubblicare a spese della Regione. Peccato che tale libro si sia rivelato copiato di sana pianta da Wikipedia e altri siti, oltreché pieno zeppo di propaganda cripto-fascista presa da fonti partitiche e riversata sulle pagine senza alcun filtro. In questo video il politico vicentino Matteo Quero (ex-PLI, oggi PD), figura nota alle cronache venete, illustra alcuni copia-e-incolla e riferimenti subdoli. Quero o non Quero, la dimostrazione è incontrovertibile.

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Appendice forse OT: Il dente che duole

Alle importanti riflessioni terminologiche fatte da Lello Voce sul suo blog e su Carmilla, ne andrebbe aggiunta una sulla parola più inquinata: “libertà”, che nel discorso politico italiano ha ormai assunto un significato opposto a quello registrato nei dizionari. La “libertà” che sta nei nomi di diversi partiti politici (tutti quanti “partiti personali”, poco più che aloni intorno a un leader-personaggio, aureole intorno alla sua testa) è una parola svuotata, dunque non ha nulla a che vedere con le libertà concrete che in questo paese è necessario difendere. E come accade per molte cose, più si evoca la libertà, più significa che non ce n’è. “Libertà. Più la esibiscono sugli scudi e meno la vogliono” (Tuone Jurman detto “il Tuota”, Dubrovnik, 1569). La lingua batte dove il dente duole. In Italia, di solito, chi si definisce “liberale” intende dire che non gli dispiace il fascismo. E il sedicente “liberismo”, lo sappiamo, è la dottrina economica che più ha prodotto schiavitù sul pianeta.
Nella lingua italiana tutte le parole che iniziano con “liber-” sono diventate mostruose o, quando va bene, innocue. Ce n’è una sola che ha conservato una quota di senso, e infatti è la meno ricorrente, la più tenuta ai margini del discorso pubblico, la più temuta e odiata da sproloquiatori e donazzànidi: “liberazione”. Spesso con l’iniziale maiuscola: “Liberazione”. Parola che descrive un processo e il suo esito, un agire e il suo fine. Al contrario di “libertà”, che può essere un concetto astratto e disincarnato, “liberazione” implica gli esseri umani. Senza di essi non esiste. Si libera sempre qualcuno, e ci si libera da qualcuno.
“Popolo della Libertà” è un’espressione orrorifica. “Futuro e libertà” è pura distopia. “Sinistra, ecologia e libertà” è una borsa della spesa che si rovescia.
Liberarsi della “libertà”
sarebbe già l’avvio di una liberazione.

Aggiornamento delle 11:23

Beccatevi questi video dove il solito Quero ci parla di un CD “europeista”, finanziato dalla regione Veneto e curato dall’associazione Strade d’Europa, la stessa che ha realizzato il libretto sul Muro (libro che doveva essere, come al solito, distribuito nelle scuole…).

Nel CD, testi neofascisti, con inni alla Guardia di Ferro e a Codreanu.

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97 commenti su “Ma chi è questa Donazzan che vuole il #rogodilibri? Andiamo a vedere?

  1. […] This post was mentioned on Twitter by Wu Ming Foundation, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: Ma chi è questa Donazzan che vuole il #rogodilibri? Andiamo a vedere?: Chi è la tizia che… http://goo.gl/fb/hJ6c7 […]

  2. Sto battendo le mani per questo post, soprattutto all’appendice, totalmente in topic. Grandissimi.

  3. Grazie, sapevo già molto ma non sapevo tutto… diffonderò il più possibile questo post!

  4. Letto per metà, mi ristoro con i Pink Floyd e poi proseguo. Non si può digerire tutto insieme, soprattutto dopo il delirio, (che delirio purtroppo non è), sul 25 aprile.

  5. Grazie, conoscevo poco la signora e immaginavo, ma non fino a questo punto.
    anche questo post è da far circolare al massimo.

  6. […] notizie sull’Assessore Donazzan che chiede la messa al bando dei libri nelle scuole venete: leggete. La cinquina del Premio Campiello 2010 ha scritto alla Fondazione Campiello chiedendo una presa di […]

  7. Tuone Jurman (detto il Tuota) ve lo siete inventati, ma quello che dice è sacrosanta verità. Si diceva “più li conosci, più li eviti”, ma ora evitarli non basta più, avete ragione. Bisogna romper loro le balle, spaccare il capello in quattro, non lasciaglierne passare manco una. Dài, che ce la facciamo!

  8. Ma non è finita.
    Beccatevi questi video dove il solito Quero ci parla di un CD “europeista”, finanziato dalla regione Veneto e curato dall’associazione Strade d’Europa, la stessa che ha realizzato il libretto sul Muro (libro che doveva essere, come al solito, distribuito nelle scuole…).
    Nel CD, testi neofascisti, con inni alla Guardia di Ferro e a Codreanu.
    http://www.youtube.com/watch?v=Gtw6t9VC5ZU

  9. da IlGazzettino.it
    VENEZIA (16 gennaio) – Ecco la lettera inviata da due persone, fra cui il consigliere Pdl di Martellago Paride Costa, per sostenere la messa al bando dei libri di coloro che firmarono la petizione per Cesare Battisti.

    http://ilgazzettino.it/articolo_app.php?id=35710&sez=NORDEST&npl=&desc_sez=

    So che non è certo fresca, ma la frase di Bovo e Costa:
    “Noi vogliamo stare dalla parte dei buoni perché sono loro i nostri eroi”, la vedo bene dopo la storia della Donazzan.

  10. Roba da far cadere il monociglio a Marrabbio di Kiss me Licia.

  11. Il fascismo cova sotto le ceneri di questi anonimi (fino ad ora) personaggi.
    Bisogna stanarli tutti.
    Se proprio si vuole trovare qualcosa di positivo in questa tragica vicenda è proprio questo: si sono rivelati, lasciando intuire che purtroppo sono solo la testa di ponte su di un fiume nero che ancora scorre nelle istituzioni di questo paese. Staniamoli tutti.

  12. American Leftist ha pubblicato un pezzo dal titolo “Banning the books in Italy”

  13. Davvero ben fatto! Ora è ancora più chiaro, direi cristallino, da dove arrivi la cornice politica del #rogodilibri. E’ innegabilmente fascista/nazista.

    Riguardo all’appendice secondo me non è affatto OT. E’ illuminante la contrapposizione di “liberazione” a “libertà”. Però allo stesso tempo è un punto che mi piacerebbe fosse approfondito. Per come la vedo io c’è da dire molto di più sulla “libertà” sia come concetto in sé che come facies del discorso politico della destra italiana. Mi sembra che stia accadendo qualcosa intorno a questo nodo, qualcosa che va nella direzione della guerra civile. Il satrapo la usa sempre di meno, e il suo prossimo marchio (Italia) non la contiene più. Speriamo che non arrivi nemmeno ad usarlo. Anche la Lega non la usa.

  14. Questo neofascismo non è più cripto-. Ha ragione ginodicostanzo, dovremmo cominciare a monitorare le azioni e i discorsi di questa schiera di grotteschi amministratori e ignoranti politicastri, perché purtroppo la camicia nera non ci fanno più il favore di indossarla.
    Qualcuno sa se esiste già qualche iniziativa del genere in rete?

  15. @uomoinpolvere: sono proprio d’accordo, bisognerebbe fare un’analisi più approfondita della parola libertà e dei concetti che evoca nella nostra società e nella nostra politica. E mi piacerebbe molto se lo si facesse anche con tante altre parole/concetti di cui il discorso politico si avvale per piegare le menti: ‘meritocrazia’, ‘flessibilità’, ‘violenza’, ‘ribellione’. Analizzare una per una queste parole sarebbe utile a fornire strumenti per smascherare individui come la Donazzan. Ne avremmo veramente bisogno!

  16. Tim Parks sul blog della London Review of Books:

    http://www.lrb.co.uk/blog/2011/01/20/tim-parks/bonfire-of-the-realities/

    Lo sto traducendo se mi autorizzano ve lo posto. E’ interessante.

  17. Mah, Dude, a me il pezzo di Parks sembra molto superficiale, e a tratti scrive anche cazzate. Non mi sembra possa avere grande utilità in italiano…

  18. Qualcuno ha elaborato dei prototipi di volantini scaricabili da qualche parte? Sto mandando un’e-mail a una biblioteca che in Italia era meine zweite Heimat, e dove, per quanto ne so, non hanno ancora mosso il culo. Se c’e’ qualcosa di ‘pre-esistente’ lo includo assieme a tutti i link del mondo. Grazie.

  19. Circolava qualche giorno fa un volantino a fumetti realizzato da Gregorio “Peter Poe” Magini et alii, molto bello, però era precedente l’estensione del problema, focalizzato sulla proposta di Speranzon, prima che entrasse in scena la Donazzan. Dopo quello, di volantini io non ne ho visti. Ho visto lettere aperte, mail con richieste di dimissioni, “autodenunce”, fotomontaggi, di tutto e di più, ma volantini no.

  20. a chi piace elena donazzan? ad esempio a quelli di stormfront
    (non metto il link per non insozzare questo blog).

    dal forum di stormfront:

    “Borghezio ieri é stato pure ospide di Lerner a “L’Infedele” ; il conduttore ebreo-comunista col naso adunco impediva a Borghezio di parlare fino in fondo guardandolo storto e togliendogli la parola , suo solito subdolo trucco levantino per far perdere la calma a chi non gli va a genio. […] Una trasmissione nauseante , intitolata “Italia razzista. E il governo cosa fa?” , che sono riuscito a vedere fino in fondo solo sforzandomi con tanta buona volontà…C’erano ospiti la sorella di Abba , un mucchio di altri negri e maghrebini islamici , un prete vomitevole della Caritas di Caserta , un politicante antirazzista del centro-destra di Milano , unici più o meno decenti l’arrapante Elena Donazzan di AN e appunto il simpatico Mario Borghezio della Lega Nord…”

    —–

    girovagando per la rete, ho recuperato la descrizione di un passaggio di quella trasmissione:

    “Moni Ovadia ricorda che un paese cristiano o che si vanta di esserlo deve accogliere e amare lo straniero… una donna del Pdl (l’assessore veneta Donazzan) visibilmente irritata, dice stizzita ad Ovadia “Ma chi è lei per darci lezioni di Cristianesimo??”… presumo alludesse al fatto che Ovadia è ebreo, comunque lui meravigliosamente ha risposto: “Sono uno che ogni tanto ha il vizio di leggere il Vangelo. Le spiace?”
    Donazzan: “E io vado a messa tutte le domeniche!” ”

    http://forumfilmup.leonardo.it/forum/viewtopic.php?topic=62952&forum=21

  21. Tuco, sei troppo severo con quelli di Stormfront. In fondo, sono solo spiritualisti irlandesi.

  22. “[…]i cacciatori, per i quali si è sempre battuta e che la riconoscono come riferimento politico incontrastato[…]”

    dove sei, Esercito Maderese di Rivoluzione Animale, quando servi?

    l’analisi è perfetta, ma mi viene un dubbio.
    Una giustificazione solo ideologica (???) della censura proposta puzza un po’ per una neofascista.
    Una neofascista del Popolo della Libertà.
    Può sfuggirci qualche elemento economico in questa e nelle altre iniziative della Donazzan?

    Di solito è la Lega ad usare questi metodi per creare scalpore e aizzare l’animo dei suoi elettori trogloditi.

  23. Dimenticavo, l’appendice non è per niente OT.
    Nel suo curriculum on-line (http://www.donazzan.it/index.php?option=com_content&view=article&id=60&Itemid=61), la Donazzan dichiara di essere “Promotrice della rete Identità e Libertà (rete degli under 40 presente nel nord Italia – sito http://www.posizione.org)”

    è “il portale dei Patrioti”.
    C’è anche un “decalogo dei patrioti” ma purtroppo la pagina è ancora in costruzione. Probabilmente stanno ancora aspettando sul monte Sinai.

  24. @ wm1

    e’ che l’ irlanda mi e’ sempre stata sulle balle :)

  25. Il resoconto del confronto Ovadia-Donazzan lo scrissi io sul forum di Filmup (dove mi iscrissi ormai nel lontano 2006 con un altro nick) ! Che coincidenza che tu l’abbia recuperato dopo tre anni!

    Grazie, Tuco!

  26. Giusta la domanda: “Ma chi è questa Donazzan?” Chi ha bisogno di spulciare in provincia per beccare certi insignificanti fantocci in stivali e camicia nera per mantenere l’allarme sul pericolo fascista? Una stronzetta così non si può neanche definirla una pagliuzza nell’occhio se confrontata con la trave nel culo del ben più macroscopico e inquietante fenomeno della folla idrofoba che si dichiara “di sinistra” e che chiede severità, decenza e pubblico decoro alle Sacre Istituzioni della Repubblica Democratica nata dalla Resistenza.
    I leghisti che vogliono bruciare i libri sono una ridicola macchietta che serve, da una parte, a mantenere alta l’eccitazione di quattro dementi in camicia verde, e, dall’altra, l’indignazione cieca dell’unica moltitudine che al momento riconosco: il gregge isterico e apolitico che si raccoglie sotto la categoria amorfa dell’antiberlusconismo.
    Se vogliamo aver successo nella nostra lotta, dobbiamo avere il coraggio di affrontare i giganti, non cucire pupazzi e chiamarli “il nemico”. Sempre ammesso che si lotti per gli stessi obiettivi.

  27. @ tuco

    Ma no, povera Irlanda! :-) E’ che, come racconta Roddy Doyle nel favoloso “Una stella di nome Henry” (1999), sono stati proprio certi “spiritualisti” identitari a fottere la buona causa…

  28. @mrz
    massì, hai ragione, continuiamo pure a sottovalutare questa gente, così la trave nel culo va a finire che ce la infilano di sbieco.
    Prima è partito con la proposta dell’Indice un consigliere comunale di Mantellago, Paride Costa. Poi l’ha ripresa Speranzon, assessore provinciale di Venezia. Poi la Donazzan, assessore regionale del Veneto. Il suo collega del Friuli V-G dice che farà altrettanto… Ma no, non c’è da preoccuparsi.
    In questo caso l’antiberlusconismo non c’entra proprio nulla: questi sono già oltre, questo è il fascismo su Marte che già si prepara per il dopo Berlusconi.
    Se nella tua lotta non è importante opporsi a questa deriva, e anzi, bisogna lasciarla perdere, allora quella lotta non è la nostra, davvero.
    Sogni d’oro.

  29. @ mrz

    Quoto il mio socio WM2.
    I “fantocci in stivali e camicia nera” in questione non sono oscuri consiglieri comunali di un oscuro comune montano di un’oscurissima valle alpina. Sono al governo nel Veneto (e certo non solo lì) e le loro idee suggeriscono qualcosa pure ad altri. Per troppo tempo i segnali del loro ritorno in auge, del loro scendere a valle, sono stati sottovalutati e lasciati correre. Ancora fino a qualche anno fa potevano apparire come ridicole macchiette, ma oggi, allo stato attuale delle cose, non lo sono più. Non di fronte a un potere esecutivo che si ritiene legibus solutus e si appropria quindi dello stato. Qui non è questione di berlusconismo e anti-berlusconismo, tratto nefasto dei tempi che viviamo. Qui si va oltre. Quello che questa orrida faccenda mette in luce è una trasformazione antropologica in atto e forse in certe aree del paese già compiuta. Se c’è qualcuno che elegge gente del genere e dà loro la maggioranza significherà pur qualcosa. Se non è più evidente che proibire i libri, epurare l’opera di un romanziere da biblioteche e scuole per le idee politiche dell’autore, è una roba nazista, significa che si è perso il senso del con-vivere civile e che il nazismo non fa più tanto schifo. E questo dato è – se possibile – più preoccupante del berlusconismo. Ovvero ne è forse la conseguenza lineare.

  30. @ wuming 4

    hai ragione, gli irlandesi sono fighi. una volta, tanti anni fa, ero in giro per il portogallo in autostop e mi ha tirato su un camionista irlandese. guidava come un pazzo cantando “like a rolling stone”. ogni tre parole infilava un “god fuck the queen”. e mi ha insegnato un paio di trucchi niente male per attaccare discorso con le ragazze. :-)

  31. So di esser poco diplomatico, però per questa gente vale la miglior domanda che mi venga in mente a nome di chi questa feccia la vuole contrastare a muso duro.

    «Ma quante volte vi dobbiamo sparare addosso?»

    Dirò di più, questa è una delle frasi di un dialogo fra settantenni che più mi ha stupito di Asce di Guerra, per il quale vi ringrazio di cuore:

    ” «Ma come, non ti piace il presidio? Oggi pomeriggio arrivano anche i giovani…»
    «Sì, tutti qua, evviva! Per questo non volevo venire: il presidio va benissimo, figurati, ma per i
    fascisti ci vuole altro. Il modo migliore per onorare i morti è seguirne l’esempio, no?»
    Ming si inserisce, inghiottendo l’ennesimo colpo di tosse: «Già. E questa qui è gente che è morta,
    mi spiego?, morta, per scacciare quelli là.»
    Grandi, questi settantenni, niente da dire: «Insomma, era più giusto andarli a menare…»
    «Menare!» esclama Mirco con un acuto improvviso «Non so, quelli sono capaci di fare le vittime,
    dopo…»
    «E allora cosa?»
    «Beh, io dico che il Comune e la polizia non dovevano darsi tanto da fare per contenere la
    protesta. Questi vogliono venire a Bologna? E allora si prendono i loro rischi, ecco la
    democrazia!» ”

    Riflessioni sulla liberazione molto poco teoriche: se vogliono la guerra culturale, si deve essere pronti alla guerriglia culturale! :)

  32. @WM2
    “Sottovalutare questa gente […] Ma no, non c’è da preoccuparsi. [Nella mia] lotta non è importante opporsi a questa deriva, e anzi, bisogna lasciarla perdere”: ho mai scritto queste cose o hai voluto leggerle tu?
    Io solo parlato di sproporzione. Del tuo blog.
    D’altra parte, a quando risale il vostro ultimo post sull’allarme a cui faccio riferimento? O forse che la dialettica tra lotta autonoma ed istituzioni democratiche è ancora troppo complessa e delicata per un giudizio e una condanna risolutiva? Magari in attesa di future possibili alleanze…

  33. Citando gli ipocriti benpensanti dei nostri giorni, dico che queste persone vanno condannate e combattute “senza se e senza ma”.

  34. @ mrz
    Proprio perché il rapporto tra la lotta autonoma e istituzioni democratiche è complesso, come dici, non capisco la tua esigenza di una “condanna risolutiva”.
    Se è vero che la fibrillazione dei dementi in camicia verde-nera fa il paio con quella dei giustizialisti anti-politica, è sommamente necessario tentare di imporre dei distinguo, reintrodurre nel discorso elementi di complessità, come in questo blog si è sempre fatto. Sul “grillismo” che agita l’altra metà della pancia del paese non abbiamo mai avuto parole tenere, anzi, abbiamo sempre ribadito che spesso e volentieri un certo atteggiamento porta a battaglie inutili, lontane dal cuore del problema.
    Dirò di più: un altro bel lascito indiretto del berlusconismo sarà precisamente lo strapotere della magistratura “democratica” che in questi anni ha condotto la guerra contro Berlusconi, laddove la politica non è riuscita in alcun modo a farlo.
    Mi sembra altresì significativo che a innescare l’affaire veneto sia il “caso Battisti” sbandierato strumentalmente da ex-fascisti. E’ il ritorno del grande rimosso nella storia di questo paese: il Ventennio (ovvero: Repubblica nata dalla Resistenza senza soluzione di continuità reale con il Fascismo) e anni Settanta (ovvero: risoluzione poliziesco-giudiziaria del conflitto politico-sociale di quegli anni).

  35. @ mrz
    dico solo una cosa: hai sbagliato blog. E interlocutori. Probabilmente avevi voglia di dire certe cose, di sfogarti, ma l’hai fatto nel posto sbagliato, e criticando la gente sbagliata. Cioè quelli che la “folla idrofoba che si dice di sinistra” (con il suo “attivismo da click”, il suo focus ristretto su Berlusconi, la sua esaltazione acritica della magistratura) l’hanno sempre stigmatizzata (non foss’altro perché ogni tanto ci ritroviamo tra i suoi bersagli); che contro la tara di certo populismo/giustizialismo iper-legalitario hanno scritto non solo dei post – e miriadi di commenti – ma interi saggi; che da sei anni fanno controinformazione sul caso Battisti *contro tutto e quasi tutti* (quindi non siamo certo sdraiati sull’attuale vulgata sul “problema-giustizia”).
    Detto questo: ritieni poco importante la battaglia che stiamo combattendo? Padronissimo. Non combatterla. La combatteremo noi anche per te, visto che più spazi di manovra si restringono, meno battaglie “più importanti” si riusciranno a ingaggiare. Ritieni questi nemici trascurabili? Ok. Trascùrali. Ti abbiamo forse imposto qualcosa? Non mi risulta.

  36. @WM4

    L’hai detto: perché “è sommamente necessario tentare di IMPORRE dei distinguo” (e aggiungerei anche “URGENTE”); perché occorre “reintrodurre nel discorso [dell’analisi dello Stato democratico e delle sue istituzioni] elementi di complessità”. In quanti in questo momento in Italia lo stanno facendo seriamente?

    Lasciami adesso farti notare il tuo ricorso all’esempio del “grillismo” quale ‘degenerazione’ dl discorso sulle istituzioni, che, a mio avviso, corre parallelo alla vostra sproporzione nella critica che menzionavo nel post precedente: perché ricorrere alla marginale macchietta del grasso comico giustizialista, quando è sotto gli occhi di tutti la confusione fra statalismo e socialismo, o l’illusione (a proposito di “sogni d’oro”…) della possibilità del controllo dello Stato sull’economia?

    Permettimi un’ultima considerazione ‘empirica’ sulla ‘sproporzione’ che forse ci tirerà fuori dal novero di quelli che per dire una bugia devono essere i primi a crederci: quanti ‘fascisti minacciosi’ vedi nella foto della commemorazione della Repubblica Sociale lì sopra? E ancora: quanti isterici forcaioli, secondo te (lascia perdere i sondaggi), sventolano le bandierine davanti alla TV quando appaiono Santoro, Travaglio, Saviano e compagnia brutta? (Sempre precisando, per non indisporre il tuo collega, che non ritengo il primo un problema trascurabile).

  37. P.S. Sarebbe bastato dare un’occhiata alla colonna di destra, cliccare qualche link etc. Ad esempio, uno dei post più commentati della storia di questo blog dice:
    —-

    I “progressisti” (che negli appelli tanto fichi stan sempre dalla “parte ggiusta”, cioè contro di Lui) sono gli stessi che da anni avanzano nelle città come schiacciasassi, uccidendo la “biodiversità” culturale metro quadro dopo metro quadro.
    Cionondimeno, essi sono buoni. Buoni e alternativi. Di sinistra. Non fanno parte del Problema, perché in Italia ha diritto a esser chiamato “Problema” un solo problema. Quello rappresentato da Lui.
    E mentre tutti rimirano Lui, gli Altri fanno man bassa. Man bassa. “Contro” o “in combutta” con Lui, ormai fa lo stesso.
    Tocca ribadirlo: il post-berlusconismo farà schifo e orrore quanto il berlusconismo. Ci entreremo a furia di cazzate, una appresso all’altra, marciando agli ordini di padroni “buoni”. “Buoni” e, chissà, forse pure “sovversivi”. Rivoluzionari. Troppa grazia!


    Noi la pensiamo ancora così, quindi risparmiati le tue lezioncine, valle a impartire a qualcun altro.

  38. @WM1 – Re: “Ritieni poco importante la battaglia che stiamo combattendo? Padronissimo. Non combatterla.”

    Se fosse così starei a perdere il mio tempo con te? Grazie comunque per offrirti come mio avatar :)

  39. “Se fosse così starei a perdere il mio tempo con te?”

    Più che altro stai facendo perdere tempo a noi. Scusaci, ma ( a parte che delle questioni che poni ne abbiamo parlato diffusamente anche su Giap, in discussioni da 300-400 commenti) noi in questo frangente non abbiamo tempo di disperdere le energie e perdere il focus in dibattiti sulle parole-valigia e i massimi sistemi. Siamo scrittori, c’è un’aggressione che parte dagli scrittori per ledere tutti, e vogliamo impegnarci a fermarla, o quantomeno a contrastarla. Non ho ben capito se ci stai chiedendo di fare da “supplenti” a carenze di dibattito nella sinistra antagonista o comunque la si voglia chiamare. Bene, noi non ci facciamo imporre l’agenda da nessuno, non siamo supplenti di nessuno, abbiamo la nostra “ottica”, siamo scrittori e narratori e da lì partiamo, anche per parlare del resto. Finiamola con questa digressione, questo thread deve rimanere leggibile e utilizzabile da chi sta conducendo questa specifica lotta.

  40. Rimosso commento trollesco, utente messo in moderazione, il dibattito continua.

  41. Arrivo dopo una burrasca e riprendo la questione di prima, facendo una proposta: io non sono veneto, ma torinese. Noi abbiamo problemi con i marchionni vari, ma le lotte contro i prepotenti dovrebbero darsi una mano. Loro non vogliono vedere i libri dentro le biblioteche.
    E se ognuno di noi (anche in altre città) fotocopiasse pagine dei libri in questione e le appendesse per le città? Magari anche e proprio in quei posti che non li vogliono vedere nelle biblioteche? Mandiamo i libri in mezzo alla folla!

  42. […] se non si è dei Wu Minghi (che dedicano un’interessante disamina del personaggio Donazzan qui). Ho scritto una letterina che vi copincollo, assieme all’indirizzo mail […]

  43. […] Francia, pretende di bandire dalle scuole centinaia di libri. L’articolo si intitola “Ma chi è questa Donazzan che vuole il #rogodilibri? Andiamo a vedere?” e vi suggeriamo di andarvelo a leggere per intero perchè ne vale la […]

  44. Vorrei specificare che la storia dello spiritualismo irlandese è una svista abbastanza grossolana. Quella croce (quella con il cerchio attorno) appartiene alla tradizione scultorea del cristianesimo alto medievale insulare a partire dal sec. VIII, diffusa anche in Scozia, Galles e Bretagna, e non ha nulla a che vedere con lo spiritualismo, cioè con la dottrina dello Spirito Santo. Si tratta di un tipo di croce in cui il cerchio in origine serviva per sostenere i bracci, perché la pietra si rompeva scolpendola, poi fu associato all’identificazione fra Dio e il sole già esistente nei paganesimo germanico, e più avanti, oltre l’epoca d’oro della produzione artistica cristiana irlandese, cioè verso l’XI e il XII sec. Fu considerato un semplice rimando all’idea dell’universalità del cristianesimo. Esiste una sterminata biblografia sull’argomento, ma su tutti cfr. l’intramontabile M&L De Paor, Early Christian Ireland. Qualsiasi rozza strumentalizzazione si sia voluta fare in seguito di un elemento cardine dell’archeologia alto medievale è solo frutto di ignoranza e non può portare a disprezzare una disciplina fondamentale per la storia culturale europea come la storia dell’arte del cristanesimo insulare e nemmeno ad attribuirle un sovraccarico semantico che non ha.

    La seconda precisazione riguarda la rimozione dei libri di Saviano dalla biblioteca di Preganziol (TV). Pare che la questione non abbia nulla a che vedere con la lettera della Donazzan. I libri sono stati rimossi dopo la partecipazione dell’autore alla trasmissione di Fazio, quindi molto prima. L’assessore alla cultura, tale Roberto Zamberlan, quando avrà finito di fingere di cascare dal pero, si spera che si assumerà le sue responsabilità, intanto ha dichiarato che domani mattina andrà in biblioteca comunale a verificare che i libri siano stati effettivamente rimossi. Mi giunge inoltre voce che mercoledì alle 12 ci sarà una lettura di brani tratti dai libri segnalati la rimozione davanti al palazzo della Regione a Venezia. Il sindaco Orsoni e l’assessore Bettin inoltre hanno annunciato un convegno sulla questione, ma non ho visto le date, può darsi che mi sia scappato. Siccome questa vicenda rischia di fare passare il Veneto per una fogna nazista, è importante che le precisazioni siano puntuali, perché nell’immaginario comune non si formi l’idea che nelle piazze del Veneto si bruciano davvero i libri. La responsabilità di questa vicenda è unicamente di due fascisti quarantenni, la cui sopravvivenza politica è limitata alla durata della giunta in cui sono stati nominati. Va chiesto con insistenza che si dimettano, perché inadeguati al ruolo che ricoprono, e questo dovrebbe essere fatto direttamente dall’interno delle biblioteche e da parte delle scuole.

  45. La cosa interessante del vostro ultimo post non è tanto – almeno per me – lo scoprire altarini di una piccola assessora con ancor più piccole prospettive politico-culturali (nelle quali cioè agisce ancora la coazione a ripetere, anzi il riflesso pavloviano di tanta cultura radicale di destra, lungo l’asse Codreanu/RSI/anticomunismo); ma piuttosto come nella sua persona si saldino, si direbbe in forma esemplare, proprio queste direttrici culturali “tradizionali”, il fondamentalismo cristiano da Bible belt (una tendenza estranea alla cultura radicale di destra italiana) e soprattutto la retorica della libertà. In questo senso ha ragionissima il post con l’appendice, che non mi pare per niente OT: è proprio quando si fa uso e abuso della parola “libertà” che la si svuota di ogni significato e la si può dunque riempire con qualsiasi altra cosa (compresa ovviamente la suprema illibertà della prevaricazione intellettuale e pratica).

  46. Infatti, Claudia, è proprio così ed è importante ribadirlo: la vicenda di Saviano a Preganziol e di “Vieni via con me” fa capire che il caso Battisti è un pretesto come un altro, e che questi ce l’hanno *a prescindere* con la cultura, coi libri e con la diversità dei punti di vista.

    Le notizie che dài erano state date nei thread precedenti, ma ormai sono foreste di link e si fa fatica a seguirli. E noi a volte diamo troppo per scontato che le persone stiano seguendo anche Lipperatura, dove c’è la rassegna stampa più aggiornata sulla questione. Una cosa sicuramente utile è seguire su Twitter l’hashtag #rogodilibri, da lì passano *tutte* le novità sul caso.

    A quanto mi risulta Bettin non ha ancora annunciato date per il convegno.

    Che i veneti non siano tutti ridotti così va sempre ribadito. Del resto, anche questo dossier su Donazzan lo abbiamo messo in piedi grazie al lavoro di chi sta su quel territorio. Inoltre, Lega e PdL, se non erro, in Veneto hanno tra il milione e mezzo e i due milioni di voti, ma il Veneto ha quasi cinque milioni di abitanti. E’ proprio come in Italia: questi in realtà sono minoranza, ma si spacciano per mistici interpreti di una Maggioranza del Popolo la cui Volontà sarebbe Monolitica.

  47. @ Gabriele,

    scrivi: “il fondamentalismo cristiano da Bible belt (una tendenza estranea alla cultura radicale di destra italiana”

    però l’ultra-tradizionalismo cattolico, o “léfebvrismo”, non è estraneo, anzi. Forza Nuova, ad esempio, è impregnata di quegli umori. Tanto che uno dei loro esponenti è don Giulio Tam, un prete-camerata sospeso a divinis. Penso che la Donazzan esprima quel tipo di bigottismo reazionario, più che quello “all’americana”. Benché nulla, ovviamente, sia da escludere.

  48. Immaginavo che fosse già stato detto, ma non ho avuto tempo di controllare. Nei prossimi giorni bisognerebbe fare un riassunto della questione con tutti i link utili, e ribadire che le prese di posizione dell’asse Lega-PDL vanno chiaramente contro una produzione letteraria che, come ha sottolineato Carlotto, fa paura perché racconta il territorio per quello che è veramente. La Lega in Veneto ha circa il 30% dei voti, che è una percentuale doppia rispetto al resto del Nord, ma resta pur sempre una minoranza. Attualmente governa il centro-destra grazie all’alleanza con il PDL, ma si tratta di giunte che stanno insieme con lo sputo, visto che già si parla apertamente dell’alleanza PD-Lega alle prossime amministrative ( cosa che trovo disgusosa fra l’altro), ma è tanto per ribadire che queste figure di funzionari hanno vita brevissima, e non sono dotati di alcuna autorità per imporre politiche culturali attraverso rimozioni di libri o interferendo con l’attività didattica nelle scuole. La strumentalizzazione della vicenda Battisti è solo uno degli esempi nella storia del nazi fascismo, in cui gente come la Donazzan è pienamente inserita vista l’esplicita militanza politica, di distorsione dei fatti a scopo propagandistico, di cui anche il furto e la risemantizzazione di autori e di simboli fa parte. Distorsioni in mala fede il cui puzzo si riconosce a distanza e che traggono in inganno solo gli ingenui.

  49. Il Gazzettino propone (in prima pagina sul web) il sondaggio “Una biblioteca pubblica ha eliminato i libri di Saviano. Comportamento comprensibile o inaccettabile?”. Tengono a precisare che i risultati non hanno valore statistico (cmq meritevoli di uno sguardo http://bit.ly/fGdR29 ). Mi pare incredibile che *l ‘ottavo quotidiano d’informazione italiano e il maggior quotidiano del Triveneto* (wiki) proponga un sondaggio del genere. Dignifica chiaramente l’atto, lo porta nell’alveo della discussione “democratica”, delle “opinioni divergenti”. Ovvero siamo alla legittimazione della censura come “libera espressione di un atteggiamento ideologico da parte di amministratori pubblici”. Cioè io sono un servitore dello stato fedele alla Costituzione e quindi ho il diritto di esprimermi bruciando i libri che non apprezzo e salvando i miei concittadini dalla corruzione…

  50. Anch’io sono rimasta a bocca aperta davanti al sondaggio del Gazzettino.

  51. @ claudia b.
    La tua ricostruzione-commento della situazione politica in Veneto mi pare convincente (e lo dico da persona che da qualche mese ci vive), anche se ho l’impressione che la Lega, qui, abbia ereditato – ma anche ricostruito ex novo – il blocco sociale della DC di un tempo, per cui definire “minoranza” il partito di governo (e non solo in senso tecnico, ma anche per così dire “costituente”) mi pare un po’ riduttivo. A questo blocco sociale conservatore e localistico, poi, si sono saldati in forma del tutto naturale i vecchi spezzoni dell’estremismo politico veneto, che hanno creato i mostri in stile Donazzan/Speranzon: per cui il disprezzo per le istituzioni, o meglio il senso del loro possesso esclusivo, arriva da due parti distinte ma complementari (federalismo localistico e disprezzo decisionista per le procedure della politica).
    @ WM1
    Non intendo certo spaccare il capello in quattro sulle possibili fonti ideologiche del gesto della Donazzan – solo, mi pare che il “lefebvrismo” tradizionalista si giochi, anche nella destra radicale, piuttosto in sede liturgica e sacramentale, insomma intraecclesiastica, mentre l’iniziativa delle Bibbia per gli studenti mi sa di operazione di marketing con un altro stile – ma, come detto anche da te, non si può certo escludere nulla, purtroppo.

  52. Giovedì 27 gennaio alle 17.00 ci si trova tutti alla biblioteca di Preganziol per manifestare contro questo inaccettabile e squallido atto di censura e per chiedere in prestito i libri ‘sgraditi’. Chi può sia presente!

  53. @ Gabriele & @ Wu Ming 1

    Non vorrei avventurarmi troppo OT, ci tenevo solo a dire che un tentativo di saldatura più di stampo americano dell’ ultraconservatorismo italiano è purtroppo realtà. Io me ne accorgo da come prende piede su certi tumblr, più macroscopicamente direi che vanno in quella direzione Giuliano Ferrara e soci. Vi segnalo ad esempio http://www.teapartyitalia.it/

    Più in generale direi che i mascheramenti sono molteplici, dal localismo della lega, al richiamo alle “tradizioni” cattoliche più oscuranti, fino al finto-libertarismo addirittura filoamericano. Anche il neo-fascismo e il neo-nazismo, per quanto apparentemente espliciti, non sono “cristallini”: proprio nell’essere così ridicoli e plateali si nascondono dal giudizio di molti, e trovano sempre quello che “ha capito tutto” e ci tiene a farci sapere che i veri cattivi sono “ben altri”.

    Tutto questo concime non mancherà di far nascere qualche nuova pianta infestante nel futuro prossimo.

  54. @Gabriele: in realtà la Lega nel corso dei suoi vent’anni di vita ha rimpiazzato molte componenti politiche che un tempo animavano il tessuto sociale del Veneto e che ora non esistono più. La ex DC veneta si è nettamente divisa confluendo la componente di destra nell’attuale PdL e quella dei cattolici di sinistra nell’attuale PD. La scarsissima memoria storica degli anni ’80 durante cui si sgretolava il PCI e al contempo prendevano vita i movimenti popolari della Liga Veneta e della Lega Lombarda, impedisce di ricordare che le due componenti da cui è nata quella che oggi chiamiamo Lega Nord erano in realtà diversissime, essendo legate a territori per nulla simili come sono il Veneto e la Lombardia. In Veneto in particolare, la disgregazione del PCI causò una crisi potente, specialmente nella provincia di Rovigo, all’avanguardia verso la metà degli anni ’80 nel sostenere la neonata Liga Nord, un movimento che fondeva istanze tipiche dei braccianti e degli operai con una confusisissima retorica territoriale che ti risparmio. Nelle altre provincie la nascente piccola impresa a conduzione famigliare di origini contadine e operaie trovava nella retorica leghista una legittimazione culturale. Inizialmente i cattolici, che hanno un’identità culturale a prova di cannone, si tenevano alla larga a tutto questo, specie dalle stramberie e dal ciarpame pseudo celtico, da tutta quella impressionante parafernalia pagana che iniziava a formarsi via via che il movimento diventava formazione politica. I democristiani iniziarono ad avvicinarsi solo dopo le prime vittorie politiche, perché come elemento di coalizione la Lega iniziava a diventare interessante. La cosa iniziò a degenerare quando Berlusconi fondò il primo partito accogliendo trasfughi democristiani e fascisti, da quel momento e per tutti gli anni ’90 si sono associate idealmente le due formazioni come se avessero la stessa identità, ed è uno sbaglio che si commette ancora, ma la verità è che la Lega ha una componente popolare di derivazione contadina molto forte, mentre i professionisti e quelli che una volta avremmo chiamato borghesi in Veneto sono o cattolici oppure decisamente di destra. La differenza sembra piccola invece non lo è. La sinistra ci avrebbe messo due secondi a riprendersi il suo elettorato se solo per vent’anni non avesse fiancheggiato Confindustria, ma tant’è. La Lega è figlia delle scelte sbagliate della sinistra veneta e non della vittoria della destra. Non è una differenza da poco. Non a caso si ipotizza di nuovo una coalizione fra PD e Lega, come se fosse possibile cancellare di botto tutte le schifezze di questi due decenni e riprendere il discorso rimasto interrotto. Poi è un argomento complessissimo, che non si può concludere così, ma non è questa la sede.

  55. n.b. “provincie” è in disuso, meglio “province” :)

  56. @ suttree
    dacci un link con l’appello per la manifestazione a Preganziol, e noi lo diffondiamo!

  57. Noi su Facebook non ci stiamo, serve un riferimento esterno a quel network.

  58. Ok, grazie! Ci informiamo, intanto abbiamo messo il link su Twitter.

    Qui:
    http://web.consiglioveneto.it:7080/seduteNG/2010/00026/r00026.html#PDL_9_8
    c’è la trascrizione integrale della seduta del Consiglio regionale del Veneto a cui si fa riferimento nel post, con interventi-fiume della principessa di Pove.

  59. Video dei censori veneti feat. Ignazio La Russa (Deep Trip Fascio Rmx)
    http://bit.ly/gp6Ayv
    #rogodilibri

  60. Scusate se lo faccio qui in modo piuttosto spartano, ma i trackback o non funzionano o sbaglio qualcosa nell’inserirli, comunque ho utilizzato i vostri interventi per il mio post e vi ho inseriti come link.
    Qui, http://eco-del-silenzio.blogspot.com/2011/01/rogodilibri-libri-per-essere-liberi.html
    Scusatemi ancora per la “broccolaggine” e grazie mille.

  61. Ciao. vi segnalo anche questo post pubblicato sul blog del periodico veronese di miserie umane L’ombroso. http://lombroso.noblogs.org/post/2011/01/20/vecia-te-si-brusa/#more-1162
    Soltanto per far sapere che dalle nostre parti c’è ancora qualcuno che si muove, seppur nell’ombra.

  62. Viva L’Ombroso, voce di resistenza culturale a Verona e nella circostante terra di lupi! :-)

    Altro link. Il sempre arguto Leonardo (Tondelli) su L’Unità:
    http://www.unita.it/italia/leonardo-gli-occhialuti-br-maestrini-di-lega-e-pdl-1.267878

  63. […] della faccenda e aver offerto un'analisi molto precisa, i Wu Ming hanno pure costruito un dossier su tale Elena Donazzan, assessore regionale all'istruzione e alla formazione della Regione […]

  64. Ciao a tutti, vi segnalo un’iniziativa di Bartleby che stiamo portando avanti in queste ore riguardo al simpatico Rogo di Libri, si intitola “Io vi leggo”

    http://www.flickr.com/photos/bartleby_occupato/

    Speriamo che la cosa si possa allargare o prendere altre forme

    Stiamo cominciando anche a mettere le foto su facebook e sul nostro sito.
    Speriamo possa essere utile

    Ciao a tutti

  65. Post molto interessante, grazie.

  66. STRISCIONE APPARSO NELLA NOTTE A PREGANZIOL
    STRISCIONE APPARSO NELLA NOTTE A PREGANZIOL
    http://bit.ly/fFJi4g

  67. “Le Monde” sul #rogodilibri:
    http://bit.ly/fPGXfR

  68. Scusate…ho inviato per sbaglio questo stesso contributo nel post precedente. Sono sfiancato dal lavoro ma la voglia di contribuire e’ tanta. Davvero. Ri-posto.

    Propongo azione dimostrativa, simile a quella organizzata da bussettodavide.

    Anche se per altri motivi, in Inghilterra ci si sta’ organizzando, a livello non solo locale, per manifestare apertamente il dissenso nei confronti dei tagli alla cultura che porterebbero alla chiusura di migliaia di biblioteche sul territorio nazionale. Una delle forme di protesta utilizzate e’ stata quella, un paio di giorni fa’, in una biblioteca vicina alla zona dove risiedo (http://www.guardian.co.uk/books/2011/jan/14/stony-stratford-library-shelves-protest) e poi ripetutasi anche altrove: gli scaffali sono stati letteralmente svuotati da residenti e iscritti, nell’arco di una mattinata; biblioteca svuotata! Un atto simbolico, ma significativo e riuscito che ha richiamato l’attenzione dei media e che si ripetera’, in maniera co-ordinata in moltissime altre citta’ nei prossimi giorni ( http://www.guardian.co.uk/books/2011/jan/24/library-protest-day-action ).

    Questi che arrivano dal Veneto sono vagiti da leviatano.

    Chiunque si senta disgustato dal miasma vada in biblioteca, IERI, e se non e’ iscritto si iscriva e prenda in prestito uno o piu’ dei tanti titoli in “blacklist” (consultando per esempio il link di http://jumpinshark.blogspot.com/2011/01/consigli-di-lettura-nodonazzan-no.html ). Non solo in Veneto. Ritirarli tutti da tutte le biblioteche, prenderli in prestito in toto. Ci si vada in gruppi. A 5, 10 non occorre essere in mille. E se possibile organizzare reading pubblici.
    E’ un occasione unica e in fondo semplice da mettere in pratica, non solo per FARE qualcosa di concreto, ma sopratutto per ringraziare in maniera diretta gli autori, dimostrando totale solidarieta’ a questi uomini e donne, senza dei/delle quali le vite di molti di noi sarebbero storie ben diverse.

  69. […] Mentre alcuni integralisti cattolici, “ex”-fascisti pidiellini e furbetti leghisti vogliono mettere al bando i nostri libri dalle scuole e dalle biblioteche del Veneto, i media ecclesiastici si occupano […]

  70. “Un paese che dimentica la propria storia è condannato a ripeterla”.
    Ma l’avete letto l’allucinate commento di Odifreddi alla notizie che nell’agenzia per la valutazione universitaria non ci sono umanisti? eccolo qui: http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/01/25/umanesimo-in-via-destinzione/.

    Certamente finche’ ci saranno illustri ed esimi scienziati che la pensano come il prof. Odifreddi, sara’ normale che pezzi del nostro patrimonio culturale continuino a crollare o che, come nelle biblioteche venete, si proponga di bandire alcuni libri.
    Liste di proscrizione, eliminazione di materie, annullamento delle coscienze…c’era un bel libro che gia’ lo spiegava, si chiama 1984; consiglio al prof. Odifreddi di provare a leggerlo (se ne e’ capace) prima che anche questo sparisca dalla circolazione

  71. @ dude – prima che fosse emanato l’editto veneto, ho fatto un po’ l’inverso rispetto a quanto proponi: ho donato alla biblioteca comunale le mie copie di “Manituana” e “54” (tanto li posso scaricare in formato elettronico). Non so, magari una cosa simile, fatta ora, potrebbe assumere anche un valore dimostrativo.

  72. @ kuka
    Io ho molta stima e ammirazione verso Odifreddi ma non apprezzo la sua sprezzante sottovalutazione della cultura umanistica che era già emersa in altri post.
    E’ innegabile però che in Italia la grande importanza conferita alla cultura umanistica penalizzi un po’ quella scientifica e Odifreddi comprensibilmente se ne lamenta.
    Credo che cultura umanistica e scienza non debbano essere contrapposte, del resto gli scienziati-scrittori e i matematici-scrittori non sono mai mancati: Primo Levi, Lewis Carroll, Bertrand Russell (che certo Odifreddi apprezza) e altri che ora non mi vengono in mente.
    Scusate se sono andato OT

  73. “Più gente entra, più bestie si vedono.”
    Il circo Barnum dei dichiaranti non conosce soste. Ci si esercita nel numero della ‘cazzata carpiata’, della ‘stronzata con triplo avvitamento’, fino al miracoloso e finora intentato ‘doppio Axel del rincoglionito’. Agli applausi colmi di stupore, seguono peti che sottolineano la soddisfazione del pubblico.
    Non avendo stima, nè considerazione, del succitato, le solenni minchiate da lui esposte sulle lingue morte non mi suscitano sorpresa, nè pena.
    Avanti il prossimo, please. Meglio se con una fama di laico e sinistrorso.
    Non lamentatevi, dobbiamo solo imparare a convivere con il cattivo odore, non muore mica nessuno.
    A Terzigno ce l’hanno quasi fatta.
    L.

    P.s.
    proprio mentre scrivevo queste poche righe irrompe una notizia terribile, davvero terribile:
    durante la notte appena trascorsa, dal Lingotto di Torino, è stata trafugata la salma di Veltroni…

  74. La Donazzan quattro anni fa venne a parlare durante un’assemblea all’istituto magistrale che frequentavo, facendo una palese quanto bassa propaganda di questi suoi principi e cercando di farci capire quanto fosse giusta e indispensabile per la democrazia del sapere e per la qualità della formazione italiana la riforma Moratti.
    Concluse il tutto prendendo lei stessa in mano un secchio di vernice bianca e un pennello per cancellare dal muro della scuola i simboli antifascisti e antileghisti che vi erano stati disegnati. In nome della libertà, bien sure.

  75. Il 14 febbraio delle persone-libro di Donne di carta saranno a Venezia e nel Veneto orientale per portare/declamare/essere sia testi degli autori “banditi” sia la Carta dei diritti della Lettura.

    http://eco-del-silenzio.blogspot.com/2011/01/persone-libro-venezia-rogodilibri.html

  76. Buonasera, un solo piccolo appunto. Per la pubblicazione sulla caduta del muro, l’autore ha patteggiato e pagato la somma di euro 5.000/00 all’autore del sito viaggioingermania per la scopiazzatura non autorizzata di alcune parti di testo coperto da diritti.
    Si consideri che per la Donazzan questo fatto era solo strumentale per portarLe un attacco politico… Così, giusto per completare la pur ottima informazione contenuta nel blog.
    Cordiali saluti.
    Matteo Quero

  77. Grazie mille a Matteo Quero per l’importante aggiornamento sulla vicenda del libro-copycat!

  78. @ Olol,
    qui c’è un video in cui Donazzan commenta la notizia che hai linkato. Dice che fu un equivoco, chiarito, smentito e rettificato. Nomina anche il direttore di Repubblica “De Mauro”:
    http://vimeo.com/13004699
    Se c’è qualcuno che conosce meglio questa vicenda…

  79. Per chi vuole abbiamo creato un gruppo contro il #rogodilibri pure su Facebook: http://on.fb.me/eRgZBr
    Il nostro motto e` diversificare ed essere virali. XD
    Diffondete anche se non ci siete dentro, amici e parenti spesso bazzicano solo li`, purtroppo.
    Qualcuno s’e` pure iscritto apposta per la causa!

  80. […] provinciale veneziano Speranzon all’assessore regionale all’istruzione  Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – […]

  81. […] provinciale veneziano Speranzon all’assessore regionale all’istruzione Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – […]

  82. […] cultura può promuovere chi, inneggiando alle marmaglie naziste e rimpiangendo i martiri di Salò, pretende di imporre la messa al bando dei libri e vi rinuncia solo incalzata […]

  83. […] provinciale veneziano Speranzon all’assessore regionale all’istruzione  Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – […]

  84. […] provinciale veneziano Speranzon all’assessore regionale all’istruzione  Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – […]

  85. […] E D’ANTONA, VITTIME DELL’ANTIFASCISMO – La storia personale dell’assessore è, al contrario, costellata di ottimi esempi e di bravissimi maestri – […]

  86. […] esprimermi bruciando i libri che non apprezzo e salvando i miei concittadini dalla corruzione… (dal sito di Wu Ming) Come sempre nella mia piccola azione contro il #rogodilibri cercavo di unire fermezza e serenità, […]

  87. […] all’istruzione, formazione e lavoro della regione Veneto, Elena Donazzan (Leggi il dossier su di lei), già nota per la proposta di distribuire Bibbie gratis (o meglio a spese dei contribuenti) […]

  88. […] provinciale veneziano Speranzon all’assessore regionale all’istruzione  Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico […]

  89. […] La capogruppo, bontà sua, non ha alcuna difficoltà a condannare la barbarie nazifascista, ma nel contempo pare riscattare (“esaltare”) Codreanu come “combattente cristiano”. Vorrei a questo punto ricordare un’altra figura di grande rilievo regionale, Elena Donazzan, ex-parlamentare di Alleanza Nazionale, attualmente Assessore alle Politiche dell’Istruzione e della Formazione del Veneto (giunta di centro-destra). Donazzan non disdegna di presenziare a raduni infaustamente nostalgici come quello visibile qui sotto (vedi anche su Giap). […]