Il ritorno de «L’archivista»

L'Archivista, di Loriano Macchiavelli

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Esce oggi in libreria la nuova edizione de L’archivista (Einaudi Stile Libero, €14) romanzo di Loriano Macchiavelli pubblicato per la prima volta nel 1981. E’ un poliziesco ambientato nella Bologna di inizio anni Ottanta, con un detective davvero sui generis, del tutto impensabile nel panorama della narrativa di genere italiana di oggi. Uno sbirro cattivo, rognoso, piccolo-borghese, che

«ci ricorda quando tutto è cominciato, riportandoci sul campo di battaglia d’una sconfitta storica, all’origine dell’oggi, nella livida alba di quel decennio in cui l’Italia cambiò per l’ultima volta perché niente potesse più cambiare davvero.»

Sono le parole di Tommaso De Lorenzis, autore della bella postfazione alla riedizione del volume, che pubblichiamo integralmente di seguito. Per tutti quelli che hanno nostalgia degli anni Ottanta, se li raccontano come una fucina di grandi cose o li eleggono a mito fondativo. Buona lettura.

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Calatrava e la bontà. Il #SentieroLuminoso passa dalla stazione Mediopadana AV.

Il bruco di Calatrava

[A settembre dell’anno scorso segnalammo su Giap un reportage di Wu Ming 1 intitolato Fitzcalatrava a Reggio Emilia, pubblicato su Nuova Rivista Letteraria (n.1, maggio 2015). L’articolo nasceva da una visita (arrivando in auto) alla stazione Mediopadana AV, datata 1 aprile 2015. Due settimane prima, percorrendo il Sentiero Luminoso da Bologna a Milano, Wu Ming 2 aveva visitato (a piedi) il medesimo luogo. Oggi, mentre esce il n.3 di Letteraria, pubblichiamo un estratto da Il sentiero luminoso, dedicato alla viandanza (apotropaica) verso la Grande Opera dell’archistar di Valencia]

A Pratofontana, la storia ha depositato una chiesa e un cimitero, isolati rispetto al resto del borgo. Il cimitero è il classico recinto edilizio, erbetta senza pretese e manco un albero a dare ombra ai morti. Sulla faccia esterna del muro, una lapide con la croce ricorda il partigiano Ferrari Anselmo detto Eimo, qui caduto in combattimento il 24 aprile 1945.
Oltre il camposanto, spunta l’altana del mausoleo di Coopservice.
Come recita il sito del gruppo, si tratta di «uno dei principali player nazionali nella progettazione, erogazione e gestione di servizi integrati alle imprese e alle comunità». Prosegui la lettura ›

Giulio Regeni, le verità ignorate. La dittatura di al-Sisi e i rapporti tra Italia ed Egitto

Giulio Regeni. Le verità ignorate

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È accaduto già alcune volte che un post – o un insieme di post – apparso su Giap venisse esteso e approfondito fino a diventare un libro pubblicato da Alegre.

Dai due post di Wolf Bukowski su Eataly e FICO è nato La danza delle mozzarelle. Slow Food, Eataly, Coop e la loro narrazione.

Dai tre post di Matteo Miavaldi sulla vicenda dei Marò è nato I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto.

Dalla discussione a tre – Wu Ming 1, Prunetti, De Michele – su Amianto di Alberto Prunetti è nata l’idea di una seconda edizione del libro, aggiornata e arricchita.

Tre mesi fa abbiamo pubblicato un post di Lorenzo Declich intitolato Nessuno tocchi il Pinochet d’Egitto: fuffa e depistaggi sulla morte di Giulio Regeni.
Ancora prima, Lorenzo ne aveva scritto uno per Vice intitolato Cose che non possiamo più ignorare dopo la morte di Giulio Regeni.

Quel meticoloso smontaggio dei vari diversivi e complottismi messi in circolazione fin dal ritrovamento del corpo di Regeni è proseguito, tanto che si è sentita la necessità di sistemare gli appunti e raccoglierli in un libro, per fornire una prima sintesi e un vademecum, fare quel passo necessario che poi auspicabilmente verrà superato, e raggiungere anche chi non legge Vice né Giap. Prosegui la lettura ›

Un pomeriggio allo Spazio b**k

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di Wu Ming 4

Sabato 14 maggio ho presentato per la seconda volta Il Piccolo Regno. L’ho fatto rispondendo all’invito di Chiara e Diletta, le giovani libraie di Spazio b**k, a Milano.

Spazio b**k è uno di quei posti rari per cui vale la pena fare questo nostro mestiere. L’ambiente è molto piccolo: una semplice vetrina sulla strada, due stanze, libri su tutte le pareti. Libri di tutti i tipi, ma con una propensione tematica per la grafica e l’illustrazione. In effetti mi hanno spiegato che lì si tengono anche laboratori, workshop, sull’editoria e sull’immagine.
Ad ogni modo si respira aria pulita: libraie vere, che consigliano libri, che ne parlano con i clienti aficionados, e presentano l’autore a ciascuno con una stretta di mano. Scopro che la persona che dialogherà con me, Elena Orlandi – una delle organizzatrici di Bilbolbul – è bolognese, e abbiamo amici in comune. Prosegui la lettura ›

Che cos’è la Wu Ming Foundation: i progetti, le reti, i sentieri, Giap

Resistenze in Cirenaica

Bologna, 27 settembre 2015. Wu Ming 2 durante la prima delle giornata Resistenze in Cirenaica, uno dei progetti di cui siamo parte. Resistenze In Cirenaica (RIC) è un «collettivo di collettivi» attivo nel rione Cirenaica di Bologna. Organizza trekking urbani, azioni su urbanistica e toponomastica, reading, concerti, presentazioni di libri, per recuperare le memorie delle resistenze a fascismo e colonialismo e metterle in gioco contro le guerre e i razzismi di oggi. La prossima giornata di intervento nel quartiere sarà il 26 giugno 2016. (Foto di Michele Lapini)

È curioso: gente che non sa nulla di come lavoriamo almeno da sei anni si sveglia oggi, scopre che siamo “in tre” – lo siamo almeno dal giugno 2015 – e si esalta per lo “scoop”. Boh.

Per capirci: “in tre” sono gli scrittori Wu Ming, una delle realtà della Wu Ming Foundation, costellazione di diversi progetti, collettivi e reti di collaborazioni.

Nella colonna qui sulla destra e in questa nuova pagina riepiloghiamo la nostra evoluzione durante gli anni Dieci. C’è chi, liberamente, ha preferito non prendervi parte, e ci mancherebbe che obblighiamo qualcuno! Molti altri hanno creduto nelle possibilità che si aprivano e si sono messi a lavorare.

Riteniamo che la migliore risposta a illazioni e speculazioni sia continuare a curare tutto questo.

Grazie a chi ha avuto fiducia in noi. Continuate ad averla e insieme faremo un lungo cammino.

«Chi va in giro lecca e chi sta a casa la lingua je se secca». Il #SentieroLuminoso in tour

Un vigneto alle porte di Campogalliano

Il titolo di questo post è una delle due frasi citate nell’esergo de Il sentiero luminoso, tratta dal romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini. L’ho pescata grazie a un prezioso libro sul rapporto tra Pasolini e il camminare. S’intitola La camminata malandrina. Ragazzi di strada nella Roma di Pasolini e l’hanno scritto in staffetta, a quattro mani, Fulvio Pezzarossa e Michele Righini. Qui la riprendo perché è iniziato il Tour Luminoso, sorta di quarto viaggio dopo i tre che racconto nel libro: sulle mappe, nel paesaggio e sulla carta. Ora si va per circoli, piazze, librerie.

Il 4 maggio scorso, alla Cineteca di Bologna, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, si è tenuta la presentazione luminosa #2, dopo l’esordio al Trento Film Festival. Abbiamo registrato la serata, che ci è sembrata molto stimolante e completa, soprattutto grazie alle domande e alle curiosità di Marco Tamarri, vecchio socio CAI e responsabile del settore cultura per l’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese.
Vi proponiamo l’audio della conversazione, suddiviso per temi e domande, con un breve riassunto per ogni botta e risposta. Prosegui la lettura ›

#Tolkien a Verona. Un convegno su JRRT e la #GrandeGuerra

Tolkien e la Grande Guerra

Anche quest’anno l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani organizza un convegno accademico. Dopo quello del 2015 all’Università di Trento, questa volta la sede sarà Verona, il 20 e 21 maggio. Se l’anno scorso ci si era occupati degli scritti minori di J.R.R. Tolkien, questa volta il raggio si amplia e il legame tra letteratura e storia si fa stringente. Il titolo del convegno infatti è: La Generazione Perduta: miti che nascono dalla Grande Guerra. J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e l’esperienza degli autori inglesi nel primo conflitto mondiale.

Il tema non è scelto soltanto in coincidenza con il centenario della Prima Guerra Mondiale, ma anche perché nel corso degli ultimi quindici anni gli studiosi di Tolkien & soci hanno riscoperto l’importanza che l’esperienza bellica ebbe sulla loro produzione narrativa e in certi casi sulla decisione stessa di diventare narratori. A prescindere da quando le più importanti opere di autori come Tolkien e Lewis siano state pubblicate, si è ormai propensi a considerarli war novelists nati nei pantani della Somme. In questo senso, almeno per quanto riguarda Tolkien, lo studio fondamentale rimane quello del 2003 dell’inglese John Garth, pubblicato in Italia da Marietti: Tolkien e la Grande Guerra (2007). Prosegui la lettura ›