Sull’uso politico dell’austronostalgia. Discussione tra giapster a partire da #100anniaNordEst

Cecco Beppe e Sissi

WM1 Già durante la pubblicazione a puntate del reportage sul sito di Internazionale mi arrivò una mail dove mi si rimproverava di «sottile nazionalismo» perché mettevo in discussione il mito a lenti rosa dell’Impero austroungarico. «Gli Asburgo avevano i difetti che lei dice, ma i Savoia erano molto peggio», era il succo della mail. Ecco uno stralcio della mia risposta in quell’occasione:

«Non credo proprio che il mio approccio possa essere imputato di nazionalismo, ancorché “sottile”, visto che il mio punto di partenza è il rigetto radicale di ogni elemento di nazionalismo (non solo di quello italiano ma anche di quelli “su scala minore”, rinvenibili nei vari indipendentismi che stanno prendendo piede nel Nordest), di tutte le rimozioni della storia patria (molte delle quali connesse alla Grande guerra e alle sue motivazioni imperialiste, razziste e antislave) e della narrazione tossica “Italiani brava gente”.

Che la conquista e l’italianizzazione forzata della Venezia Giulia e dell’Adriatico orientale siano stati veri e propri crimini storici su vasta scala l’ho scritto in maniera chiara nel reportage, a suo tempo ci ho scritto un libro (Point Lenana) e svariati articoli e commenti. Sul fatto che i Savoia fossero lerci figuri, idem. Ma si può pensare e dire questo senza bersi l’idealizzazione del dominio asburgico, che nella retrospezione rosea di certo indipendentismo è tutto rose e fiori. Se devo scegliere tra sparare agli Asburgo in nome dei Savoia e sparare sui Savoia in nome degli Asburgo, grazie, ma preferisco sparare su entrambi. Come si legge nel Re Lear, “il tempo della vita è breve, e se viviamo, viviamo per calpestare i re”.»

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«La Via del Sentiero»: prime recensioni, tra parole e musica

John Burroughs

John Burroughs si cucina una bistecca.

Segnaliamo qui su Giap tre recensioni de La Via del Sentiero, antologia per camminatori curata da Wu Ming 2, con allegato il CD L’alfabeto delle Orme – reading musicale di alcuni brani del libro, suonati da Frida X e Wu Ming 2.

La prima, firmata da Filo Sottile e pubblicata sul blog di Alpinismo Molotov, si concentra sulla musica (cioè l’aspetto al quale teniamo di più). Prosegui la lettura ›

Tra i fantasmi di chi rifiutò la guerra, per rifiutare la guerra oggi #100anniaNordest

Rifiuto la guerra - locandina

In Cent’anni a Nordest si cita anche «Rifiuto la guerra», la conferenza-spettacolo che Piero Purini sta portando in giro (per ora) nella “Venezia Giulia” e (si spera presto) nel resto d’Italia. Bene, se qualcuno vive o si trova in zona e domani sera vuole fare un salto a San Martino del Carso… Sì, quel San Martino del Carso.

Su «Il manifesto» di oggi compare una recensione di Cent’anni a Nordest scritta da Ernesto Milanesi. Eccola qui:

TRA I FANTASMI DEI DISERTORI
Storia. Il Primo conflitto mondiale, oltre ogni retorica, nel libro di Wu Ming 1 «Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della “guera granda”», uscito per Rizzoli

A Nord Est, la bus­sola appare sprov­vi­sta di ago: la cala­mita della pro­pa­ganda, la forza degli ste­reo­tipi, il perno del senso comune magne­tiz­zano tutto. Da Bol­zano a Vene­zia o da Trento a Trie­ste il «qua­drante» è uno scudo aral­dico che difende la solita sto­ria dalle sto­rie cri­ti­che, diverse, urti­canti. Prosegui la lettura ›

Il cibo, il consumo, il conflitto. Dialogo tra Wolf Bukowski e Nicola Fiorita su #Slowfood, #Eataly ed #Expo2015

Nicola Fiorita e Wolf Bukowski

Nicola Fiorita e Wolf Bukowski.

Nicola Fiorita è membro del collettivo di scrittori Lou Palanca e presidente di Slow Food Calabria. Wolf Bukowski è l’autore di La danza delle mozzarelle. Slow Food, Eataly, Coop e la loro narrazione (Alegre 2015). Lo scambio di pareri, “pungolato” da Giuliano Santoro, è avvenuto via email dal 18 maggio al 12 giugno 2015. Buona lettura.

Giuliano. Sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore dello scorso 17 maggio, Roberto Napoletano ha raccontato la sua visita all’Expo milanese. Il direttore del giornale confindustriale descrive una cena movimentata alla “Trattoria Italia”, “dove tutte le regioni del Bel Paese sono rappresentate con le loro pietanze caratteristiche e i loro chef migliori”. Dopo un piatto di trofie al pesto nell’area occupata dalla cucina ligure, l’avventore decide di “scendere a sud” limitandosi ad “attraversare la strada”. Scopre che nonostante l’orario di chiusura sia prossimo, gli osti di Sardegna e Calabria interpretano le regole in maniera più rilassata e servono ancora ai tavoli. “Mi viene da ridere, ma mi trattengo, scegliamo un piatto povero della Calabria fatto di pane duro bagnato, olive nere pomodorini e molto altro, odori contadini pieni”, scrive con un tocco di orientalismo circa le caratteristiche dei piatti e la capacità di interpretare le regole in maniera elastica dei ristoratori. Prosegui la lettura ›

La morale è sempre questa: niente festa col leghista.

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Chi frequenta questo spazio, sa che non andiamo alle feste di partito.
Sulle iniziative sindacali, invece, non ci siamo dati regole precise: decidiamo volta per volta in base a quello che ci viene proposto.
Qualche settimana fa, la FIOM Lombardia ha invitato il Wu Ming Contingent per il concerto conclusivo della festa regionale. Il programma non ci era noto, sapevamo solo di un intervento di Maurizio Landini. Così abbiamo accettato e stamattina su Twitter abbiamo ricordato l’appuntamento.
Subito, da più parti, ci hanno segnalato un articolo della stampa locale: il giorno prima del nostro concerto, a un dibattito su Jobs Act e pensioni, gli organizzatori hanno invitato a parlare Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega Nord.
Dopo rapida consultazione, abbiamo deciso che una festa col leghista non è la nostra festa: ci riesce impossibile suonare nello stesso spazio dove si dà voce al rappresentante di un partito razzista e xenofobo, in combutta con fascisti di ogni risma.
Fedeli alla Cura Robespierre, preferiamo tagliare ogni filo, anche il più sottile, che possa legare la nostra musica alle parole di certi soggetti.