L’#ArmatadeiSonnambuli | 5a edizione, magnetismo rivoluzionario al #FestLet ed esperimenti sonori

Scaramouche visto da Vito Possidente. Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Scaramouche visto da Vito Possidente. Clicca sull’immagine per ingrandirla.

Sei mesi dopo l’uscita in libreria, L’Armata dei Sonnambuli è arrivato alla quinta edizione, per una tiratura complessiva di 65.000 copie. Nelle classifiche non si vede, perché veleggiamo appena fuori dai radar, ma per noi è un avvio senza precedenti e non possiamo che ringraziare lettrici e lettori.
Il Révolution touR, dal canto suo, è quasi a metà del suo sviluppo; abbiamo fatto circa settanta date su centocinquanta complessive, e adesso si va a Sud: Puglia da fondo a cima, Napoli, Sicilia da coda a capo, Calabria settentrionale.
Il tour terminerà nell’aprile 2015.

Una tappa importantissima è quella di domani, 5 settembre, al Festivaletteratura di Mantova. WM4, WM5, Mariano Tomatis, Ferdinando Buscema e altri maghi sovversivi daranno vita alla seconda grande séance – la prima fu a Torino nel maggio scorso ed è documentata qui – del «Laboratorio di magnetismo rivoluzionario». Ne abbiamo approfittato per mettere insieme un piccolo speciale.

MAGNETISMO RIVOLUZIONARIO A MANTOVA

 

«Il Sonnambulo», disegno di Roberto Albanesi.

«Il Sonnambulo», disegno di Roberto Albanesi.

Mimetik Logo
[Da un altro laboratorio esce Nota7-Scaramouche contro i muschiatini. Si tratta di un esperimento di computer music realizzato da μ-metik [mi-me-tik], one man project dietro il quale si cela un italiano trapiantato in Germania – matematico, musicista e (dicono) sosia di al-Baghdadi. A lui la parola!]

«CHI CAZZO È ‘STO SCARAMOUCHE?»
Una presentazione di μ-metik

Nota7-Scaramouche contro i muschiatini è un omaggio audiofonico a L’Armata dei Sonnambuli, ed è parte di una mia raccolta dal titolo Notes on Laptop Music, in uscita a breve.
Ispirato dai molti reading di stralci del romanzo apparsi dopo (ma anche prima, come in questo) la sua uscita nelle librerie, è un esperimento algoritmico di computer music, ovvero di quel ramo della musica elettroacustica che usa intensivamente tecniche di programmazione per la composizione di opere musicali.

L’idea che sta dietro la sua realizzazione è nata dal desiderio di ricreare la coralità presente in una gran parte del romanzo in campo acustico. In particolare mi interessava ricreare dal punto di vista uditivo la sensazione polifonica di mille voci che raccontano la Rivoluzione, che molto spesso è un processo idiosincratico, ma è un qualcosa “in moto” e ben lontano dall’essere statico.

Ho dunque utilizzato uno dei primi reading tratti dal romanzo, «Scaramouche contro i muschiatini», ad opera di Wu Ming 1, e l’ho “decomposto”. Più precisamente, ho scritto un codice che suddivide il file audio (scaricato da Giap) in piccoli pezzi, i quali vengono poi riprodotti in successione, permettendone la sovrapposizione, e spazializzati, ovvero posti in una data posizione nel piano d’ascolto. Ci sono anche altre piccole accortezze, ma sono meno rilevanti al fine dell’idea centrale.

La successione di riproduzione, però, non coincide con quella di suddivisione, cioè non si ascoltano semplicemente i piccoli pezzi di audio uno dopo l’altro. Ho infatti deciso di utilizzare per la riproduzione un random walk, che è il termine tecnico che descrive la “camminata dell’ubriaco” (dal punto di vista matematico, è un processo Markoviano): così come un ubriaco nel camminare fa passi indietro e avanti, ripetutamente, e lentamente si sposta nella sua direzione, alla stessa maniera il racconto della Rivoluzione, e la Rivoluzione stessa, nel procedere a volte tornano localmente indietro, per poi ripartire per la loro strada.

Il racconto così decomposto mostra sì elementi di disordine e disorganizzazione, ma anche momenti di forte unità, a simboleggiare le varie maniere complementari e non mutuamente esclusive nelle quali la coralità, e a questo punto aggiungerei il “movimento”, possono manifestarsi.

Il tutto è stato realizzato in SuperCollider, un linguaggio di programmazione Open Source molto usato nell’ambito della musica elettronica sperimentale e non solo, con una vasta comunità di supporto che vi lavora intensamente per migliorarlo e ampliarlo.

Nota7-Scaramouche contro i muschiatini è distribuito attraverso una licenza Creative Commons (CC BY-SA 4.0).

Il codice sorgente verrà distribuito attraverso la stessa licenza all’uscita della raccolta.

Nota7-Scaramouche contro i muschiatini
Nota7-Scaramouche contro i muschiatini – 2’31”
Per scaricare il file, clicca sulla freccia a destra
(quella che punta agli inferi).

Altro esperimento musicale è stato il reading triestino del 22 agosto scorso, sulla pubblica via di fronte alla libreria In Der Tat. Improvvisazione pura con un organico bizzarro: WM1 alla voce, Sebastiano Crepaldi al flauto (più altri strumenti a fiato e vari oggetti) e Luca De Micheli al basso e looper. Crepaldi e Demicheli sono 2/4 dei Funambolique, band di theatre jazz con cui WM1 collabora da diversi anni (si vedano Arzèstula, Codroipo! Live 2012 ed Emilio Comici Blues).
Sulla carta, mutandis instrumentis, l’impostazione non sembrerebbe molto distante da quella di Cvasi Ming nel reading/concerto Zó bòt!!! (prossima data: Pavia, 21 ottobre), ma chi ha assistito a quest’ultimo può testimoniare le peculiarità timbriche, espressive e animali (cioè relative agli stati d’animo, influenzati dall’ensemble, dal luogo, dall’area, dall’alea) dell’esperimento triestino.
Del piccolo evento live esiste l’ottima testimonianza video a cura di Giuseppe Vergara, che tosto vi proponiamo. Sono tre video già allineati in una playlist, per un totale di quattro brani.
Fate caso all’enigmatico figuro seduto per tutto il tempo accanto ai musicisti.
Chi è? :-/
Quali sono i suoi scopi?

WU MING 1 E 2/4 DEI FUNAMBOLIQUE
LIVE IN TRIESTE, 22/08/2014

Concludiamo questa rassegna con l’audio completo della presentazione/reading udinese del 29 agosto. L’ambiente era il cortile del Cinema Visionario. Ad accompagnare WM1 c’era Luca De Micheli al basso (senza looper).

WU MING 1 E LUCA DEMICHELI
LIVE IN UDINE, 29/08/2014

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55 commenti su “L’#ArmatadeiSonnambuli | 5a edizione, magnetismo rivoluzionario al #FestLet ed esperimenti sonori

  1. OK, il libro l’abbiamo letto, abbiamo scrutato dentro le botole, abbiamo disseppellito le asce magnetiche…

    …non è ora di scrivere “Tifiamo Scaramouche”?

    • Ok. #TifiamoScaramouche.
      Scrivi una proposta / call for stories, inventati dei “paletti” e una deadline, proponiti come curatore, trova degli assistenti. Si parte.
      Domanda: ambientazione vincolata (cioè stesso contesto storico del romanzo) o ambientazione più libera?

      • Il titolo mi sembra inevitabilmente quello: #TifiamoScaramouche.

        Per curatore e scagnozzi del curatore sentiamo se ci sono dei volontari, io ho già dato e sono per la rotazione degli incarichi come nella Comune di Parigi. Serve però di brutto *qualcuno del ramo* come Simona ai tempi di #TifiamoAsteroide.

        Se vogliamo consolidare un nuovo genere dobbiamo mantenere la continuità con gli altri due #Tifiamo quindi vincoli creativi forti (per l’asteroide era il finale obbligato, per #TifiamoQuattro erano le foto… qua che ci inventiamo?), nessuna competizione se non nel giudizio di chi leggerà, sforzo editoriale per tenere la qualità elevata anche a costo di intervenire sul testo e concorso parallelo per la copertina (chissà perché gli illustratori va bene che si scornino e i narratori no… siamo incoerenti :-) ).

        Sull’ambientazione, secondo me è figo che sia la classica fan fiction, le avventure di Scaramouche nel suo “periodo d’oro” a metà della storia raccontata dal libro, magicamente dilatato alla maniera delle saghe dei fummeti per contenere una quantità smisurata di avvenimenti. Capisco però che è alquanto rischioso perché potremmo ottenere una serie di storie di mazzate indistinguibili tra loro. Oppure potrebbero comparire altri supereroi, si sa che gli universi dei supereroi hanno sempre una certa inflazione di personaggi (inclusi i villain…).

        Altre idee?

        • chissà perché gli illustratori va bene che si scornino e i narratori no

          ma purtroppo infatti!

          la butto lì: lasciare facoltà ai narratori di scegliersi un illustratore?
          (e casocasomai anche viceversa?)

          • Io farei ambientazione libera #Scaramouche “il cazzaro mascherato” può farsi largo ovunque. Però bisogna trovare paletti magnetici degni del personaggio.

            Forse uno potrebbe essere che bisogna trovarsi anche un illustratore per la storia (magari che disegni anche soltanto una scena)? O viene troppo complicato?

            • O come diceva @veciobaordo magari è l’illustratore che si cerca un narratore.

              Paletto meglio definito potrebbe essere:
              – narratore e illustratore devono viaggiare sempre in coppia
              – cosìccome maschera e personaggio non possono essere separati in modo da non palesare l’identità del personaggio

        • [Spoiler] Magari si puo’ chiedere che Scaramouche arrivi comunque a sparare un cannone, che e’ una delle scene piu’ popolari, magari nelle maniere e motivazioni piu’ bizzarre.

        • Non posso che appoggiare l’idea con grande entusiasmo!

          #TifiamoScaramouche!

          Sposo poi tutto quel che @maurovanetti ha scritto nel commento in cui a piedi pari si butta nel piatto e ipotizza i primi vincoli che dovranno segnare il perimetro del contest, paletti che inevitabilmente andranno ben piantati prima di lanciare l’operazione #TifiamoScaramuche. Anzi, direi che in questo caso – scrivo avendo fatto tesoro dell’esperienza #Tifiamo4 come curatore – sarà bene definire anche meglio dei precedenti contest i vincoli che andranno rispettati.

          Anche io sono per la “rotazione degli incarichi come nella Comune di Parigi”, anche perché tempo da dedicare ne avrei pochissimo :-P

          E un appello: serve una crew che appoggi il lavoro del curatore, perché in squadra indubbiamente si lavora meglio e il risultato finale non potrà che alzarsi di livello.

          Bella l’idea di @VecioBaeordo, anche se indubbiamente sarebbe un salto qualitativo – e di impegno – non indifferente rispetto alla formula delle precedenti esperienze.

        • Mi ri-registro, prima ero Winteriscoming.
          Mi vengono in mente due opzioni possibili:
          [SPOILER]

          1) interpretare #tifiamoscaramouche in senso stretto: Scaramouche è un supereroe, giusto? La sua genesi ne ha tutti i tratti: i primi errori, la consegna del costume, l’incontro con il maestro ecc. Allora “valgono” per la raccolta solo storie “supereroistiche” ambientate in quel mondo, con i personaggi di quel mondo (Leo, Marie, D’Amblanc, Bernard la Rana, il libraio italiano…) ovvero qualcosa come Parigi del 1793=Gotham;

          2) Interpretare #tifiamoscaramouche in senso stretto. Scaramouche è un simbolo di lotta, un folk hero come Robin Hood o il generale Ludd. E allora “valgono” i racconti che parlano di un folk hero che combatte contro un regime reazionario e i suoi sgherri, e si può ambientare il racconto in molteplici contesti storici e geografici

          • Mi correggo, al punto 2 volevo dire “Interpretare #tifiamoscaramouche in senso *ampio*”. Mi sa che prima non si capiva troppo :D

  2. [Spoiler] Se Scaramouche è la ricomposizione di classe in nuce alla fine dell’Atto Quarto, tifo anch’io Scaramouche. Ma confesso di preferire la frizione a dialettica multipla: Marie / Olympe de Gouges / sanculotti / Robespierre / Convenzione / …

    • [Spoiler] Nel romanzo Scaramouche è un cazzaro
      (non solo quello, certo, ma anche, e nemmeno poco) :-D
      E Léo agisce con efficacia quando, su iniziativa di Marie, diventa parte di un’alleanza (e nello showdown combatte senza maschera, non dimentichiamolo).

      Ma, appunto, #TifiamoScaramouche può significare tante cose, a cominciare da quel che si racconta nell’ultimo paragrafo dell’Atto V: riappropriazione dal basso di una maschera, un personaggio, un mito di lotta.

      E a volte si può anche tifare per un cazzaro :-)

      • [Spoiler] Certo, leggendo si può tifare per chiunque, anche per Laplace!
        Preferisco, però, il “Viva Scaramouche” che rimanda a un’alleanza, a un seme di lotte future, a un esito, sia pure provvisorio, piuttosto che alla giustizia degli oppressi che purtroppo restano tali.
        “Noi siamo Scaramouche” può significare tante tante cose. Lo confesso: Tifo Marie e D’Amblanc (anche se certo non è la stessa cosa).
        Leggerò, leggerò…

        • [Spoiler] Hm… col cavolo che c’entrava, al Temple, D’Amblanc, se non c’era “il cazzaro” con la sua pratica da guitto… senza nulla togliere alla coppia non coppia M-D’A, ovviamente.

          • [Spoiler] Ma il nostro eroe arriva (assai malconcio, un po’ in ritardo) miracolosamente vivo all’appuntamento col destino solo per il tempestivo intervento del savio, altrettanto malconcio, Treignac
            A me Scaramouche sta simpatico, però come simbolo non dice molto, se non rinchiude in sé qualcosa che eccede il personaggio.

            • [Spoiler decisamente SPOILER] Mah, Leo non è in ritardo. Al Tempio D’Amblanc e lui ci vanno insieme, dopo averne discusso. E se c’è un appuntamento è perché Scaramouche s’è avvicinato a monopolatori e muschiatini, li conosce e può combatterli. Se mai è Marie a precederli e a entrare in scena dopo di loro. Poco prima sempre Leo ha tirato via D’Amblanc dal corpo di Jean e discusso con lui sull’opportunità di continuare l’inseguimento mentre Treignac se ne torna al banco di ciabattino. (A proposito: il savio Treignac, personaggio riuscitissimo peraltro, che non va ad arrestare il monopolatore che vende la carne cotta prima di sera “perché deve trarre il suo profitto” sceglie di essere cieco come Chauvelin sulla fine della Rivoluzione. Politicamente è savio come il PD…) Leo è spesso la scossa che rimette D’Amblanc o altri nel tempo dell’azione, come dopo l’agguato a La Corneille. Quando l’azione finisce, lui sparisce di scena in un volteggio di parole dialettali… E’ il simbolo di un mondo importantissimo del secolo, declinato in chiave di strada: i girovaghi, il teatro (come parlare del Settecento francese e di Parigi senza parlare del teatro e di quei buffoni degli italiani?), gli avventurieri dalle mille vite gettati davanti alla Rivoluzione, l’incarnazione di un immaginario e dei sogni di potenza e rivalsa dei deboli e sconfitti. Leo sceglie di diventare quest’ultima cosa, pur di recitare la Rivoluzione, con la stessa naiveté e determinazione con cui i sanculotti sanno descrivere la torre di parole. E’ il contraltare che riequilibra i decisamente troppi contorcimenti di D’Amblanc e la sequela di disgrazie di Marie che rischia di diventare oleografica. Ovvio che sia meno rivoluzionariamente ortodosso e che abbia una stupefacente capacità di autodeterminazione quando si tratta di mettersi nei guai. Ma, come scrive WM1, è solo l’incrocio di questi tre personaggi e di ciò che simboleggiano a garantire la riuscita dei loro piani. Non a caso allora Bastien scrive il nome di Scaramouche prima di tornare dal ciabattino. Scaramouche sono loro… Ma nelle Tre gloriose non si farà una Rivoluzione, soltanto una savia monarchia costituzionale. Resta la curiosità di sapere cosa avrebbe fatto Bastien davanti agli spettri degli ateliers nationaux. Intanto Leo riceve gli omaggi di un imperatore. E la storia continua…

              Saint-Just, grazie di avere risparmiato tutto questo spoiler.

              • [Spoiler] Che sia un personaggio fondamentale, per la vicenda romanzesca e per quello che rappresenta, non c’è dubbio. E’ un motore della vicenda, un mito interno alla vicenda che si proietta oltre i confini dell’opera. Ma se ci avviciniamo alla fine o alla porta di uscita del romanzo, Scaramouche diventa l’unione di moventi e individualità diverse.
                Treignac non può certo essere un corrispettivo individuale del Pd! Agisce per un potere rivoluzionario, in divenire, sia pure contraddittorio (come del resto sarà il Terrore). Interrompendo la prima fase della carriera di Leo, porta un monopolatore alla ghigliottina, quando S., come supereroe, è ancora piuttosto inefficace (è un uomo solo!) e imbranato (umano).
                Dicevo che se il savio Treignac (ero ironico; tuttavia: la rivoluzione non la fanno i savi ma nemmeno solo gli Arrabbiati) non avesse sparato al muschiatino energumeno, il nostro Scaramouche sarebbe uscito per sempre di scena.
                Dicevo “in ritardo all’appuntamento con il destino” per dire, come dici tu, che Marie acchiappa e sculaccia per prima la faccia del cattivone.
                (Non ce l’ho con Leo. Devo dirti però che, nell’estate 1805, quando abbiamo recitato insieme nella commedia di Goldoni Chi la fa l’aspetti, mi sembrava troppo sensibile alle lusinghe dell’imperatore).

      • [Spoiler!] Eh però pure a me solletica molto di più la fantasia Marie Nozière, in fin dei conti lei il suo guanto-wolverine l’ha usato una sola volta… mi viene spontaneo chiedermi in quali occasioni e come userà questa arma nel resto della sua vita… invece delle azioni di Scaramouche si ha già una discreta casistica…. e poi confesso che pure la maturazione di Bastien mi fa prefigurare un gustoso spin-off: la consapevolezza di essere figlio della Bestia… sappiamo dall’Atto V che continuerà a prediligere le barricate anche più in là con gli anni, ma… cercherà di sapere qualcosa di più sul cavaliere d’Yvers? Insomma va bene #TifiamoScaramouche, ma non si potrebbe – pur sotto il segno della sua maschera – tenere aperte le possibilità anche di seguire gli altri personaggi? …Vabbè ecco già che sfondo i paletti prima ancora che siano piantati…

        • Mi accodo all’irruenza da #alpinismomolotov di Lo.Fi, che lo porta a sradicare paletti non ancora piantati, perché non pensare a #TifiamoNozière ?

  3. #TifiamoScaramouche *il dialetto* a me non dispiacerebbe affatto che almeno qualche scambio tra i personaggi avvenisse in dialetto. Indifferente se bolognese, mantovano, romano, calabrese ecc. basta sia lingua vernacolare, ricca di una sensibilità/durezza e di “formule espressive” che la lingua ufficiale si sogna. Un tale florilegio sarebbe spettacolare ;-)

  4. Allora raccolgo l’appello lanciato qualche ora fa sul tuider e butto giù le mie prime impressioni dopo un paio di ascolti dell’esperimento di Mimetik.

    Anzitutto una cosa banale, i libri di WM continuano a stimolare opere musicali derivate, e, meno banale, gli approcci delle musiciste e dei musicisti ai libri di WM sono diversissimi tra loro: improvvisazione radicale (il mio lavoro sull’ecceità, gli impro-reading dall’AdS, se non mi ricordo male le performance di Francesco Cusa e WM1 da New Thing), ibridi tra parti scritte e parti improvvisate (Arzestula, Emilio Comici Blues, alcuni brani dell’album Altai), ora la computer-music (o computer reading, o affabulazione computerizzata).
    Influenzato dall’aver assistito al recente concerto pavese degli Area, ho pensato ad un’associazione tra la “Nota 7” e il brano-performance “Evaporazione”. https://www.youtube.com/watch?v=oIQjNO8td4o
    Ovviamente il procedimento che sta dietro alle due tracce è diverso: da una parte l’algoritmo determina gli avanzamenti e gli arretramenti random della voce (preregistrata e registrata non allo scopo, almeno intenzionale, di farne un brano musicale), dall’altra è Stratos a invertire sul momento l’ordine delle parole dell’unica frase che ripete per tutta la durata della composizione, per altro introducendo variazioni, elementi di nonsense e altro. Però mi sembra che la casualità (john-cageana), generata in modi diversi, abbia un ruolo importante anche nella “Nota 7”. Se non è arbitrario, l’accostamento tra i due esempi mostra che a risultati estetici abbastanza vicini si può arrivare seguendo metodi per certi versi opposti.

    A proposito di casualità e non-casualità, ecco cos’ho capito:
    -l’algoritmo è scritto in modo da chiudersi sulla frase “chi cazzo è ‘sto Scaramouche”, lasciata pronunciare a una voce sola, mentre in tutto il resto del brano la voce di WM1 è sempre sdoppiata o moltiplicata.
    -I singoli frammenti mi sembra abbiano tutti una durata più o meno simile, nell’ordine dei 2/3 secondi.
    -A intervalli più ravvicinati man mano che la traccia avanza, le varie voci moltiplicate si riuniscono per “dire” tutte lo stesso frammento di frase (cioè si sovrappongono due o più frammenti identici).
    -I frammenti in cui la voce di WM1 ha una dinamica più bassa sono tutti (significativamente?) messi sul canale destro. A destra, in basso.

    Mimetik, hai fatto anche esperimenti in cui la voce recitante suona insieme ad altri strumenti (synth o acustici)?

    • Mi paleso come autore dell’ “affabulazione” sonora di cui sopra, e cerco di dare qualche risposta a Luca.
      Per quanto riguarda l’uso della voce, Stratos era il non plus ultra, e infatti gli riuscivano delle cose, come il brano “Evaporazione”, che sono manifesti di tecnica, ricerca e sperimentazione difficilmente imitabili. Concordo con quello che dici, e chiaramente qui si aprirebbe un’interessante discussione sull’improvvisazione: quanto c’e’ di “casuale” e quanto di premeditato in un processo di improvvisazione? Nel senso che molto spesso le caratteristiche di un’ottima improvvisazione non sono l’assenza di “errori”, ma piuttosto la capacita’ di saperci “costruire” sopra. E’ un processo, che nel caso di un solista diventa addirittura schizofrenico, di ascolto e reazione a quello che si sta’ ascoltando in modo da produrre una narrazione. Se vuoi, un random walk fa’ lo stesso: a differenza di una distribuzione casuale (anche detto “white noise”), un random walk dipende fortemente dal passo precedente, e quindi, in un certo senso, e’ in “ascolto” con se’ stesso. Sembrerebbe quasi che dal rumore assoluto si possa passare a una forma di ordine attraverso l’auto-ascolto. La metafora che mi piace pensare e’ quella di blocchi di marmo che si “autoscolpiscono” a formare statue: puo’ sembrare bizzaro, ma avviene in molti “sistemi autonomi”, chiamati anche autoorganizzati, in cui il sistema produce il suo ordine perche’ interagisce con se’ stesso… Come esempio di sistema generativo che produce da regole molto semplici patterns anche molto intricati si puo’ dare un’occhiata qui

      http://www.kimri.org/blog/?p=487

      Anche in questo caso, quello che succede in seguito dipende fortemente da quello che e’ successo in precedenza.
      Passo ora a risposte piu’ specifiche, ma prima vorrei commentare sul fatto che piu’ che cageano, mi senta reichiano… :)

      – L’algoritmo e’ stato scritto per procedere virtualmente all’infinito: la camminata avviene su di un cerchio, piuttosto che su di una retta. L’ultima frase, in quella forma quasi drammatica, e’ “apparsa da sola”, io ho soltanto tagliato l’audio li’.

      -Si, i singoli frammenti hanno durata simile, ma non uguale. Intorno ai 2 secondi, come noti.

      -Al passare del tempo, la densita’ dei frammenti audio diminuisce, e produce l’effetto di soprapposizione che noti. Anche questo non era voluto con tale intensita’, e mi ha molto sorpreso.

      -No, non c’e’ relazione voluta tra il tono della voce e la posizione stereofonica.

      In questo caso, avevo pensato di accostare la voce ad una forma piu’ strettamente musicale, ma non “funzionava”. La cosa interessante, e’ che l’esperimento condotto potrebbe, con piccole modifiche, essere presentato live: nel senso di scrivere un algoritmo che reagisca alla voce, alla sua dinamica, frequenza, etc., e riproduca un moltiplicarsi di voci mentre il lettore legge.

  5. Ho una proposta per le regole di #TifiamoScaramouche.

    (A proposito, mi scuso per aver parassitato questo post… Spero che la convivenza tra questo discorso e quello sugli esperimenti musicali e magnetici sull’Armata non sia problematica, ma il tema comune c’è ovviamente ed è la sperimentazione creativa attorno a un libro.)

    [SPOILER]

    Ieri sera ne ho parlato con Pietro e Ale e ci è venuto in mente che un aspetto chiave del libro è l’Atto V (…come Vendetta) nel suo alludere a un’epopea di Scaramouche che si dipana nel corso della storia, con riferimenti al cazzaro mascherato che riaffiorano in altri luoghi ed epoche. Sarebbe bello scrivere insieme (una parte di) questa epopea, ma per farlo in un modo sensato bisogna in qualche modo vincolare i partecipanti a non scrivere tutti la stessa storia o storie che si pestano troppo i piedi tra loro. Ecco come.

    Il personaggio di Scaramuzza/Scaramuccia/Scaramouche compare la prima volta in qualche momento all’inizio del Seicento. Si divide la storia da allora fino al 2014 in lustri (quinquennî), per esempio dal 1800 al 1804, dal 1805 al 1809, dal 1810 al 1814 ecc.

    Ogni partecipante alla raccolta deve prenotare un lustro, per esempio con un commento su Giap o mandando un’email o su una pagina web interattiva apposita. *I lustri presi sono presi, chi prima arriva se lo piglia e gli altri devono scegliere tra queli che rimangono*.

    Nella storia deve comparire Scaramouche coinvolto in qualche evento storico realmente avvenuto durante quel lustro. Inoltre, deve apparire una scritta su un muro.

    Ogni racconto deve avere una piccola bibliografia costruita con la stessa logica dell’Atto V.

    Se i partecipanti fossero una cinquantina, potremmo già saturare tutto l’intervallo che va dai fatti raccontati nell’Armata fino ai giorni nostri.

    • Chiaramente, pensavamo, ci sarebbe una corsa per “prenotare” i periodi che a prima vista possono sembrare più interessanti: il quinquennio della Comune ad esempio, ma più ancora, forse, quello che copre l’oggi. Ma d’altra parte sarebbe una sfida affascinante anche lasciare che partano le prenotazioni più glamour e scegliere alla fine uno dei “buchi” rimasti.
      A proposito, un vincolo che secondo me dovrebbe essere mantenuto è di non sforare nel futuro (anche nell’ottica della bibliografia *credibile* da inserire obbligatoriamente in calce al racconto).

    • Scaramouche nei secoli mi sembra un’idea molto bella!
      I primi pensieri che mi son balzati in mente finito di leggere il post: potremmo trovare un modo per concatenare i lustri? Che so, ogni narratore quando sceglie un lustro deve dare la frase finale, che verra’ ripresa (come incipit?) dal successivo?
      La narrazione dovrebbe cercare di coprire tutto il lustro (vincolo molto forte!) o potrebbe descrivere anche una sola sera di quel periodo?

      • Secondo me ciascun narratore sceglie se il suo racconto copre l’intero lustro o soltanto un momento, anche breve, all’interno di quel lustro.
        A occhio e croce, mi pare molto più semplice e potenzialmente divertente la seconda opzione. In questo modo, diventa anche superfluo collegare un lustro con il precedente e il successivo.
        A ciascuno poi anche spiegare (o non spiegare) come Scaramouche possa essere in quel luogo e in quel tempo, se sia la stessa persona o meno, etc.

        • D’accordo sulla seconda opzione, sicuramente piu’ divertente da scrivere. Pero’ l’idea di legare i racconti mi piace, anche solo per gioco. …Superfluo, cosa non lo e’? ;)

          • @gioco

            “Pero’ l’idea di legare i racconti mi piace, anche solo per gioco.”

            Se i nomi di chi ha prenotato i lustri vengono pubblicizzati subito, durante la fase di stesura, è del tutto possibile (e direi che sarebbe molto figo) che i partecipanti si mettano d’accordo tra loro per creare dei collegamenti tra le storie.

            • Io lo lascerei però come facoltà, e non come vincolo, specialmente perché in alcuni casi tra un racconto e l’altro potrebbe esserci un “buco” di sette-otto anni e rischierebbe di essere un po’ stucchevole uno spiegone di quel che è accaduto in tutto quel periodo.
              Una soluzione potrebbe essere l’obbligo, nel momento in cui si prenota il lustro, di indicare già l’arco di tempo esatto e l’ambientazione in cui si svolge la vicenda principale del racconto. Starebbe poi agli autori dei lustri “limitrofi” decidere se contattare l’autore per saperne di più oppure no.

              • Anche io sono per invitare alle connessioni ma non forzarle. Ma non sono per l’obbligo di indicare arco temporale e ambientazione esatta.

                Lo spiegone in realtà non è necessario per legare una storia all’altra bastano anche pochi ma ben piazzati elementi comuni.

            • Ottima idea. Nella “chiamata” si possono sicuramente invitare i partecipanti a creare connessioni con i lustri adiacenti, ma perché no – nonostante diventi più complicato – anche con quelli non strettamente precedenti o consecutivi

    • Bella idea: con pochi semplici “paletti” si creano stimoli ed impegno mica da ridere! Anche i tempi di partecipazione -se la cosa va in porto- dovranno essere ben valutati.

      [SPOILER – per sicurezza!]

      In questa idea mi sembra di trovare anche una certa continuità nella scelta del campo relativo al “paletto portante”: in #TifiamoAsteroide, “con le orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica” dopo lo schianto, e lì la colonna sonora era (im)portante; con #Tifiamo4 erano le fotografie e le immagini a fare da filo conduttore; con quest’idea per #TifiamoScaramouche ci sono le scritte sui muri e la bibliografia finale messe fortemente in primo piano.

      E a proposito del “vincolare i partecipanti a non scrivere tutti la stessa storia o storie che si pestano troppo i piedi tra loro”, vedrei bene come ulteriore limite quello di imporre una bibliografia in senso stretto, intesa come citazione delle fonti qualunque esse siano, piuttosto che come un’analogia con il “Come va a finire” dell’Atto V: in fondo, come va a finire -anzi, come va a “continuare”- lo scopriremo nel racconto del lustro successivo! O no?

      Come già altri hanno detto, ho un unico dubbio che non riesco a fugare completamente: ma davvero #TifiamoScaramouche e non #TifiamoNozière ? :)
      (Dal punto di vista della costruzione dello spin-off Scaramouche -come maschera, come entità, come cazzaro!- si presta di più, però Marie mi è rimasta nel cuore!)

      • Anche io tifo Marie, però c’è il problema che Marie non è un personaggio che può durare nei secoli, a meno di inventarsi discendenti, antenate ecc. ma non credo che abbia molto senso… Credo che solo Scaramouche si presti a questo gioco. Oppure si può cambiare gioco (a me questo piace eh)

        • @punto_fra

          Neanche Leonida Modonesi dura nei secoli ma Scaramouche sì.

          #TifiamoNozière e il suo artiglio possono durare e viaggiare nel tempo come Scaramouche e la sua maschera, lo dimostrano Violette Nozière e tante altre :)

          Detto ciò, noi della frangia #Nozière appoggeremo le azioni di #TifiamoScaramouche con le fanere pronte allo scatto

      • @spaceman

        “vedrei bene come ulteriore limite quello di imporre una bibliografia in senso stretto, intesa come citazione delle fonti qualunque esse siano, piuttosto che come un’analogia con il “Come va a finire” dell’Atto V: in fondo, come va a finire -anzi, come va a “continuare”- lo scopriremo nel racconto del lustro successivo! O no?”

        Mi sembra molto sensato in effetti, a meno che non si voglia semplicemente dire come è andata a finire la particolare vicenda trattata.

        • Bisogna specificare meglio cosa significa l’analogia con l’atto V. A mio modo di vedere più che con il “Come va a finire”, che giustamente come dice @spaceman è più un “Come va a continuare”, la bibliografia di #TifiamoScaramouche dovrebbe somigliare all’Atto V nel forzare il realismo che normalmente dovrebbe caratterizzare una bibliografia e portarlo all’estrema commistione con la finzione.

          “Il mio unico prestigio è il seguente, compare: che i
          libri che consiglio e distribuisco facciano fare le notti in
          bianco agli operai del torchio. Insomma, via, gli attacchi frontali, le dispute che spaccano il capello in quattro, le accuse, non piacciono piú a nessuno. La parola
          d’ordine adesso è commistio
          ne, capito?, com-mi-stio-
          ne! Quelle robe che ti lascia
          no col fiato sospeso, capi-
          to?, e fino alla fine non capisci se si tratta di [finzione o realtà] un autore
          eretico o ortodosso” (parentesi quadra mia)

    • Se si accetta Sacramuzza inizio 600 è plausibile, ma fino a Tiberio Fiorilli in Francia (1640 C.a) non esisteva uno Scaramouche con le caratteristiche del nostro. Prima di Fiorilli scaramuzza era una variante della maschera del capitano, molto diversa. Ce ne si può fregare, volendo (anche perché pure nei secoli a seguire cambierà molto il personaggio, fino ad abbandonare bastone e/o spada per imbracciare la chitarra) ma se stiamo alla nascita del carattere, è 1640 circa

    • buonasera a tutt* intervengo qui per la prima volta su invito del buon mauro.
      diciamo che è da quando ho letto il suo post ieri pomeriggio che mi scervello nel cercare di contribuire alla realizzazione e alla discussione dei vincoli per il #TifiamoScaramouche.

      Tuttavia, dato che la mia è una fantasia piuttosto limitata non è che sia stato in grado di elaborare alcunchè di interessante, per cui intervengo fondamentalmente per commentare la proposta di Pietro,Mauro e Ale.

      Diciamo che il vincolo più forte, ovvero quello di prendersi un lustro e ambientare una storia di Scaramouche mi piace ; vorrei però per gli altri avere un chiarimento ed esprimere una perplessità

      1) chiarimento: Scaramouche deve essere presente nel racconto, diciamo, “fisicamente” oppure può anche esserlo indirettamente tramite flashback,racconti nel racconto, in altre parole come una sorta di “spirito di Marat”?

      2) perplessità: la scritta sul muro. per carità mi son sempre piaciute perchè “muro pulito popolo muto”; ma d’altronde vien da sè che a seconda del lustro che si sceglie le scritte sul muro rischiano di diventare un qualcosa di antistorico. detto meglio: quante scritte sui muri ci saranno state a Milano ai tempi della peste manzoniana? no, l’idea della scritta è sicuramente carina ma secondo me andrebbe in qualche modo perfezionata.

      e chiudo: ho appena letto il secondo intervento di Avvocato Laser, completamente d’accordo nel lasciare la libertà di decidere se coprire il lustro intero o soltanto un periodo..ciao!

      • Sulla seconda perplessità (scritta sul muro).
        È molto probabile che ce ne fossero (sono state trovate anche a Pompei). Se si vuole superare la difficoltà «eh, ma non tutti sapevano scrivere», si può dare al termine “scritta (sul muro)” il significato più ampio possibile: parole, disegni, simboli grafici…

    • L’idea è bella e offre ampi spunti di personalizzazione Solo un dubbio: ricordando la notevole partecipazione per tifiamo asteroide, non rischiamo di finire i lustri prima di finire gli autori?

      • I lustri dai fatti dell’Armata fino ai giorni nostri sono un mezzo centinaio, e se risaliamo fino al Seicento c’è spazio per quasi altrettanta gente che quella che fece fischiare gli asteroidi.

        Si può comunque anche stabilire che se i lustri dal 1800 a oggi si saturano da quel momento in poi è “liberi tutti” o qualche altra “clausola di sicurezza”.

    • Fico!
      In primis, mi offro come co-correttore di bozze
      e poi, se tutti lo scartano, forse ho un’idea per un lustro ben preciso…

    • Non posto da una vita, ma l’idea mi piace e ci parteciperei volentieri :)
      Attendo nuove dal Direttorio sulle modalità dell’impresa…

  6. Sperando di non infrangere la netiquette del blog vi segnalo la mia recensione dell’armata sul sito di Civiltà Laica:

    http://www.civiltalaica.it/cms/index.php/larmata-dei-sonnambuli.html

  7. L’idea di sviluppare una storia postuma a quella dell’Armata dei Sonnambuli con protagonista Leo-Scaramouche è molto intrigante. Io credo che un altro personaggio interessante, da utilizzare in versione flashback, potrebbe essere il dottor D’Amblanc, mentre il collegamento tra la grandissima Marie Noziere e la nuova storia con protagonista, il nostro Leo, non può che essere il figlio di Marie: Bastien, ormai cresciuto. Insomma può venir fuori un bello spin-off…io nel frattempo continuo a leggere perché non vedo l’ora di finire il romanzo.

  8. Sul video live in Trieste:
    “Fate caso all’enigmatico figuro seduto per tutto il tempo accanto ai musicisti.
    Chi è? :-/
    Quali sono i suoi scopi? “

    L’enigmatico figuro indossa una t-shirt con il motto “alla pugna” quindi è facile identificarne almeno l’orientamento politico: è ovviamente un simpatizzante di FEL (Feudalesimo e libertà), in pratica è un goliardico controrivoluzionario :~)
    Al minuto 8.50 si beve l’acqua destinata ai musicisti: era forse quello il suo scopo?

    • ahahaha, non ci sei andata molto lontana :-)

      chissà se ha capito chi erano i muschiatini che scrivevano “viva l’a…”

      e pò bon

  9. Dopo alcuni scambi tweet con Pietro e Mauro mi propongo, se il popolo accetterà, come curatore di #TifiamoScaramouche e tiro dentro al gruppo @FiloSottile.

    Abbraccio i paletti proposti da Mauro, Ale e Pietro con minime modifiche.

    Premessa:
    divisione in lustri della storia collettiva dal 1640 al 2014 (Es.: 1640-1644 / 1645-1649 / 1650-1654 / ecc.)

    Paletti-spirito-di-Marat che si abbattono sulle teste dei partecipanti:

    1. I partecipanti dovranno prenotare un lustro nel quale si svolgerà il loro racconto: “i lustri presi sono presi, chi prima arriva se lo piglia e gli altri devono scegliere tra quelli che rimangono”. Sarà attivata una mail alla quale inviare la candidatura per il lustro che si vuole prenotare. Si definirà una data e un ora (00.00 del 30 settembre? Può andare?) per l’apertura delle prenotazioni e il dito più veloce si aggiudicherà il lustro. [Nel caso che i partecipanti superassero il numero di lustri disponibili si valuterà se “aprire” ai lustri antecedenti al 1640, non protraendosi comunque oltre l’anno 1600].

    2. Nel racconto Scaramouche dovrà essere coinvolto in qualche evento storico realmente accaduto.

    3. Nel racconto dovrà apparire una scritta su un muro.

    4. Il racconto dovrà essere dotato di piccola bibliografia in stile Atto V dell’Armata dei Sonnambuli.

    Termine per la consegna dei racconti:
    potrebbe essere il 30 novembre alle 23.59?

    • Quando addivenite a un accordo su #TifiamoScaramouche, buttate giù la “chiamata” vera e propria che ne facciamo un post su Giap.

    • Bene!

      La proposta della scritta sul muro era solo per aggiungere un vincolo formale oltre a quello sostanziale, se non piace la scritta o si pensa che abbia dei limiti storici per via dell’analfabetismo (anche se i graffiti politici sono attestati fin dai tempi antichi) si può mettere qualcosa d’altro, per esempio l’utilizzo di qualche lingua diversa dall’italiano (un gergo, un dialetto, boh) in almeno un punto della narrazione o del dialogo.

      Su Marie è stato già detto qual è il problema di fondo: non è versatile quanto Scaramouche e del resto l’Atto V già alludeva a una saga di Scaramouche che proseguiva nei decenni mentre di Marie si tratteggiavano le vicende personali negli anni subito successivi. Ovviamente niente impedisce di mettercela dentro lo stesso se si sta lavorando su un lustro vicino oppure di tirar fuori la sua discendenza se si lavora sui lustri più tardi.

      Va anche raccolta secondo me l’indicazione di Simona Ardito basata sull’esperienza della redazione di #TifiamoAsteroide: bisogna mettere un limite più stringente dei 6 milioni di battute che avevo imposto l’anno scorso. :-)

      Sempre per semplificare il lavoraccio dei curatori, proporrei di indicare già nel “bando” le norme editoriali da utilizzare (per esempio, che tipo di virgolette usare per i dialoghi) e il formato del file. Molti sbaglieranno lo stesso, ma pazienza.

      Va infine stabilito un modo per pubblicizzare sul web quali siano i lustri già presi.

    • Prima, prima! Battiamo il ferro finché è caldo!
      All’occorrenza, mi offro di aiutare l’autoproclamato (e per quanto mi riguarda accettato senza riserve) curatore.

      • Eh infatti perché aspettare fino al 30? io propongo un post come l’altra volta sul blog di qualcuno che gentilmente offre ospitalità :) dove si indica il lustro prescelto nei commenti, tipo da domani

        • Per lanciare gli altri “Tifiamo” si fece un post ad hoc su Giap. Andrebbe fatto anche per #TifiamoScaramouche. Noi possiamo pubblicarlo la prossima settimana, se entro il week-end ci mandate un testo definitivo, con regole chiare ecc.

  10. Sì, va definita la chiamata pubblica per rendere chiara e fruibile la proposta anche a chi magari si è perso la discussione qui.

    La mail è un buono strumento per evitare confusione, ad esempio nei commenti del post di lancio per #TifiamoScaramouche.