Il giorno in cui Putin liberò #Trieste. Dietro la nostalgia del Kaiser, gli affari dello Zar

Putin libera Trieste

[Dato che i post precedenti hanno suscitato reazioni isteriche (*), siamo ben felici di proseguire la nostra inchiesta sul neoindipendentismo triestino – o meglio, sulla sfuggente organizzazione che vuole rappresentarlo di fronte al mondo, il Movimento Trieste Libera.
E’ giunto il momento di approfondire certe liaisons lobbistiche e affaristiche, per mostrare cosa vi sia dietro la facciata del Rathaus di cartapesta e i cumuli di paccottiglia nostalgica sull’Austria Felix (bigiotteria non meno reazionaria e strumentale di quella irredentofascista sulla Trieste «Italianissima»). Non è difficile trovare la direzione oltre la fuffa, basta seguire l’immortale consiglio:
FOLLOW – THE  – MONEY!!!рубль;;Ξ!!€!?!‡копе́йка‰!№♠♠!!!]

di Tuco (Martino Prizzi)

«Penso de gaver le balle piene de sta italia, che no fa altro che asecondar baluba, zingani, politici coroti, lesbiche, culatoni…. Che cojoni che go… Quando el Territorio Libero?» (dal profilo FB di un indipendentista, 19 novembre 2013)

E’ una bella mattina di novembre (la mattina del 27 novembre, per la precisione). Dieci minuti di pausa per la solita sigaretta tra una lezione e l’altra, coi gomiti appoggiati sul muretto. Via Valerio è ai limiti della città. All’improvviso si sente una sirena, e dopo alcuni secondi compaiono in sequenza: una macchina della polizia; una ZIL nera lunga 7 metri con finestrini neri e targa russa; altre 4 macchine con targa russa; una seconda macchina della polizia. La carovana scompare dietro la curva verso le colline. Il cielo è azzurro, l’aria è fresca, la luce è dorata. Trieste. È. Libera.

Lo ha detto la sera prima Enrico Letta davanti ai giornalisti: «Viva Trieste. Trieste Libera». Al suo fianco c’era Vladimir Vladimirovič Putin.


Per il Movimento Trieste Libera non ci sono dubbi:

«Al di là dello slogan, nella nostra Trieste si è svolto l’importante incontro bilaterale tra Italia e Russia: perchè proprio qui da noi? Perchè, invece di svolgerlo a Roma dove Putin e Letta erano lunedì, la numerosa ed importante delegazione è venuta proprio a Trieste? Siamo stati scelti “solo” perchè storicamente siamo la porta dell’Est?

Ma, soprattutto, di cosa hanno parlato Putin, Letta, e gli eminenti emissari economico-politici riuniti qui?

Letta è meno sprovveduto dei precedenti presidenti del consiglio italiani; questa sua frase davanti a fotografi e telecamere non è quindi assolutamente detta a caso.

Sembra invece suggellare un accordo siglato in quel palazzo a cospetto di uno degli uomini più potenti del pianeta. E chi detta le regole di quell’accordo non è certo l’Italia sull’orlo del baratro economico.»

Del resto, non è un mistero: MTL ha sempre lasciato intendere di puntare sulla benevolenza di Putin per ottenere la finalizzazione del Territorio Libero. Questo commento sibillino ad esempio risale ad agosto:

Contatti tra Letta e MTL per il tramite del senatore Francesco Russo in previsione dell'arrivo di Putin  a Trieste

E a partire dall’autunno le allusioni al ruolo di Putin nella questione triestina si sono intensificate:

Indipendentisti triestini, tra cui Giacomo Franzot, fanno l'apologia delle sparate anti-islamiche di Putin e dicono che dovrebbe diventare governatore del TLT

Franzot ricorda, sognante, che la Russia è membro permanente del consiglio di sicurezza dell'ONU

Franzot annuncia una bella sorpresa indipendentista in occasione della visita di Putin

Il 26 novembre sulla veranda della sede di MTL è comparso questo striscione di benvenuto in un russo approssimativo:

striscione_in_russo_sgrammaticato

La frase corretta sarebbe: «ДОБРО ПОЖАЛОВАТЬ НА СВОБОДНУЮ ТЕРРИТОРИЮ ТРИЕСТ». Hanno usato Google Tranzlejt.

Infine è stato lo stesso Sandro Gombač del direttivo di MTL a mettere le carte in tavola, proprio all’indomani della visita di Putin:

Gombac rivela che i contatti tra MTL e Putin sono iniziati nel 2012, un altro parla di 3000 raccomandate spedite da Trieste a Mosca nel 2013

Chi legge starà provando un forte senso di straniamento, e si starà chiedendo: ma che gliene frega a Putin del TLT e degli indipendentisti triestini?

Niente, ovvio. Fare di Trieste una Kaliningrad sul Mediterraneo sarebbe fantascienza anche per lo Zar di tutte le Russie. Probabilmente Letta ha fatto solo una battuta, e i dirigenti di MTL ci hanno costruito sopra una montagna di fantasie, per dare ai simpatizzanti l’illusione che qualche risultato sulla via dell’indipendenza si stia raggiungendo.

Però, però…

Letta è un democristiano navigato. Uno che sguiscia tra gli asteroidi come un bisato. Uno che è assolutamente privo di senso dell’umorismo, uno che se fa una battuta sa benissimo che non farà ridere nessuno. Se ha regalato a MTL una frase su cui vivere di rendita per giorni, forse per settimane, un motivo deve esserci. Forse è lo stesso motivo per cui il Piccolo evita accuratamente di farsi troppe domande e da mesi attacca MTL esattamente nel modo in cui MTL vuole essere attaccato… Quindi:

«Kameraden, sprechen wir von den Eigentumsverhältnissen!»

«Compagni, parliamo dei rapporti di proprietà!»(**). A Trieste Letta e Putin non hanno parlato solo di TLT. Hanno parlato soprattutto di affari.

In particolare hanno parlato di oleodotti, di gasdotti, di terminali, di piattaforme per le trivellazioni nell’Artico. E di investimenti in Porto Vecchio. Durante l’incontro al vertice di Trieste sono stati firmati 28 accordi commerciali tra Russia e Italia nel campo della finanza, dell’energia e dell’industria.

A latere, Putin ha incontrato Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’ENI, per parlare del gasdotto Southstream e dei giacimenti petroliferi di Kashagan sul Mar Caspio, e la Fincantieri ha strappato un contratto per la costruzione di piattaforme estrattive nell’Oceano Artico e di una nave per il recupero dei sommergibili nucleari.

Dal punto di vista strettamente politico, infine, Putin non ha perso l’occasione per mettere in guardia la UE dal tentare ingerenze in Ukrajina, e il giorno prima a Roma Prodi non ha perso l’occasione per buttarsi in torta nell’organizzazione del prossimo G8 in Russia sul tema dell’immigrazione.

Si ha l’impressione che l’incontro di Trieste sia stato una tappa importante nella ridefinizione dei rapporti di forza tra capitalismo russo ed europeo: la turbolenza del Nord Africa e la recentissima vittoria diplomatica russa in Siria sembrano aver affossato definitivamente il tentativo europeo di smarcarsi dalla dipendenza energetica da Mosca. La Croazia è entrata nel progetto Southstream mandando all’aria il progetto europeo di un corridoio nord-sud per l’immissione nei gasdotti di gas liquefatto proveniente da Qatar e USA. La Russia ha dichiarato guerra ai rigassificatori ovunque:

«I russi con South Stream – e con la testarda intenzione di portarlo avanti – inviano un messaggio a tutti i paesi in procinto di completare “terminali di rigassificazione” per esportare, e il messaggio è “non fatelo”.»

Alternative reference source per gli MTL-ini che non credono alla stampa italiana:

«Gazprom continues to rely on increasing its network of pipelines providing fuel to European markets even as global output of liquefied natural gas expands. A possible future competitor is the U.S., where soaring production of natural gas from hydraulic fracturing comes to dominate the American market, leading energy companies to consider investing in liquefied natural gas facilities to begin exports, with Europe eyed as a potential market.»

La Slovenia è sotto pressione e la Russia minaccia di tagliarla fuori se non concederà a Gazprom il monopolio del transito del gas sul suo territorio in deroga alla normativa europea. Se Putin avesse visto questa scritta comparsa vicino a Koper/Capodistria nella zona B del TLT avrebbe ghignato sotto i baffi (che non ha):

Sveglia Territorio Libero di Trieste. Scritta multilingue, anche in russo, nell'ex-zona B, in Slovenia.

Ancora più piacere deve avergli fatto la notizia che l’Unione Europea ha cancellato dalla sua agenda la realizzazione del rigassificatore della Gas Natural nell’area portuale/industriale di Trieste, perché l’Autorità Portuale guidata da Marina Monassi, dopo anni di tira-e-molla, ha finalmente dato parere negativo sulla realizzazione dell’opera.

Uno dei cavalli di battaglia del MTL è stato proprio la lotta contro il rigassificatore. A partire dal 2011 MTL ha monopolizzato tutte le manifestazioni, relegando a un ruolo subalterno le associazioni che si erano mobilitate nel decennio precedente, soprattutto il combattivo comitato guidato dalla UIL dei Vigili del Fuoco.

Particolare interessante: l’argomento utilizzato più frequentemente dal MTL non è tanto quello del rischio ambientale, quanto piuttosto quello dell’incompatibilità dell’opera con lo sviluppo del porto e con il traffico di petroliere legato al terminale SIOT.

Inoltre salta agli occhi il fatto che gli ambienti vicini al neoindipendentismo triestino non manifestino affatto contrarietà ai progetti legati al transito e allo stoccaggio di gas e petrolio provenienti dalla Russia. Tra militanti indipendentisti si parla di terminali GPL da realizzare in golfo appena oltre le dighe frangiflutti, a poco più di 2km dai centri abitati della costa:

E si parla apertamente di concorrenzialità Gasnatural vs Gazprom e di vantaggi doganali che quest’ultima potrebbe ricavare dalla piena applicazione del Trattato di Pace del 1947:

Il TLT come zona a bassissima tassazione per il gas russo

La partita del gas tra Europa e Russia è ora più aperta che mai . Non c’è dubbio che vista da Mosca e da Bruxelles la questione di Trieste e del TLT appaia decisamente diversa che dal molo San Carlo.

O forse no. Stringiamo per un momento l’inquadratura. A Trieste si è parlato anche di Trieste, ed è stato siglato un accordo per un piano di investimenti russi in Porto Vecchio. Lo ha annunciato il presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti, suscitando un moderato entusiasmo tra le fila del MTL, o almeno del suo braccio economico:

Trieste Libera Impresa plaude alle dichiarazioni di Paoletti sui russi che stanno per investire in porto vecchio

L’accordo è stato reso possibile dalla rinuncia alle concessioni da parte della Maltauro e della Rizzani-De Eccher, vincitrici della gara d’appalto nel 2008: la gara da cui era stata esclusa la misteriosa Helm Project di Marcus Donato, fondatore del Comitato Porto Libero di Trieste.

Il progetto della Maltauro-Rizzani-De Eccher, all’epoca fortemente sostenuto dal presidente dell’Autorità Portuale Boniciolli, è sempre stato osteggiato dal MTL e in particolare da Paolo Parovel. Al punto che quest’ultimo ha concesso a Marina Monassi, subentrata a Boniciolli alla presidenza del porto, un’inaspettata apertura di credito, a patto che trovasse il modo di rescindere il contratto con i due colossi dell’edilizia. Detto fatto.

Le contraddizioni però cominciano a emergere quando si entra nei dettagli. Il MTL sostiene che il futuro del Porto Vecchio sia nell’emporialità e nella trasformazione di materie prime in regime di zona franca tax-free. Tuttavia il progetto della Helm prevedeva il riuso dell’area in chiave prevalentemente turistica, esattamente come quello della Maltauro-Rizzani-De Eccher. E probabilmente come quello, ancora non pervenuto, dei misteriosi investitori russi. E deve esserci qualche difetto di comunicazione interna nel movimento, se un dirigente del peso di Sandro Gombač , dopo qualche giorno, ha sconfessato la presa di posizione di Trieste Libera Impresa:

Siamo alle solite, Gombac smentisce Trieste Libera Impresa dicendo che MTL non crede alle dichiarazioni di Paolettii

E poi c’è la ferriera di Servola: una specie di ILVA nel cuore della città, una fabbrica obsoleta e inquinante che nessuno finora ha avuto il coraggio di chiudere, per non lasciare in strada 800 famiglie.

La ferriera è di proprietà del gruppo Lucchini, che fino a pochi anni fa era controllato dalla multinazionale russa Severstal. Alcuni mesi fa la Arvedi di Cremona ha manifestato interesse a rilevare lo stabilimento, bonificare l’area e ammodernare tutto l’impianto. Il sindaco Cosolini (PD) punta molto su questa proposta per il rilancio industriale della ferriera e del suo indotto. Ma Parovel, sulla Voce di Trieste, esprime più che giustificate perplessità sulla reale fattibilità del progetto, e a ragione paventa la possibilità che tutto resti com’è.

Sorprendentemente però Parovel concede una inspiegabile apertura di credito proprio all’accoppiata Lucchini-Severstal e al suo ipotetico piano di riconversione portuale dell’area. Non è ben chiaro perché i dubbi e le perplessità espressi nei confronti della Arvedi svaniscano di fronte alla Severstal, corresponsabile della situazione in cui versa la ferriera e forse coinvolta in traffici poco chiari di rottami radioattivi.

Nel 2012 Parovel e Giurastante  sollevarono  giustamente il problema dei rifiuti campani fatti arrivare di nascosto all’inceneritore di Trieste. Fa specie che non si dimostrino altrettanto sospettosi verso le multinazionali russe dell’acciaio e gli strani contenuti dei tir diretti ai loro altoforni in Italia.

La Ferriera di Servola

Tre indizi sono solo tre indizi. Ma sono comunque indizi di una convergenza di interessi tra i neoindipendentisti, un pezzo di capitalismo triestino e il grande capitale russo.

MTL ha oggettivamente aiutato i russi a far fuori un po’ di concorrenza, in porto vecchio a livello locale, e nella battaglia per il predominio nel campo dell’approvvigionamento energetico a livello europeo. E’ probabile che la presenza di MTL garantisca che in futuro non vi siano contestazioni di massa contro eventuali speculazioni russe in porto vecchio, e contro l’eventuale costruzione di terminali petroliferi o metaniferi russi a terra o vicino alla costa.

Inoltre MTL ha senz’altro inibito contestazioni di tipo nazionalpatriottico contro la “svendita della città al capitale slavo”, sbaragliando la destra veterofascista direttamente sul terreno identitario.

I ricorsi in tribunale, le azioni presso le corti internazionali, i richiami all’atto di dedizione all’Austria nel 1382, la principessa Sissi, eccetera, sono cose su cui a Trieste si può costruire militanza. Ma c’è una partita in corso, e come si è detto, la posta è la ridefinizione dei rapporti di forza tra capitalismo russo e capitalismo europeo. In ballo ci sono metanodotti, oleodotti, acciaierie… Il MTL è entrato nella partita. O forse è la partita che è entrata nel MTL:

Gombac ammette che la partita è quella di gasdotti e oleodotti e MTL vuole avere un ruolo nei nuovi accordi tra capitalismo europeo e capitalismo russo

Che ne sia consapevole o meno, in questa partita il MTL è solo una pedina, forse già meno importante di qualche tempo fa. Il 15 settembre il movimento aveva portato in piazza più di 5000 persone – i simpatizzanti dicono addirittura 8000. Però qualcosa da allora deve essersi inceppato, perchè due settimane dopo che Putin ha liberato Trieste, al corteo per il porto dell’8 dicembre i manifestanti non superavano i 2000. Gli stessi dirigenti del movimento hanno parlato con toni entusiastici di 3000 persone: un’ammissione implicita del flop, visto che nei giorni precedenti avevano fatto intendere di aspettarsi un bis del successo di settembre. Al termine della manifestazione, il MTL ha lanciato un ultimatum all’Italia:

«Se entro il 10 febbraio del 2014 non verranno applicate le disposizioni del trattato di pace del 1947 relative al porto.»

Non c’è nessun errore. Sul sito di Trieste Libera non c’è scritto cosa succederà se entro il 10 febbraio non verranno applicate le disposizioni eccetera. Secondo il Piccolo invece Giurastante avrebbe concluso la frase in questo modo:

«chiederemo l’intervento dell’Onu e eventualmente che l’intera zona A venga trasferita a un altro Paese. Indichiamo l’Austria ma potrebbe anche essere la Russia, come dimostra l’interesse per Trieste in occasione del vertice bilaterale di novembre.».

Ma si sa che è buona norma non scommettere sull’affidabilità del Piccolo. E’ più realistico pensare che in caso di mancato rispetto delle condizioni da parte dell’Italia il movimento potrebbe rivolgersi a un paese terzo affinchè porti la questione della nomina del Governatore del TLT al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Questo paese potrebbe essere l’Austria o più probabilmente la Russia. Di nuovo: perchè proprio la Russia? Lo spiega benissimo Paolo Parovel in questa trasmissione televisiva:

Perché la Russia ha interesse che vengano applicate le disposizioni del trattato di pace del 1947 relative alla realizzazione di una zona tax-free nel porto di Trieste.

Trieste Libera, Letta, Putin… ovvero: come spacciare per lotta di liberazione una partita a scacchi tra capitalisti.

POST SCRIPTUM

Mentre Putin si sollazzava con Letta, Scaroni e compagnia non bellissima, e MTL festeggiava la liberazione di Trieste, subito fuori dalla zona rossa alcune centinaia di triestini manifestavano contro le leggi omofobe appena varate in Russia e per la liberazione delle Pussy Riot e degli attivisti di Greenpeace in attesa di processo. I simpatizzanti di MTL erano sconcertati.

Perché manifestare contro Putin? Cos'ha mai fatto contro gli interessi della città?

Come metafora, l’ombelico non rende più l’idea.

Ai post-fascisti «Fratelli d’Italia» invece non è rimasto altro da fare che organizzare un volantinaggio…

Il volantino di Fratelli d'Italia

Clicca per ingrandire.

…a favore di Putin, difensore della stirpe, della virilità, e della famiglia tradizionale contro gli immigrati e i gay apolidi e incapaci di procreare.

NOTE
* Tanto che più di un malizioso, leggendole su FB, ha esclamato: «Troppa C17H21NO4»,  commento dal quale naturalmente ci dissociamo e che riportiamo solo come iperbole, per rendere conto del diffuso stupore di fronte a quelle che a suo tempo abbiamo definito «esternazioni pazzoidi».
** Bertolt Brecht, incipit del discorso pronunciato nel 1935 a Parigi al Congresso internazionale degli scrittori antifascisti.

ventriloquo

Gastromanzia di frontiera

di Andrea Olivieri

Alla fine sembra che il Movimento Trieste Libera abbia trovato il suo miglior offerente. L’articolo di Tuco  in questo post – l’analisi degli intrecci economici che si sono coordinati tra loro nel recente vertice bilaterale russo–italiano – permette finalmente di intravedere la vera natura di questo Movimento neoindipendentista.

Meglio essere chiari però: non abbiamo mai considerato Trieste Libera il prodotto di una minuziosa strategia. Pare che difficilmente nuove offerte del mercato politico al tempo della crisi della rappresentanza possano essere pianificate a tavolino in ogni dettaglio. Tanto più se hanno come obiettivo il riconoscimento di una città–stato sotto tutela diretta dell’Onu, invocando un Trattato di pace vecchio di quasi settant’anni e superato nei fatti dalla ridefinizione di ogni equilibrio geostrategico che lo aveva determinato.

L’idea è sempre stata invece quella di credere alle parole di Sandro  Gombač, ex presidente di MTL e ora responsabile della Triest Ngo, ovvero che tutto abbia avuto origine da un gruppo di «personaggi borderline» (l’autodefinizione è di Gombač stesso) che avesse giocato, forse persino casualmente, la carta giusta al momento giusto.

[DISCLAIMER ANTILUDOPATIA: una singola botta di culo in una giocata d’azzardo né testimonia del fatto di avere qualche reale capacità nel gioco, né può impedire che nelle puntate seguenti non sia la sfiga a farla da padrona.]

La carta giusta del MTL è stata pescata dal mazzo della storia della città (mazzo spesso truccato, come si sa), reinventata e gettata sul piatto dell’offerta politica al tempo della crisi, avendo cura di infarcirla con gli elementi base della gastromanzia politica contemporanea: retorica della legalità, primato del popolo onesto contro la casta corrotta, unità dello stesso popolo oltre le inutili distinzioni tra destra e sinistra e le ancora più inutili e anacronistiche distinzioni di classe.

Per completare la giocata è stato aggiunto un elemento ancora più effimero e irrazionale, la triestinità, un’identità talmente priva di definizione da permettere a chiunque di farla propria, come di escluderne coloro che non si vogliono tra i piedi.

I tempi per un’operazione del genere erano del resto maturi, forse persino avariati. Difficile non scorgere nel discorso attuale del MTL grossi frammenti di quanto in molti avevano immaginato per questi territori con la fine del muro di Berlino: multiculturalismo, abbattimento delle frontiere e dell’odio etnico, libera circolazione delle persone e delle idee, plurilinguismo, cosmopolitismo. Sogni ben presto infranti contro  un altro muro, quello della guerra come nuovo paradigma del dominio globale, in quel caso mascherata da scontro fratricida, etnico o ideologico secondo le convenienze.

Se qualcosa almeno è maturato, è stata certamente la fine del mito di Trieste italianissima, della retorica nazionalista italiana che aveva dominato la vita politica della città per decenni, ormai inservibile per chiunque salvo qualche nostalgico. Testimone facile da raccogliere e da sostituire con altre nostalgie – quella asburgica in primis, ma anche quella titoista per una minoranza giustamente fiera della storia operaia della città, ma forse poco consapevole dei rischi che si corre a maneggiare tradizioni inventate e miti tecnicizzati.

Da qui nasce la possibilità per ampi settori del neoindipendentismo triestino di praticare uno strano paradosso: quello di dichiarare nemici i nazionalisti italiani – suscitando simpatie anche «a sinistra» – pur evitando di dirsi chiaramente antifascisti, e persino accettando tra le proprie fila personaggi dichiaratamente antisemiti o simpatizzanti di «zio Adolfo».

zigoj
È grazie a paradossi come questo che Trieste Libera può esistere pur essendo un nulla, un guscio vuoto, un’ampolla dei desideri con le fattezze di una bacheca Facebook, nella quale ognuno può gettare un bigliettino con su scritto il proprio sogno e convincersi che si realizzerà. I famigerati account con nickname «Trieste Libera» o «Movimento Trieste Libera», su Facebook e nei vari forum e blog, anche qui su Giap, sono «ventri che parlano» capaci di dire di tutto, ma a condizione di non dire nulla per non scontentare nessuno.

Certo, non sono mancati scivoloni clamorosi su questa linea, ma sarebbe un errore dichiarare esaurita la parabola di MTL, e irreversibile la caduta verso il basso della curva che ne descrive il consenso, a causa degli errori nella comunicazione, degli stucchevoli tentativi di serializzarla in formulette comprensibili e utilizzabili da tutti, delle evidenti contraddizioni interne che emergono di continuo.
Al netto dell’inesperienza e del dilettantismo, questi errori soprattutto riflettono appartenenze, tifoserie e affiliazioni dei singoli personaggi coinvolti nella vicenda.

Gli interessi in gioco sono molteplici, e qui Tuco descrive molto bene quelli più tosti: le mire del capitalismo russo su Trieste come possibile tassello della complessa partita sugli approvvigionamenti energetici europei, e la gara per la valorizzazione finanziaria del suo Porto vecchio sul modello di quanto visto a Barcellona e Città del Capo.

È così che nel MTL troviamo chi tifa per gli oligarchi russi del petrolio e del gas, augurandosi persino che Vladimir Putin prenda il potere della città, ma anche chi crede di poter manovrare gli interessi ben più modesti dei piccoli e medi imprenditori sloveni del Carso, o quelli ancor più modesti dei piccoli commercianti triestini.

Ai vertici di Trieste Libera c’è anche chi dichiara di voler fare pulizia di tutto il “marciume della vecchia politica” e degli “interessi locali che paralizzano la città”, mentre di fatto sponsorizza personaggi come Marina Monassi che è diretta espressione di entrambi (*)

È la varietà delle poste in gioco nella partita in cui sarebbe entrato il MTL, o da cui… sarebbe stato entrato, più che il valore di ognuna di esse, a far riflettere sull’emergere di un simile movimento. Gli sviluppi della vicenda italo–russa stanno a dimostrare che nel presente che viviamo ogni aggeggio politico può diventare uno strumento utile agli scopi del potere finanziario, alla necessità del capitalismo finanziario di definire la propria governance sui territori e i suoi stessi rapporti di forza interni.

Del resto chi è Putin se non una specie di MacGyver del business e della geopolitica? Come potrebbe un ex–agente del Kgb finito in disgrazia e poi rinato, restare al comando di una potenza mondiale per decenni se non fosse capace di usare creativamente qualunque strumento, compreso – why not? – un piccolo movimento indipendentista guidato da un gruppo di personaggi “borderline” in una città condannata al declino ma baciata dalla Storia?

Soprattutto questa varietà dimostra una volta ancora che proprio chi sostiene che la lotta di classe sia un ferrovecchio senza senso, in realtà non smette un attimo di combatterla, principio che vale per i grandi squali del capitalismo russo, per i pesci pilota di quello locale e più straccione, come per i piccoli pesciolini che nuotano intorno e dentro il neoindipendentismo triestino, i ribaltavapori del TLT che svoltano le giornate inventando nuovi gadget alabardati e spericolati progetti transfrontalieri da far finanziare all’Unione Europea.

Il problema non è il peso politico reale di MTL, ma la minaccia simbolica che esso è riuscito ad evocare – la morte di una città – e la delirante ricetta presentata come unico antidoto salvifico e taumaturgico per evitarla.

La distopia proposta dal MTL è una città che campa di depositi bancari secretati e defiscalizzati, di banchine portuali consegnate alla speculazione, di gioco d’azzardo e di chissà che altro, sotto l’egida di un governatore che potrebbe anche essere l’uomo più corrotto della terra, purché abbia la grana e tanta voglia di business. Un’isola felice costruita sull’illusoria convinzione che dalla crisi neoliberista ci si possa smarcare rifugiandosi nel proprio supposto particolarismo e consegnandosi mani e piedi proprio alla totale deregolamentazione del mercato, della fiscalità, dei vincoli ambientali, dei diritti sociali e di cittadinanza.

La distopia del MTL è l’ennesima versione politica dell’egoismo sociale contemporaneo, il capovolgimento completo di un famoso slogan zapatista: nada para todos, todo para nosotros!, dove il «noi» è concetto indefinito e indefinibile, i triestini, ovvero tutto e niente, ma popolo eletto che da decenni vivrebbe schiavo sotto il giogo di un paese governato da mafiosi (fino al punto di paragonarsi ai neri sudafricani!) e che pertanto avrebbe diritto a godere del privilegio di ballare sul ponte della nave, mentre attorno tutti gli altri affogano.

Ovviamente cantando: Viva l’A. e po’ bon!

* C’è poco da stupirsi, se si pensa che mentre l’avvocato / compagno di strada di MTL grida ogni giorno al complotto giudeo-massonico, su queste pagine un esponente MTL è venuto a dichiarare orgogliosamente la propria appartenenza alla massoneria.
AGGIORNAMENTO 21/01, h. 20:30: la nota appena letta, che semplicemente riporta un esempio di come nel mondo dell’indipendentismo triestino che gravita intorno al MTL si trovi ogni discorso e il suo contrario (dalla rivendicazione della propria appartenenza alla massoneria alla continua denuncia di “complotti massonici”), ha dato avvio a una surreale discussione – leggibile di seguito – tra gli autori dei due post, uno dei tenutari di questo blog, alcuni lettori e Paolo Deganutti, autore del commento linkato sopra. Prendiamo atto che l’espressione “esponente MTL”  è sbagliata; per il resto, ciascuno/a può liberamente farsi un’idea di come Deganutti abbia portato avanti il suo lato della discussione.
N.d.R. I commenti a questa inchiesta saranno attivati 72 ore dopo la pubblicazione, per consentire una lettura ragionata e – nel caso – interventi meditati (ma, soprattutto, pertinenti).

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169 commenti su “Il giorno in cui Putin liberò #Trieste. Dietro la nostalgia del Kaiser, gli affari dello Zar

  1. “Vole leger un delirio puro? volé veder come chi no sa le robe svola colla fantasia? volé veder come se delira forte?vole veder come i ultrafascisti in realtá xe nostri amici? ecco qua WUMING”

    “…..go leto quatro righe …fato un paio de salti.e go….molà!! el XE tanto convinto e anche ripetitivo ..ma chi XE stò lole?? ..ah ah ah e magari GA anche qualche monon che lo legi!! quante cazade in quatro righe….sperando de cancelar l’unica realtà !!! che Trieste no XE ITALIA….stato che illegalmente GA imposto le sue leggi e la sua sovranità per Annullar el Porto Franco e la sua FreeZone tax!!!”

    “questi xe gentaccia col cul pien che ga paura de perder i soldini che la “famiglia”ga guadagnà grazie all’occupazion italiana..i me fa schifo anche perchè’unica roba per cui i sa darse de fra xe sputanar e magnar grazie alla mer@a che i scrivi permetendo che i continui a far morir Trieste nell’Illegalità..gente schifosa gente vigliacca corrotta AVIDA gente senza fondo che ga mandà in vacca la cità de Trieste lecchini e raccomandadi de quei da cui i vien pagadi!!! Gente senza bale e carattere solo capaci de far copia incolla e sputanar gente che lavora ga lavorà e paga tasse per mantignir gente piena de MER@A come che ritegno LORI! GENTE NORMALE, a differenza de Lori che xeparassiti statalizzai , Gente che commenta INCA@@ADA DE BRUTTO PERCHE’ DOCUMENTANDOSE a DIFFERENZA DE LORI LA GA LE STRABALE PIENE DE VEDER COME I GA AFFONDANDO LASUA TRIESTE mentre lori se permetti de ALTERAR OPPORTUNAMENTE d’altronde questo xe la “tipica informazione” a pagada dalla mafia politica Italiana e ben se denota!! CMQ XE riduzion al bassofondo e da scribacchini da parte del Wu Ming pubblicando queste inchieste che xe solo stron@ade!! DA QUEL CHE I STA’ PUBBLICANDO I DIMOSTRA DE ESSER SOLO DEI pseudo-Comunisti del ca@@o PROFONDAMENTE Collusi con la MASSONERIA della MAFIA come ogni giorno i NE stà sempre più dimostrando!”

    “mafiocomunisti de papà assolutamente l’espressione più azzeccada e veritiera che ritrai molti dei Giap.”

    “..por el “tuco” …..todos es posible!!…. mafia taliana …pò!!!”

    • In questa storiaccia, a ogni approfondimento delle nostre inchieste reazioni sempre più folli, fuori controllo e diffamatorie ci hanno segnalato che stavamo penetrando nel vivo delle contraddizioni, degli interessi rappresentati davvero da MTL. MTL è un’organizzazione che ha trasformato l’indipendentismo triestino – che nella storia della città ha avuto ben altri rappresentanti – in una farsa tristissima, le cui repliche lasciano ogni volta più perplessi. E tutto questo cui prodest? Se Tuco ha colto nel segno, prodest agli affari nell’energia (e forse non solo) di multinazionali e oligarchi russi.

      [Tra l’altro, come sempre, dovrebbero mettersi d’accordo tra loro: qui sopra accusano il nemico di turno di essere colluso con “la massoneria”, e intanto loro esponenti, come Paolo Deganutti, vengono qui a rivendicare con orgoglio di essere massoni. Uhm…]

      Noi si prosegue.

      Ovviamente, ogni contenuto diffamatorio (come questi commenti sbavanti dove ci si accusa di essere collusi con la mafia etc.) è stato fotografato e aggiunto al materiale da portare a chi ci fa la consulenza legale.

  2. Ciao,

    un paio di commenti tangenti al tema principale. Prima di tutto un refuso: hai scritto che Gazprom spingerebbe per avere il monopolio della distribuzione del gas in Slovenia, il che è ovviamente falso. Forse intendevi dire che vuole avere il controllo del trasporto del gas attraverso Southstream, il che andrebbe contro le regole di unbundling europee. Immagino che ti sia scappato il termine distribuzione al posto di trasporto o transito. In effetti negli articoli linkati sul piccolo si definisce l’unbundling come separazione tra produttori e distributori, quando invece la separazione è tra chi possiede la rete e chi la usa per trasportarci il gas.

    Poi: ho lavorato per diversi anni in ENI avendo a che fare con la logistica del gas. Mi occupavo di sistemi informativi, quindi niente di strategico, ma un po’ ne so. La capacità di rigassificazione europea è usata al 50%, e a parte la Russia l’europa importa circa il un terzo del gas dal mare del nord e mi sembra un 10% dall’africa, in parte attraverso greenstream dell’ENI, che immette gas a Gela. Generalmente i contratti di approvvigionamento dalla russia sono long-term pluridecennali, e di tipo take or pay con prezzi molto alti indicizzati al prezzo del petrolio. Invece i prezzi agli hub europei tipo il PSV sono tipicamente molto bassi. Questo per dire che c’è un eccesso di offerta e la situazione non può che peggiorare per il fatto che con lo shale gas gli stati uniti stanno passando da importatori a esportatori. Tutto questo pippone per dire che, premessa la complessità di questo mercato, non credo che a Putin interessi particolarmente impedire la costruzione dei rigassificatori, se non forse in alcuni paesi dell’est che dipendono interamente dal gas russo.

    • Hai ragione, trasporto e transito, non distribuzione.

      Quanto alla concorrenzialità Gazprom vs rigassificatori, gli analisti che ho citato io la pensano diversamente, e, cosa essenziale, anche i militanti indipendentisti (vedi gli screenshots nell’articolo).

      • O almeno, gasdotto Gazprom vs. rigassificatore Gas Natural a Trieste.

        Che è la partita di cui ci si sta occupando qui, dove non si sta facendo un’analisi tecnica sulle politiche energetiche globali ma si sta spiegando come un movimento politico e d’opinione che tecnicizza mitologie e usa la storia come clava abbia fatto e stia facendo agit-prop per Gazprom nell’Adriatico nord-orientale.

        [Tra l’altro, Unit, se segui uno dei link su South Stream proposti da Tuco, c’è un’analisi su South Stream come progetto prima di tutto politico. La frase precedente a quella citata da Tuco dice: “Commercialmente, i russi stanno giocando di potenza. Il mondo è già sazio di gas, e assorbire nuove quantità in arrivo da tutto il mondo sarà difficile.”]

        • Ho corretto il post mettendo “transito” al posto di “distribuzione”.

        • Infatti il punto di partenza di questa inchiesta e’ stato prendere sul serio le cose che alcuni dirigenti di MTL hanno detto a proposito della visita di Putin a Trieste. Mentre praticamente tutti i commentatori hanno ironizzato sull’interpretazione che Parovel, Giurastante, Gombac ecc. hanno dato della frase di Letta, noi abbiamo detto: wait wait wait, proviamo a partire dall’idea che ci sia un nocciolo di verità. Loro dicono di essere costantemente in contatto con Putin da almeno un anno. Da mesi fanno allusioni su un possibile ruolo di Putin nella questione del TLT. Sostengono che Putin abbia in qualche modo obbligato Letta a pronunciare quella frase. E allora la domanda ovvia è: che interessi può avere Putin a Trieste?

          • Non ho particolari entrature con Putin :), ma per quello che vale credo anch’io che Southstream serva quasi esclusivamente a bypassare l’Ucraina.

            Proprio per questo, e cioè che non è un tema di offerta, non mi è chiaro che gli frega del rigassificatore Gas Natural a Gazprom, pur avendo letto tutti i link proposti da Tuco. Per cambiare lo scenario basta che gli US smettano di importare – come stanno facendo. Tutto il gas che andava da loro rimane sul gobbo anche degli europei, e contribuisce ulteriormente a far scendere il prezzo spot, che è già bello basso. Nello specifico poi dell’italia il problema che io sappia è che i punti di exit/entry a Tarvisio (lì vicino a Trieste) e passo Gries sono saturi, per cui anche ad avere più gas, anche in un ipotetico rigassificatore a Trieste, non si riuscirebbe a spedirlo a nord. Aggiungeteci che probabilmente Gazprom comprerà E.On Italia con il suo rigassificatore in toscana.

            Boh, pur non essendo un punto centrale magari potete dedicare proprio due righe a spiegarmi perchè a Putin dovrebbe avere piacere all’annullamento del rigassificatore a Trieste, o magari se potete indicarmi uno dei link che forse ho letto male.

            • Non ci siamo capiti: non è a noi che dovresti fare questa richiesta, Unit, ma al Movimento Trieste Libera. Come ti ha già fatto notare Tuco, il fatto che i due progetti (quello Gas Natural e quello Gazprom) siano tra loro alternativi e incompatibili non è una cosa che pensiamo o ci siamo inventati noi, ma una considerazione che fanno ripetutamente (vedi screenshot inseriti nel post, ma avremmo potuto riportarne parecchi altri) i militanti e opinionisti dell’indipendentismo triestino, che infatti hanno egemonizzato la lotta contro il rigassificatore e al contempo inneggiano a Gazprom e agli interessi russi. Tuco si è limitato a dire che questa posizione è compatibile con le analisi che ha trovato e linkato. A noi interessa questo: chi sta servendo o pensa di stare servendo il Movimento Trieste Libera.

              • Sì era chiaro, semplicemente la mia impressione è che questi favori a Putin siano una millanteria e non una realtà, perchè non mi sembrano favori. Ma è solo un’opinione, nenche particolarmente esperta.

              • Come la metti giù tu sarebbe anche peggio per MTL, perché ne emergerebbero come ancor più velleitari, e anche cialtroni, però:

                ti sembra davvero così strano che a Gazprom non piacciano i rigassificatori della concorrenza, e preferisca esercitare pressioni e influenze in quell’area con il minor numero possibile di attori esterni? Più in generale, ti sembra così strano che al potere russo non dispiacciano i bastoni tra le ruote di progetti altrui?

    • segnalo questo.

      In particolare:

      “Gli europei giudicano immotivato l’incremento dei prezzi del gas russo e illegali i contratti a lungo termine. Tanto più che l’arrivo di shale gas dagli Stati Uniti pare imminente. “

      • I prezzi nei contratti long-term cambiano automaticamente, sono calcolati in funzione di prezzo del petrolio e altri indici, per cui l’incremento non è certamente “immotivato”, c’è scritto nel contratto, anche se le formule esatte sono un segreto commerciale. Interessante invece che i long term possano essere illegali per tematiche anti-trust. Questo potrebbe cambiare tutto, effettivamente.

  3. Buongiorno. Intervengo, una sola volta, perchè impropriamente citato. Desidero porre alla vostra attenzione alcune considerazioni sui bizzarri scritti di Tuco/Olivieri, considerazioni confortate da materiale facilmente reperibile sul sito del Movimento Trieste Libera ma omesso dai medesimi ( http://www.triestelibera.org )
    1) E’ falso che MTL NON abbia espresso posizioni chiaramente antirazziste e antifasciste.
    “Il Movimento Trieste Libera esprime solidarietà alla Comunità Ebraica e condanna le dichiarazioni antisemite di Andrea Zunino, capo dei Forconi di Torino, che agitando il tricolore, dissottera i più vieti pregiudizi antiebraici.
    Il Movimento Trieste Libera ribadisce la propria impostazione multiculturale e multireligiosa, contraria ad ogni razzismo, mai appartenuto alla vera storia di Trieste, città cosmopolita ed aperta a tutti i popoli.” Comunicato ufficiale emesso in occasione delle dichiarazioni e dei disordini di Torino organizzati dalla Destra Sociale dei Forconi (e cui, secondo la Stampa, avrebbero partecipato anche aderenti a noti Centri Sociali). http://www.triestelibera.org/2013/12/multiculturalita-e-cosmopolitismo-di-trieste/
    Per ciò che riguarda posizioni nette e durissime nei confronti del fascismo vecchio e nuovo sono reperibili decine di dichiarazioni sul sito e FB, come del resto è ovvio per una forza indipendentista (molto radicata in strati popolari e nella minoranza slovena) e per sua natura storicamente avversa al fascismo e al nazionalismo che qui erano fortemente identificati e particolarmente feroci.
    2) E’ assolutamente falso che MTL proponga “una città che campa di depositi bancari secretati e defiscalizzati, di banchine portuali consegnate alla speculazione, di gioco d’azzardo e di chissà che altro, sotto l’egida di un governatore che potrebbe anche essere l’uomo più corrotto della terra, purché abbia la grana e tanta voglia di business.” Invito a leggere la Piattaforma rivendicativa per il Porto, articolata in 8 punti e che punta sul riutilizzo PRODUTTIVO del Punto Franco oltrechè sulle agevolazioni conseguenti all’Allegato 8° per captare il flusso di merci per il sud e centro europa. http://www.triestelibera.org/2013/11/piattaforma-porto-2014/ .
    Una delle conseguenze di questa piattaforma è che l’ attuale Autorità Portuale (Marina Monassi) se ne debba andare per lasciare spazio ad una direzione del porto come da punto 7 ( altro che sponsorizzazione della M.M.!). I due Autori omettono anche di specificare che la manifestazione di MTL di domenica 8 dicembre u.s. era convocata per il PORTO e su questa specifica piattaforma. Ovvero era una manifestazione non commemorativa di un anniversario e omnicomprensiva come quella del 15 settembre ma settoriale (Porto) ovvero, per chiarire il concetto, con lo stesso rapporto tra il corteo del 1° maggio e un corteo di lavoratori di un settore o di studenti.
    E’ certamente singolare che l’ essere il MTL contrario al rigassificatore (e anche per motivi legati al porto e al lavoro come è logico in una organizzazione non ideologica composta in gran parte da lavoratori) sia considerato indicativo di soggezione a Putin. Per non essere considerati soggetti alla Russia dovevano forse assecondare il rigassificatore? Così come che a una scritta di benvenuto ( benvenuti nel TLT !), normalmente in inglese come da vs.foto, ne sia stato aggiunto uno in russo ( peraltro con errori che non ci sarebbero stati se dettati da un russo ) sia attribuito chissà quale significato recondito! E’ ovvio che un movimento indipendentista le cui tesi dipendono dal riconoscimento del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU sia interessato a buoni rapporti con tutti i suoi membri permanenti! Per fortuna non sono venute delegazioni arabe e israeliane se no chi sa quali illazioni sulla dipendenza dai petrodollari o dal sionismo! E, in questa logica distorta, il fatto che la Piattaforma Porto sia sul sito in lingua tedesca, e non altre, non vorrebbe forse dire che dietro MTL c’è la Merkel? http://www.triestelibera.org/2014/01/plattform-fur-den-hafen-triest/
    A me pare che questi due scritti che vengono presentati come inchieste sul vostro sito siano solo un guazzabuglio di illazioni (che omettono notizie facilmente reperibili), privi di metodo scientifico e che cercano di comprimere la realtà in uno schemino ideologico predefinito (peraltro ondivago fra grande finanzia occidentale, nazifascismo e adesso pure Putin), secondo un metodo stalinian-paranoide che nel ‘900 ha fatto classificare come “socialfascisti” o “nemici del popolo” quasi tutto il popolo stesso. Il metodo di attribuire ad altri posizioni che non hanno è un modo abusato di costruirsi bersagli di comodo. In merito alle origini dell’ indipendentismo triestino e del TLT mi permetto di consigliare la lettura del Bogdan Novak “Trieste 1941-1954” University of Chicago press -1970, tradotto in italiano da Mursia dove a pag.247 si apprenderà che la prima proposta di TLT è stata fatta nel 1905 dal capo dei socialisti triestini Valentino Pittoni al Congresso Socialista Internazionale di Trieste. Si leggerà anche che sia il Partito Comunista del TLT (prima di Babic poi di Vidali) sia i socialisti nenniani avevano la costituzione del Territorio Libero di Trieste come punto centrale del loro programma.
    Infine una notazione “per fatto personale”, vista la chiamata in causa:
    3) E’ falso che io sia un “esponente di MTL” come asserisce il sig. Olivieri evidenziando dei vecchi post. Dai medesimi post si evince ESATTAMENTE IL CONTRARIO e cioè che esprimo solo posizioni strettamente personali, come più volte precisato in italiano comprensibile ai più. In effetti io non sono nemmeno iscritto a MTL che è un movimento strutturato con tessere, iscrizioni, statuto e direttivo che ha regolari assemblee partecipate da centinaia di persone vere e non profili FB. Gli iscritti risultano essere oltre 3.000 il che è un numero considerevole tenendo conto che a Trieste il PD che ha sindaco, presidente della Provincia, della Regione, della Repubblica e Premier non è arrivato neanche a 500 iscritti e solo dopo le primarie per Renzi. E’ invece vero che sono pubblicamente iscritto alla massoneria inglese (e non italiana), che è una associazione pubblica e riconosciuta ufficialmente dallo stato, e a tale proposito mi permetto di consigliare la lettura dell’ Annale 21 della Storia d’ Italia Einaudi interamente dedicato alla massoneria e curato dal prof. Cazzaniga, di area Rifondazione Comunista. Per chi ne fosse a digiuno si scoprirà il ruolo di questa associazione nella nascita e lo sviluppo del movimento operaio, la sua messa fuori legge dal Fascismo nel 1925 dopo devastazioni squadriste di logge (tra cui quella di Trieste) e numerosi assassinii. Si apprenderà delle logge clandestine degli esiliati antifascisti a Ventotene. Si apprenderà della appartenenza di molti personaggi inaspettati: dall’ anarchico Bakunin a metà degli esponenti della II° Internazionale, a Emiliano Zapata anche a voi presumibilmente caro, fino Luis Armstrong, Totò e Stanlio e Ollio. Mi si consenta di sentirmi più affratellato a Stanlio e Ollio e a Totò che non al sig. Olivieri. Anche per la naturale avversione che provo per chi, come gli autori di questi due scritti, si impanca a detentore di verità e a dispensatore di patenti politiche senza averne titolo e competenza alcuna. Il Tribunale del Popolo dovrebbe avere dietro il popolo e non un gruppetto sparuto di autonominate avanguardie, come purtroppo è già capitato. Il mio intervento nasce solo dalla preoccupazione che la somministrazione di notizie infondate, frutto di analisi totalmente sbagliate se non assurde, induca menti immature a comportamenti di ostilità preconcetta e immotivata verso un movimento di massa, su base territoriale, che considero nettamente positivo (a proposito che ne dite degli indipendentisti scozzesi,irlandesi, baschi, catalani ?) e induca a comportamenti atti a turbare un civile confronto delle idee a Trieste. La disponibilità al dialogo però non deve essere abusata. Per ciò che riguarda i tentativi di sputtanamento personale in rete con accostamenti, illazioni e artifizi vari è meglio non si oltrepassi un certo limite. Dopodichè ci si bolla pure il cervello nel proprio brodo giocando a ECELON su FB come si fa sopra, purchè non si creino tensioni artificialmente. Saluti, Paolo Deganutti

    • @p.deganutti

      1) Il comunicato di solidarietà alla comunità ebraica per le frasi antisemite di Zunini è un esercizio di ipocrisia di quelli che lasciano senza fiato. Frasi antisemite dello stesso tenore vengono diffuse quotidianamente dall’ avvocato Edoardo Longo, che oltre a rappresentare vari esponenti di MTL in tribunale, svolge un’intensa attività pubblicistica in rete utilizzando diversi profili fb, da cui peraltro diffonde anche i comunicati dei forconi. Il MTL non si è mai degnato di chiedere scusa alla comunità ebraica per le esternazioni di Longo, né per le offese rivolte dallo stesso Longo al quotidiano storico della comunità slovena. Al contrario, MTL ha sempre detto che delle idee di Longo non gliene frega niente:
      – Longo è un avvocato “guerriero”. Il che, per il tipo di causa che portiamo avanti, non è niente male.
      – Longo non è l’unico avvocato che segue Trieste Libera. Ma lui ci mette la faccia, cosa che nessun triestino ha mai voluto fare.
      – Con le idee personali di Longo non abbiamo nulla a che fare, né ci interessano particolarmente.
      (un esempio tra tanti: http://bora.la/2013/08/02/ripristinare-la-legalita-violata-da-un-paese-che-ha-occupato-militarmente-il-tlt/#comment-313542)
      Curioso dichiararsi antifascisti e alzare le spalle davanti a quel genere di “idee personali”….
      Inoltre va detto che se per ovvi motivi nessun comunicato ufficiale di MTL tratta nemmeno di sfuggita il tema dell’immigrazione, nei profili fb di numerosi simpatizzanti e militanti è tutto un florilegio di sparate contro i rom, contro gli africani, contro il ministro Kyenge… E le frasi pronunciate durante la manifestazione dell’ 8 dicembre sulla precedenza che devono avere i cittadini del TLT nel mercato del lavoro, che altro è se non la declinazione in salsa TLT-ista di un vecchio cavallo di battaglia della Lega?

      2) Di Trieste paradiso fiscale parlano apertamente praticamente tutti. La cosa è già stata sviscerata a ottobre con tanto di citazioni testuali di interventi ufficiali di MTL.

      3) Nessuno ha detto che per non essere a favore di Putin bisogna essere a favore del rigassificatore. Questo si chiama rigirar la frtaja. Quello che si è detto è che MTL ha parassitato una sacrosanta battaglia cominciata da altri nel decennio precedente, e l’ha rigiocata sul piano geopolitico come contropartita per l’appoggio di Putin alle sue rivendicazioni indipendentiste.

      4) Per quanto riguarda Marina Monassi, la posizione di Parovel è ben nota. Si veda ad esempio questa intervista (a pag. 125):

      “Secondo lei l’Autorità Portuale sta facendo bene?

      Secondo me si. Anzi direi che è stata una piacevole sorpresa, alla faccia delle campagne denigratorie e dei dossieraggi di certa stampa. Marina Monassi è un Presidente che a Roma ha voce in capitolo ed è realmente competente nella sua materia. Oltretutto sa muoversi bene nelle stanzedel potere romano e questo penso sia fondamentale per una realtà come la nostra, dove, come accennavo prima, gli interlocutori validi latitano.”

      5) Deganutti, se non le è ancora chiaro, è MTL ad aver detto che Putin ha obbligato Letta a spostare il vertice a Trieste e a pronunciare la famosa frase “Viva Trieste, Trieste Libera”. E’ Gombac ad aver detto che MTL da un anno è costantemente in contatto con Putin e lo tiene informato sulla questione di Trieste. Vogliamo prenderli sul serio o no, questi dirigenti di MTL?

      6) Della Massoneria, Deganutti, non ce ne frega niente. E’ un problema suo, se simpatizza per un movimento in cui si grida alla massoneria ogni do per tre, quando non si sa che altro fare. Noi ci limitiamo a rilevare la contraddizione.

      • 1)Se non si desidera essere tediati sulla massoneria basta non tirare in ballo una persona su questo preciso motivo, come è stata invece fatto dal sig. Olivieri e pubblicato da voi.
        2)Per ciò che riguarda il comunicato di MTL sull’ antisemitismo il sig. Tuco, prima di sparare cazzate sull’ipocrisia, PERCHE’ NON INTERPELLA LA COMUNITA’ EBRAICA DI TRIESTE SULL’ ARGOMENTO e fa sapere cosa ne pensa? ( il numero telefonico è sulla guida)
        3) Il sig. Tuco invece di cavarsela con un “ne parlano tutti” al suo n.2 perchè non informa sui contenuti reali della Piattaforma Porto MTL http://www.triestelibera.org/2013/11/piattaforma-porto-2014/ . Scoprirebbe anche che la la questione di dare la priorità a manodopera locale a parità di competenze non è invenzione del MTL ma contenuto nell’ allegato VIII del 1947 riguardante il Porto Franco Internazionale di Trieste al fine di evitare la costituzione di una zona di lavoro sottopagato e senza tutele tramite l’ importazione di manodopera in stato di semischiavitù e la non applicazione dei contratti di lavoro validi sul territorio.
        Riguardo al suo n.4 sulla Monassi e Parovel, presumibilmente ignora che Parovel e il suo giornale non sono espressione di MTL ma sono indipendenti pur condividendo moltissimi contenuti, ma differenziandosi su altri anche importanti, come del resto la Gazzetta Giuliana che condivide i contenuti della piattaforma Porto il rispetto dell’ allegato VIII ma propone la provincia giuliana autonoma.
        Per ciò che riguarda il Rigassificatore in MTL sono confluite diverse istanze ambientaliste e militanti di questo settore, proprio fra quelle che sono sempre state in prima linea sull’ argomento dall’ inizio e ne stanno esprimendo quadri e dirigenti nell’ organizzazione.
        Infine si vuole finirla di confondere FB con le posizioni di un movimento? Non mi permetterei mai di attribuire a voi delle affermazioni personali espresse da qualche persona a voi vicina per esempio sulla “violenza proletaria”. Infine siete certi di avere la capacità di comprendere un movimento su base territoriale? Cosa ne dite degli indipendentisti catalani, scozzesi, baschi, irlandesi? Tutti frutto di “egoismo sociale” anche se ne fanno parte gli strati più poveri della popolazione? Con questo chiudo definitivamente invitando a fare inchiesta sul campo e non comodamente al computer, magari lontano da Trieste forse per motivi di forza maggiore. Cordiali saluti

        • E’ sempre questo il giochino:

          MTL rimbalza in lungo e in largo le analisi di Parovel e il giornale di Parovel dà “dignità” alle esternazioni di MTL, ma… Parovel non fa parte di MTL.

          Trieste Libera Impresa plaude alle dichiarazioni di Paoletti, poi MTL dice che… Trieste Libera Impresa non è MTL.

          I dirigenti di MTL partecipano volentieri a lunghissime discussioni dove militanti e simpatizzanti del movimento esprimono opinioni razziste dalle quali i dirigenti non prendono mai le distanze, ma… quelle non sono posizioni di MTL.

          MTL tratta palesemente Longo come un compagno di strada, un eroe, un guerriero, l’avvocato che appoggia le istanze del movimento mettendoci la faccia etc. etc. e NON prende mai le distanze dall’antisemitismo e dal razzismo del suddetto, ma… Longo non è di MTL, le sue opinioni non ci riguardano.

          MTL ha più volte preso le distanze anche da quello o quelli che si firmavano in lungo e in largo – soprattutto sulla pagina FB ufficiale del movimento! – “Movimento Trieste Libera”, e sparavano cazzate sesquipedali, ma… non erano posizioni di MTL ma di singoli.
          (Nessuno ha mai spiegato come fosse possibile che l’account FB del movimento e la sua sigla ufficiale fossero a disposizione del primo che passava e aveva voglia di sfogarsi.)

          I dirigenti di MTL vanno in giro per la rete a dire che Putin ha costretto Letta a spostare il summit a Trieste e a dire “Viva Trieste Libera”, e aggiungono di essere da tempo in contatto coi vertici russi, e fanno l’apologia di tali vertici, e alludono a un ruolo della Russia nel riconoscimento del TLT e ai vantaggi che essa ne trarrà in termini di business, ma se noi riportiamo queste posizioni firmate da Gombac e altri con nome e cognome… non sono le posizioni di MTL e il nostro è un “delirio paranoide-staliniano”.

          Non riuscirete a sgusciar via come saponette bagnate. Ogni volta noi vi fisseremo alle vostre esternazioni, dovessimo inchiodare la saponetta al pavimento.

        • Deganutti, evidentemente lei non conosce come funziona il mercato del lavoro nel 2014. E’ proprio la discriminazione autoctoni/non autoctoni a creare la riserva di manodopera sottopagata di cui parla lei. E questo gap nei diritti poi innesta un’asta al ribasso che si ritorce anche contro gli autoctoni. I diitti dei lavoratori devono essere gli stessi per tutti, o non sono.

          Aggiungo che nascondersi dietro al trattato di pace del ’47 per giustificare questa scelta *politica* nel campo del lavoro esprime una pochezza di visione che mi vien da definire solamente “triste”.

          Per voi “è tutto già scritto”.

          A noi così non piace.

          The future is unwritten.

    • Deganutti, poiché Lei a sua volta interpella direttamente Prizzi e Olivieri, nel merito dei vari punti le risponderanno loro. Io mi limito a un’osservazione. Gliel’avevo già fatto notare a ottobre, ma evidentemente anche Lei ha problemi di comprendonio con l’italiano, ancorché scritto in modo chiaro:

      a noi della massoneria inglese, italiana, circassa, quebecchese, melanesiana, marziana o romulana, nonché del fatto che Lei sia iscritto all’una oppure all’altra, NON CE NE POTREBBE FREGARE DI MENO.

      Non è a noi che deve infliggere i Suoi tediosissimi e banali “ripassini” storici, ma – come abbiamo più volte fatto notare – a svariati suoi compagni di strada in quest’avventuretta pseudo-indipendentista, che dall’avvocato “guerriero” in giù denunciano complotti massonici o usano “massone” come insulto.

      Per noialtri Lei può indossare tutti i grembiuli che vuole, ma non venga a lavarli qui da noi, se li lavi in famiglia, intendendo per “famiglia” il movimento per il quale e per l’ennesima volta si espone pubblicamente venendo su Giap a perorarne la causa e occultarne le contraddizioni.

      Non ne sarà un “esponente”, ma di certo ne è un “esposto”.

      • Io e Tuco ci siamo incrociati.

      • una curiosità: è stato smentito il fatto che a Torino su 9 fermati per i disordini dei forconi,insieme all’ estrema destra e agli antisemiti , 7 erano del maggior centro sociale di Torinoakatasuna che ha anche fatto un pubblico appello alla partecipazione al movimento dei forconi?
        http://www.torinotoday.it/cronaca/corteo-forconi-askatasuna-nove-denunciati.html

        • Intanto è “Askatasuna”, dopodiché, Deganutti, Lei ciurla nel manico cercando di cambiare argomento, per sottrarre le proprie natiche ai denti che le mordono (*).
          Infatti, arriva “buon” ultimissimo, e semplificandola rozzamente, su una questione che nei movimenti italiani è stata sviscerata a più non posso in tempo reale e nelle settimane successive, con decine di prese di posizione e analisi.
          A Torino l’area politica di cui Askatasuna è espressione ha pensato di cogliere una novità non tanto nei “Forconi” (che a Torino, pensi un po’, tecnicamente non c’erano) ma nel modo in cui una fetta di cittadinanza aveva risposto alla chiamata per il 9 dicembre.
          Nel resto d’Italia, anche perché la mobilitazione appariva ben diversa, quest’impostazione, giusta o sbagliata che fosse, non è stata condivisa da nessun’altra area dell’attivismo radicale.
          In particolare, molto dura su quell’approccio e sui rischi che comportava è stata proprio l’area dei centri sociali del nord-est (e non solo) che fa riferimento a Global Project, proprio l’area nella quale Olivieri – che Lei sta cercando di tirare in ballo a sproposito – ha trascorso anni di militanza.
          Vede cosa vuol dire scrivere senza documentarsi, sulla sola base di un link striminzito? Bah, queste saponette.

          * E’ una metafora, Deganutti, una me-ta-fo-ra. Non ci sono denti, su Internet.

  4. L’immagine qui sopra – esempio tra i tanti possibili di fascinazione per le “maniere spicce” di Putin accompagnata a esternazioni razziste – è presa dal profilo FB di una tizia sempre molto presente e infervorata nelle discussioni pro-TLT, e sempre pronta a difendere MTL.

    E’ curioso che costoro vogliano staccarsi dall’Italia e usino spessissimo “italiano” come insulto, ma quando si tratta di prendersela coi negri, all’improvviso è tutto un “Questa è Italia, non Africa”, “L’Italia agli italiani”, “Questa è la patria degli italiani” etc. etc.

    E’ solo l’ennesimo punto sul quale dovrebbero mettersi d’accordo con se stessi.

  5. Una curiosità. Sabato 18 si è svolta l’assemblea generale del MTL, in cui si è votato lo statuto, e si sono eletti il nuovo presidente e il nuovo direttivo. Ad oggi non è stato ancora diffuso nessun comunicato. Qualcuno sa chi sia il nuovo presidente del MTL?

  6. Come in quasi tutti i movimenti “neneisti”, anche nel neo-indipendentismo triestino ognuno ci vede quello che ci vuole vedere, inventandosene una narrazione a propria immagine e somiglianza. Così Deganutti si inventa un MTL anti-fascista quando MTL e i suoi simpatizzanti hanno più volte affermato di essere al di là di questi vecchi ideologismi in nome della triestinità che non ha colore, nè fascista nè antifascista.

    La massoneria non c’entra con il tema se non per il fatto che dovunque sul web i simpatizzanti indipendentisti inveiscono contro la massoneria e Giurastante parla ogni due per tre di “massomafie” e di business poco chiari in città con interessi massonici. Lo fa anche nell’ultimo articolo apparso sul sito di Trieste Libera, dove parla dei suoi problemi giudiziari. Dunque la difesa della massoneria di Deganutti – che condivido in larga parte – dovrebbe essere fatta nei confronti di MTL, non di chi ne rileva essere un elemento di contraddizione tra la generalità dei simpatizzanti di MTL che ne parlano e uno di questi che rivendica di essere massone.

    Anche la difesa della Massoneria di Deganutti, ripeto condivisibile, è però contraddittoria perchè gli esponenti progressisti della massoneria che cita sono appartenenti alla massoneria di ispirazione francese, criticata per l’impegno politico dalla massoneria tradizionale di ispirazione inglese, alla quale dice di appartenere. E anche l’assalto del 1925 alla sede della massoneria a Trieste da parte degli squadristi fascisti, da Deganutti ricordato, viene compiuto nei confronti del Grande Oriente d’Italia, motore del movimento irredentista triestino, quello democratico e anti-asburgico, ma non anti-slavo, con l’idea della lotta comune dei popoli sottomessi dell’impero, al quale hanno appartenuto repubblicani, socialisti e anarchici, molti di loro massoni, e inviso a nazionalisti e fascisti. Ma è proprio questo movimento irredentista democratico e universalista, del quale il Grande Oriente assaltato dagli squadristi è il motore, che è storicamente attaccato duramente dalla narrazione storica filo-asburgica del neo-indipendentismo triestino. Tutto questo non per parlare di massoneria e irredentismo, ma per rilevare come nel discorso di Deganutti ci sia un crescendo di contraddizioni nel voler far apparire quello che il neo-indipendentismo triestino non è nella realtà, ma forse gli piacerebbe che fosse.

    Per quanto riguarda il merito dell’annusarsi tra l’orso neo-autoritario russo e la pulce neo-indipendentista triestina credo che non sia solo una questione di business, ma strategica. Su questo interverrò più tardi perchè ora non ho tempo. Comunque complimenti per i due ottimi pezzi, anche se i veri complimenti vengono da certe reazioni scomposte.

    • a Ginseng: Purtroppo nella massoneria italiana si sono verificate in un recente passato numerose deviazioni (tipo P2), utilizzi impropri e superfetazioni ( ci sono circa 40 “massonerie” concorrenti alcune delle quali decisamente poco raccomandabili). Personalmente, in questa situazione italiana, ritengo che la “casa madre”inglese (come è noto è l’ unica che può rilasciare riconoscimenti di regolarità a livello mondiale) sia in grado di garantire i necessari requisiti. In Italia attualmente il Grande Oriente d’ Italia cui si riferisce non è riconosciuto da Londra pur essendo ormai depurato e molto trasparente. A ciò si aggiunga una personale allergia per ambienti con residui irredentisti e/o nazionalisti anche se ormai residuali. Queste le motivazioni di una scelta di diversi anni fa. Entrando nella Freemason Hall, visitabile, di Londra troverà il mausoleo in memoria dei massoni caduti per la libertà e la lotta contro il nazifascismo con l’ elenco di migliaia di nomi.

      • Nonostante Lei si ostini a fingere di non aver sentito, Le è stato detto più volte e con grande chiarezza: vada a dire tutto questo agli amichetti suoi, sono loro – non noi – a sbraitare che voi massoni siete un cancro.

      • Deganutti, è ovviamente libero di fare le scelte massoniche che ritiene più giuste, ma si sa che la massoneria inglese è quella più tradizionalista dove “regolarità” significa, tra l’altro, divieto di ammissione delle donne e di atei o agnostici. Sa meglio di me che Salvador Allende, in una obbedienza riconosciuta dalla Gran Loggia di Londra, non l’avrebbero accettato. Comunque, da agnostico sulla massoneria, ne ho parlato in termini che rifiutano certi complottismi proprio in un commento inserito nel post precedente, senza che qui alcuno iniziasse con le solite tiritere anti-massoniche frutto d’ignoranza.
        Invece queste tiritere complottiste e l’uso del termine massone come fosse un insulto lo può trovare nella retorica di dirigenti, militanti e simpatizzanti del neo-indipendentismo triestino. Questo è il punto che non può eludere.
        Non solo i fascisti hanno assaltato e distrutto la sede del Grande Oriente a Trieste nel 1925. Hanno anche messo fuori legge la massoneria. Ma fino a pochi anni prima a Trieste la massoneria era comunque fuorilegge perchè a vietarla era l’Impero degli Asburgo di sua graziosissima e cattolicissima maestà.
        Allora come la mettiamo con questo neo-indipendentismo triestino che recupera una narrazione storica filo-asburgica e la libertà di essere massone dei suoi fratelli delle generazioni passate? E come la mettiamo con questo neo-indipendentismo triestino che mima i complottismi fascistoidi sulla massoneria?

    • @Ginseng: hai colto perfettamente il punto.
      A Deganutti avevo già replicato a suo tempo che tentare di far passare il PCTLT di Vidali come indipendentista era un vero e proprio falso storico, ed è sufficiente leggersi le memorie di Vidali stesso in questo senso o lo stesso riferimento bibliografico che lui cita oggi (Bogdan Novak) che più semplicemente spiega come Vidali e tutto il PC togliatttiano dell’epoca abbiano fatto buon viso a cattivo gioco sulla vicenda, finché non si crearono le condizioni per chiudere una volta per tutte la questione.
      Vidali aveva un compito preciso che alla fine svelò: per conto di Togliatti doveva ricondurre all’ovile del PCI il turbolento movimento operaio triestino che marciava troppo in direzione di Tito non perché fosse “filoslavo” o anti-italiano, ma perché in Tito vedeva un orizzonte di liberazione di classe reale e non addomesticato.

      La cosa preoccupante è che sembra esserci una tale necessità di “grande narrazione” che anche a sinistra non sono pochi quelli che vedono nel neo-indipendentismo un orizzonte a propria immagine e somiglianza. Alcuni amici triestini, e non solo, che guardavano con simpatia all’emergere del MTL, anche dopo tutto il lavoro di inchiesta che abbiamo fatto ma soprattutto dopo che è emersa la natura dei diversi personaggi coinvolti nella vicenda, tentano ancora di vedere in questa cosa del TLT un possibile percorso politico.
      Come spiego nel mio scritto, ne comprendo le ragioni: in molti vent’anni fa avevamo intravisto nella specificità storica di questi luoghi un’opportunità per mettere in discussione un’appartenenza “nazionale” che a Trieste aveva significato egemonia di un discorso di estrema destra nazionalista durato decenni, ma che ci si illuda che lo si possa riproporre nel 2014 mi pare davvero pazzesco, dimostra un ritardo culturale e di analisi che prima di tutto finge di non vedere qual è il ruolo di quanto resta della sovranità nazionale di fronte a un continente dominato dalle imposizioni della troika BCE, FMI, UE.
      Soprattutto si illude che col giochino dell’indipendenza sia possibile far emergere dal basso, dalla società triestina, una specie di – non so nemmeno come definirla, quindi la butto là sperando che finalmente chi ha preannunciato in diverse occasioni interventi chiarificatori lo faccia – repubblica indipendente multietnica, multilinguistica, libertaria, aconfessionale e chiaramente anticapitalista! (BUM!)

      Da questo punto di vista, e non paradossalmente, va dato atto al MTL di portare avanti, anche se in maniera schizofrenica, una proposta sicuramente più concreta. Peccato che tale proposta pieghi le clausole del famoso Trattato di pace a una visione economica ultraliberista: il documento sul Porto che Deganutti invita a leggere – non si preoccupi, stiamo facendo molto di più che leggerlo… – ne è la conferma, dal momento che, nemmeno tanto tra le righe e solo per fare un esempio, entra in conflitto con molte conquiste storiche dei lavoratori portuali.
      Questa versione del TLT come tax haven e zona franca contraddistinta da deregolamentazione del mercato del lavoro e di molti altri vincoli, soprattutto di salvaguardia ambientale, è forse l’unica oggi minimamente praticabile, e in questo senso ho scritto di una giocata fortunata e vincente del MTL, ma chiarendo fin da subito che “la sfiga non ha regole precise”…
      E che ovviamente una simile ipotesi per Trieste – che considero comunque irrealistica, ma di questi tempi non si sa mai – mi pare addirittura peggiore di un’annessione diretta alla Russia. ;-)

    • poi ci sono: Ferluga, Potenza, Ciacchi, Rupel, Jermanis, Pizzi, Comuzzi, Tozon, Verdoglia, Bressan, Umek, Beorchia.

      Dunque Stok e Gombac sono fuori (cioè, sono dislocati alla Triest-NGO)

  7. Ecco Beorchia, membro del nuovo direttivo MTL, prendersela con le “leggi permissive” sull’immigrazione (sarebbe a dire? La Bossi-Fini?). En passant, faccio notare che anche qui vale il discorso fatto sopra: quando si tratta di parlare male dei migranti, si trasformano all’istante in patrioti italiani.

  8. Ottimo intervento e condivido quando si scrive che la partita MTL e TLT non è ancora chiusa, anche se ha subito diverse batoste su diversi fronti.
    Mica, tra le altre cose, si propone un modello sociale diverso,anticapitalista ad esempio, mica si parla espressamente di diritti civili, di aborto,eutanasia, matrimoni tra le coppie dello stesso sesso ecc, temi etici, tutti inclusi, di laicità e così via discorrendo, ma solo di sterile legalitarismo finalizzato a soddisfare gli interessi di un certo e specifico capitalismo, ancora…
    I diritti civili non possono essere affrontati in una seconda istanza, devono essere il cardine di ogni realtà che vuole proporre una nuova realtà.

    Sensazioni durante quella maledetta mattina della zona rossa:
    28 accordi firmati e chi se ne frega, forse.
    Un forse che sarà dominante. A Trieste in quei giorni si è parlato solo dei disagi, solo della zona rossa, solo del fatto che Trieste, tipica città del no se pol, questa volta che doveva dire proprio no se pol, invece si è piegata al volere del potere. Città di confine, porta dell’Est, e tante altre belle dicerie. L’Italia, oggi, ha scoperto che Trieste è italiana, ma solo come teatro, ed il prezzo lo abbiamo visto tutti e tutte. Ma lui, l’uomo più odiato del mondo, arriverà proprio nel momento in cui tra la Chiesa di Sant’Antonio nuovo ed il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, lì ove un tempo vi era l’acqua del canale, ed ora una fredda piazza, l’Arcigay ed Arcilesbica del FVG porteranno in strada centinaia di persone rivendicando quello che dovrebbe essere il laico dogma di ogni società civile, i diritti civili ed umani.
    Eppure Trieste in tema di diritti umani dovrebbe insegnare qualcosa viste le lunghe e sofferenti vicende storiche che ha vissuto, e in questo caso il no se pol, il no fermo e deciso al vertice Italo-Russo, fino a quando sia l’Italia e sia la Russia non muteranno totalmente strada in tema di diritti civili ed umani, sarebbe stato certamente più degno per la nostra città.
    Mentre si svolgeva il presidio, alcuni fascisti, adulti e ben noti in città, girovagavano dietro il palco ove siamo intervenuti in tanti e tante, per fotografare chi parlava o chi manifestava. Uno di loro poi è stato allontanato anche dalla polizia.
    La Voce della Russia” e’ la più’ antica emittente di stato russa che trasmette all’estero. Nel loro sito si legge che ha 109 milioni di ascoltatori. La Voce della Russia si colloca fra le cinque più’ popolari emittenti internazionali, insieme a la BBC, La Voice of America, Deutsche Welle e Radio Francia Internacional avendo I 109 milioni di audience. La manifestazione SOS Russia di Trieste indetta da Arcigay e Arcilesbica del Fvg, Certi Diritti, Iris, Uaar e Jotassassina, il 26 novembre, in concomitanza con il vertice Italia Russia, per protestare contro le violazioni dei diritti umani nella Federazione russa senza dimenticare i diritti negati anche nel non più bel Paese, ha dato fastidio a Mosca. La conferma di ciò è data da un post pubblicato sul sito La Voce della Russia, che è stato messo in gran risalto nel loro spazio internet, dove sia con file audio che testuale emergeva che“A differenza dei maggiori organi di informazione ( ma e’ giusto chiamarli cosi’?) che a proposito del vertice parlano esclusivamente di gay, di Luxuria, delle pussy riot, ovverosia dei massimi pilastri della societa’ moderna, ci sono ascoltatori che pensano e che la pensano diversamente”.
    Dunque ascoltatori che pensano, come se i sostenitori dei diritti civili e quelli scesi in piazza a Trieste fossero esseri non pensanti, e che la pensano diversamente, organi di informazione che parlano di diritti civili che vengono, ironicamente, richiamati, e sempre, con la sottile ironia russa, si identificano i gay, Luxuria e le pussy riot, come i pilastri della società moderna, ovviamente volendo intendere il contrario e con loro, tutte le battaglie correlate, visto e rilevato che i soggetti chiamati in causa sono anche dei simboli.Poi seguiranno interventi che sembrano richiamare i tempi della guerra fredda.
    Ciò conferma quanto anche una manifestazione fatta a Trieste, a sostegno dei diritti civili, può recare fastidio a Mosca.
    http://xcolpevolex.blogspot.it/2013/11/la-manifestazione-di-trieste-sos-russia.html

    GAS:
    Per la questione Gas…E’ vero che a Tarvisio ci sarà il “capolinea” del gasdotto che partirà dalla Russia, ma è anche vero che Gazprom, che coltiva una partnership strategica con Eni da oltre quarant’anni, in passato ha firmato un accordo con Gas Natural , ove si parlava di “stretta collaborazione strategica” e di “operazioni occasionali” anche in tema di gasdotti, elettricità e trading di CO2. Non so ben dire se il detto accordo sia ancora vigente o meno. Ma Gazprom collabora anche con il gruppo E.ON. Il problema è che sia Gas Natural che il Gruppo E. ON sono i gruppi interessati a realizzare il rigassificatore a Trieste, il primo sulla terraferma in località Zaule il secondo è una sorta di off shore da realizzare sempre nei pressi di Trieste.
    E la partita, nonostante i proclami ed alcuni provvedimenti di diniego, non è ancora chiusa.

    E pensare che qualcuno vuole che Trieste diventi un grande off shore:
    A Trieste continuano le polemiche sul movimento indipendentista MTL, a livello nazionale la tematica non è stata ancora affrontata, salvo in qualche blog, e magistralmente, a parer mio, in GIAP, probabilmente perchè la partita è tutta triestina e riguarda in particolar modo il porto vecchio con il suo punto franco è questa, e solo questa, la vera partita in gioco, come ho già scritto più volte, il resto è solo attività, pure legittima, di distrazione.

    A maggio 2011 a Trieste verrà eletto come Sindaco Roberto Cosolini, lista PD, dopo aver sconfitto al secondo turno il candidato del PDL.
    Cosa pensava e pensa il PD sul porto vecchio?
    Porto e mare: Trieste non può prescindere dal suo porto e dall’essere porto, e tutto il territorio non può pensare ad uno sviluppo senza valorizzare il mare come risorsa strategica. Restituire il porto vecchio alla città, renderlo fruibile anche ai cittadini. Questa linea è quella che verrà ancora oggi condotta da Cosolini e PD. Il PDL invece era diviso, infatti, da un lato avevi la parte più conservatrice, quella di Camber, e dall’altro quella più moderata, di Antonione, il compromesso è stato il cercare una collaborazione con l’Authority portuale per conseguire interventi normativi nazionali sul porto vecchio e punto franco.
    Qualche mese dopo la festa di settembre 2011 del TLT nascerà il Movimento Trieste Libera.
    Su facebook si iscriverà il 21 dicembre 2011.
    Nella conferenza stampa del 17 dicembre 2011 comunicheranno che uno dei fondatori di Trieste Libera ricusando un giudice si è rivolto alla Corte di Appello di Trieste per sostenere la violazione del Trattato di Pace consistente “non solo nell’affermata autoproclamata sovranità espressa dal giudice con la sua ordinanza, ma anche nell’avere clamorosamente disconosciuto la cittadinanza di una persona quale cittadino del TLT in violazione stessa della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Uomo”.
    Il comunicato stampa si concluderà in questo modo: “Si annunciano ora ricorsi a livello nazionale e internazionale per chiedere il dovuto rispetto dei trattati internazionali che garantiscono l’integrità del TLT e dei suoi cittadini”.
    E’ dal 2011 che continua questa litania. Diffide, ricorsi tutti, ad oggi, persi.
    Poi vi saranno altri eventi, come la manifestazione a Vienna, e da quel momento cambierà l’attenzione della stampa locale, del Piccolo in primis, sul MTL, fino a quel momento in sostanza ignorato, poi vi sarà una imponente manifestazione indipendentista a Trieste, poi provocazioni e solite questioni, certo importanti, ma che non scalfiscono il vero potere.
    Come già anticipato in passato e più di una volta, a parer mio, la causa indipendentista, è il tipico elemento con cui si attirano menti di varia natura, situazioni sociali diversificate, cogliendo l’attimo offerto dalla crisi economica e sociale, sfruttando il fallimento della politica assistenzialista italiana, ed il solito sistema, ma mai saranno anticapitalisti e mai entreranno nel merito di questioni etiche e di diritti civili.
    E ciò è significativo perché lascia intendere quale potrebbe essere il vero senso di tutta questa operazione.
    Il porto vecchio ed il punto franco, il resto solo chiacchiere.
    Guarda caso non appena vince Cosolini, che lascia intendere una riqualificazione del porto vecchio, area immensa, ma in piena decadenza, ed il contestuale spostamento del punto franco, ecco che alcune specifiche componenti sociali e politiche triestine che si oppongono a questa operazione, riscoprono il vecchio Trattato di Pace. E Trieste vive un mero immobilismo che nuoce solamente alla città. D’altronde è sotto gli occhi di tutti che quell’area, volutamente o meno, oggi è totalmente degradata, cade a pezzi e di attività portuale non si può far certamente nulla, o forse poco, ma un poco irrilevante, a meno che, ecco, il che fatidico, non si propone la realizzazione a Trieste del paradiso fiscale. E come è noto sul sito del MTL si legge, tra le varie cose, va ricordato che il centro off shore di Trieste, ora “dormiente” è reso possibile dalla presenza del Punto Franco Finanziario su tutti i 70 ettari del Porto Vecchio (unica zona europea in possesso di un requisito tax free cosi ferreo, neppure un Territorio Libero di Trieste esistente de facto potrebbe dettarne usi, regole e leggi), e visto che nulla succede per caso, rammentiamo che il geniale artefice del centro finanziario off shore di Trieste fu il presidente delle “Generali” Alfonso Desiata, ”manager molto impegnato anche a favore del territorio triestino” e concorsero in maniera determinante all’ approvazione della Legge 19/91 il Partito Radicale di Marco Pannella ed Emma Bonino e l’ ex ministro DC Beniamino Andreatta.
    E poi si rimanda al download del PDF:http://step.unified.co.uk/pdf/NationalBlacklists.pdf
    con questa nota di accompagnamento:
    Ecco chi troviamo nella lista nera dei paradisi fiscali esplicitata nell’Allegato C del documento, proprio Trieste
    Documenti, già richiamati in precedenza in GIAP, ma che è il caso di richiamare ex novo.
    E guarda caso, proprio poco dopo l’elezione di Cosolini, Trieste Libera, effettuerà una denuncia alla Commissione Europea “sulla devastazione ambientale della provincia di Trieste – zona Adel Territorio Libero di Trieste, sulla violazione del regime di porto franco del Porto Libero di Trieste, e sulla violazione dei diritti fondamentali (diritti civili, cittadinanza), commessi dalle autorità italiane”. Presentata l’11 luglio 2011 alla Commissione Europea dal socio fondatore di “Trieste Libera”. Insomma da ciò si desume ed altro non può che desumersi che probabilmente qualcuno cercherà di traghettare la causa indipendentista fino alle prossime elezioni comunali, e cercherà di ostacolare in tutti i modi la riqualificazione, giusta o sbagliata che sia, del porto vecchio voluta dal Pd. La domanda è la seguente, ma se avesse vinto le comunali il PDL al primo turno con i suoi alleati, Lista Civica Dipiazza, Lega Nord, Lista Antonione ,Partito Pensionati, Destra Sociale – Fiamma Tricolore sarebbe rinata la causa indipendentista triestina con tale forza?
    Nuovi leghismi:
    Ricordate quel 15 settembre 1996 quando dal palco di Venezia venne proclamata l’indipendenza della Padania?
    Nel corso di questi anni il principale partito secessionista, la Lega Nord, è stato caratterizzato da diverse turbolenze. Ma non è finita la voglia di secessione né di indipendenza. Si è passati dall’idea astratta della Padania a situazioni locali, di stampo nazionalistico, che certamente sono più sentite, più vissute e più partecipate dalle persone. In questo tempo dalla perdurante crisi economica e sociale l’idea di chiudersi in un recinto più piccolo, ove maggiore è il senso di protezione, alletta, alletta talmente tanto, che concetti trasversali, che ben possono unire una moltitudine di soggettività, fungono da catena, una catena che vuol liberare queste persone dalla Sovranità dello Stato italiano ma legarle alla Sovranità di una piccola nazione che dovrà, a detta loro, venire. I diritti civili i temi etici non sono all’ordine del giorno, non si capisce cosa pensano sull’immigrazione, sull’omosessualità , sull’aborto, sul divorzio, sulla laicità, sull’eutanasia, sul matrimonio, nulla di tutto ciò viene affrontato, ma si parla esclusivamente di burocrazia e tasse e lavoro.
    A Trieste il 15 settembre si è svolta la manifestazione più rilevante,ad oggi, di questo nuovo secolo. Circa 5000 persone, numeri impressionanti per una realtà come Trieste, sono scesi in piazza per rivendicare l’applicazione parziale del Trattato di Pace del 1947 che vuole la realizzazione piena ed incondizionata del Territorio libero di Trieste. Tantissimi giovani, anche studenti, famiglie hanno sfilato per le strade triestine all’urlo di Trieste libera.
    Ma l’Italia continua ad ignorare quello che non è un fenomeno tutto triestino, ma una situazione che deve essere necessariamente collegata a quello che accade in altre realtà.
    A Venezia il 17 settembre si è svolta una importante manifestazione per “invitare” il Consiglio Regionale a votare positivamente l’indizione del Plebiscito per l’indipendenza del Veneto. Su 60 consiglieri, 55 erano presenti in aula  e  dei presenti, 29 hanno votato per rimandare il progetto di legge referendario in Commissione Affari Istituzionali ed essere rivalutato, 25 hanno votato per prendere una decisione pro o contro subito, e solo uno si è astenuto.
    E’ il caso di ricordare che una iniziativa simile in Sardegna non è andata a buon fine perché ovviamente l’articolo 5 della Costituzione blocca iniziative secessioniste.

    Esiste un sito internet ed una pagina facebook con oltre 14 mila piace Ason fiero de esar Veneto che semplicemente vuole il Veneto indipendente, benestante come l’Austria e la Svizzera.
    Riferimenti casuali?
    Sarà la storia e forse altro a spiegarlo.
    Anzi a tal proposito sarebbe interessante capire come i capitali austriaci o svizzeri, per esempio, guardano a queste vicende interne italiane.
    Il movimento Veneto si richiama al principio di autodeterminazione dei popoli , una norma di diritto internazionale generale ed inderogabile che produce effetti giuridici (diritti ed obblighi) per tutta la Comunità degli Stati. Scrivono, sulla loro pagina che “Esso è entrato in vigore da noi con Legge statale n. 881 del 25 ottobre 1977 (ratifica ed esecuzione del patto di New York), secondo cui “Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale”. Il Popolo Veneto trova poi definizione legale secondo l’art. 2 della Legge statale n. 340 del 22 maggio 1971, che recita “L’autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e tradizioni della sua storia”.
    Decine e decine di Comuni veneti hanno approvato l’ordine del giorno a favore dell’indipendenza veneta, come Castellavazzo (BL), Segusino (TV), Gallio (VI), Trissino (VI), Cassola (VI), Longare (VI), Abano Terme (PD), (VR) Verona, Noale (VE), Rosà (VI), Rivoli Veronese (VR), Nogarole Vicentino (VI), Altavilla Vicentina (VI), Concamarise (VR), Isola Rizza (VR) ecc.

    Un movimento simile è nato in Lombardia che, come quello veneto, si richiama integralmente al principio dell’autodeterminazione dei popoli, ed attua le medesime strategie,Color 44 ma è da segnalare anche il fronte indipendentista Lombardia o pro Lombardia Indipendenza ed anche il fatto che i simboli di queste realtà indipendentiste venete e lombarde erano presenti durante il corteo del 15 settembre a Trieste.
    Ed in Friuli Venezia Giulia, oltre al Movimento Trieste Libera, si deve segnalare anche il “FRONTE PER L’INDIPENDENZA”, nato dalla fusione di tre movimenti Indipendentisti (Fronte Giuliano, Fronte Friuli Indipendente e Volontari Verdi-Le ronde padane di Trieste) che ha come scopo, quellodi avanzare una proposta di legge, come in Veneto ed in Lombardia, per l’indizione di un referendum sui seguenti quesiti:
    1) costituzione dello Stato libero del Friuli;
    2) costituzione Città-Stato del territorio libero di Trieste;
    3) costituire, in entrambi i territori, la forma di governo, Federalista, su modello Svizzero;
    4) la confederazione degli Stati Uniti d’Europa.

    Insomma se la Lega Nord è morta, nascono, guarda caso proprio nel momento della fine politica di quel partito, una serie di movimenti o realtà che mirano alla realizzazione di varie indipendenze territoriali.
    Nascerà un coordinamento tra queste realtà neo-indipendentiste?
    Quando non conseguiranno alcuna risposta positiva dalla politica istituzionale, dalle aule dei tribunali, sia nazionali che internazionali, cosa pensano di fare queste realtà? Come pensano di portare avanti le loro istanze?
    Il vecchio leghismo a parer mio si è riciclato in queste situazioni, ha cambiato forma, ma la sostanza no.
    E’ mutata la strategia d’attacco, certamente fertile in questa fase storica, ma lo scopo sarà sempre quello, arrivare alla Padania libera, salvaguardando specifiche particolarità, tipo quella di Trieste.

    Ultimatum:

    Il giorno 8 dicembre a Trieste si è svolta la seconda importante manifestazione del Movimento Trieste Libera. Questa era una prova di forza dopo le sconfitte giudiziarie ed il respingimento di tutte le loro istanze. Erano in numero inferiore rispetto alla manifestazione pregressa,ma pur sempre un numero rilevante per le dimensioni di Trieste.
    In Porto Vecchio hanno lanciato un ultimatum all’Italia che scade il 10.02.2014 entro questa data si aspettano delle risposte chiare ed azioni concrete da parte degli enti e delle autorità coinvolte in merito alla questione del Territorio Libero di Trieste e punto Franco.
    Una prima risposta indiretta è arrivata dal Prefetto di Trieste che ha fatto ben intendere che il Punto Franco può giungere al suo amen senza neanche la necessità di un provvedimento legislativo nazionale, cosa su cui io non concordo, perché questa è materia di rango primario e non può che essere affrontata in sede nazionale e parlamentare. Chiedono risposte al Presidente del Consiglio dei ministri italiano, prefettura di Trieste, ministero italiano degli Esteri, ministero italiano delle infrastrutture e dei trasporti alla presidenza regione Friuli Venezia Giulia, presidenza “provincia” di Trieste, sindaco di Trieste/Trst, sindaco di Muggia/Milje, sindaco di Duino-Aurisina/Devin-Nabrežina, sindaco di Dolina, sindaco di Sgonico/Zgonik, sindaco di Monrupino/Repentabor. Ma anche all’ Associazione spedizionieri, Rappresentanze dei lavoratori portuali, Camera di Commercio di Trieste, Confindustria, Confartigianato, CNA Trieste, Confcommercio, Confesercenti, Associazione Imprese Assicurative,all’Autorità Portuale, ente per la Zona Industriale di Trieste, ma anche alle Autorità religiose come diocesi cattolica, comunità ebraica, comunità serbo-ortodossa, comunità greco-orientale, comunità islamica, comunità evangelica come se queste avessero qualche voce in capitolo in tema di Territorio Libero di Trieste o porto Franco ed alla faccia della laicità.
    Precisano che “una non-risposta sarà considerata al pari di una risposta negativa, oltre che una manifestazione di totale disinteresse nel futuro di Trieste. Al contrario, ogni risposta (positiva o negativa) non potrà che chiarire le posizioni di ciascun’autorità, nell’interesse di ogni cittadino. Ora, come è noto, nell’ambito del diritto internazionale per ultimatum si intende l’ ingiunzione con la quale uno stato fa conoscere a un altro le proprie proposte su una questione, accompagnandole con la minaccia di rompere le trattative o di ricorrere alla forza se queste non verranno accettate” . Premesso che qui non si è in presenza di nessuno Stato che muove alcun ultimatum verso un diverso Stato, sarebbe interessante capire in cosa consiste il post ultimatum perché se l’ultimatum non è accompagnato da minaccia o intimazione di ricorso alla forza che ultimatum è? E poi in cosa consiste questa rivoluzione della legalità visto e rilevati i pregressi negativi?
    Formalmente ed ufficialmente non è dato sapere.

    No TLT no Porto libero, un ragionamento alla burocratese, ma necessario:
    La questione dell’indipendentismo triestino è andata a sbattere, duramente, contro il muro della giustizia italiana. D’altronde come pensare che lo Stato italiano possa rinunciare a Trieste?
    Una battaglia affrontata prevalentemente se non esclusivamente in via giudiziaria, per ora. Voglio con questo intervento effettuare una riflessione giuridica, una riflessione che potrebbe aprire degli scenari abbastanza rilevanti e le indicazioni giungono proprio dalla nota Sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia N. 00148/2013 REG.RIC che forse non è stata pienamente compresa.

    Come prima cosa voglio rilevare che il Trattato di Osimo che abroga il Memorandum d’Intesa di Londra del 5 ottobre del 1954, come si evince dall’articolo 7 del Trattato di Osimo, sono atti particolari, specifici, che prevalgono rispetto alle previsioni meramente generali e generiche dell’Accordo Internazionale di Helsinki ma, ecco un primo ma, il Trattato di Osimo non abroga il Trattato di Pace del 1947 ed interviene esclusivamente nei rapporti bilaterali tra lo Stato Italiano e l’ex Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, dunque non può e non potrebbe modificare gli elementi normativi che riguardano gli altri Paesi stipulanti il Trattato di Pace e le condizioni essenziali che hanno determinato lo stesso e che non riguardano esclusivamente i rapporti tra Italia ed ex Jugoslavia.

    Ciò sta a significare che il Territorio Libero di Trieste ed il Porto Libero di Trieste non sono stati messi in discussione dal Trattato di Osimo come ratificato dalla Legge 14 marzo 1977 n° 13, che è valido nei confronti dei paesi stipulanti sia il Trattato di Pace che il Memorandum poiché questo è stato, come sempre previsto dall’articolo 7 del Trattato di Osimo, comunicato formalmente rispettivamente al Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, al Governo degli Stati Uniti d’America ed al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, entro un termine di trenta giorni a partire dall’entrata in vigore del presente Trattato. Si è applicato in tal senso il principio del silenzio assenso o acquisizione tacita della validità del trattato di Osimo poiché mai nulla è stato contestato. La validità delle disposizioni come previste dal Memorandum di Londra, in merito al TLT e Porto Libero di Trieste le si possono desumere dall’articolo 8 del Trattato di Osimo il quale così scrive: Al momento in cui cessa di avere effetto lo Statuto Speciale allegato al Memorandum d’Intesa di Londra del 5 ottobre 1954, ciascuna Parte dichiara che essa manterra’ in vigore le misure interne gia’ adottate in applicazione dello Statuto suddetto e che essa assicurera’ nell’ambito del suo diritto interno il mantenimento del livello di protezione dei membri dei due gruppi etnici rispettivi previsto dalle norme dello Statuto Speciale decaduto.

    Nel Memorandum di Londra si evince all’articolo 5 comma 1 che il Governo italiano si impegna a mantenere il Porto Franco a Trieste in armonia con le disposizioni degli articoli da 1 a 20 dell’Allegato VIII del Trattato di pace con l’Italia.
    Ma anche, alla voce Trapasso dei poteri, che: Lettere identiche dirette dal Signor Harrison e dal Signor Thompson all’Ambasciatore d’Italia a Londra: Il mio Governo si riferisce alla decisione contenuta nel Memorandum d’intesa del 5 ottobre 1954 tra i Governi d’Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e Jugoslavia, in base alle disposizioni del quale la responsabilità per la zona del Territorio Libero di Trieste amministrata dal Governo Militare del Regno Unito e degli Stati Uniti sarà da questo lasciata ed assunta dal Governo italiano. Per assicurare che la cessazione del Governo Militare e l’assunzione dell’amministrazione da parte dell’Italia, come pure il ritiro delle truppe del Regno Unito e degli Stati Uniti e l’entrata delle truppe italiane abbiano luogo in maniera sollecita e indisturbata, si propone che il Governo italiano designi un suo rappresentante per incontrarsi ad una data prossima con il Comandante della zona anglo-americana al fine di stabilire le misure del caso. Il mio Governo spera di essere in grado di eseguire tali misure entro un mese dalla data della parafatura del Memorandum d’intesa

    Dunque si parla espressamente di amministrazione da parte dell’Italia della Zona del TLT. Ma, come è noto, il TLT non si è mai realizzato secondo le previsioni come citate nel Trattato di Pace del 1947, e per realizzazione non può intendersi la sola segnaletica stradale, francobolli od atti similari, ma si intende per ciò il formale Governo del TLT alle uniche ed esclusive condizioni come dettate nel Trattato di Pace. La Storia muta,i tempi mutano e pensare di dover rimanere incatenati a fattori o questioni che non rispondono più all’attualità è fuorviante. Ed infatti esiste quel principio, che già avevo enunciato nel febbraio del 2013  http://xcolpevolex.blogspot.it/2013/02/dal-tlt-al-porto-libero-di-trieste-cosa.html , della Clausola Rebus sic Stantibus, che ha fatto propria nella sentenza citata il TAR del FVG al punto 11.3 così statuendo: Come noto e giuridicamente pacifico da parecchi lustri, (ma evidentemente non per il ricorrente e gli interventori) il territorio libero di Trieste non venne mai a esistenza giuridica, per il mutamento della situazione politica internazionale e per la conseguente impossibilità di nominare il governatore, nomina prevista dal Trattato e da cui discendeva necessariamente l’applicabilità dello statuto prima provvisorio e poi definitivo del nuovo Stato. Si trattò di un mutamento della situazione di fatto di rilevanza tale da consentire l’applicazione del principio internazionale “rebus sic stantibus” sopra richiamato.

    Dunque il TLT cade, unicamente ed esclusivamente, per tali ragioni. Altri principi invocati, come quello dell’autodeterminazione dei popoli, nel caso del TLT, a parer mio, non sono applicabili, semplicemente perché neanche il 10% della popolazione chiede la costituzione del TLT, ed il consenso formale e sostanziale della popolazione è la condizione essenziale per invocare il detto principio, ed a Trieste non sussiste, per ora.

    Ma i giudici triestini vanno oltre. Scrivono testualmente che il Trattato di Osimo non estingue il trattato di Pace del 1947 né il memorandum di Londra. Ma anche che (…) l’unico cambiamento oggetto della presente controversia derivante dal Trattato di pace che riguarda un aspetto diverso dalla frontiera tra Italia e Jugoslavia concerne il porto franco di Trieste, che viene salvaguardato sia dal Memorandum di Londra (articolo 5) sia dal Trattato di Osimo (articolo 7). Ed ancora che (…)l’unica parte del Trattato di pace riguardante il territorio libero e che esulava dalla questione della frontiera tra Italia e Jugoslavia e che quindi riguardava altri Paesi diversi da Italia e Jugoslavia era il regime del porto franco di Trieste, il quale, infatti, è stato salvaguardato, sia espressamente dal Trattato di Londra del 1954, all’articolo 5, sia implicitamente dal Trattato di Osimo che, all’articolo 7, ha abrogato il Memorandum per quanto riguarda le relazioni bilaterali tra Italia e Jugoslavia, in tal modo salvaguardando proprio l’articolo 5 del Memorandum sul porto franco. Dunque, forse inconsapevolmente, il TAR esprime il principio che sarebbe ancora valido il Porto Libero di Trieste, dicasi area porto vecchio con punto franco,perché salvaguardato dall’articolo 5 del Memorandum di Londra che dal Trattato di Osimo Bene,anzi male. Questione di punti di vista. Come già riportato in precedenza l’articolo 5 del Memorandum di Londra, che è quello che ora nello specifico ci interessa, così esplica :  il Governo italiano si impegna a mantenere il Porto Franco a Trieste in armonia con le disposizioni degli articoli da 1 a 20 dell’Allegato VIII del Trattato di pace con l’Italia. Ma l’articolo 2 dell’allegato VIII del Trattato di pace con l’Italia al comma 1 rileva espressamente che : Il Porto Libero è conformato ed amministrato come azienda di Stato del TLT, avente tutti gli attributi di persona giuridica ed operante in accordo alle condizioni di questo Strumento. 

    Ed allora se il Porto libero è conformato ed amministrato in armonia  con un soggetto giuridico che mai è nato e mai si è costituito e non lo si può più costituire stante il principio della clausola rebus sic stantibus, l’impegno da parte del Governo italiano di mantenere il Porto Libero può essere venuto meno proprio perché manca il pezzo determinante e questo pezzo si chiama Territorio Libero di Trieste. Venendo meno questo obbligo internazionale, è sufficiente una legge ordinaria per abrogare o semplicemente spostare il Punto Franco, come oggi recepito dallaLEGGE sulla Portualità italiana 84 del 1994. Ora si dirà ma non si può spostare il punto franco sul Carso. Falso. Lo Stato italiano ben può liberamente decidere cosa fare, abrogarlo o modificarlo, stante le condizioni come sopra evidenziate e nulla osta che questo possa essere spostato nell’area Fernetti-Opicina-Basovizza. Il Trattato di Osimo, che è valido, al suo interno includeva vari protocolli ove si evinceva che Ognuna delle Parti attribuira’ sul proprio territorio i terreni indicati nel Protocollo allegato (Allegato I), ad una zona franca alla quale sara’ esteso il regime delle merci dei “Punti franchi di Trieste”, conformemente alle modalita’ previste dal citato Protocollo. in territorio italiano: tra la linea ferroviaria a partire dalla frontiera di Stato fino all’incrocio con la strada Fernetti-Opicina, la strada Fernetti-Opicina, la strada Opicina-Basovizza, la strada Basovizza-frontiera di Stato e la frontiera di Stato stessa. Il presente Protocollo era valido per una durata di trenta anni a partire dalla data della sua entrata in vigore e era tacitamente rinnovabile per tacita riconduzione per periodi successivi di cinque anni.
    Insomma detta brutalmente se non esiste il TLT può ben non esistere il porto libero e se non esiste il porto libero bye bye Austria, Russia e capitalisti d’oltre Carso…

    Marco Barone

  9. Sull’argomento del pezzo di Tuco viene da domandarsi se ha senso che l’orso neo-autoritario russo si interessi della pulce neo-indipendentista triestina. Se sì, come penso anch’io, con quali obiettivi? E cosa può sperare di guadagnarci la pulce, visibilmente in calore per l’orso?
    L’interesse dell’orso per la pulce, a mio parere, ha una ragione prima di tutto strategica che poi si traduce anche in politica e in business.
    L’animale alpha di questo pianeta, gli USA, ha una strategia globale, pubblicamente dichiarata, che prevede due fasce di contenimento nei confronti dei due animali beta, la Cina e la Russia. Nella strategia di contenimento della Russia rientra il supporto alle forze filo-occidentali in Ucraina, paese che il governo russo considera parte della propria zona d’influenza. La risposta strategica di Putin a qulla che considera un’ingerenza si realizza nel cercare di acquisire un’inflenza nei confronti degli alleati europei degli USA.
    Questa risposta si esprime a livello politico nelle iniziative del partito di Putin, Russia Unita, volte a intessere rapporti e alleanze con la rete di forze populiste , in varia misura xenofobe e antieuropeiste, che si sta costituendo in vista delle elezioni europee e in opposizione ai governi nazionali a guida popolare e/o socialista, in modo da acquisire una forza di pressione su questi governi. Non è difficile capire che una forza locale che si pone in antitesi a un paese della UE e vuole uscire dalla UE stessa, anche se piccola, possa potenzialmente servire a disturbare chi pensi ti disturbi in Ucraina.
    La risposta a livello di business, sempre per acquisire capacità di pressione su governi europei, si esprime nella linea di consolidare e aumentare la dipendenza energetica europea dalla Russia e da qui il discorso degli approvigionamenti energetici sulla linea sud dell’Europa che interessano anche le nostre zone.
    L’incontro di Letta con Putin si inquadra in questo risiko. E’ espressione di una politica autonoma dell’Italia? Sicuramente no. E’ ovvio che Letta si muova nei limiti definiti e consentiti dagli USA. Non solo l’Italia fa parte della NATO, ma, insieme a Germania e Regno Unito, ha anche la maggiore concentrazione di forze militari americane in Europa, circa novemila uomini, alle dirette dipendenze dell’EUCOM, il comando militare USA per l’Europa, che gestiscono mezzi militari ad altissima tecnologia, per tre quarti circa in due basi vicine a Trieste, cioè Aviano e Vicenza. I governanti italiani che in passato hanno pensato di essere De Gaulle e di poter fare di testa propria, come Craxi e Andreotti nei rapporti col mondo arabo e recentemente Berlusconi nei rapporti con Putin, sarà una coincidenza, ma poi non sono durati molto nelle proprie posizioni di potere. Figurarsi se può pensare di imitarli uno debole come Letta. Ma proprio Letta ha detto “Viva Trieste, viva Trieste libera” accanto a Putin, facendo sognare i simpatizzanti del neo-indipendentismo triestino. Forse non hanno pensato che l’Italia è solo il problema minore per una zona A del TLT ad amministrazione russa, con un porto sull’Adriatico, in area strategica della flotta americana, a due passi dai quasi tremila uomini dell’esercito americano a Vicenza e a un passo dai quasi quattromila dell’aviazione USA di Aviano. E’ evidente che siamo nella fantapolitica, ma questo principio di realtà sembra fortemente rifiutato da una vasta platea di simpatizzanti neo-indipendentisti triestini che gli preferiscono il proprio principio di piacere. In verità un TLT protetto dalla Russia in Europa c’è già, il “Territorio Libero della Transinistria”, ma si trova in Moldavia, al confine con l’Ucraina. Tolta dal tavolo un’amministrazione russa della zona A del TLT, buona per eccitare l’onanismo dei simpatizzanti, quali obiettivi può realisticamente perseguire la pulce del neo-indipendentismo triestino prestandosi ai giochi strategici delll’orso russo neo-autoritario?
    Restano gli interessi di pezzetti di capitalismo triestino accennati sia da Tuco che da Olivieri e lo sgomitare di esponenti politici del neo-indipendentismo per sostituirsi alla vecchia classe dirigente nel rappresentare quegli interessi. Riusciranno i “nostri eroi” a farsi tirare qualche briciola dal tavolo dove pasteggiano i giocatori del risiko europeo? Ce la faranno a raccogliere queste eventuali briciole sottraendole alla concorrenza? Per quanto tempo ancora reggerà la favola indipendentista raccontata alla massa di manovra necessaria per sperare di raccogliere quelle briciole?

  10. Sull’argomento del pezzo di Olivieri vorrei aggiungere una disamina delle origini storiche del “neneismo” – nè destra nè sinistra, nè fascismo nè antifascismo, nè sfruttati nè sfruttatori, nè italiani nè sloveni – che caratterizza questo neo-indipendentismo, nel nome di una concezione fondamentalista della triestinità, opposta a un’idea dinamica e includente dell’identità territoriale.
    Per non andare troppo lontano nel tempo, troviamo questa impostazione “neneista” nell’alta borghesia triestina austriacante che, dalla seconda metà dell’ottocento fino alla grande guerra, pensa agli affari e guarda con cinico disprezzo la nazionalizzazione delle masse triestine guidata dalle medie borghesie italiana e slovena e l’organizzazione dei lavoratori costruita dai socialisti. Questa alta borghesi austriacante si accorge in ritardo che la storia sta svoltando. Quando, con il suffragio universale maschile, tenta di scendere sul terreno della democrazia, subisce una cocente sconfitta. Alle comunali del 1913 la lista della Camera di Commercio ottiene lo 0,8%, a fronte di un 23,3% dei socialisti, di un 27,2% degli sloveno-nazionali e di un 48,7% dei liberal-nazionali italiani. Ma questo risultato elettorale non deve trarre in inganno.
    C’era prima e c’è anche in quel momento una “zona grigia” della città, non organizzata nè dalle medie borghesie nazionali italiana e slovena nè dai socialisti, che condivide il “neneismo” dell’alta borghesia e austriacante. E’ quella “plebe” senza precise identità, nè nazionali nè di classe, che con l’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, assalta i negozi dei commercianti ritenuti liberal-nazionali e i caffè considerati ritrovo di irredentisti, oltre al quotidiano Il Piccolo, sotto lo sguardo compiaciuto della polizia asburgica. Dopo il 1918 questo mondo in parte si fascistizza – come, al contrario, oggi si è convertito all’indipendentismo una buona parte di ex apostoli dell’italianità e della lotta al bilinguismo – e in parte si inabissa come un fiume carsico per tornare alla luce nel 1943 e fare da supporto di consensi all’Adriatische Kuestenland dove fascismo e nostalgie austriacanti si incontrano sotto le bandiere naziste.
    Al breve inabissamento, successivo alla Liberazione, succede un ritorno in altra forma della triestinità fondamentalista con l’arrivo nel secondo dopoguerra del GMA – Governo Militare Alleato – che amministra fino al 1954 la zona A di un TLT rimasto solo sulla carta e mai realizzato. Di questo ritorno del “neneismo” triestino, grazie alle nuove condizioni favorevoli, sono espressione due forze politiche. Una, il Blocco Triestino, 2,9% alle comunali del 1949 e 2,5% a quelle del 1953, è espressione della borghesia austriacante. L’altra, il Fronte dell’Indipendenza, rappresenta il riaffiorare della zona grigia “neneista” di tipo popolare. Oltre che tra i sottoproletari, ottiene consensi anche tra i piccoli commercianti, con il 6,8% del 1949, e poi anche tra gli operai, arrivando al 12,5% del 1953. Considerati da molti storici sponsorizzati dagli inglesi per premere sull’Italia, ritenuti al servizio del GMA per erodere consensi ai comunisti da parte di Vittorio Vidali, capo del PC triestino che sembra li chiamasse “pantigane”, accusati di fare il gioco di Tito sia dai partiti italiani della maggioranza centrista al governo del comune, sia dai partiti italiani dell’opposizione di destra, gli indipendentisti di quel periodo fanno riemergere il “neneismo” triestino, ma questa volta guardando al nuovo “benefattore” anglo-americano che prende il posto di quello austriaco. Ma l’idea di fondo resta resta la stessa: “Con Franza o con Spagna basta che se magna”.
    Quando, con l’inizio e la crecita progressiva dei trasferimenti pubblici italiani, “se magna” anche con l’Italia, il “neneismo” torna in zona grigia per riaffiorare con la recente crisi che taglia anche il flusso di denaro pubblico verso la città. A questo punto parte la ricostruzione di una narrazione storica filo-asburgica e la ricerca di un nuovo “benefattore” che amministri il TLT, individuato dapprima nel ritorno dell’Austria. Il disinteresse manifesto della repubblica austriaca e delle sue forze politiche – fatta eccezione per i monarchici, neppure rappresentati in parlamento – e la difficoltà di immaginare una rapida restaurazione degli amati Asburgo, porta lo sguardo verso Putin, il nuovo Zar di tutte le Russie. Ma cosa si aspettano da lui?
    I modelli più gettonati nell’immaginario neo-indipendentista sono Hong Kong e Singapore. In cosa eccellono queste due città, una indipendente e l’altra sotto amministrazione speciale della Cina?
    Hong Kong è prima e Singapore seconda nell’indice mondiale 2013 della libertà economica, pubblicato dalla Heritage Foundation per misurare il quoziente di liberismo dei paesi del mondo. Inoltre, sono caratterizzate da regimi autoritari ibridi, nè pienamente democratici nè pienamente dittatoriali, che minimizzano con regole e metodi soft sia il dissenso politico che il conflitto sociale. A questi scopi può ben servire lo Statuto del TLT del 1947, pensato per un’altra epoca e un’altro contesto, ma che, rimesso in vita come uno zombie, offre un governatore non eletto ma nominato dall’esterno, una suddivisione dei cittadini in originari – al 1940 – con diritti politici e privilegi occupazionali e cittadini non originari privi di entrambe le cose, la subordinazione della magistratura e della polizia al governatore non eletto. C’è un collegamento tra questo modello Hong Kong-Singapore-Statuto TLT e l’entusiasmo per Putin?
    Il collegamento sta proprio nel liberismo autoritario al governo della nuova Russia. Come a Hong Kong e a Singapore, anche in Russia il liberismo non è prodotto da un ritirarsi del potere politico, ma, al contrario, da un interventismo spinto del potere politico atto a determinare un contesto il più favorevole possibile a creare una condizione liberista del contesto sociale. Applicando questo modello a Trieste, i simpatizzanti del neo-indioendentismo triestino danno per scontato che loro sarebbero tra quelli che si arricchirebbero o almeno aumenterebbero il proprio reddito, non prendendo nemmeno in considerazione che, invece, potrebbero essere tra quelli ridotti in condizione di miseria, fascia di popolazione piuttosto vasta, anche se nascosta e silenziata, nelle città di Hong Kong e Singapore.
    Alla fine, dietro la cortina fumogena “neneista” del neo-indipendentismo triestino, emerge una precisa identità politica, quella del liberismo autoritario.

  11. Bene, ora si è stabilito che MTL è frutto di posizioni neoliberiste autoritarie di tipo Russo, ( o forse Cinese, visto che la Cina è interessata al flusso di merci in europa ed ha appena acquistato il porto del Pireo? O forse Arabo visto che anche loro sono interessati al controllo dell’ oleodotto? O forse Americano per rinforzare la cintura di contenimento anti Russo-cinese? o forse Tedesco per realizzare l’ asse baltico-adriatico su Trieste che ha potenzialità maggiori di Capodistria?) per facilitarne l’ egemonia energetica e che ha l’ ideologia della alta borghesia austriacante triestina (naturalmente con tendenze naziste) ma una base sottoproletaria e piccolo borghese, resta il fatto che la tendenza storica e geopolitica all’ indipendentismo a Trieste, nella attuale situazione di crisi che perdurerà, è inarrestabile come previsto oltre 40 anni fa da diversi storici tra cui il citato Novak (ultime pagine). Purtroppo la vostra area politica ha fornito la gran parte dei ragazzini arrestati (7 su 9) mandati allo sbaraglio nei disordini della Destra Sociale dei Forconi a Torino, che a Trieste fortunatamente non conta nulla e si identifica con i 4 gatti fascisti di ProPatria che vi troverete come indesiderati compagni di strada-insieme al PSI del povero Orel- negli attacchi viscerali al movimento indipendentista, in ciò benevolmente guardati da classe politica locale e organi di informazione che guardano a MTL con grande preoccupazione. Ambedue queste due aree politiche antindipendentiste estremiste (la vostra e la Pro-Patria) hanno un peso politico insignificante e non possono creare altro che inutili e marginali tensioni. E speriamo nemmeno quelle. Un movimento di tipo territoriale ha bisogno di categorie di analisi diverse dalle vostre: non è sufficiente l’ analisi ideologica (ricordatevi che Cossiga, da buon sardo, era un grande amico degli indipendentisti baschi di Askatasuna ella che non credo fossero tutti marxisti, anzi). Buon proseguimento di onanismo mentale al computer.

    • Il nostro vantaggio su di Lei, Deganutti, è che noi non dobbiamo fare altro che star qui a guardarLa mentre Lei si dà fuoco. Aveva esordito dicendo “intervengo una volta sola”, ma non riesce a resistere alla compulsione di tornare qui per avere l’ultima parola. Ogni volta ci regala perle su perle, anzi, aggiunge strati su strati di sfondoni, inesattezze e disinformazione (es. tirare in ballo Askatasuna in una discussione dove non è mai intervenuto nessun loro attivista; confondere platealmente tra loro due aree politiche diverse; condurre quel che è successo a Torino sotto l’ombrello dei “forconi” che invece sono un altro network etc.). Che spettacolo vedere quest’uomo, completamente in balìa del proprio narcisismo, fare l’umanamente possibile per distogliere l’attenzione dalle contraddizioni su cui non è in grado di rispondere. Ogni volta saluta, dice che se ne va, ma poi torna, e torna, e torna, gettando altro kerosene sulle fiamme della sua figuraccia. Avercene di più, di soggetti come Lei su cui esercitare la nostra maieutica!

      • P.S. Il suo comportamento, Deganutti, è talmente prevedibile che l’avevamo già “inscritto” nel post, ovvero programmato. E abbiamo pure detto che lo stavamo facendo! Il 16 gennaio, come maghi che mettono in cassaforte una busta con la descrizione di un evento futuro, tra i commenti al post precedente scrivevamo:
        http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=15535&cpage=1#comment-23071

      • Caro WuMing1, tu hai perso la testa: rispondi semmai nel merito e NON FARE ATTACCHI PERSONALI! Se permetti la pubblicazione di un articolo che mi cita personalmente sia come Esponente di MTL che come massone (in riferimento alla questione della Monassi) e’ ovvio che intervengo, visto che cerco di fare capire ai tuoi lettori che le cose SULL’ INDIPENDENTISMO sono ben diverse e cerco un dialogo SUI CONTENUTI. Così è ovvio che intervenga se vengo citato ulteriormente con toni inaccettabili da smargiassi. Preferisci che faccia intervenire un avvocato di provata fede democratica al posto mio? La mia opinione personale, ma molto diffusa, è che, come gli autori dei due scritti, vi siete pesantemente montati la testa pur non contando politicamente un cazzo, non capendoci niente e sbagliando totalmente strada: tuttavia la sicumera con cui additate MTL come “nemico del popolo” può avere effetti distorsivi su qualche ragazzino su cui avete ascendente creando tensioni che invece non ci devono essere in questa città. Si tratta solo di un tentativo rivolto ai vostri lettori di far capire che non è tutto oro colato quello che qui si scrive e che ci sono aspetti diversi da esaminare. Fate letteratura che è molto meglio, lì potete scrivere, in forma artistica, tutti i deliri che vi pare senza far danni. E tenete a bada l’ ipertrofia dell’ ego che fa male alla salute.

        • Deganutti, Lei crede davvero che i molti che ci leggono non si siano accorti dei suoi giochetti, delle non-risposte, degli svicolamenti, dei cambi d’argomento, dello “specchio riflesso” etc?

          Le è già stato risposto da più di un interlocutore, con dovizia di dettagli e correzione dei numerosi errori e sfondoni, su tutto quanto ha scritto.

          Le è stato più volte fatto notare che ad attaccare la massoneria sono i suoi amici, quindi le lezioncine le deve fare a loro. Noi abbiamo solo rilevato la contraddizione di un massone che difende a spada tratta un movimento che ogni giorno denuncia complotti massonici;

          Le è stato più volte fatto notare che è venuto a difendere MTL smentendo cose… che lo stesso MTL dichiara;

          Le è stato più volte fatto notare che, nella foga di mettere in atto una manovra “benaltrista”, ha preso fischi per fiaschi confondendo tra loro due aree politiche diverse e lontane tra loro per posizioni e aree geografiche di intervento, quella di cui fa parte il centro sociale Askatasuna e quella di Global Project.

          Etc. etc.

          Quanto agli “attacchi personali”, Deganutti, Lei vi è ricorso sempre più man mano che tutti i suoi punti venivano smontati.

          Non solo ha attaccato personalmente (“delirate”, “stalinisti” etc.) ma lo ha fatto confondendo tutti i ruoli in un imprecisato “voi”, ed è così che i Wu Ming, scrittori che hanno ospitato l’inchiesta sul loro blog, “non contano politicamente un cazzo” (ma va?!), traviano i ragazzini a Trieste (?)… ma anche a Torino, dove sono scesi in piazza coi fascisti facendo arrestare X e Y, e via vaneggiando.

          Tra l’altro, questa storia dei “ragazzini” cos’è, se non un riferimento al diciottenne che, nella short story epica di MTL, avrebbe “assaltato” un suo banchetto a Trieste nel settembre scorso?

          Si tratta del diciottenne che raccontò di essere stato pestato da alcuni energumeni per avere espresso verbalmente un dissenso, poi gettato in una fontana, indi linciato via FB da un’orda sbavante di maschi più che adulti, un branco che invocava a gran voce l’internamento di un adolescente.
          [Anche Lei, Deganutti, è venuto qui su Giap a invocare la repressione psichiatrica per un ragazzo, colpevole solo di non essere d’accordo con il movimento che Lei sostiene.]

          Questa scena tristissima aveva luogo dopo che il misterioso tenutario della firma “Movimento Trieste Libera” aveva scritto, e poi si era rimangiato cancellando il post, che ad “assaltare” il banchetto erano state venti persone, e che quelle venti persone… eravamo noi Wu Ming.

          Non c’è che dire, siete lucidi, “voi” (*).

          Soprattutto, non fate mai attacchi personali :-)))))

          * allusione ironica al modo dell’interlocutore di usare la seconda persona plurale; (ché qui tocca spiegare tutto!)

          • Veramente era un riferimento alle centinaia di ragazzini mandati allo sbaraglio in questi anni da una certa area politica che ben conoscete, tipo quelli con casco e scudo che tenete in copertina e che non erano a una scampagnata primaverile e tipo altri che non hanno più la libertà personale, ( moltitudine tra cui ci sono anche i 7 di Torino). La piattaforma per il Porto di MTL è disponibile in rete da mesi come mai non siete riusciti ad elaborare neanche un commento in questo sito che pubblica analisi e linee politiche su Trieste?

            • Che fa Deganutti, prende per il culo? Lei qua sopra ha scritto testualmente:

              “tuttavia la sicumera con cui additate MTL come “nemico del popolo” può avere effetti distorsivi su qualche ragazzino su cui avete ascendente creando tensioni che invece non ci devono essere in questa città.”

              Se vuole le posto uno screenshot.

            • Deganutti, cosa ne pensa delle reazioni a questo post, comparse su fb in bacheche pubbliche gestite dal MTL, e che io ho riportato nel mio primo commento?

              • “Vole leger un delirio puro? volé veder come chi no sa le robe svola colla fantasia? volé veder come se delira forte?vole veder come i ultrafascisti in realtá xe nostri amici? ecco qua WUMING”
                Questo sopra lo condivido al 100%! In ogni caso quando si pubblicano “analisi” di cui si condividono apertamente i contenuti come fa WUMING1 ( gli altri non so), quando si indicano “nemici del popolo”(sia movimenti che persone) con accuse infamanti di contiguità al nazismo o sudditanza a paesi esteri per loschi motivi e senza prova alcuna, quando non si entra nel merito delle proposte reali ma ci si costruiscono bersagli di comodo con puzzle di facebook , bisogna assumersi le proprie responsabilità e non si è più un sito di scrittori ma propriamente un sito politico. Non si tira il sasso e si nasconde la mano secondo antica tradizione dei “cattivi maestri”. Questo non è un gruppo di discussione chiuso ma un blog pubblico in rete in cui avete tirato in ballo nomi di persone tra cui il mio (dal 16/1 come sopra da voi evidenziato- e senza alcun motivo) . Caro Wuming1 io mi sono rivolto ai due autori, e non a lei, proponendo degli argomenti che sono stati elusi (come quello sulla piattaforma porto o l’ interpello alla Comunità Ebraica), tuttavia alle 7.39 di ieri lei rivolgendosi a me scriveva “per sottrarre le proprie natiche ai denti che le mordono” e poi ha continuato con toni border line inaccettabili in una discussione “politica”. Adesso lei riceverà dal sottoscritto una lezione di educazione memorabile- nel pieno rispetto delle norme vigenti- . Non sono arrivato a 62 anni per permettere a un giovinotto, per quanto pieno di sè, di rivolgersi a me in questa maniera- per quanto sia l’ illustre compagno della figlia di un docente universitario emerito di TS. saluti.

              • Deganutti, si calmi, e vedrà che forse ne veniamo fuori. Mi dica: chi ha accusato qualcuno di contiguità al nazismo? O di sudditanza a paesi stranieri per loschi motivi? Chi ha indicato qualcuno come “nemico del popolo”?

              • Qua si è parlato di mancanza di pregiudiziale antifascista. E si è parlato di capitalismo, di rapporti di proprietà…

                Se si mette tranquillo e rilegge il post, si accorgerà di aver capito male.

              • Deganutti, vedo che siamo addirittura alle indagini sulla mia compagna:

                “per quanto sia l’illustre compagno della figlia di un docente universitario emerito di TS.”

                Mi scusi, ma lungo questa china tra un po’ che farà, mi dirà che sa dove va a scuola mia figlia di otto anni? Che sa dove dormiamo quando siamo a Trieste? (*)

                Ecco i toni di chi rinfaccia ad altri “attacchi personali”.

                Ad ogni modo, muovete pure l’intelligence sul mio conto, anche quella russa se serve (**). Certo, mostrereste meno cattivo gusto lasciando fuori la mia famiglia. Ma, devo dirlo, non mi aspettavo granché di diverso.

                * Iperbole;
                * battuta; (ché qui tocca spiegare tutto!)

              • P.S. Nessuno, ma proprio nessuno, in nessuna parte del post, ha collegato Lei alla Monassi. Come Le hanno già detto e ridetto tutti quanti, Lei è stato citato, tra altri esempi, per dimostrare che dentro il neoindipendentismo triestino si trova affermata ogni cosa e il suo contrario, che mentre un massone orgoglioso di essere massone difende MTL, MTL attacca la massoneria tutti i giorni.

              • Grazie a Deganutti abbiamo scoperto che Giap non è solo il sito di alcuni scrittori cinesi come parrebbe a prima vista.

                Finalmente si è scoperto a cosa si riferiscono quegli enigmatici motti che compaiono in testa al sito: “Una comunità di lettori E NON SOLO” e “Slightly MORE THAN EXPECTED from a band of novelists”. Questi “cattivi maestri” vogliono fomentare l’odio tra le classi e il disordine civile.

                Sono indignato da questa pazzesca commistione tra letteratura e politica: per fortuna Deganutti mi ha aperto gli occhi. Dalle sue prossime indagini mi aspetto altre clamorose rivelazioni sui suoceri degli altri complici di questo piano criminoso.

                AGDGADU.

              • P.S.2 Anche l’annuncio di una querela o similia perché si è trovato in difficoltà in una discussione non le fa fare una gran bella figura, devo dire.

              • P.S.3 Mica è colpa nostra se avevamo previsto che, come l’altra volta, sarebbe venuto qui a lasciare commenti su commenti… ma senza mai rispondere sul punto per il quale l’avevamo citata. Abbiamo linkato un commento pubblico che Lei aveva liberamente lasciato su Giap in un’occasione precedente, sarebbe bastato rispondere sulla questione che in diversi hanno continuato a porle, invece di eluderla e parlare d’altro.

            • Dunque era un riferimento al Book Bloc, questa pericolosa macchina di morte. Alla faccia del cambiare argomento! Ma è normale: Lei deve per forza gettare materiali a casaccio tutt’intorno, confondendo storie personali diverse e aree politiche diverse, per poter gridare ai violenti, agli estremisti, ai teppisti, domani anche ai terroristi. Questo perché non può discutere nel merito del post, deve evitare di stringersi il “double bind” intorno al collo. Infatti, come più volte è stato fatto notare, quello che abbiamo riportato noi sui rapporti tra MTL e Russia e che Lei è venuto a smentire non è farina del nostro sacco, ma del sacco di Gombac, Ferluga e compagnia cantante. Le loro parole sono state riportate testualmente, addirittura fotograficamente. Quindi, se Lei resta nel merito, ha solo due opzioni: o dà ragione a noi, o sono dei parolai millantatori loro. Per forza deve tirare in ballo i forconi, Askatasuna, i catalani, i massoni morti nella seconda guerra mondiale, i 4 + 4 di Nora Orlandi, l’orbita di Mercurio…

            • Deganutti, cosa sa lei di quella foto? Sa quando è stata scattata? Sa a cosa servivano quegli scudi? Ha visto cosa c’è scritto *sopra* quegli scudi?

    • Deganutti, mi creda, io capisco il suo dramma. Non so se le hanno chiesto di intervenire o se lo ha fatto di sua iniziativa, fatto sta che si trova nella spiacevole situazione di dover difendere il MTL dalle cose che che lo stesso MTL ha detto di sè. Perchè vede, è proprio il MTL che da mesi ci sta dicendo che Putin libererà Trieste, che Trieste ha un radioso futuro di tax-haven, che “triestinian first”, che “in Triest we love the governor”, and so on and so on. Poi lei arriva qua e ci spiega che no, che sono tutte cazzate, che blablabla. Si trova in un bel “double bind”, Deganutti: se prende sul serio quel che dice il MTL deve darci ragione. Ma visto che è venuto qua per darci torto, allora non può prendere sul serio quel che dice il MTL. Come se ne esce? Beh, prendendo coscienza che non è obbligatorio restare dentro un “double bind”. Ci pensi, Deganutti.

  12. Inchiesta inquietante, anche se non ho capito quanto c’è da preoccuparsi. Mi ha molto divertito che vi abbiano definito “mafiocomunisti”

    • Grazie. C’è da preoccuparsi, innanzitutto, del fatto che a migliaia di triestini (dalle 5000 alle 8000 persone hanno sfilato in corteo per il TLT il 15 settembre 2013) venga propinata una risposta farlocca alla crisi e alla povertà, l’ennesima ricetta di particolarismo ed egoismo sociale, coi soliti miti sulla spregiudicatezza finanziaria, il libero mercato, l’arricchimento facile. C’è da preoccuparsi che in una zona storicamente “sismica” e dove spesso si sono avviate incontrollabili reazioni a catena, un movimento ambiguo stia facendo l'”apprendista stregone” con le eredità di una Storia lacerata e complicata da odii etnici, nazionali e sociali di ogni sorta. E poi c’è da preoccuparsi che costoro si siano pure infilati in una faccenda energetico-geopolitica palesemente più grande di loro.

  13. Deganutti, non mi sembra utile assumere un atteggiamento complottista invece di entrare nel merito delle questioni.
    Per quanto mi riguarda non sono un cosiddetto estremista antagonista, anzi non sono neanche comunista, nè estremista nè moderato, e comunque neppure conosco nè i Wu Ming nè gli autori dei pezzi del post. Sono solo un privato cittadino, con le proprie idee, che commenta qui, anche piuttosto sporadicamente, quando ci sono temi di proprio interesse.
    Non ho alcun approccio ideologico alla questione. Mi sembra di aver tentato delle analisi sui fatti. Nel merito di quanto ho scritto, dalla contraddizione tra l’essere massone e l’adesione a un movimento che recupera la tradizione asburgica che ha messo fuori legge la massoneria e oggi mette al centro dei propri discorsi politici, a partire dal proprio neo-presidente, il complottismo anti-massonico, per continuare con un’analisi strategica del perchè questi neo-indipendentisti – dichiarandolo loro e in più occasioni – guardano con tanto favore a modelli di liberismo autoritario come quelli della Russia di Putin, di Hong Kong e Singapore, fino a una disamina storica dei precedenti asburgici e del periodo GMA apertamente rivendicati da questo neo-indipendentismo triestino, nel merito di tutto questo non ricevo alcuna risposta. Mi dica punto per punto dove sbaglierei sui fatti riportati.
    O la sua narrazione su un neo-indipendentismo triestino come piacerebbe che fosse è sacra e non va sottoposta alla verifica dei fatti? O il principio di realtà rovina il principio di piacere di immaginare che il neo-indipendentismo triestino sia simile a quello repubblicano, anti-fascista, europeista della Sinistra Repubblicana di Catalogna, quando invece è asburgo-nostalgico, agnostico su fascismo e anti-fascismo, dichiaratamente anti-europeista e ha rivendicato orgogliosamente ottimi rapporti con i nazionalisti inglesi dell’UKIP di Farage su un forum triestino firmandosi non Pinco Pallino ma Movimento Trieste Libera?

    Sulla questione del complottismo anti-massonico – e non solo anti-massonico, purtroppo – nel neo-indipendentismo triestino, le segnalo il caso di un esponente politico triestino di rilievo sotto processo per istigazione razziale per aver parlato di “potere giudaico-massonico” come tantissimi commentatori indipendentisti, solo che lo ha fatto dal palco del congresso 2012 della Lega Nord di Trieste, della quale è consigliere provinciale. Paolo Polidori non è di MTL, come neanche lei lo è, perchè il movimento neo-indipendentista non si riduce a MTL. Ci sono simpatizzanti, c’è la Voce di Trieste, c’è il Comitato per il Porto Libero, c’è il Fronte per l’Indipendenza di Marchesich, già leader locale delle camicie verdi, c’è l’ala nazionalista dell’Unione Slovena e c’è anche, piaccia o non piaccia, l’ala indipendentista della Lega Nord, della quale è leader Paolo Polidori che è schierato apertamente per il TLT e ha partecipato a numerosi cortei promossi da MTL.
    Al di là dell’aspetto giudiziario che non ci interessa, l’indipendentista Polidori ha parlato di “potere giudaico-massonico” dal palco di un congresso politico, non ha ritrattato, ma, anzi, accusato di istigazione all’odio razziale dalla comunità ebraica, ha eccepito la giurisdizione della magistratura italiana perchè Trieste sarebbe TLT e si è scelto un avvocato che, durante il processo, ha definito “l’ebreo” l’avvocato della comunità ebraica Alberto Kostoris che lo ha querelato. Se non l’ha già letta precedentemente, può vedere una sintesi di questa notizia sul Piccolo di oggi, a lato di un articolo che parla dell’incendio doloso della sede di Cervignano dello studio di Kostoris, avvocato della comunità ebraica di Trieste.
    Ripeto che non interessa l’aspetto giudiziario, ma quello politico, nel quale questo fatto si unisce a tantissmi altri circa un complottismo antimassonico e/o anti-ebraico, entrambi di triste memoria – basti ricordare le potenze pluto… – emersi sul web e anche evidenziati nelle inchieste svolte su questo blog.
    Bisogna prendersela con chi parla di questi fatti o con chi questi fatti li produce in quantità dall’interno di questo neo-indipendentismo?

  14. Messo aggiornamento sotto l’ultima nota del post.

  15. Sig.WUMING1, non faccia la vittima, che Lei frequenti Opicina Trieste lo ha detto lo scorso ottobre in un post rispondendomi. Una querela il 16/1, prima dell’ ultima “inchiesta”, l’ha evitata solo per rispetto a suo suocero, che è uno scienziato e un galantuomo, che ho incontrato ad una cena a casa di comuni amici diversi anni fa e nel corso della quale ho saputo chi era lei , sono intervenuto in ottobre su questo blog perciò bendisposto. Ho incontrato solo arroganza, saccenteria, incompetenza e maleducazione. Adesso ha passato abbondantemente il limite additando al ludibrio e deridendo ( come ha fatto senza motivo il 16/1) una persona che voleva solo chiarirvi le idee a farvi metter i piedi a terra rispetto alle vostre inattendibili fonti locali, e ci rivediamo nelle opportune sedi per tutte le sue dichiarazioni nei miei confronti e i contenuti dell’ “Inchiesta” e vedremo se sarà provata o si tratta di diffamazione e/o calunnia. Per quanto riguarda i BOOKBLOK, non basta travestire gli scudi da libri per poter andare in giro con caschi e viso nascosto ed essere considerati ghandiani. Le assicuro che anche i manganelli della celere se travestiti da mazzi di fiori fanno male lo stesso. Anche in Inghilterra gli studenti hanno messo davanti dei cartelli a forma di libro, ma erano senza caschi e a viso scoperto e non cercavano visibilmente lo scontro indirizzati da irresponsabili. Arrivederci in Foro Ulpiano.

    • Deganutti, mi faccia capire, la frase “incriminata” del 16/01 sarebbe questa battuta qui?

      “Sì, ma per carità, chiudiamo l’OT sulla massoneria, ché poi arriva Deganutti, ed è troppo presto! :-)”

      Faccia pure la querela, se pensa di sentirsi meglio. Però la avverto, per lei sarà solo una perdita di tempo. Sospetto che verrà archiviata in men che non si dica, dato che non vi sono estremi di diffamazione (la frase non è insultante in alcun modo) né tantomeno di calunnia (perché vi sia calunnia un soggetto X deve presentare all’autorità false accuse rivolte a un soggetto Y).

      Si tratta di una battuta con tanto di faccina sorridente per rafforzarne l’intento scherzoso. Semplicemente, avevamo previsto che Lei sarebbe intervenuto su Giap con precisazioni su precisazioni a proposito della massoneria, punto. Precisazioni, e anche questo l’avevamo immaginato, non necessarie nei nostri confronti, perché non rispondenti alla questione da noi posta nella frase dove linkavamo un suo vecchio commento, ovvero: come concilia il suo essere massone con la difesa di un movimento al cui interno si denunciano continuamente complotti “massonici” e “giudeo-massonici” e si usa massicciamente “massone” come insulto?

      Eravamo sinceramente interessati a capirlo, ma non ce l’ha voluto dire.

      Per il resto, “arroganza, saccenteria, incompetenza e maleducazione” non sono solidi argomenti oggettivi ma sue interpretazioni soggettive – e figlie dell’arrabbiatura – di quel che è avvenuto in questa discussione.

      Il fatto che io, mesi fa, abbia detto di frequentare Opicina non autorizza nessuno a usare come argomento in una discussione la famiglia della mia compagna, sulla quale non avevo fornito alcuna informazione perché non ha né potrebbe avere alcun ruolo in questa vicenda.

      Infine, davvero non capisco come mai, se stima tanto mio suocero, continua a tirarlo per la giacca e cerca di trascinarlo in una polemica alla quale è assolutamente estraneo.

      Possibile che non si renda conto di quant’è sproporzionata e sopra le righe questa sua reazione, e che brutta figura sta facendo di fronte a chi ci legge?

      Guardi che per rimediare è ancora in tempo. Basta farsela sbollire.

    • A me sembra che il rispetto si guadagni anzitutto rispettando se stessi, a cominciare dalla coerenza e dal rispetto per gli altri, e quest’ultimo non è solo una questione formale, non è solo questione di evitare espressioni colorite, ma è anche e soprattutto trattare gli interlocutori alla pari, non come dei minus habens che non hanno accesso a qualche tipo di Misteri Iniziatici, e che per tale ragione meritano di essere compatiti e ignorati quando pongono domande puntuali. Non esistono domande sbagliate tra persone civili.

      Mi sembra poi curioso invocare rispetto in funzione dell’età: sono vecchio anch’io e posso dirlo, dal momento che continuo a imparare dai giovani (e a non pretendere il posto a sedere sui mezzi pubblici).

      Altrettanto singolare mi pare appoggiare e difendere un movimento che vuole scrollarsi di dosso lo Stato, salvo poi ricorrere alla giustizia di quello stesso Stato quando fa comodo. O dentro o fuori: questa è la coerenza.

      Infine penso (e sia chiaro che parlo per me) che quando faccio brutte figure, come può capitare a chiunque, prendermela con gli altri serve soltanto a cacciarmi più a fondo nella buca che mi sono scavato, e che se proprio credessi che il rispetto si ottenga con le querele, dovrei casomai querelare me stesso. Poi ognuno si regola come crede ed è libero di divertirsi a scavare come gli pare.

  16. p.s: Sul post precedente non è venuta la frase:
    “tanto poi le cariche e le botte se le prendono quelli senza casco e scudo!”

    • Se davvero ci tiene a parlare del Book Bloc come tattica di piazza, rimanga pure qui tra noi, ma allora non dica “Ci vediamo in tribunale”. O continua a dialogare qui, o ci vediamo in tribunale, decida cosa vuole fare, le due cose insieme non sono fattibili.
      Come vede, i volti coperti c’erano anche nel Book Bloc di Londra:
      http://www.housmans.com/blog/wp-content/uploads/Book-bloc-London.jpg
      E in altre foto che posso linkarle sono ben visibili dei caschi.
      Volto coperto e casco non implicano automaticamente atti violenti. Sono protezioni, come la maschera antigas contro i lacrimogeni, che – lo sa anche Lei, su! – non vengono gettati solo contro i “facinorosi”, ma contro tutti quanti.

      • Sinceramente trovo a dir poco inquietante richiamare presunti rapporti o conoscenze interpersonali in una discussione pubblica come questa. Avendo letto e letto e letto il post ed i commenti, non comprendo quali siano i commenti imputati di diffamazione. Esistono commenti, anche aspri, ma legittimi, la libertà di pensiero è anche ciò, e non può essere un tribunale la sede chiamata a pronunciarsi sulla libertà di pensiero. Cosa diversa quando emergono accuse calunniose, ma qui io non ho visto nessuna calunnia.
        Esprimo la mia solidarietà a WuMing1.
        mb

  17. “Intanto su Giap Deganutti ha perso il controllo e minaccia querele contro Tuco, Olivieri e Wu Ming. Così gli fa un favore, certamente i Wu Ming se la giocheranno mediaticamente nel modo più sensazionale possibile, come fecero quand’erano Luther Blisset con la causa civile per il libro “Lasciate che i bimbi” e come è racocntato nel bel libro di Antonella Beccaria “Processo al diavolo””

    Così si commenta sul forum triestino bora.la:

    http://bora.la/2014/01/07/arrivano-le-targhe-del-territorio-libero-di-trieste/#comment-325136

    • Però se fate spoiler in questo modo non c’è quasi più gusto.
      Quasi.

    • Chiariamo un punto: noi stiamo sempre molto attenti a non fornire appigli o pretesti per querele. Chi frequenta questo blog sa quante volte ci capita di avvertire i commentatori o di intervenire direttamente, rimuovendo frasi scritte senza pensare. Siamo finiti in tribunale civile 16 anni fa, da allora abbiamo studiato la questione, combinato consapevolezza giuridica e ars retorica per impedire a chicchessia di farci causa per metterci la mordacchia. Nel XXI secolo ci è arrivata una sola querela (da un partitino neofascista), talmente pretestuosa che è stata archiviata subito. Noi non cerchiamo querele, ma se qualcuno vuole farcene una lo stesso, perché troppo permaloso o per intimidire, noi non solo non abbiamo nulla da temere, ma andiamo alla battaglia e tiriamo su un bel carnevale bakhtiniano. Nella nostra arte marziale non esistono parate, il colpo dell’avversario non è che un’occasione di sferrare il proprio. Se serve, siamo pronti. Daje!

  18. Questa è almeno la quarta volta in pochi mesi che durante un qualche tipo di discussione (su un blog, come in questo caso, oppure a distanza, a mezzo stampa) qualcuno minaccia di querelare qualcun altro. E parlo solo di casi che seguo di persona e che ho deciso di studiare. Ce ne sono migliaia di analoghi.
    L’impressione è che da una parte chi querela non conosca perfettamente la fattispecie del reato di diffamazione. Ciò da un punto di vista strettamente tecnico-giuridico. In un appello a difesa del collettivo Senza Slot (già linkato su Giap in altro tread) scrivevo che lo strumento della querela viene impiegato sempre più spesso per sviare da un confronto pubblico, chiudendolo in un’aula di tribunale. E’ un argomento di Italo Mereu (per inciso giurista di formazione liberale, non marxista), della cui validità si hanno quotidianamente dimostrazioni. Ma il reato di diffamazione non è stato introdotto nell’ordinamento a questo scopo.
    Nell’interpretazione che ne dà la giurisprudenza più che consolidata, il reato di diffamazione non sussiste quando l’atto supposto-diffamatorio consiste di una serie di asserzioni verificabili, rilevanti e continenti (i tre paletti del diritto di cronaca): nel caso di questa discussione, tutte le affermazioni che vengono formulate sono corredate da abbondante citazione delle fonti, linkografia etc. Quanto al requisito della pubblica rilevanza, un’inchiesta sull’indipendentismo triestino direi che vi rientra perfettamente. Quanto alla continenza, anche i commenti più caustici sono scritti in tono civile, al limite sferzante, ma il reato di diffamazione presuppone l’offesa alla reputazione di qualcuno, non la lesa maestà. Se uno ha enorme o infima stima di sé stesso o delle sue posizioni (bene o male che faccia) al codice penale questo non interessa. Il riferimento alla calunnia è errato, forse si intendeva il reato di ingiuria, cioè la versione privata della diffamazione: resterebbe comunque un riferimento errato, ma meno improprio.
    Un’altra cosa che accade di frequente è che querele di questo tipo si fondano su frasi estrapolate dal contesto e ricomposte in modo da avvalorare la tesi di un intento diffamatorio (o addirittura criminoso). Ma in tribunale l’affermazione diffamatoria va provata producendo prove documentali in grado di resistere alle deduzioni probatorie (e eventuali controquerele) della controparte. [A meno che il giudice decida di non assumere prove della difesa pienamente ammissibili, ma questa è un’altra storia, ben documentata dalla campagna #zittimai].
    A me pare che in questo post e nei commenti in calce si pongano soprattutto interrogativi, si richiedano con forza dei chiarimenti, dopo aver esposto argomenti concatenati logicamente, in grado di “tenere” a una verifica sillogistica.
    Semplificare l’argomento dell’avversario può avere anche una certa efficacia retorica (che però alla lunga verrebbe comunque neutralizzata), ma di lì a costituire impianto per una querela non manifestamente infondata ce ne passa.
    Chiedo scusa per il giuridichese, ma qui piovono minacce di querele (quando non direttamente querele senza minaccia) e la cosa merita di essere presa sul serio.

  19. RAID AEREO ITALIANO SU TRIESTE

    “Aerei militari italiani che entrano nell’area urbana di Trieste a volo radente in mezzo alle abitazioni a volo subsonico spacciati come “frecce tricolori”… E’ accaduto oggi tra le 15.05 e le 15.10. Nel territorio occupato di Trieste. Atti intimidatori in una terra che attende la propria liberazione… Dicono che qui l’Italia faccia queste esercitazioni perché il territorio assomiglia all’Afghanistan…”

    “Entrano anche in Slovenia, perché la Slovenia ha affidato la propria difesa aerea all’Italia… ma il Territorio Libero di Trieste non ha deciso di farsi occupare dallo Stato Italiano… Che gli aerei militari italiani sorvolino pure Lubiana, ma non Trieste… e che non passino a quota 35 metri in piena attuazione di tattiche di guerra per impaurire i “ribelli” triestini…”

    “Si phase #2 dopo il “W Trieste, Trieste libera” di Enrico Letta accanto a Putin … lo stesso giorno della “quasi sentenza” sul Memorandum di Londra, e conseguente silente esorcismo mediatico italiano, UN jet italiano sorvola “acrobaticamente” la città di Trieste. Domanda: siete davvero cosi pochi ad aver compreso cosa sta accadendo qui, adesso?”

    “Ufficialmente, fra mar e carso i vien a provar i novi sistemi ottici za de un bel poco, specialmente con elicotteri. No savessi se sto giro xe stada la stessa roba o no…”

    “Sembra sia il capitano ***, di Muggia, da Rivolto….”

    “capita spesso…un delle frecce tricolori xe triestin de Muia…el passa qua sora a far el mona per saludar gli amici….”

    Interventi, nell’ordine, di:
    Giurastante (22/1/2014, 23:38)
    Giurastante (23/1/2014, 00:13)
    Gombac (23/1/2014, 00:35)
    Stok (23/1/2014, 9:32)

    e 2 commentatrori xyz (23/1/2014, 00:13 e 23/1/2014, 7:13)

    • Nel paese delle mille servitù militari, che fa da portaerei per ogni missione di guerra nell’area mediterranea e mediorientale, è sacrosanto tenere d’occhio le esercitazioni e/o preoccupanti exploit individuali (siamo anche il paese del Cermis). A maggior ragione nella zona dell’Adriatico orientale, tanto “tribolata” dal punto di vista storico e geopolitico.

      Proprio per questo, bisognerebbe evitare di trasformare tale vigilanza in una barzelletta paranoica e micronazionalista, parlando di un’intimidazione “contro i ribelli triestini” e aggiungendo “sorvolino Lubiana ma non Trieste” (NIMSY? Not In My Sky Yard?) etc.

      …per poi scoprire che è l’exploit ricorrente di un capitano di una cittadina della provincia di TS che forse ha visto troppe volte “Top Gun”. Preoccupante, rischioso, anche arrogante, ma non c’entra niente con l’interpretazione MTL-centrica data in un amen su FB. Data non da cittadini qualsiasi, ma dal presidente del movimento.

      Muli, rendeve conto, semo a un passo da le scie kimike usade dai “lianta” per avelenar i triestini…

    • Perchè stiamo seguendo questa storia surreale?

      Perchè è un esempio perfetto di come una sacrosanta battaglia portata avanti dai movimenti da decenni, quella contro le basi militari, le esercitazoni aeree, la militarizzazione del territorio, ecc. ecc., possa essere risemantizzata, stravolta e rigiocata in chiave paranoide-identitaria nel vuoto politico in cui ci troviamo.

      • E, come abbiamo detto sin dall’inizio, è così sotto ogni aspetto.

        Che dire dell’avversione al nazionalismo italiano che diventa micronazionalismo triestino e presenta le stesse logiche del suo avversario retorico, solo su scala ridotta?

        Che dire della necessaria disamina e critica storica su annessione militare e italianizzazione forzata che diventa revanscismo neoasburgico?

        Che dire del conflitto sociale intrinseco alla società capitalistica che diventa conflitto tra triestini DOP e “lianta”?

        Che dire dell’anticapitalismo che si presenta nella sua sempiterna versione degradata – per dirla con Bebel – di “socialismo degli imbecilli”, ovvero denuncia del complotto pluto-giudaico-massonico?

        E l’internazionalismo, la critica dei confini che separano gli sfruttati, che si rovescia nel suo contrario e diventa ammirazione per il movimento “sconfinato” dei capitali, per le zone tax-free, per Dubai, Singapore, Hong Kong, e al tempo stesso diffusa esecrazione per i migranti, cioè persone che cercano di superare i confini in cerca di una vita migliore? Libertà di movimento per i capitali, CIE per gli sfruttati.

        Fin dall’inizio, , come già avevamo fatto col grillismo, noi abbiamo letto questo movimento come *diversivo*, un tipico diversivo da tempi di crisi, che devia e incanala le energie dei lavoratori e fa virare lotte giuste verso obiettivi dalla cui realizzazione i lavoratori stessi hanno ben poco da guadagnare.

        • condivido, ma il ragionamento tipico che molti compagni che fanno e che vedono con favore questo processo è che intanto si fa e poi si vedrà, mi pare di vedere gli stessi meccanismi dell’impresa fiumana, eppure gli indici erano chiari fin dall’inizio ed infatti si è vista come è andata a finire, anzi non è proprio finita perchè continua ancora e noi siamo qui anche per questo direi…

          • @Marco, scusa ma io “molti compagni” che vedono con favore non ne conosco. A dirla tutta ne conosco due, uno in particolare da mesi preannuncia che scriverà qualcosa per spiegare il suo punto di vista senza farlo, mentre nessun altro diciamo dell’area ampia della sinistra triestina si è preoccupato di venire qui o altrove a ragionare anche criticamente.
            Poi ci sono quelli che erano in piazza il 15 settembre, ma di molti so che erano là a dare un occhio, come si suol dire, mentre qualcuno magari all’inizio può avere guardato con interesse per l’approccio apparentemente antinazionalista della cosa, ma mi pare che hanno capito presto qual era la vera natura di MTL (un po’ grazie anche al nostro lavoro).

            • Compagni chi? Camerati tanti!
              Il neo-indipendentismo triestino, oltre che di leghisti e grillini, è strapieno di camerati.
              Un esempio? Il 21 gennaio scorso, nei commenti a un post su facebook del neo-mebro del direttivo MTL Claudio Beorchia sulla questione della Zona B, così risponde l’indipendentista storico Giorgio Marchesich a chi polemizza con lui:”Voi chi…? Voi che eravate in Avanguardia nazionale o nel Fronte della Gioventù e sventolavate il tricolore italiano!!!” Nessuno dei commentatori nega il fatto, mentre una certa MD risponde:”certo!!……” e poi Giorgio Marchesich aggiunge:”non accetto lezioni di indipendentismo da “fascistelli/elle”, che gridavano fino all’altro giorno viva l’Italia!!!” e, di nuovo, nessuno nega, ma si mettono a parlare di altro.
              Il “neneismo” del neo-indipendentismo non è solo una scelta, ma anche una necessità perchè, insieme a leghisti e grillini, i camerati sono una delle tre componenti fondamentale della miscela identitaria italofona del movimento. Ad arricchire la formula, in campo sloveno, vi è l’ala identitaria dell’US, non gli sloveni di sinistra o centro-sinistra.
              Questo quadrilatero di provenienze – leghisti, grillini, camerati, sloveni identitari – usa il “neneismo” sia per poter stare insieme sia come cortina fumogena, ma non ha nè dirigenza nè presenza militante consistente che viene da sinistra, anche se, ovviamente, casi individuali, sono sempre possibili. E’ una cosa molto diversa dal M5S.

              • Esatto! E’ palese che là dentro sia pieno zeppo di fasci e di nazi riverniciati. E il velo di vernice è veramente molto sottile, non basta a schermarli dal “richiamo della foresta” quando si parla – per esempio – di immigrazione, di diritti civili etc.
                E infatti – come abbiamo visto – costoro in Putin ammirano il capo dal pugno di ferro che tratta male le minoranze, e ogni giorno condividono gli stessi “memi”, gli stessi “fumetti” del cazzo, le stesse puttanate “virali” dei fasci e dei leghisti.
                Del resto, noi nel secondo post su MTL
                http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=14479
                avevamo pubblicato il commento di un certo “Kshatriya”, un nazistoide post-evoliano che dal fascismo e dalla “Tradizione” è recentemente passato a questa “new wave” di indipendentismo tergestino “neneista”, e ci spiegava perché la sua scelta è coerente col suo credo.

              • aggiungo solo una nota per chi, non essendo di trieste, potrebbe fraintendere. lo stesso marchesich e’ un uomo di destra, di una destra austriacante, haideriana. questo per dire che quando rinfaccia a certi neo-indipendentisti il loro passato italianissimo, non lo fa certo da una posizione di indipendentismo democratico-progressista.

              • Da quanto ho sentito in giro e letto sui media in lingua slovena, credo che si possano escludere spiccate simpatie per il MTL da parte dei simpatizzanti della Slovenska skupnost (che peraltro non si fa più chiamare Unione slovena da parecchi anni). Che io sappia, l’unico esponente di spicco della Ssk a essersi espresso pubblicamente a favore del TLT è Peter Močnik, dirigente storico della Ssk e avvocato di professione, tra l’altro escludendo categoricamente l’inclusione della zona B nell’ipotetico Stato triestino e inquadrandolo in un contesto europeo.
                Il tuo riferimento a una supposta »ala identitaria« della Ssk è fuorviante, perché dà l’idea di una comunità statica, cristallizzata al dopoguerra, quando una rigida suddivisione tagliava la società civile e politica della comunità slovena in due scompartimenti stagni. Con lo smembramento della Jugoslavia e l’indipendenza della Slovenia, la dialettica interna alla comunità si è fatta via via più intensa e anche tra gli sloveni del FVG il voto è diventato più mobile che mai (anche tra quelli che tu definisci sloveni identitari). Oltre che fuorvianti, i tuoi ripetuti richiami alla componente nazionalista della Ssk in questo contesto sono pure sbagliati, perché nessun nazionalista o patriota sloveno accetterebbe mai di sacrificare una parte del territorio della propria »madre patria« a favore di uno Stato estero, anche a costo di tenersi l’Italia in casa propria.
                Non dimentichiamo, inoltre, che per motivi storici la stragrande maggioranza degli sloveni in Italia è radicalmente antifascista e che la stessa Ssk, quando non si presenta da sola, fa sempre parte delle coalizioni di centrosinistra sia a livello locale che nazionale.

              • MTL continua a ripetere di avere grande consenso nella comunità slovena.

                Essendo un movimento prevalentemente italofono e colmo di gente che fino a pochi mesi fa sventolava il tricolore e inveiva contro “i s’ciavi”, è comprensibile che ci tenga molto, a questo argomento.

                Ebbene, qualcuno ci tiene a tal punto da mandare frotte di “lianta” che non spiccicano una parola di sloveno a cammellare e quindi taroccare un sondaggio on line del “Primorski dnevnik”.

                Ricordiamola, questa storia, ché ne vale la pena:
                http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=14479&cpage=1#comment-22347

              • Sul Primorski dnevnik sono apparsi diversi articoli firmati da Bojan Brezigar, giornalista (e non solo) di area Ssk, molto critici nei confronti di MTL e in generale della TLT renaissance. Per cui penso che sì, Zora ha ragione. La Ssk non è un monolite, come a maggior ragione non lo è la comunità slovena. “Gli sloveni” vengono tirati in ballo da MTL per darsi un’aura anti-nazionalista, e dai veterofascisti per accusare MTL di voler anettere Trieste alla slovenia. Sono due frame tossici che si sorreggono a vicenda, e vanno smontati entrambi.

              • Zora, sulle caratteristiche della presenza del neo-indipendentismo triestino tra gli sloveni, sicuramente ne sai di più tu dall’interno. Credo sarebbe utile e interessante che approfondissi l’argomento.
                L’avvocato e dirigente storico di Ssk del quale parli, se non sbaglio, è anche da molti anni il segretario provinciale di Ssk e quindi le sue prese di posizione vengono lette dall’esterno come rappresentative di una fetta consistente di quel partito:
                http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/09/19/news/trieste-libera-divide-gli-sloveni-mo-nik-la-protesta-va-ascoltata-1.7767560
                Anche perchè si dice – è vero? – di suoi rapporti molto stretti con un giornalista che è un forte influenzatore di Mtl e con la stessa posizione favorevole a mantenere la rivendicazione del Tlt nei limiti della zona A.
                A parte il discorso sulla presenza di neo-indipendentisti dentro Ssk, Mtl sostiene di avere una consistente presenza slovena all’interno e suoi esponenti indicano Andrej Rupel e Darko Jermanis, neo-membri del direttivo, come suoi esponenti. Se è vero, sarebbe interessante capire che caratteristiche ha questa presenza di sloveni dentro un movimento di questo tipo.
                Sull’identitarismo sloveno vicino al neo-indipendentismo, mi riferivo non a un identitarismo nazionale, ma territoriale. Per esempio, Boris Pahor, chiarendo la propria posizione sulla contrarietà al sindaco nero di Pirano, disse che il problema non era che fosse “non sloveno”, avrebbe potuto essere anche italiano, ma che non fosse originario del territorio e che quindi il problema era di identità locale, non di lingua o colore della pelle.
                Butto là queste che sono solo impressioni dall’esterno proprio perchè sarebbe utile avere utili chiarimenti dall’interno.

              • ginseng
                Non ho mai militato in nessun partito e non ricopro ruoli di rilievo nelle varie organizzazioni slovene. Le impressioni che mi sono fatta mi derivano dalle normali frequentazioni quotidiane e dalla lettura nemmeno tanto assidua di giornali e portali di informazione, pertanto non ho alcun tipo di insider information da fornire.

                Quel che posso dirti è che conosco un unico acceso sostenitore del MTL, ma anche quello è italofono; che Andrej Rupel fa effettivamente parte della comunità, ma non credo che graviti nell’area della Ssk; che secondo me Močnik parlava più a titolo personale che in nome del partito. Chi si è avvicinato al MTL lo ha fatto per motivazioni simili a quelle dei sostenitori italofoni: la crisi morde e dopo decenni di conflitti etnici l’idea di una triestinità inclusiva può risultare attraente (ma solo per i triestini originari, ovviamente). L’unica conclusione che ne traggo è che i mone sono equamente distribuiti in entrambe le comunità etniche e che a Trieste sembra esserci una sorta di fissazione con la componente slovena della città. Non appena in città succede qualcosa di particolare, bisogna controllare le reazioni della comunità slovena, come se fossimo una cartina al tornasole degli umori della città e non una comunità fatta di persone. Ma che cos’è: una specie di fetish?

                Quindi dopo avere assolto al mio ruolo di s’ciava di professione, spero che voi mafiocomunisti di papà (:P) continuerete a parlare di gas, putin, dubai, lavoro e diritti civili, nella speranza che prima o poi riuscirete a convincere questi miei concittadini non particolarmente svegli che i nostri veci dimostravano di saperla lunga quando dicevano che “soldi fa soldi e merda fa merda”. In altre parole, e come non si stancano mai di ripetere i wuminghi: anche a Trieste in conflitto sta da un’altra parte.

              • P. S. Pahor ha 100 anni e alla sua età può permettersi il lusso di dire tutto quel che gli salta in mente. Mica bisogna prenderlo per forza sul serio.

            • purtroppo ci stanno o meglio certamente vi erano…certo bisognerebbe capire cosa si vuole oggi intendere per compagni, e forse su ciò andrebbe fatta una riflessione seria,più di un paio li conosco io di persona e forse uno lo conosciamo in comune,non sono attivisti del mtl ma in piazza con loro almeno il 15 settembre li ho visti e non erano lì per osservare come ho fatto io ed altri ancora, in quella successiva non ho potuto verificare perchè avevo di meglio da fare, ci sono scesi perchè vedevano, non so se lo vedono ancora, nel tlt la possibilità di cambiare le cose e nel porto una possibilità di sviluppo per il lavoro, che poi il mtl sia quello che sia, penso che ognuno di noi in questi mesi ha dato diversi spunti di riflessione per far aprire gli occhi e non solo…Vedremo alla prossima manifestazione, che penso faranno alla scadenza dello pseudoultimatum, chi ci sarà e speriamo che quanto tu dici corrisponda alla situazione di oggi!!!

  20. Fascisti e indipendentisti uniti contro #Kyenge a #Trieste

    Esempio di discussione a cui partecipano alcuni indipendentisti, alcuni fascisti, e alcune persone non etichettabili:

    Triestini Riuniti: Kyenge sbarca a Gradisca tra proteste e spudoni … xe stada quasi linciada . ga sbagliado region 24 January at 20:18

    Diego: Te sa si che ga sbaglia region quell’infame 24 January at 20:23 · 2

    Fabio: che la vadi in Teronia. 24 January at 20:23 · 1

    Fulvio: Notizia falsa non la se nemmeno arrivata a gradisca la va direttamente a udine 24 January at 20:25

    Ricky: sono una banda di icivili…e cafoni 24 January at 20:26

    Diego: Migrati di merda..e bastardi 24 January at 20:27 · 1

    Ricky: ….ecco….. 24 January at 20:28

    Diego: Nn pol rubar dove Son nato..cazzO..Xe ora de dir basta 24 January at 20:29 · 1

    Ricky: + e cossa ga rubà scusa….? 24 January at 20:30

    Diego: Lavor..basta..la dignità sopratutto..ho sbaglio 24 January at 20:31 · 2

    Ricky: la kienge no ga rubà niente a nissun…….. 24 January at 20:33 · 2

    Triestini Riuniti: allora adesso dime che cazzo i lavora quei che xe qua…. drio man chieder soldi in giro ….ieri iera in piazza grande un col brazo magro ..poi un altro senza gambe …poi un altro senza brazo …eee dio porco basta 24 January at 20:34 · 2

    Triestini Riuniti: solo la porta sti sgorbi qua de noi 24 January at 20:34 · 1

    Triestini Riuniti: vado de siora rosa a magnar un panin entra prima un nero prepotente dame per caffe’ insistente poi un altro dei dei nn stemo scherzar tutti fora dai coioni chi nn lavora 24 January at 20:37 · 2

    Diego: Questa l’italia di vecchi…lasciamo i vecchi..e pensiamo a noi giovani..la kjenge e una puttana…e i diritti…le case dell ater a chi le da….a noi no di sicuro…io ragiono per un futuro per i giovani italiani…mio figlio..e i figli…di tutti gl’italiani…che anno il cazxo pieno..della kyenge ecc….a NOI DUCE….A NOI LA LIBERTÀ…E LA PROPIA DIGNITÀ…. 24 January at 20:37 · 2

    Diego: No bandiere…la forza…..i veri forconi..se vol…cazxzooooooooSee 24 January at 20:39 · 3

    Triestini Riuniti: diego te ieri mai al ater a leger chi ciapa le case nel libro quaderno …solo stranieri e basta 24 January at 20:39 · 3

    Triestini Riuniti: go visto un do de lori con el turbante in corso italia dime che cazzo pol lavorar quei 24 January at 20:40 · 1

    Triestini Riuniti: son sai incazzado 24 January at 20:41 · 1

    Diego: A pordenone..8 mesi fa circa..c’era il visto per case dell ater..se le ga ciapade tutte ste merde…mi nn parlo solo per mi ma in generale…S 24 January at 20:41 · 1

    Triestini Riuniti: ma te se rendi conto 24 January at 20:42

    Diego: Xemo in due amico..e piu de un 24 January at 20:42 · 1

    Triestini Riuniti: semo pien credime 24 January at 20:42

    Diego: A NOI 24 January at 20:44 · 1

    Bruno: Volesi veder se la vien a Trieste… cossa nasi… 24 January at 21:00 · 2

    Fabio: No comment!!!! Triestini Riuniti e Diego ste sparando a zero su persone che ga bisogno de tutto!!! i se rangia come i pol!
    El problema non se lori ma el governo che non fa leggi giuste!!!!
    Quel che ste scrivendo me sa tanto de razzismo gratuito! Semo nel 2014 podesi anche bastar non crede??? Non ste offender! Non se bisogno!
    Non steve rabiar ma riflette!!!! 24 January at 21:02 · 2

    Bruno: Caro Fabio… qua xè Trieste… NO XE’ italia…

    Triestini Riuniti: fabio ti non te sa quanto rifletto mi …adirittura d’estate mio fio nn pol andar a barcola per via de rumeni che li bastona 24 January at 21:03 · 2

    Alessandra: se il 27 che xè il gg della memoria la passa x Trieste ghe se poderia verzer la risiera… stupida baba..grazie a ela adesso sempre e solo case ai stranieri cussi come i contributi xi affitti ater.. lavor, contributi per noi niente.. e se te disi “A” s…See More 24 January at 21:04 · 3

    Antonio: Qua el razzismo lo stemo gavendo noi….dove non gavemo diritto a una casa o un futuro per i nostri fioi…..mi xe 10 anji che speto casa dell’ater…..femo un pochi de conti???lori la ga el giorno dopo….i xe dei disgraziadi…..tanti sarà in bona fede ma altrettanti vien solo qua spinti dalla fama che in italia i xe accolti….trattadi ben…i ciapa sussidi 24 January at 21:06 · 2

    Diego: za con el fogo accesso 24 January at 21:06 · 2

    Alessandra: Fabio noi semo gente che se ga sempre fatto el mazo e no semo come sti altri che xe servidi e riveridi da chi ne governa.. sarà anche vero che no i ga niente..ma presto noi saremo uguale se no pezo..e il bruto xe che noi paghemo tutto presto anche l’aria che respiremo per lori xe sempre “ma poveri xe de capirli”.. penso che qua i razisti xe lori che pretendi tanto e de più no noi che se li dovemo tignir. 24 January at 21:08 · 2

    Antonio: Bruno per piazer smettemola con sta farsa dei…..un poco va ben…..xe un utopia….qua non xe de staccarse dall’italia…..perchè finchè iera bobane nessun se ga mosso???perchè tutti a sventolar el tricolore??ti per primo dipendente de un’ente pubblico a suo tempo….24 January at 21:08

    Diego: tutti d’accordo a far casin 24 January at 21:10 · 2

    Triestini Riuniti: hahahahah diego siii 24 January at 21:11 · 1

    Diego: e come i pol permetterse che noi dovemo morir de fame..ma con che diritto…il mio diritto e solo uno me stesso..loro su di me nn anno diritto di un cazzooo,,,da essere umano parloS 24 January at 21:13 · 4

    Edi: Kalasnikoff 24 January at 21:15 · 4

    Alessandra: ingaggio un cecchin? e poi co la vien fora con la sua morale ” e anche voi
    finita la guerra siete esiliati…” forse la doveria informarse che co
    noi semo andai in america o in australia NO gavevimo il tapedo rosso… ciò,
    più la sento parlar più per mi la xe l’ignoranza fatta a persona. ah
    metemo in ciaro una roba..se anche la fossi stada gialla bianca o a
    striche la mia opinion su de ela saria uguale. 24 January at 21:23 · Edited · 1

    Alessandro: Che la vadi in mona de su mare! Prima i nostri, come ognun de noi fa a casa sua, moralisti compresi….24 January at 21:28 · 4

    Patrick: Xe giusto nn esser razzisti ma se uno stato nn aiuta prima i suoi cittadini ma ghe da libero spazio a delinguenti a far i porci comodi … come voke che la gente nn diventi razzista? Xe colpa delle leggi che i proponi sti 4 bastardi la ale alte vette e tutto x cosa ? X gaver qualche voto in piu ,…24 January at 22:04 · 2

    Marina: Antonio l’utopia te son ti che non te se ga reso ancora conto che qua non xe italia !!!! E in quanto al razzismo xe razzista el governo verso i suoi cittadini, xe una vergogna che i ghe da tutto a lori immigrati e per noi non xe niente……case, soldi, scuole, sussidi, asili….ecc…ecc….mi go centinaia de esempi…tanto che xe gente che vien e che sa che pol aver tutto !!!! e te par giusto ???? i nostri mori de fame !!!!!i nostri fioi emigra e intanto se impinissi de sta gentaglia !!!! De noi amici e parenti nei ultimi 2 mesi gavemo subì tutti un furto, macchine e a mi i me ga verto el furgon e i me ga portà via tutti i ordegni de lavor….bastardi…e non posso lavorar perché non go i soldi per ricomprarli !!!! Ma andè in monazza ….mai prima gavemo subì tanti furti…mai!!!! E quela mona de nera la vol far diventar l’italia africana !!!!!!!!!!!! MENO MAL CHE SE STACCHEREMO PRESTO E LI MANDEMO TUTTI CASA !!!!! 24 January at 23:47 · 3

    eccetera eccetera

    poi cominciano a litigare su italia vs tlt.

    • Antonio: Marina mi me dispiasi….go appena chiuso la mia ditta per crisi…..devo pensar ai miei fioi….ma non xe che staccandome da uno stato risolvo el problema…..el tlt parla de esser aperto a tutti….ma qua leggio che sarà verto solo ai triestini…quindi anche voi non se molto coerenti con la vostra battaglia…..e dopk che tutti i residenti sarà del tlt compresi i ladri cosa farè???ma possibile che el nostro popolo zerca sempre le vie piu facili o fantasie a cui aggrapparse????possibile che non se rivi a capir che solo uniti se pol vinzer????volemo cambiar davvero la situazion???bene…cominciemo a scender uniti e compatti per ottener qualcosa….basta mi go ragion e ti torto e viceversa…..mi stago zercando de organizzar una manifestazion aperta a tutti i credo ideologie o bandiere….quanti xe tanto intelligenti da andar oltre un simbolo per el fine comune????

      (…)

      Marina: Antonio, noi non semo razzisti, qua se parla de un territorio multietnico per storia, ma non vol dir mantegnir emigrati, vol dir lavor per tutti, noi non semo incoerenti, disemo prima per i Triestini e dopo se vanza sarà per i altri, xe una bela differenza dal accoglieri e mantegnirli con le tasse de tutti e lassando morir de fame el proprio popolo…a inveze far lavorar tutti…..ma prima i nostri !!!!! E appunto la pensi ai suoi fioi che se non vien el TLT i sarà costretti a emigrar come i ga fatto nel 54 quando xe tornada la disgrazia ITALIA !!!!

      • In questo fine settimana ho attaccato “Cime irredente”. Era in coda di lettura da un po’, ma in seguito a questo post l’ho messo in corsia di sorpasso. Fin dalle prime pagine ho la conferma che quello che state scrivendo qui aiuti a capirlo meglio anche per un “foresto”.
        Grazie!

      • comunque sembra che la direzione ufficiale del mtl abbia cambiato strategia, ovvero ignorare certi e dati scritti. Ma per quanto si possa ignorare la potenza della rete invaderà ogni tentativo di ignoranza, amen!

    • Anche questo è interessante.

      (Beorchia è nel direttivo di MTL)

  21. #Limes parla del Movimento #Trieste Libera, ma come lo fa?

    Finalmente ieri, dopo mesi di silenzio, anche la stampa a diffusione nazionale si è occupata del movimento indipendentista triestino. Sulla rivista di geopolitica Limes (gruppo Repubblica-Espresso) è apparso un lungo articolo firmato da Andrea Luchetta.
    http://temi.repubblica.it/limes/se-trieste-rinnega-litalia/57282

    E’ importante che la questione abbia superato gli angusti limiti locali. Andrea Luchetta è un giornalista serio, e conosce bene la realtà triestina, essendo lui stesso triestino.

    Detto questo, l’ analisi di Luchetta ci sembra non colga alcuni punti che secondo noi sono essenziali.
    Infatti Luchetta, senza discostarsi dal frame “legalitario” in cui il MTL ha ingabbiato per mesi il dibattito sull’indipendentismo, incentra gran parte dell’analisi sulle possibili interpretazioni dei trattati internazionali (il trattato di pace del ’47, il memorandum di Londra del ’54, il trattato di Osimo del ’76).
    Il fatto è che il diritto non è una sovrastruttura neutra, imparziale. Non lo è neppure a livello nazionale (dove è codificato in maniera minuziosa), e ne sanno qualcosa la popolazione della Val di Susa, o i migranti rinchiusi nei cie d’Europa. A maggior ragione non lo è a livello internazionale. Il diritto e le sue interpretazioni sono sempre il precipitato di determinati rapporti di forza.
    Se si parte da questo punto di vista, allora le sottili interpretazioni dei trattati diventano interessanti solo come significanti attraverso cui leggere appunto quali siano le forze in campo.

    Se la questione del TLT deve essere portata al CdS dell’ONU da uno stato membro, allora la cosa interessante è capire quale sarà questo stato e perchè lo farà. Se da mesi il MTL allude al ruolo di Putin, se è in corso una partita importantissima tra capitalismo russo ed europeo, se questa partita riguarda soprattutto (ma non solo) le strategie di approvvigionamento energetico, se l’Ucraina è terreno di scontro aperto tra questi blocchi economici, se Trieste si trova su questa stessa faglia da più di un secolo… allora ci si aspetterebbe che una rivista di geopolitica come minimo si ponesse delle domande.

    Un altro aspetto che l’articolo non approfondisce è l’intrico di interessi, locali e no, che gravitano intorno all’uso/riuso del porto vecchio. Si tratta di un aspetto fondamentale, perchè è da lì che è cominciato tutto, nel 2008 (e non nel 2011): con la misteriosa cordata Helm di Marcus Donato, la sua esclusione dagli appalti, e la successiva costituzione del Comitato Porto Libero da parte dello stesso Donato.

    Infine c’è da fare un appunto speciale sulla questione dell’ “aggressione al banchetto di MTL”, storiaccia che i lettori di Giap conoscono molto bene. A nostro avviso quell’episodio è meno marginale di quanto si possa pensare, ed ha segnato un punto di svolta nelle strategie comunicative del MTL.

    • Anyway, tanto è bastato perchè Luchetta si tirasse addosso le solite palate di merda dai simpatizzanti di MTL:

      “Solita Propaganda mascherata spacciandosi per vera informazione! Ma che cavolo dice questo pseudo giornalista? Da quando in quando il Movimento Trieste Libero abbia mai messo in dubbio la validità del Memorandum di Londra? Mai! E su quale riga del Memorandum sarebbe “sancito la fine del Tlt, assegnando la Zona A all’Italia e la Zona B alla Jugoslavia”? Da nessuna parte ma parla invece di “amministrazione provisorio” del territorio. Purtroppo la carte non riesce a respingere l’inchiostro, nemmeno quello applicato da un “elemento” che andando a fare degli intervisti a chi le cose lo sa invece porta via con se solamente le idee che i suoi “mandanti” vogliono far credere alla gente con l’inganno o bugia che sia! Un comportamento ignobile e dispettoso nei confronti dei propri lettori… ma poi che altra possono fare quelli del regime davanti ad una così chiara verità? Nulla.”

    • altre reazioni all’articolo di Luchetta:

      Sandro Gombač: solito cazzo de articolo … no i ghe riva proprio. 9 hours ago · Like · 3

      Alabar: mah, inveze de sveiarse i dà ancora contro al movimento e come disi lori, all’indipendentismo: allora andemo avanti cussì che la strada da lori tracciada xe quella giusta? Gavemo visto sti ultimi 60 anni, per favor, nel giro de diese anni scarsi i svoda la città
      7 hours ago · Like · 1

      Marco: secondo mi xe el migliore finora….pecá che i la vedi sempre dall’ottica PD… 7 hours ago · Like

      Marina: Classico articolo talian, dove come sempre i altera la verità a suo piacimento,noi non gavemo mai rinnegado el memorandum de Londra…come disi lori, anzi xe la prova de quel che affermemo !!! I sa de esser in torto e i devi andar via subito !!!!!!!!!!!!!

  22. A riprova della sostanziale futilità di analisi incentrate sull’aspetto legale della faccenda, vale la la pena leggere questo commento di Paolo Parovel all’articolo di Luchetta:

    “Questo servizio su Trieste Libera ha omesso documenti e fonti essanziali

    Segnalo che il collega Luchetta è incorso in travisamenti delle tesi di diritto internazionale del Movimento Trieste Libera – MTL, che sono consolidate nell’apposito “Atto di reclamo e messa in mora” del 18.6.2013, notificato da MTL alle autorità italiane ed ai garanti internazionali. Spiace inloltre che non abbia citato tra le fonti né tale documento fondamentale, né le informazioni ed analisi più che dettagliate del periodico d’inchiesta a stampa ed in rete “la Voce di Trieste”, che sono tra le fonti ordinarie delle analisi governative italiane ed estere sull’argomento. Informo che la sentenza TAR FVG menzionata nell’articolo è già oggetto di appello al Consiglio di Stato e di denuncia penale alla Procura di Bologna (art. 11 c.p.p.). Paolo G. Parovel, direttore responsabile della Voce di Trieste

    Inviato da lavoceditrieste il 28 gennaio 2014 alle 06:47″

    • Credo che il neoindipendentismo triestino si possa analizzare e comprendere come fenomeno solo disperdendo totalmente la cortina fumogena delle supercazzole azzeccagarbuglievoli, ovvero buttando giù il trespolo retorico – anzi, sofistico – sul quale MTL si sente sicuro e va ad appollaiarsi ogni volta che si trova in difficoltà. Bisogna prescindere dai memoranda, dai trattati bilaterali, dai codicilli, dalle clausolette, dai cazzivari, per concentrarsi sui rapporti di forza a cui MTL costantemente allude senza mai esplicarli, e ai blocchi di potere e settori di capitalismo che MTL rappresenta.

  23. Scusate, da quasi due giorni è pubblicato il seguente articolo sul sito di MTL e aulla pagina FB, per la Giornata della Memoria : http://www.triestelibera.org/2014/01/27-gennaio-2014-giorno-della-memoria/
    Contiene nuovamente una chiara e durissima presa di posizione ufficiale contro antisemitismo, razzismo, fascismo e nazismo.
    In questi due giorni avete pubblicato una quantità di pettegolezzi semianonimi origliati su FB, ma niente sulle posizioni ufficiali. Perchè?

    • Le “posizioni ufficiali” – non solo su questo argomento – cozzano con la prassi di comunicazione quotidiana di militanti e dirigenti di MTL.

      Mentre sul sito di MTL si condannava l’antisemitismo, Beorchia (un membro del direttivo) condivideva su FB una schifezza fascista di impronta “benaltrista” contro la giornata della memoria, dove si diceva che invece delle vittime dei lager bisognerebbe ricordare gli imprenditori che si sono suicidati per colpa di Equitalia.

      E a che servono belle parole contro l’antisemitismo se poi tra gli attivisti e negli immediati dintorni di MTL si possono leggere esternazioni razziste da vomito, contro Kyenge e contro i migranti?

      Questa presa di “posizione ufficiale” anti-antisemita, sul cui merito e sulle cui modalità ci sarebbe da discutere, appare tardiva e con una tempistica sospetta – nel senso che non arriva nei proverbiali “tempi non sospetti”. Al contrario, arriva immediatamente dopo questo post e la discussione in calce con Deganutti, e in generale dopo svariati mesi in cui molti hanno chiesto conto al Movimento Trieste Libera della sua associazione con il forsennato antisemita Edoardo Longo, autore di testi come questo (è solo uno tra i tanti).

      Associazione che con tutta evidenza andava e va oltre – almeno nei toni – una normale relazione avvocato-cliente.

      Per mesi i dirigenti di MTL, interpellati su questo punto, si sono platealmente rifiutati di prendere le distanze dalle posizioni di Longo, trincerandosi dietro un debolissimo “Le sue idee non sono affar nostro”.

      Ci si è anche spinti oltre, come quando militanti di MTL sono accorsi a frotte per assistere Longo in un lavoro preliminare a una querela (probabilmente mai fatta) contro il Primorski dnevnik. E cosa aveva fatto il Primorsi dnevnik? Aveva messo insieme dati di fatto inconfutabili sull’antisemitismo di Longo. E’ tutto raccontato qui.

      Adesso che MTL ha “ufficialmente” preso le distanze dall’antisemitismo, farà autocritica sui suoi rapporti con Longo e sul menefreghismo espresso e dimostrato nei confronti delle sue “idee”?

      Lo vedi che troppe cose non tornano?

      E adesso l’altra questione: perchè è importante seguire le esternazioni di militanti e dirigenti MTL su FB?

      Molto semplicemente, perché “In Facebook veritas”.

      Su Facebook, tutto quanto (l’algoritmo, la velocità degli scambi, l’illusione di essere tra “amici” e quindi in un contesto privato, la logica di fondo del mezzo) contribuisce ad allentare o addirittura annichilire i freni inibitori.

      La compulsione a condividere e “mipiaciare” è inebriante, e produce “voci dal sen fuggite”. Chi scrive crede di essere in vestaglia e ciabatte nel tinello di casa sua, e invece è in piazza, ma non se ne accorge, e dà libero sfogo a quel che pensa davvero.

      Non a caso, dopo alcuni disastri comunicativi, nell’autunno scorso MTL ha “accorciato le briglie” ad alcuni suoi cavalli particolarmente a rischio di imbizzarrimento. Ma non è bastato, ci sono alcuni argomenti “hot” che fanno “partire la scheggia”. Poco sopra li ho chiamati “richiami della foresta”. A questi richiami sono molto sensibili i numerosi ex-fascisti imbarcati dal neoindipendentismo. Appena si parla di negri, vanno fuori di testa e gli scatta il braccio verso l’alto. Noi ci limitiamo a documentarlo. Se non vi piace, prendete provvedimenti contro i razzisti che vi appoggiano coram populo. Le belle parole sul sito ufficiale non bastano né fermano nessuno.

      L’analisi di un movimento, della sua composizione sociale, della sua retorica, delle sue finalità, non può prescindere da questo genere di espressioni non controllate. Qualunque sociologo, semiologo, politologo le prenderebbe in esame.

      La pretesa che chi vuole esaminare criticamente il Movimento Trieste Libera si basi solo sulle comunicazioni ufficiali di quest’ultimo, è una pretesa insensata da parte di qualunque partito, movimento o soggetto pubblico.

      • Insomma non c’è via d’ uscita: una volta emessa la condanna non c’ è evidenza che tenga! E poi tutto dipende dagli avvocati disposti ad assisterti in una causa molto rischiosa per la carriera! “In facebook veritas” e “In vino veritas”: insomma le chiacchiere da osteria hanno valore di verità! Ma qui si parla di movimenti politici che hanno messo fuorigioco il neofascismo locale da decenni imperante! Che hanno instaurato di fatto un bilinguismo che prima non si poteva neanche pronunciare! Non è meglio se un mucchio di gente invece di seguire i neofascisti si avvicina, anche se progressivamente, a posizioni opposte? Tutto nero o tutto bianco? Ma insomma è un branco di deficienti “boder-line” o addirittura ” espressione di un blocco capitalistico”. E poi, amici, sul serio pensate di essere così importanti che movimenti con 3.000 iscritti e migliaia di partecipanti ai cortei, legati per di più a Putin per motivi di gas, stiano a seguire voi per prendere posizioni pubbliche? Ma se nenche Limes prende sul serio le vostre tesi e voi ve ne dolete!

        • Qual è il problema? Tu vai per la tua strada e noi andiamo per la nostra. Se siamo così irrilevanti, e nessuno legge le nostre analisi, di che ti preoccupi? Perché vi incazzate così tanto? Perché perdete tempo venendo a commentare qui?
          Anche in questo caso, quel che dite e quel che fate sono due cose molto diverse.

          • Ma non si pò accusare di essere razzisti, fascisti ecc. persone e movimenti che non lo sono e non vogliono esserlo. Non si possono usare chiacchiere da osteria semianonime per calunniare: lo sai cosa verrebbe fuori se si registrassero le chiacchiere da osteria di alcuni che vi seguono…? metà codice penale e orrori ideologici! Voi potete giocare alle “inchieste con intercetteazioni” e con le parole fin che volete, semantizzare o risemantizzare come vi pare, ma continua a restare un’ “inchiesta” assurda e infondata frutto di “estremismo infantile” e dannoso. Quanto scritto qui sotto mi sembra chiaro e chi si iscrive sa dove va: http://www.triestelibera.org/2014/01/27-gennaio-2014-giorno-della-memoria/

            • Queste cose ce le ha già dette pari pari Deganutti, non è che ripetendole di continuo risulterete più convincenti.

              Quanto all’osteria, la similitudine è sbagliata perché un commento sulla bacheca FB pubblica di un movimento o del dirigente di un movimento è semmai assimilabile all’intervento in un’assemblea, e se uno interviene in un’assemblea dicendo che bisogna bruciare i negri e gli zingari, o che bisogna cacciare a pedate Kyenge “nel suo paese”, beh, quello è un razzista, pochi cazzi.

              Ma sarebbe un razzista anche se lo dicesse in osteria.

              Se uno dice “non sono razzista” poi in osteria lo sento dire che è d’accordo con chi dice che zio Adolfo doveva netarli tuti, beh, quello è un razzista, perché non importa quello che uno dice di se stesso. Importa quello che dice degli altri, anzi, dell’Altro.

              E se, in assemblea o in osteria, un dirigente o più dirigenti di un movimento politico lasciano correre, non riprendono il tizio, anzi, continuano a chiacchierare e bere con lui come se avesse detto la cosa più normale del mondo, la cosa va fatta notare. Perché sono personaggi pubblici che pretendono di rappresentare una fetta di opinione pubblica.

              Nel caso di MTL, addirittura, si pretende di rappresentare “la totalità dei triestini”. Ma ci saranno pure dei triestini che non si sentono rappresentati da certe parole, certi comportamenti, certe mancate o lacunose prese di distanza.

              • Senti, che ne sai tu di tutto quello che scrivi? Solo quello che origliate su FB. Avete sputtanato ripetutamente su queste pagine PUBBLICHE con nome e cognome ex operai della GMT, iscritti al Partito e alla Fiom, licenziati in seguito a cortei interni che voi non sapete neanche cosa erano, vostri ex- compagni ecc. ecc.. Amettere di aver sbagliato analisi è meglio che continuare ad arrampicarsi sugli specchi per sostenere i vaneggiamenti di qualche incompetente invasato da sacri furori ideologici. Hai detto bene: MTL si prefigge di rappresentare la maggioranza dei cittadini del Territorio e dentro il Territorio ci DEVONO essere diverse posizioni.Non è la Corea del Nord di Ciccio-Kim. E nenche la Cambogia di Pol-Pot e nemmeno il Vietnam del pur più rispettabile Giap. La posizione del MTL sulla questione della “giornata della memoria” è quella riportata e basta! Sta scritta sul sito pubblicamente! Il resto son chiacchiere da bar sport…

                • A parte che abbiamo riportato nome e cognome solo delle figure pubbliche (portavoce, presidenti, vicepresidenti, membri del direttivo, giornalisti amici), non capisco perché continui a venire qui a pretendere che la pensiamo come te, tra l’altro imitando pedissequamente fraseggio e figure retoriche di Deganutti. Che ce ne facciamo di una imitazione poco ispirata? Era meglio l’originale!

              • Mi pare che ormai stiate andando sul patologico e vediate cose e persone che non ci sono…non resta che augurare buona fortuna, ogni discussione è manifestamente impossibile.

        • Bilinguismo? Quello dello striscione serigrafato con scritto “ULTIMATUM ITAIJ” invece che “ULTIMATUM ITALIJI”? Quello dei manifesti con scritto “Die Zukunft liegt in unseren Hafen” invece che “Die Zukunft liegt in unserem Hafen”? Quello dei lianta mandati a votare sul sondaggio on line del Primorski dnevnik con tanto di istruzioni (votate la n.2!) perchè incapaci di capire le domande?

          Hai presente il racconto di Ballard intitolato “Tredici verso Centauro(*)”? Ecco.

          (*) “Thirteen to Centaurus”

          • TUCO, la maestrina con la matita rossa e blu !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
            !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
            !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
            !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
            !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

            • Questo però è quasi spam, datti una calmata, su. Vai in bagno, spogliati, fatti una doccia fredda, mettiti l’accappatoio, asciugati, rivestiti di tutto punto, scarpe e cravatta comprese, e solo a quel punto rimettiti al computer.
              E’ solo un consiglio, sia chiaro.

              • Sappi che se stai cercando di mandare in vacca la discussione, stavolta non funziona, ti banno prima.

            • arsenal,
              scusa, mi son carsolina, go fato tuto scole slovene e go problemi a leger robe studiade scrite in lingua. per favor, te saria cussi’ cocolo de linkarme el comunicato del mtl sul giorno dela memoria in sloven, che gavessi sai piazer de legerlo? hvala.

              • Benon, semo al stereotipo razista del carsolin slavo ignorante! Sarà per quel che tanti sloveni del Carso xe de Trieste Libera! Perchè non te va da lori in paese a dirghe che i xe missiai coi fassisti? Giusto per farse do ridade! E magari zontarghe che i autonomi che a Torino se ga tacà al careto tricolor dei Forconi Pro Patria xe “compagni”( magari un poco confusi)! Quel che te ga scrito sora xe degno della satira italiota ala “Mirko Drek” dela Citadela del Pikolo, cocola. A proposito de cossa che xe nella panza (vostra).

              • Poglejte ga, kako se peni. :)
                Kaj naj rečem? Očitno ne bereš vseh komentarjev, sicer bi vedel, da sem Slovenka, ki z italijanščino nima večjih težav. Vsak osel lahko vidi, da sem te vlekla za nos. Če bi bila na tvojem mestu, bi se vprašala, kako to, da tega nisem razumela.

                Torej? Kje je ta povezava na slovenski prevod članka? Saj je gibanje Svobodni Trst vendar povsem dvojezično. Ali pa ne?

              • Se ti fa sentire più tranquillo, ti posso riscrivere il commento in uno dei dialetti sloveni del Carso (che peraltro è la mia unica, vera lingua madre). Fammi sapere, così magari poi lo giri a Rupel e ti togli ogni dubbio residuo sulla mia provenienza.

  24. No continuate pure a discutere, basta che la gente sappia che le vostre inchieste sono fatte da queste cose qui: origliamenti a casaccio su facebook in cerca di frasi che comprovino il vostro assunto a priori, perchè : ” La compulsione a condividere e “mipiaciare” è inebriante, e produce “voci dal sen fuggite”. Chi scrive crede di essere in vestaglia e ciabatte nel tinello di casa sua, e invece è in piazza, ma non se ne accorge,…”. e che sappia che le posizioni di MTL sono le seguenti: http://www.triestelibera.org/2014/01/27-gennaio-2014-giorno-della-memoria/

    E che alcune delle persone che avete citato erano impegnate nel movimento operaio al punto di venire licenziati quando voi non avevate ancora i pannolini: ciò nonostante sono venute sul vostro sito a scusarsi per delle frasi sbagliate, ammettendo l’ errore, ma voi avete continuato imperterriti a sputtanare avanti e così farete ancora… tutto già visto…

    • Veramente, continuano a dire e fare tutto da soli. E in pubblico. Noi ci limitiamo a riportare quel che dicono.

      Abbiamo già preso atto che, ufficialmente, MTL condanna antisemitismo, razzismo e nazismo.

      Abbiamo però aggiunto una domanda: MTL farà autocritica sul menefreghismo più volte dichiarato nei confronti delle idee politiche di costui?
      Prenderà le distanze pubblicamente da questo personaggio, che invece nei mesi scorsi ha incensato per il suo “coraggio” di “guerriero”?

      E se la posizione di MTL è quella che “Historicus” illustra sul loro sito con un’eleganza d’esposizione degna di Luigi Einaudi, il movimento d’ora in poi condannerà le esternazioni razziste fatte da attivisti e simpatizzanti nei suoi spazi pubblici?

  25. Entrando nel merito della “durissima presa di posizione contro il nazifascismo”, è sorprendente come nel MTL persino una tematica enorme, planetaria come la Shoah venga riportata alla dimensione minuscola del cortiletto triestino. E non per ricordare che la società triestina ha la coscienza lercia a questo riguardo. Ma per imbastire un assurdo parallelismo tra la figura di Cusin e l’attuale movimento indipendentista. Il quale movimento indipendentista viene descritto come vittima di un attacco incrociato della destra (che lo accuserebbe di essere parte di un complotto ebraico) e della sinistra (che lo accuserebbe di essere antisemita).

    Peccato che al MTL dalla destra non sia arrivata nessuna accusa di far parte di un complotto ebraico. Di essere antinazionale, filotitino, manovrato dai perfidi sloveni… questo sì. E sono le accuse che il MTL desidera di più al mondo!

    Da sinistra non è arrivata nessuna accusa di antisemitismo al movimento. Si è invece resa pubblica l’attività pubblicistica antisemita di Edoardo Longo, si è fatta emergere con chiarezza l’ambiguità del movimento riguardo alle posizioni di Longo, e si è dimostrato con esempi precisi e verificabili che la pancia del movimento nasconde una xenofobia paragonabile a quella di fascisti e leghisti.

    Per finire: la storia dei nazionalisti di destra e di sinistra è una minchiata. Per sapere quanto sia “nazionalista italiana” la sinistra che da Giap critica MTL, basta leggere post come quello su “Ronchi dei Partigiani”, quelli sui due marò, quello sulla conferenza “Patria e morte” e qualunque recensione di qualunque libro da Point Lenana andando indietro.

    Da sinistra la critica al movimento è una critica “di classe”, una critica che rifiuta il frame dello scontro tra nazione grande e nazione piccola, e si concentra sui “rapporti di proprietà”, cioè sulla dinamica interna del capitalismo.

    P.S. Da cosa si dovrebbe evincere, poi, che l’elzeviro firmato da Historicus rappresenta la posizione ufficiale del MTL? Una posizione ufficiale è firmata dal presidente, o dal direttivo, o da nessuno. Chi è Historicus?

    • La posizione è uscita ufficialmente sul sito e sulla pagina FB di Mtl con il “mi piace” di dirigenti e militanti tra cui Giurastante presidente e c’ è ancora. Quando origli cerca di farlo bene e non farti scappare notizie grandi come una casa o fare il cieco selettivo. Non c’ nessuna Nazione grande e piccola se ti riferisci al TLT, si tratta della necessità di rendersi indipendenti dall’ Italia e puntare alla INTERNAZIONALIZZAZIONE del Porto e della città di Trieste ( come previsto dalle “carte”) perchè il porto e la città di Trieste possano riprendere la funzione per cui sono nati. Altrimenti muoiono!!!! Fai inchiesta sullo stato della città e del porto! E di come si può venirne fuori! Senza lavoratori e nel deserto non c’è nessuna lotta di classe, lo sai? E nemmeno se tutti i lavoratori diventano dei miserabili alla fame! Perchè allora tu diresti che sono sottoproletari come la base del MTL!

      • Un piccolo problema è che a Giurastante ghe piasi el testo de Historicus e al tempo stesso ghe piasi Longo. You can’t have it both ways, muli.

      • Se credi che tutto questo possa accadere al di fuori e indipendentemente dallo scontro in atto tra capitalismo europeo e capitalismo russo, sei fuori dal mondo. Non lo credono nemmeno i dirigenti del MTL, che infatti le carte le hanno mandate a Putin “per conoscenza”. Almeno così dicono…

        P.S. Se poi vuoi far finta di non vedere il patriotismo triestino….

  26. Ho trovato molto divertente il personaggio di questo cosiddetto “Arsenale San Marco” che pretende di accreditarsi “de sinistra” in base a un curriculum storico – ammesso e non concesso che non sia una maschera confezionata per l’occasione – risalente a qualche decennio fa, mentre oggi, qui e ora, difende a spada tratta un movimento micro-nazionalista che fonda i propri consensi sull’illusione di sfuggire alla crisi importando a Trieste un neo-liberismo autoritario alla Singapore, Hong Kong o Dubai, con l’idea di arricchire gli originari attraverso robe come gli off shore finanziari e sfruttando i non originari, come avviene appunto in quei modelli.
    Decenni fa chissà, ma adesso “Arsenale San Marco” è in buona compagnia con leghisti e camerati e se li goda tutti, fino in fondo, ma non pretenda di coinvolgere anche noi nelle sue attuali tendenze amorose.

    Quanto al tanto sbandierato articolo di “Historicus” per me è chiaro che si tratta della solita cortina fumogena. Se MTL volesse assumere ufficialmente posizioni anti-nazifasciste, avrebbe potuto metterle nello statuto appena approvato dall’assemblea. Invece non lo ha fatto. L’articolo di “Historicus” è dell’anonimo Historicus, punto e basta. Nessun organo di MTL, nè l’assemblea nè il direttivo, lo ha approvato o ha approvato posizioni politiche analoghe.
    Nel merito dell’articolo ci vedo solo un tentativo, culturalmente “imperialista”, di appropriarsi della storia della comunità ebraica triestina e di strumentalizzarla ai propri fini e proprio nel giorno della memoria. Si inventa una comunità ebraica triestina prima compattamente filo-asburgica e poi anche indipendentista. Si generalizza in modo ridicolo il caso individuale di un consigliere indipendentista di origine ebrea. Si falsifica la storia della città di epoca austriaca visto che, al contrario, sono innumerevoli i nomi di ebrei triestini che hanno avuto un ruolo di vertice nella dirigenza liberal-nazionale che ha vinto sempre le elezioni comunali di Trieste ai tempi dell’Impero, mentre, agli inizi del novecento, quando venne a Trieste il sindaco antisemita di Vienna, gli austriacanti percorrevano la città con slogan contro gli ebrei, considerati nemici dell’Impero in quanto filo-italiani e massoni. Ora questo Historicus si inventa un sacco di balle fatte di chiacchiere, senza portare nè un nome nè un fatto a supporto della sua fantasiosa narrazione che avrà stupito per primi i simpatizzanti indipendentisti che conoscono la storia della città.
    Riguardo alla “condivisione” dell’articolo di “Historicus” da parte del presidente MTL Giurastante sulla propria pagina facebook, è interessante notare come il post abbia ottenuto un minimo di “mi piace” – solo 4 – rispetto ai 10 post precedenti che hanno ottenuto
    tra 6 e 60 “mi piace”, con una media di 19 per post. Anche con la strumentalizzazione storica della comunità ebraica triestina in chiave asburgo-indipendentista, comunque l’articolo sulla giornata della memoria è piaciuto molto poco.

    • Siete sempre in cattedra, eh ?! Ma dove hai preso quei numeri? sulla pagina FB di MTL sul post ci sono 37 mi “Piace a Francesco Giuseppe, Marco Pischianik, Marino Gori e altri 34.” Voi volete insegnare agli ebrei a fare gli ebrei, agli sloveni a fare gli sloveni, ai triestini a fare i triestini, agli indipendentisti a fare gli indipendentisti ecc. ecc. lasciatelo dire da uno che ha mamma slovena e papà triestino di lingua italiana e che tutti casini “nazionali” di trieste se li è presi tutti. Umiltà,Umiltà, come dice Papa Francesco!

      • Te l’ho già detto, non la mandi in vacca la discussione. Sei in precario equilibrio sul ciglio dell’essere sbattuto fuori, e in blacklist ci finisce anche il tuo IP, non solo il nuovo nickname.

        Riguardo a quello che hai scritto più sopra, guarda che Zora è slovena, stava prendendo in giro il vostro bilinguismo di facciata da lianta. Se avete così tanti simpatizzanti sloveni come dite, dovreste spiegarci come mai la grande maggioranza dei vostri testi e interventi è solo in italiano.

        • Se hanno così tanti simpatizzanti sloveni, potrebbero anche spiegare come mai non si sono ancora dotati di una task-force di traduttori disposti a lavorare gratis per la causa (va da sé che a Trieste i traduttori che lavorano con lo sloveno sono per la stragrandissima parte sloveni del luogo).

      • Li ha presi dalla pagina di Giurastante, lo ha anche detto. Nella pagina di Trieste Libera i like sono 37. Per fare un confronto, nella stessa pagina i like alla foto con la bandiera del TLT sulla galleria naturale sono 82, e quelli al tacomaco “divieto di sorvolo agli aerei italiani” sono 114.

  27. INCHIESTA : “Dal blog/Giap ecco cosa dice una assidua frequentarice, sedicente slovena ” arsenal,
    scusa, mi son carsolina, go fato tuto scole slovene e go problemi a leger robe studiade scrite in lingua. per favor, te saria cussi’ cocolo de linkarme el comunicato del mtl sul giorno dela memoria in sloven, che gavessi sai piazer de legerlo? hvala.”
    Notare la prosa derisoria e razzista nei confronti degli Sloveni del Carso presentati come ignoranti mentre tutti parlano corretamente e fluidamente da dsue a tre lingue, essendo dimostrato che che la Comunità Slovena, conosce le lingue molto meglio di quella italiana. ecc. ecc.”
    Eccovi un esempio del Vostro metodo scientifico di “inchiesta”

    • Insisti? Zora ti ha risposto qua sopra in sloveno. Ti stava prendendo per il culo.

      Quanto a Mirko Drek, ecco il mio pensiero a riguardo:

      31
      hobo
      20 maggio 2013, 17:05

      @28 le maldobrie sono innocue – per certi versi, per altri no – e comunque sono simpatiche e fanno ridere. mirko drek per qualcuno e’ da ridere, per altri (per esempio per me) e’ una vera porcheria. in ogni caso si tratta di un’opera militante. perche’ non bisognerebbe parlarne? se carpinteri e faraguna polemizzavano con cergoly, perche’ non bisognerebbe parlarne? sono pagine della storia di questa citta’.

      Da confrontare con quello di un vostro simpatizzante:

      20 maggio 2013, 11:10

      Bon, se xe tanto importante che el iera reazionario i lo seppellirà ne la parte destra del cimitero. E no c’entra che sia lui che Faraguna gabbi domandà scusa de Mirko Drek disendo che iera momenti storici particolari.

      Ma San Piero che xe anche lui reazionario come tutti i Santi meno San Giacomo che quartier proletario el ghe dirà: Stoj gospod Carpinteri, imate propusnica? E lui: “Hier ist der Pass für Paradisiem!” E San Piero: “Come pomodori dei, quando mai se ga visto pomodori sul pesse”? E i se magnerà un San Piero in fersora nel fritolin celeste co’ un dopio de malvasia cantando:

      “Andemo in Paradiso col caless
      a farse una magnada de bon pess
      e se magnando el pess
      un spin ne va per tress
      faremo gargarsimi de petess!”

      qua:

      bora.la/2013/05/19/addio-a-lino-carpinteri-padre-delle-maldobrie/

  28. Non cagatelo più, grazie. È stato bannato, in tutte le sue incarnazioni.

  29. Tutti quelli che decantano la gloriosità di Trieste sotto il dominio austriaco, dimenticano, chissà perchè, una delle repressioni più dure accadute in città nei confronti dei lavoratori.
    Ben ricordando e ribadendo che l’ irredentismo che, nella sua veste più reazionaria, per ragioni di presunta superiorità della “razza e civiltà italica”, per ragioni di geografia fisica o diritto divino, ed ovviamente economiche( penso all’incendio del Balkan avvenuto proprio nel momento in cui si affermava un ruolo importante per la banca slovena minando le banche “italiane”) ha cagionato immani violenze verso diverse comunità slovene,serbe,croate, anzi, a dirla tutta, le leggi razziali, in Italia de facto sono state anticipate proprio dal comportamento reazionario attuato dagli italiani brava gente o meglio bravi manzoniani, nei confronti degli sloveni, serbi, croati, una violenza che con l’Impresa di Fiume ha trovato la sua piena legittimazione verso l’irredentismo fascista che porterà direttamente al fascismo, ebbene quello che è accaduto tra Piazza della Borsa e Piazza dell’Unità,nel 1902 a #Trieste, difficilmente trova oggi il giusto ricordo. Trieste,pur essendo abbracciata dal mare, sembra respingere quel profumo tipico dell’Adriatico. Attraversando Piazza della Borsa e Piazza dell’Unità d’Italia, pensando allo sciopero dei trecento fuochisti delle navi del Lloyd, del febbraio 1902, pensando ad una storia di bieca e violenta repressione, comprenderai forse il perché quel profumo di mare a Trieste tarda ad arrivare. Si protestava e scioperava in particolar modo per il pagamento dello straordinario, per una diversa regolamentazione dell’orario di lavoro, per la riduzione dei turni di guardia notturna durante le soste dei piroscafi nel porto. La tensione saliva, i cittadini abbracciarono la causa dei lavoratori ma i colpi di fucile della 55^ brigata di fanteria, lo stato d’assedio proclamato, la conseguente legge marziale, il timore di un’insurrezione aperta contro il potere imperiale e la volontà di Vienna di conferire l’esempio, mutò quello sciopero, quella protesta, in una tragedia. Decine di morti. Decine di morti contro lo sfruttamento nel lavoro non ricordate da nessuna targa. Pensieri che ti conducono ai tre colpi di cannone della Brigata Sassari del settembre 1920 contro gli operai di San Giacomo, e vi saranno ancora vittime della dura e violenta repressione ed all’Italia di oggi.
    Insomma sia gli austriaci che gli italiani sono stati duri, durissimi nei confronti dei lavoratori e verso ogni idea diversa di società tendente al comunismo od anarchia.
    mb.

  30. Tra la narrazione storica del neo-indipendentismo – compresa quella sulla comunità ebraica a Trieste di Historicus – e la narrazione storica vetero-nazionalista vi è una totale simmetria nel descrivere una società triestina organica e quasi senza conflitti in quel periodo che va dalla metà dell’ottocento alla prima guerra mondiale. quel periodo fu invece fortemente conflittuale, sia in termini nazionali che di classe. Questa simmetria nella narrazione storica organica della società triestina pre-italiana spiega la facilità di passaggio di un pezzo di triestini dal vetero-nazionalismo al neo-indipendentismo.
    Il vetero-nazionalismo descrive una città tutta tesa nella lotta contro il dominatore austriaco e per il ricongiungimento all’italia (il bene) fatta eccezione per la piccola minoranza slava (il male). Analogamente, il neo-indipendentismo racconta di una città fedelissima agli Asburgo (il bene) fatta eccezione per una piccola minoranza irredentista (il male). Due narrazioni apparentemente opposte, ma che in realtà si incontrano nel nome di una triestinità organica che nega l’esistenza del conflitto in un periodo storico presentato come una sorta di età dell’oro da ripristinare in nuove forme.
    La narrazione vetero-nazionalista fa finta di dimenticare che gli sloveni allora non erano una piccola minoranza, ma un quarto circa della popolazione della città con le loro organizzazioni culturali e politiche, che i socialisti internazionalisti crebbero fino a rappresentare circa un altro quarto della città, che i liberal-nazionali italiani ebbero al loro interno diverse tendenze nel rapporto conflittuale/contrattuale con il governo centrale austriaco e che solo una minoranza fu irredentista, che tra gli irredentisti solo ai primi del novecento si impose una tendenza nazionalista e anti-slava, mentre alle origini e anche nel novecento, seppur in minoranza, vi era un irredentismo garibaldino e internazionalista, poi preso di mira da nazionalisti e fascisti. Tutta questa complessità storica e conflittuale è stata ridotta dal vetero-nazionalismo a propria misura, come se esso fosse stato “LA” città di Trieste dalla metà dell’ottocento alla prima guerra mondiale.
    L’impostazione vetero-nazionalista viene accolta e semplicemente rovesciata dal neo-indipendentismo, sostituendo l’idea di una città compattamente italo-nazionalista con l’idea di una città compattamente “fedelissima” degli Asburgo. Si fa finta di dimenticare che i liberal-nazionali vinsero costantemente le elezioni per il comune di Trieste, anche con il suffragio universale maschile, che i liberal-nazionali sempre vicnitori in città erano in costante conflitto con il governo asburgico, tanto da non aver voluto presentarsi alle elezioni per il parlamento di Vienna fino ai primi del novecento, che gli irredentisti furono solo in parte e solo tardivamente nazionalisti, anti-slavi e precursori del fascismo, che i socialisti erano anti-nazionalisti non perchè filo-asburgici, ma perchè consideravano l’Impero degli Asburgo il terreno del conflitto di classe, che gli sloveno-nazionali erano sì in parte fedeli all’Impero – l’ala conservatrice vicina al clero – ma per un’altra parte – l’ala di media borghesia – di orientamento liberal-nazionale sloveno, simile e contrario ai liberal-nazionali italiani, mentre una parte dei lavoratori sloveni erano di orientamento internazionalista e militavano tra i socialisti, che i tentativi di costruire a Trieste un partito “fedelissimo” all’Impero fallì miseramente, prima con la tentata importazione di stampo clericale del Partito Cristiano-Sociale del sindaco anti-semita di Vienna, battuto alle elezioni ai primi del novecento e poi scomparso dalla scena, poi con i ridicoli risultati – sotto 1% – nel 1913 della lista della Camera di Commercio, espressione dell’alta borghesia austriacante. Tutta questa complessità e conflittualità storica viene mandata al macero per inventare “LA” Trieste fedelissima agli Asburgo.
    Dalla simmetria tra l’impostazione vetero-nazionalista e quella neo-indipendentista non è difficile capire come entrambe le strutture storiche servano alla stessa funzione identitaria in contesti diversi. La prima nell’epoca del trionfo dello stato-nazione e la seconda nell’epoca della crisi dello stato nazione, per sviare su un fuorviante terreno localistico un conflitto che non può avere altro terreno reale se non quello dell’Europa, dimensione minima del conflitto in quest’epoca di capitalismo globalizzato.

    • E la cosa sorprendente è che queste narrazioni spesso convivono nella stessa persona! La produzione degli autori popolari Carpinteri e Faraguna, di cui si parlava sopra, è un esempio perfetto di questa “schizofrenia”, almeno per quanto riguarda la componente italofona della città.

  31. Alle ore 19.00 circa del 31 luglio del 1947, dopo diversi giorni di discussioni, dibattiti, polemiche, preoccupazioni e perplessità, maturate in sede parlamentare dal 24 luglio nella seduta pomeridiana, verrà ratificato il Trattato di Pace del 1947.
    410 erano i parlamentari presenti, e la ratifica verrà approvata a scrutinio segreto con 262 voti favorevoli, 68 contrari e 80 astenuti.
    L’astensione sarà quella del Partito Comunista. La discussione, come scritto, inizierà, nella seduta pomeridiana del 24 luglio 1947 in un Parlamento che sarà chiamato con urgenza a ratificare ciò che venne firmato,come lo definirà il Ministro degli Affari Esteri di allora, un accordo “doloroso”, e si imputerà la responsabilità della firma del 10 febbraio a De Gasperi , dunque alla mano unilaterale del Governo.
    Un Trattato di Pace, la cui ratifica veniva richiesta in modo urgente, dalla Democrazia Cristiana, che condussero una campagna in modo definito non opportuno da Togliatti attorno al Trattato i quali negarono, per lungo tempo, che esso potesse essere firmato e ratificato e gettarono contro i quali affermavano invece che poteva essere firmato e ratificato le peggiori accuse. E lo stesso partito, la DC, ora chiedeva in via urgente la ratifica al parlamento italiano.
    E sarà questa perplessità, sul metodo oltre che sul contenuto del Trattato, che dominerà il dibattito in aula e che spingerà i comunisti all’astensione. Un Trattato che non terrà assolutamente conto della resistenza, della risposta che gli italiani, i partigiani, hanno dato al fascismo tramite la resistenza, un Trattato pesante che de facto ha ignorato la resistenza.

    “Un Trattato che avrebbe potuto essere migliore se dal momento in cui Roma fu liberata, lo sforzo unitario patriottico che animava le masse del popolo fosse riuscito ad ispirare una differente politica estera”. Queste saranno alcune della parole di Togliatti che rimarranno impresse, nella storia di quel dibattito di fuoco, sotto una pressione della stampa nazionale che temeva l’atto di mancata ratifica parlamentare e la conseguente ritorsione da parte americana in primis.
    Si imputeranno molte delle responsabilità, per il modo in cui è stato concepito quel Trattato, alla politica estera democristiana che fu totalmente dominata da ideologie prevalentemente irredentiste che hanno diviso il popolo italiano. Togliatti ricorderà anche che Badoglio ottenne il riconoscimento di un governo italiano rappresentativo di tutta Italia da parte dell’Unione Sovietica ed in quel modo riusci a svincolare l’Italia dalla posizione di Stato nemico. E lo stesso Togliatti punterà il dito contro Bonomi, accusandolo di essere stato il principale responsabile delle misere concessioni ottenute nel memoriale Mac Millan e dunque se il Trattato di Pace, a cui erano chiamati a firmare era quello che era, un non buon trattato, la responsabilità era da ricollegare alle politiche reazionarie di casta italiane.
    I punti salienti del memoriale Mac Millan erano i seguenti: il controllo armistiziale da esercitare in futuro solamente se richiesto da militari alleati; l’abolizione della sezione politica della Commissione Alleata; l’emanazione di decreti e leggi da parte del governo italiano libera dall’approvazione della Commissione Alleata; il ritiro di tutti gli organi periferici alleati in territorio italiano a partire dal 1 aprile 1945;aiuti da parte degli Alleati all’Italia sotto-forma di merci,materie prime, e aumento di produzione. Ma si accusava anche l’ignoranza e le volute ostilità con la Jugoslavia.Se queste non ci fossero state probabilmente il problema delle frontiere orientali avrebbe potuto essere risolto in modo diverso.
    Vi era la possibilità di far ottenere un regime autonomo alla città di Trieste degno di questo nome.
    Per non parlare di quelle frasi di Togliatti, pronunciate sempre durante il dibattito parlamentare per la ratifica del Trattato del 47, che saranno profetiche in relazione agli accordi imposti commerciali con l’America “ è assurdo pensare che i nostri imprenditori vadano ad aprire imprese negli Stati Uniti,noi avremmo invece bisogno di libertà di immigrazione per la nostra mano d’opera. Questa non ci sarà data, ma l’imprenditore americano verrà liberamente da noi a schiacciare la nostra iniziativa”. Insomma, quel trattato significava “accettare le tradizioni americane ,piegare il collo davanti al capitale monopolistico americano , non è per questo che si è combattuto contro il fascismo ma per la libertà d’Italia e per dare all’Italia un regime democratico nuovo”. E’ interessante, in merito alla questione di Trieste, ricordare quanto disse Pajetta,durante la seduta della Camera dei Deputati il 22 aprile 1950: “[…] E successivamente, dopo la conclusione della guerra, quando gli jugoslavi del partito comunista e il governo di Belgrado rivendicarono l’istituzione, come frutto della vittoria, di una settima repubblica federale, comprendente la zolla di Trieste fino a Gorizia, quale fu la posizione dei comunisti italiani ? […] Ebbene, nel suo rapporto al comitato centrale, al quinto congresso del partito comunista italiano, tenuto a Roma il 29 dicembre 1945, il segretario generale del nostro partito, il nostro compagno Togliatti, diceva: (( Per quel che riguarda la questione di Trieste, essa è!per noi molto delicata. Gli operai di Trieste hanno preso un atteggiamento favorevole alla annessione della città allo Stato federale jugoslavo. All’epoca la soluzione era stata la seguente: ((Riteniamo che la funzione degli operai di Trieste sia quella di lottare insieme a noi contro le forze reazionarie italiane e di servire, come mediatori fra i due popoli, a trovare una soluzione di questo problema che elimini ogni motivo di dissenso tra i due popoli, spenga ogni scintilla di lotta nazionalistica tanto dall’una che dall’altra parte, e permetta di fare opera permanente di pace N. […] Successivamente, quando la situazione sembrava essere avvelenata da una serie di dispute, vi fu il viaggio dell’onorevole Togliatti a Belgrado e il suo colloquio con Tito. Togliatti ottenne il riconoscimento della italianità della città di Trieste. E lo ottenne da Tito ! […]
    Si farà anche riferimento alla nota sovietica del 20 aprile 1950 al PCI “Nella recente nota sovietica ho trovato delle cose che mi pare non possano preoccupare gli italiani. In questa nota sta scritto: “In base agli stessi regolamenti, dal momento dell’entrata in carica del governatore, le truppe straniere di stanza nel Territorio ed il cui numero per quell’epoca deve essere ridotto a 5 mila uomini per ognuno degli Stati partecipanti all’occupazione di Trieste, debbono essere poste a disposizione del governatore per novanta giorni. Allo scadere di questo termine, tutte le truppe straniere debbono essere ritirate dal T.L.T., entro 45 giorni”. Le disposizioni si applicano dunque per tutte le truppe straniere, ed è ridicolo quindi giocare sull’equivoco di affermare che si tratta soltanto delle truppe anglo-americane. “In base alle clausole del trattato di pace – prosegue la nota sovietica – dovevano le truppe straniere cioè essere evacuate da Trieste verso la fine del gennaio 1948” […] E se questo si fosse realizzato, quei morti non sarebbero morti, e quei deportati non sarebbero stati strappati alle loro case. (..) Ecco perché noi abbiamo accolto questa proposta, ed ecco perché noi oggi vorremmo che potesse essere realizzato quello che ancora non è stato fatto. Ma che cosa sarebbe avvenuto se il Territorio Libero fosse stato amministrato diversamente? Abbiamo avuto le elezioni del 12 giugno, malgrado certe limitazioni, e l’intervento anche sfacciato, del governo alleato, come pure la inflazione del corpo elettorale, ecc. Il Territorio Libero ha dimostrato che potrebbe governarsi da se. Non vedo dunque quale è la preoccupazione da parte vostra quando avete avuto una maggioranza di voti, e quando affermate di essere sicuri di questa maggioranza. Noi vorremmo sapere che cosa avevate da temere voi perché le elezioni si estendessero a tutto il territorio. E permettetemi di ricordarvi, soltanto per inciso che, dopo aver condotto per tanti mesi un’ imprudente, una calunniosa campagna contro i comunisti triestini, palazzo Chigi, dopo quelle elezioni, si è affrettato a fare una dichiarazione per iscrivere fra gli italiani di Trieste anche i comunisti, perché avevano avuto una notevole affermazione, perché non erano stati liquidati, com’era nelle vostre speranze. Ma permettetemi una citazione ancora. Si tratta questa volta di un articolo del nostro compagno Togliatti dove ci sono parole che acquistano oggi un particolare significato. “Voi avete creduto alle promesse che sono state fatte, volete crederci e volete accontentarvene ancora. Ma noi fin da allora abbiamo denunziato il pericolo che era insito in quella politica. Il 26 marzo 1948, proprio dopo la dichiarazione tripartita, Togliatti ricordava un suo colloquio con Salvatore Contarini e diceva, parlando della conversazione che aveva avuto con questo diplomatico, come Contarini ad un tratto, rispondendo ad una osservazione dello stesso Togliatti che si domandava se forse la Politica di Bonomi era ispirata dal desiderio, di ricevere dagli anglosassoni Trieste, diceva: “No, gli anglosassoni non daranno Trieste all’Italia, nè alla Jugoslavia: la lasceranno pendere in mezzo ai due paesi. Se ne serviranno, se potranno, per rafforzare un regime loro alleato al di là dell’Isonzo, altrimenti la terranno sospesa fino ad una nuova guerra e la offriranno a noi per farci fare ancora una guerra per conto loro”.

    M.B

  32. Intanto cominciano a trapelare alcune notizie sul tipo di investimenti che gli operatori russi intendono effettuare in porto vecchio:

    Il vertice Italo-Russo a Trieste ha creato interessanti opportunità per il territorio. Infatti, a seguito della visita di Stato che il Presidente russo Vladimir Putin ha effettuato il 26 novembre 2013 a Trieste per incontrare il Premier italiano Enrico Letta
    (…)
    Il 23 gennaio 2014, a Mosca, le opportunità di investimento e di traffico sono state discusse con Banca Intesa Russia, interessata a conoscere tutte le opportunità economiche che il Porto di Trieste è in grado di offrire alle imprese russe, ivi inclusi i vantaggi derivanti dal regime internazionale di Porto Franco, di cui gode la quasi totalità del territorio portuale.
    (…)
    Particolare attenzione è stata dedicata a:
    – vantaggi doganali e fiscali consentiti dall’applicazione del regime di Porto Franco a Trieste, unico esempio di rango internazionale e sovra-comunitario nel panorama delle zone franche europee;
    – disponibilità di vaste aree e manufatti demaniali, pertinenze e specchi acquei in Porto Vecchio (610.000 mq) per un investimento/utilizzo da realizzare in forme di portualità allargata (diportismo, direzionale, artigianale e servizi, formazione e ricerca, ricettivo, ecc.);
    (…)

    http://www.informatrieste.eu/articoli/?x=entry%3Aentry140130-012956

    quindi: portualità allargata (diportismo, direzionale, artigianale e servizi, formazione e ricerca, ricettivo, ecc.)

    leggi: marine, uffici, centri di formazione, alberghi… confrontare col progetto maltauro-rizzani-de eccher e col progetto helm… trovare le differenze…

    Beorchia su fb commenta così:

    “Interessantissimo articolo sul Porto Franco Internazionale di Trieste, unico nel Mediterraneo. Collaborazione tra il Porto di Trieste e la Russia per investimenti in Porto Vecchio.
    Ma letto l’articolo dovremo chiedere alla politica triestina che vuole spostare la Zona Franca via dal Porto Vecchio e magari inserirla sopra la grotta Gigante con che sistema si potranno far arrivare le navi alla zona franca che serve agli investitori magari con un sistema di chiuse tipo panama?”

  33. Oggi si parla del MTL su Il Fatto Quotidiano:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/movimento-trieste-libera-ultimatum-allitalia-zona-franca-o-secessione-da-roma/873408/

    Per la prima volta viene messo in evidenza il particolare feeling dei neoindipendentisti triestini per Vladimir Vladimirovič Putin. Non viene però nemmeno sfiorato il tema degli interessi del capitale russo a Trieste…

  34. Giurastante oggi, giorno della scadenza dell’ultimatum:

    “La Russia, grande esclusa tra i Paesi europei extra U.E. ed al di fuori dell’Alleanza Atlantica, comincia ad alzare la voce: perché dovrebbe essere esclusa, in violazione del Trattato di Pace che la ha vista quale Paese vincitore, dall’usufrutto di un porto strategico come quello di Trieste a vantaggio della Comunità Europea concorrente non solo commerciale?”

    http://robertainer.blogspot.se/2014/02/ombre-russe.html

    • P.S. Se Giurastante ci legge, potrebbe raccontarci da quale fonte gli e’ arrivata l’informazione che la Russia sta alzando la voce sul porto di Trieste.

  35. Movimento Trieste Libera nuovo ultimatum:15 settembre 2014 o risposta o autodeterminazione
    http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/02/movimento-trieste-libera-nuovo.html

  36. A #Trieste l’ #ultimatum declassato a penultimatum. Accettare questo strano appuntamento è stata una pazzia…

    http://bora.la/2014/02/11/accettare-questo-strano-appuntamento-e-stato-una-pazzia-lultimatum-di-trieste-declassato-a-penultimatum/

  37. Ma è vero che MTL è forte tra i portuali? Mmmmhh…

  38. #maipiusenza

    a #trieste

    le prestigiose spillette “TLT – tutto per la patria”

    https://drive.google.com/file/d/0BzjzhLZ283LBU2xrdllKc0l1eVk/edit?usp=sharing

  39. “Trieste libera” ,ma dai meridionali? L’intervento il Clan ben evidenzia lo stato enorme di difficoltà di una realtà politica, per come oggi governata o meglio amministrata provvisoriamente, giunta probabilmente alla sua fine e non sapendo più a cosa appellarsi, alcuni sparano a zero insultando ed offendendo con pregiudizi generalisti degni della peggiore inciviltà, non che esista una migliore inciviltà, ma al peggio certamente non vi è mai inesorabilmente fine
    http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/02/trieste-libera-ma-dai-meridionali.html

  40. Intanto…

    MTL: “Paradosso? Per la balbettante propaganda occidentale i manifestanti di Kiev sarebbero insorti per ottenere la derussificazione e l’integrazione con la “democratica” unione europea: in realtà in Italia e in particolare nel Territorio di Trieste, molti sperano nell’intervento russo per essere liberati dall’Italia e dall’unione europea.”

    https://drive.google.com/file/d/0BzjzhLZ283LBbnVNXzQtWjFkb2M/edit?usp=sharing

    • In un articolo pubblicato su “La Voce di #Trieste”, Paolo Parovel – con lo stile di uno che gioca a fare il personaggio secondario di un libro di Le Carré – sostiene che l’articolo di Luchetta faccia parte di una strategia orchestrata dai servizi italiani per screditare il MTL.

      Scrive Parovel:

      “Contemporaneamente ad un incremento di queste linee di sostanziale disturbo, dall’inizio del 2014 si è osservato lo sviluppo di una nuova linea di contrasto provocatorio che sembra tendere anche a generare tensioni e disordini per dimostrare una pericolosità concreta del Movimento Trieste Libera, in modo da isolarlo in sede internazionale e giustificarne la repressione locale.
      Questa nuova linea impiega anche nuovi collaboratori di vario genere e livello, e sembra essere iniziata con il creare ed accreditare su stampa apparentemente qualificata la tesi che il Movimento Trieste Libera minacci e prepari azioni violente o terroristiche, e che si appoggi ad interessi russi, dunque anti-euroatlantici.
      L’avvìo di questa particolare linea disinformativa risulta avvenuto attraverso articoli di manipolazione delle informazioni in argomento pubblicati sulla rivista italiana di geopolitica “Limes”.”

      https://www.facebook.com/178545112185149/photos/a.182064678499859.37508.178545112185149/733104466729208/?type=1

      Questa inarrestabile deriva complottista e dietrologica di Parovel mi convince ancora di più che il nostro approccio “davantologico” e “intornologico”, e soprattutto *logico* – nel senso che assume come presupposto imprescindibile la logica interna del capitalismo – sia quello giusto.

    • Aggiungo che secondo me l’assunto di fondo dell’articolo di Luchetta, cioè che il MTL intenda alzare il livello delo scontro, non ha molto fondamento. La realtà è che qua a Trieste non sta succedendo niente. Scambiare per un’escalation le rodomontate di qualche simpatizzante è un errore di prospettiva. La mia impressione è che il MTL ci sguazzi, quando gli vengono attribuite – con evidente esagerazione – certe posizioni, perchè così può giocare la carta del vittimismo. Lo sappiamo bene tutt* cosa siano *veramente* la repressione e la militarizzazione del territorio, perchè le vediamo all’opera in Val di Susa, nei CIE, eccetera.

  41. E’ interessante il modo in cui la crisi ucraina viene vissuta negli ambienti neo-indipendentisti triestini: un’opportunità per rilanciare il TLT come sbocco di Mosca nel Mediterraneo.

    https://www.facebook.com/francesco.giuseppe.9275/posts/1455225191374286?stream_ref=10

    Però dicevamo cazzate….

  42. La settimana scorsa il senatore del PD Francesco Russo ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui chiede ad Alfano quali provvedimenti intenda prendere per mantenere l’ordine pubblico a Trieste. Lo spunto per l’interrogazione è fornito proprio dall’articolo di Luchetta linkato qua sopra. Scrive Russo:

    “(…) il Mtl ha messo a disposizione una task force di intervento, chiamata ad interporsi fra gli indipendentisti e le Forze dell’ordine e paventando altresì il ricorso all’uso della violenza contro queste ultime;
    secondo quanto riportato dagli organi di stampa, alcuni militanti del Mtl hanno dichiarato di avere delle armi a disposizione e di essere disposti ad usarle in caso di disordini;
    — si chiede di sapere:
    se il Ministro in indirizzo sia informato di tali fatti e quali iniziativa intenda assumere per evitare che la situazione possa degenerare, mettendo a serio rischio l’ordine pubblico nella zona triestina.”

    Come ho detto sopra, si tratta di evidenti esagerazioni, in cui il MTL sguazza perfettamente a suo agio.

    Nell’interrogazione, Russo fa riferimento anche alle dichiarazioni di Giurastante sulle aspettative del MTL verso la Russia.

    “(…) il Mtl ha annunciato che, se entro il 15 settembre l’Onu non avrà provveduto a nominare un «garante speciale per i diritti del Territorio libero», il movimento procederà all’autodeterminazione;
    nel corso della conferenza stampa del 10 febbraio, il presidente Giurastante ha detto che il movimento è pronto a chiedere «l’intervento delle truppe russe» qualora non fosse garantita la smilitarizzazione del TLT, come stabilito dal Trattato di pace;
    sul suo blog, in un post intitolato “Ombre russe”, il presidente di MTL scrive: «La Russia, grande esclusa tra i paesi europei extra Ue e al di fuori dell’Alleanza Atlantica, comincia ad alzare la voce: perché dovrebbe essere esclusa, in violazione del Trattato di pace che l’ha vista quale paese vincitore, dall’usufrutto di un porto strategico come quello di Trieste a vantaggio della Comunità Europea concorrente non solo commerciale?»;”

    E’ probabile che Russo abbia scritto la sua interrogazione suggestionato dagli eventi in Ucraina. D’altra parte lo stesso MTL è vittima della medesima suggestione, visto che su fb è tutto un fiorire di disquisizioni geopolitiche sugli scenari che la crisi ucraina aprirebbe per il TLT.

    Meanwhile… la Saipem (controllata ENI) si aggiudica un appalto di 2 miliardi per il gasdotto South Stream:

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-03-14/-saipem-si-aggiudica-appalto-2-miliardi-il-gasdotto-south-stream-155019.shtml?uuid=ABgam72

    e gli americani sono nervosi per i movimenti della Gazprom in Ungheria e nell’alto adriatico.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/03/16/news/greggio-in-adriatico-niet-americano-all-arrivo-dei-russi-1.8857778

    Sembra proprio un gioco delle parti…

  43. Due giorni fa il MTL ha messo in scena una delle sue solite pantomime tribunalizie… Indovinate da chi era assistito Giurastante?

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/03/20/news/piena-competenza-del-giudice-leanza-sulla-causa-del-mtl-1.8891788

  44. Un aggiornamento su quel che sta succedendo da alcune settimane nel MTL, che assomiglia sempre di più a Bicetre. In breve, sta succedendo che il movimento è andato in mille pezzi. Le linee di frattura sono le seguenti:

    1) la posizione sulla zona B
    2) la posizione rispetto alla possibilità di partecipare alle elezioni
    3) la posizione da tenere nei confronti degli indipendentisti veneti
    4) la posizione da tenere rispetto all’attuale presidenza dell’ autorità portuale

    Su questi quattro punti, la coppia Giurastante-Parovel, che regge il movimento, ha le idee chiare:

    1) la zona B non fa più parte del TLT
    2) il MTL non deve partecipare a nessuna tornata elettorale a nessun livello
    3) il MTL non deve avere rapporti di collaborazione con gli indipendentisti veneti
    4) il MTL deve sostenere senza se e senza ma la presidente dell’autorità portuale Marina Monassi

    Lungo queste linee di frattura si è sviluppata una costellazione di gruppi dissidenti, che a volte si sovrappongono, a volte no. I principali nuclei di dissenso sono i seguenti:

    1) una parte dei “soci fondatori”: Gombač (sospeso), Ferluga, Potenza (sospeso), Stok (?)
    2) in generale gli iscritti che sono andati a Venezia il 25 aprile
    3) il servizio d’ordine di Alessandro Gotti detto Tonfa (espulso)
    4) alcuni responsabili della comunicazione (Paola Rocco, sospesa)
    5) un fantomatico gruppo di “ex militanti dell’estrema sinistra” (definizione di Parovel) che in qualche modo si sarebbero raccolti intorno a Deganutti
    (n.b. si tratta del Deganutti che era intervenuto massicciamente su Giap, e che aveva minacciato querele a Wu Ming 1, Andrea Olivieri e me. Su facebook si firma Francesco Giuseppe)

    Il modo in cui si è arrivati all’ esplosione delle contraddizioni è sorprendente. Il 20 aprile Giurastante ha scritto questo post per denunciare l’esistenza di nemici interni al movimento. I due “attacchi” citati, però, provenivano da indipendentisti esteni al movimento. Lo stesso giorno Andrea Rodriguez, esterno ma atento osservator del fenomeno MTL, ha scritto su fb questo status in cui esprime solidarietà a Giurastante e Parovel. Ne è nata una discussione che ormai supera abbondantemente i 1000 commenti, in cui è successo letteralmente di tutto. Colpi bassi, accuse reciproche di essere al servizio di questo o quello, storie surreali – come quella dell’agente del SISMI alto e magro con la morosa biondina, che spediva fax a Pyongyang dalla redazione de ” Il tuono” – questioni di soldi, questioni personali… in un crescendo allucinato e allucinante.

    E’ difficilissimo districarsi in questo intreccio di rancori personali e di derive paranoidi. Quello che si intuisce è che il vero nodo è la questione del porto, in particolare la posizione che il movimento deve assumere nei confronti di Marina Monassi. E dalle parole di Parovel pare di intuire che del contesto faccia parte in qualche modo anche l’ex presidente Bonicciolli. Scrive infatti Parovel:

    Quei politici ed i due quotidiani, che già attaccavano la presidente del porto scatenandole contro continue campagne politiche-mediatiche di aggressione con disinformazioni ed accuse false, le hanno ora estremizzate pretendendo che venga immediatamente commissariata e sostituita (anche se il suo mandato scadrà a gennaio 2015).

    E chi ha chiesto il commissariamento del porto è stato proprio Bonicciolli

    … lo stesso Bonicciolli che viene maliziosamente citato da Deganutti su Facebook:

    Me lo chiedo dopo aver letto su Trieste Libera News che tra le richieste che il MTL avanza al Governo Italiano, alle Nazioni Unite e agli altri stati c’è anche questa richiesta numero
    3) a nominare nuovamente, a tal fine, un Commissario Generale del Governo per l’amministrazione del Territorio Libero di Trieste, ed a delegare provvisoriamente all’Autorità Portuale di Trieste i poteri del Direttore del Porto di Trieste previsti dalle norme specifiche Trattato di Pace. qualcuno può spiegare cosa significa questa richiesta ? (…)
    Questa richiesta rispetta le norme dell’Allegato VIII sul direttore del Porto franco internazionale di Trieste ? Si tratta di una scelta provvisoria e tattica ? Perchè l’APT non ha espresso posizioni sulla PIATTAFORMA PORTO 2014 che ha dato origine alla manifestazione dell’Ultimatum ? Eppure poteva condividere la richiesta di applicazione prevista da una sentenza del TAR. Nessuno chiede che la Presidente dell’APT diventi il governatore del Territorio Libero di Trieste. Questa richiesta al Governo italiano varrebbe anche se il Presidente dell’Autorità Portuale fosse Claudio Boniciolli?

    A meno che tutti i problemi non nascano, come “indagato” e “appurato” da Giurastante, dalle luganighe e dai čevapčiči: nell’ultima festa del TLT gli incassi non sono stati quanto sperato e previsto, qualcuno ha fatto la cresta sulle luganighe. I maggiori sospettati sono gli espulsi e i sospesi. Evidentemente a Giurastante si può toccare tutto tranne il Porto e le luganighe!

  45. un mio intervento del 3 maggio, pubblicato anche per bora.la che prova a spiegare, in ottica più pragmatica e concreta alcune situazioni su MTL ecc
    “Autorità Portuale e Trieste Libera due destini incrociati”
    http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/05/autorita-portuale-e-trieste-libera-due.html

    http://bora.la/2014/05/05/autorita-portuale-movimentotrieste-libera-destini-incrociati/

  46. Oggi l’ansa ha diffuso la notizia dell’arresto di Maltauro nell’ambito del’inchiesta sull’expo’ di Milano. La notizia avrà sicuramente ripercussioni a Trieste, visto che Maltauro era stato uno dei vincitori della gara d’appalto per il recupero urbanistico di Porto Vecchio ai tempi della presidenza di Boniciolli, che all’epoca era in quota PD (o Ulivo, come si chiamava allora). Col mandato di Monassi in scadenza, il MTL in stato confusionale, il centrodestra a pezzi, e il PD travolto dai “rudinazi” della Maltauro, i giochi per la successione alla guida del porto sono ora completamente aperti, e come da manuale a noi comuni mortali non è dato di sapere una minchia di quei giochi.

  47. Movimento Trieste Libera, una dura resa dei conti, tra tentativo di “golpe” denunciato, la sicurezza TLT che “propone” un nuovo movimento e tanto altro ancora…http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/05/movimento-trieste-libera-una-dura-resa.html

  48. #TRIESTE LIBERA, RIBELLI OCCUPANO LA PAGINA FACEBOOK DEL MOVIMENTO.

    Ieri sera il gruppo storico del MTL (Stok, Gombač, Ferluga e Ciacchi) con un blitz si è impadronito dei profili fb del movimento. Immediatamente i quattro hanno emesso il seguente comunicato:

    Questo sarà d’ora in poi il profilo facebook di riferimento del Collegio dei Soci Fondatori—Svet članov ustanoviteljev—Board of founding members.
    Le nostre decisioni ed azioni avvengono ed avverranno solo ed esclusivamente allo scopo di difendere ed applicare la dichiarazione d’esistenza (documento immodificabile) del Movimento Trieste Libera—Svobodni Trst—Slobodni Trst—Free Triest, e di conseguenza gli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini del Territorio Libero di Trieste.

    Subito dopo, hanno convocato l’assemblea generale dei soci per il 31 maggio.

    Nelle stesse ore, sette membri del direttivo si sono dimessi, ritirando la fiducia al presidente Giurastante, il quinto socio fondatore.

    Giurastante e Parovel, asserragliati nella pagina facebook del giornale del movimento “Trieste Libera News” hanno risposto emettendo il seguente dispaccio:

    ATTENZIONE: è avvenuto un gravissimo attacco in violazione di legge da parte di persone espulse dal Movimento Trieste Libera,che si sono impossessate del sito internet e della pagina Facebook principale. I dovuti provvedimenti saranno presi il prima possibile. Nell’attesa, si invita i sostenitori del Movimento Trieste Libera ad appoggiarsi a questa pagina, che è sotto il controllo dell’Ufficio Stampa.

    I due gruppi – i legittimisti e i ribelli – si stanno tuttora fronteggiando su vari profili fb riconducibili a militanti dell’una e dell’altra fazione, in particolare su wall di Andrea Rodriguez.

    Aggiornamenti nei prossimi giorni.

    ———

    P.S. mentre nel Movimento T’ieste Libe’a si scannano su facebook, ricordo a tutt*, se ce ne fosse bisogno, che la Rivoluzione non saRà tRasmessa su youtube.

  49. Territorio Libero di #Trieste, la WYBN annuncia progetti? Strane coincidenze temporali e non solo…
    http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/06/territorio-libero-di-trieste-la-wybn.html