Quando il capitalismo digitale mette tristezza e fa ribrezzo

Qualcuno avrà già visto questa scena, ma molti altri no, e allora ve la proponiamo. Roma, tre giorni fa, inaugurazione di un nuovo Apple Store. Quelli che vedete sono i commessi, forza-lavoro che partecipa con troppo zelo alla propria messa in ridicolo.
Identificarsi con la multinazionale che ti sfrutta, coi miliardari che ti gettano ossi già piluccati e devi pure ringraziare, perché quella è un’azienda cool.
La coreografia dell’Apple Store dà corpo al feticismo della merce digitale: vorrebbe occultare lo sfruttamento dietro una cortina di mossette e sorrisi, ma il risultato è di renderlo più visibile. I commenti su YouTube – solitamente di infimo livello – non sono per niente teneri. Queste immagini fanno ribrezzo anche a molti insospettabili (persino a qualche fanboy della Mela). C’è chi è rimasto turbato e nauseato ma non lo dice: troppo forte il timore di passare per “comunista”, brrrr.
Ci sarebbe da scrivere qualcosa di lungo, se solo non lo avessimo già fatto (e con Steve Jobs ancora in vita).
La sensazione, in ogni caso, è che si sia passato un segno. Forse non sono più quei tempi: il capitalismo è tornato a fare schifo. Non a caso, in Europa e nel mondo, vuole essere temuto: sa bene di non essere più amato. L’Austerity è politica della paura.

[Su quest’argomento segnaliamo un ottimo post di Jumpinshark: “Apple Store, danza macabra dell’innovazione e lavoro umiliato”.]

Victor Hugo, la storia, la “violenza”, il bisogno di rivoluzione

Piazza Syntagma, Atene
Mercoledì 4 aprile, alla libreria Rivivere di Bologna, WM1 e WM4 hanno parlato di Novantatré, il romanzo di Victor Hugo sulla Rivoluzione francese, leggendone diversi brani.
L’occasione era la rassegna “Libri da rivivere”, nella quale si invita uno scrittore a presentare non un libro che ha scritto, ma uno a cui è legato o che ritiene importante, si tratti del suo “libro del cuore”, di un’opera che l’ha ispirato nel suo lavoro, o semplicemente di un titolo che merita una riscoperta. Prosegui la lettura ›

L’aspra stagione: storie di Carlo Rivolta

L'aspra stagione

[WM1:] L’aspra stagione – d’ora in avanti LAS – è un libro scritto a quattro mani da Tommaso De Lorenzis (nome ben noto alla comunità di Giap) e dal giornalista Mauro Favale.
Né romanzo né saggio né biografia (autentico “oggetto narrativo non-identificato”), LAS racconta di Carlo Rivolta, giornalista d’inchiesta, cronista d’assalto, uomo di sinistra, compagno di strada dei movimenti degli anni Settanta.
Rivolta morì nel 1982, poco più che trentenne, ghermito dal drago dell’eroina. Morì a Roma, città che aveva raccontato in tanti articoli apparsi su “Paese sera”, “Repubblica” e “Lotta continua”, sempre tenendo il culo in strada, per quasi dieci anni vissuti pericolosamente, incrociando i percorsi dei movimenti, narrando ascesa e implosione del lottarmatismo, mappando lo spaccio di eroina, descrivendo in anticipo mutazioni che molti “nomi che contano” avrebbero inquadrato soltanto anni dopo. Prosegui la lettura ›