Cent’anni di Vo Nguyen #Giap


Non vi è accordo unanime sulla sua data di nascita, ma la maggioranza opta da tempo per il 25 agosto 1911. Ragion per cui, è nella giornata di oggi che compie 100 anni il generale Vo Nguyen Giap, lo stratega e organizzatore che combatté il fascismo giapponese in Indocina (1942-45), portò l’esercito del Viemihn ad annichilire il colonialismo francese (Dien Bien Phu, 1954), diresse per lunghi anni la guerra contro l’imperialismo USA fino all’umiliante disfatta di quest’ultimo (Saigon, 1975) ed ebbe un ruolo-chiave nella deposizione del regime di Pol Pot in Cambogia (invasione militare del 1978).
Il blog che state leggendo – come la newsletter da cui deriva – è stato battezzato “Giap” in omaggio alla vittoria di Dien Bien Phu e all’uso allegorico che ne faceva il Luther Blissett Project. Prosegui la lettura ›

Post multiplo di #ferragosto: #manovra #twitterisnotFB #NoTav #StephenKing #AaAM

HIGHWAY TO HELL

Nelle ore della manovra-massacro, alcune news e segnalazioni accumulatesi nei giorni scorsi.
Sulla manovra, per ora ci limitiamo a riproporre gli scarni pensieri espressi tra ieri e oggi su Twitter.
Il 2012 potrebbe essere il primo anno senza 25 Aprile e Primo Maggio. I Maya ci erano andati vicino. La crisi è il pretesto perfetto. Non stanno sistemando i conti: stanno regolando i conti coi nemici storici: gli operai, l’antifascismo… Licenziamenti facili, fine del contratto nazionale, privatizzazioni selvagge, basta col 25 Aprile… La crisi non c’entra un cazzo. E’ sempre la spinta storica del neoliberismo, e al contempo è recrudescenza e salto di qualità. È una fase diversa rispetto ad anni Novanta e  anni Zero. I salti di livello dobbiamo saperli riconoscere e descrivere, il “capirai che novità” alla lunga ottunde.
Sia chiaro: il 25 Aprile si celebra anche l’anno prossimo, che Lorsignori lo vogliano o no. E pure il Primo Maggio. Si lotterà contro i concreti smantellamenti di diritti e conquiste sociali, ça va sans dire, ma al contempo non sottovalutiamo l’offensiva sul piano simbolico, perché apre la via all’ancora-peggio. Prosegui la lettura ›

Summer of ’81 – di Wu Ming 5 | #londonriots


Qualche riflessione per comprendere l’origine di quanto viviamo ora.
Le rivolte inglesi dell’estate del 1981 – Brixton, Toxteth, Handsworth, Leeds – colpirono l’immaginario di molti, qui da noi, specie tra coloro che seguivano il punk. A quei tempi, in quei circoli, la parola “rivolta” era assai più praticata della parola “rivoluzione”. Almeno per quanto riguardava le strade del Regno Unito, le parole si mutavano in fatti.
Il 10 aprile 1981, a Lambeth, un sobborgo di Londra prossimo a Brixton, la polizia fermò un giovane nero, Michael Bailey, mentre fuggiva inseguito da altri “ragazzi di colore”, come si diceva allora. Era stato accoltellato e sanguinava. Si formò una folla che incominciò a lamentare il ritardo nei soccorsi. Michael Bailey venne portato fino a un auto in Railton Road, mentre scoppiavano i primi disordini.
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Inchieste al volo: #twitterisnotFB

Dalle discussioni in rete sul post precedente (“Giap, Twitter e il Terrore”) è nata una richiesta d’intervista da parte di Repubblica (il quotidiano, non il sito). Dalla richiesta del giornale è nato un esperimento di consultazione pre-intervista via Twitter. La consultazione è subito diventata un’inchiesta di massa, con migliaia di messaggi [la pagina dei risultati si apre automaticamente in opzione “Top”, per vedere tutti i tweet scegliere “Tutto” nel menu a tendina]. Inchiesta empirica e umorale, certo, ma proprio per questo significativa e utile a chi studia i social network. Qualcuno userebbe, forse, la parola “con-ricerca”.
L’instancabile “storicizzatore” @jumpinshark ha cercato di ricostruire la discussione tuttora in corso, grazie allo strumento dello Storify.
N.B. Al termine di ogni schermata cliccare “Read more” per proseguire.

Giap, Twitter e il Terrore

Louis Antoine de Saint-Just, santo persecutore dei troll

Una specie di addendo all’ultimo post di news e segnalazioni.
Poche settimane fa, @akaOnir – al secolo Francesco Spè – si è laureato all’Università di Macerata con una tesi intitolata «Un collettivo, 140 caratteri. Wu Ming, Twitter e la repubblica democratica dei lettori».
In parole povere, ha analizzato la nostra comunicazione via Twitter, gli esperimenti che abbiamo portato avanti con quel mezzo e (non ultimo) il rapporto bidirezionale tra Twitter e questo blog.
Tale  lavoro di ricerca non è terminato con la laurea: la tesi verrà ampliata, aggiornata e pubblicata in rete dopo la pausa agostana.
Il 16 giugno scorso, @akaOnir ha realizzato una lunga intervista a WM1 sui temi di cui sopra. L’ha trascritta e messa on line ieri notte. C’è un sacco di roba, pure troppa. Contiene, ad esempio:
– non pochi dietro-le-quinte, es. sulla gestione di Giap e sul rapporto con Einaudi Stile Libero;
– una “fenomenologia” dell’accoppiata Repetti & Cesari, forse eccessivamente polarizzata: chi la legge tenga conto che anche Repetti lavora sui testi e anche Cesari fa lavoro “relazionale”;
– un non affettuosissimo amarcord della vecchia Indymedia: in sintesi, si salvano quasi solo Franti e Mazzetta, e proprio perché a l’arcurdén, la ricordiamo sin troppo bene.
Inoltre, sono svariati i sassolini tolti dagli anfibi. Si veda soprattutto l’ultima risposta.
Insomma, pensateci: può essere una piacevole lettura estiva.
E… il titolo di questo post, che ai più attempati avrà forse ricordato Renato Rascel nei panni di Robespierre?
La spiegazione è alla risposta 23.