Con emozione altissima, Wu Ming saluta Paolo Vinti

Ci uniamo come meglio possiamo al coro di aneddoti e ricordi, al lutto collettivo che da stamane la sinistra perugina – in tutte le sue correnti e gradazioni – sta cercando di elaborare. Piangiamo, insieme a chiunque lo abbia conosciuto, l’improvvisa morte di Paolo Vinti, “leggendario compagno”, poeta di strada e performer, rivoluzionario, chiosatore dei classici del marxismo, tenace sostenitore dell’ipotesi comunista (“ipotesi” era forse la sua parola preferita). Prosegui la lettura ›

Speciale Stephen King: «Notte buia, niente stelle»

È in libreria a partire da oggi Notte buia, niente stelle, l’ultimo libro di Stephen King. Dopo l’anteprima dell’ottobre scorso, eccovi lo speciale.
Come ormai saprete, NBNS è una raccolta di quattro novelle, formato già proposto da King in Stagioni diverse e Quattro dopo mezzanotte. Il traduttore, anche questo lo saprete, è Wu Ming 1. Di seguito proponiamo estratti di rassegna stampa internazionale; riprendiamo l’intervista a WM1 pubblicata ieri, in esclusiva, dal sito Fantasy Planet; proponiamo l’audio di una conferenza sul tradurre tenuta da WM1 meno di un mese fa, al festival “Shakespeare in Town” di Savona; non contenti, spargiamo lungo il post pizzichi di materiali kinghiani (link, audio, video). Se aggiungiamo che, nelle prossime ore, La Repubblica dovrebbe pubblicare un’intervista rilasciata dal Re in persona a Loredana Lipperini, ecco una bella giornata campale per tutti i Fedeli Lettori. Prosegui la lettura ›

Guido Chiesa, «Io sono con te». Appunti di visione

1. LA FEDELTÀ ALL’EVENTO

Nel film di Guido Chiesa, una donna compie un gesto di rottura e fondazione: sottrae una nuova verità all’insieme di una comunità già esistente e definita, e ne afferma la portata universale.
Quando un evento rompe il tran tran e afferma una verità, nessun insieme storico precostituito – popolo, tribù, nazione – può ridurla a sé. Un evento del genere può essere solo “illegale”, anzi: a-legale, indifferente alle leggi che regolano quell’insieme.
Nel film, la comunità di partenza è definita dal sangue (sangue come “stirpe”, ma anche in senso più letterale: il sangue versato nei sacrifici) e da una Legge che ogni volta interviene a dividere: separa il puro dall’impuro, l’ebreo dal gentile, l’uomo dalla donna… la mamma dal neonato. Questa Legge si fonda sul calcolo e su serie ripetitive: Prosegui la lettura ›

Fini, Bersani e la Madonna

La discussione in calce al primo post sul «Potere Pappone» non accenna a spegnersi e nemmeno a calare di intensità. Nel momento in cui scriviamo, siamo intorno ai 350 commenti e il livello è davvero molto alto. Nel frattempo, sono accadute due cose che, se possibile, mettono altra carne al fuoco. O meglio: cucinano in modi inattesi gli stessi ingredienti, fornendo ulteriori spunti, esempi, chiavi di lettura.
Lunedì scorso, nel prime time di Rai 3, è andato in onda il «doppio elenco» di Fini e Bersani sui valori della destra e della sinistra.
Ieri sera siamo andati alla prima bolognese dell’ultimo film di Guido Chiesa, Io sono con te. Prosegui la lettura ›

Loop, Stephen King, Pontiac, Tolkien, Foucault e altro

E’ uscito in edicola e in libreria il n.10 della rivista Loop, bimestrale di culture, linguaggi e conflitti dentro l’apocalisse. Si intitola “Giù la testa! Diritti e identità in saldo” e sull’immagine di copertina campeggia una frase di Don Wislow: “Si diventa ciò che si odia”. Il video qui sopra è il trailer.
Consigliamo l’acquisto perché contiene molti ottimi articoli, su concetti e argomenti che negli ultimi tempi abbiamo trattato anche qui.
Segnaliamo, in particolare, il pezzo di Mario Tronti, “Fenomenologia di Sergio Marchionne”, quello di Aldo Bonomi su “La piccola transizione italiana” e la riflessione di Andrea Fumagalli e Sergio Bologna sui lavoratori autonomi “di terza generazione”. Prosegui la lettura ›

Note sul “Potere Pappone” in Italia, 1a parte: Berlusconi non è il padre

di Wu Ming 1

0. Una premessa necessaria

Qui, ahimè, verrà usato il nome “Berlusconi”. Lo so, non ne potete più di sentirlo nominare. D’altronde, ritengo che il giochino di non nominarlo proprio mai, di usare solo l’iniziale “B.” o il pronome “Lui” (o addirittura nemmeno quelli), sia non solo snobistico e stucchevole ma, puntando i riflettori sulla sua assenza, finisca addirittura per ribadirne e amplificarne la presenza. Mi sembra sia quello che ha voluto dire Giovanni De Mauro sull’ultimo numero di Internazionale (n. 871, anno 18, 5/11 novembre 2010). Nell’editoriale Berlusconi non viene mai nominato… per dimostrare che è sempre con noi:

«Quel che è peggio è che ci ha colonizzato […] Ha colonizzato anni della nostra vita, ore e ore delle nostre conversazioni, delle nostre attenzioni, dei nostri interessi. Ha colonizzato perfino i sogni. Ha colonizzato la nostra vita privata e la nostra mente. I suoi guasti continueranno a farsi sentire a lungo, affioreranno nei tic, nei modi di dire, nei gesti. Anche per questo, prima ce ne liberiamo e meglio è.»

Tanto vale nominarlo, allora. E, nominandolo, dire che non si tratta dei “suoi” guasti, ma dei nostri.
Questa è la chiave per leggere quel che segue: “Berlusconi” non è solo  Berlusconi, individuo in carne e ossa. Prosegui la lettura ›